http://www.istat.it/servizi/concorsi...CTER_23nov.pdf
http://www.istat.it/servizi/concorsi...maggio2011.pdf
Forse, in tutta questa storia, non sono stati afferrati alcuni concetti.
Prima della famigerata integrazione al bando era tutto perfettamente nella "norma": tutti facevano le preselezioni, esterni, interni di ruolo e precari.
Visti i 460 posti, massimo, disponibili le probabilità di accedere alle prove scritte, prescindendo dalle aree di pertinenza e, considerando 10mila candidati presenti alle preselezioni erano del 4%.
Fin qui, tutto bene.
Il problema è nato dopo!
La modifica del bando, eseguita così come scritta, non solo Ci preclude la possiblità di concorrere con i precari esonerati ad armi pari sin dall'inizio (la prova preselettiva è quella più democratica per antonomasia, visto che avrebbero potuto essere "cassati" anche i precari), ma, peggio, visto che nel bando non si fa menzione alcuna alla più "logica" formula dei precari + esterni, restando 460 i posti effettivamente disponibili e che, nella migliore delle ipotesi, i precari "occupano" già 300 dei posti, semplici calcoli aritmetici fanno scendere i posti per gli esterni a 160, ergo, le probabilità di accesso diventano dell'1%!
Qui non si discute solo l'illegittimità della scelta dell'Istat, ma anche l'illogicità della questione degli ammessi alle prove scritte!
L'italiano, come la matematica, non è un'opinione!
Quando una siffatta modifica apportata ad un documento ufficiale, un atto amministrativo, non si presta ad univocità interpretativa è, gioco-forza, passibile di impugnazione, e per i più disparati motivi!
Credetemi, sottoporrei i due documenti in questione all'Accademia della Crusca, per farmi spiegare cosa vogliano dire in italiano!
http://www.istat.it/servizi/concorsi...maggio2011.pdf
Forse, in tutta questa storia, non sono stati afferrati alcuni concetti.
Prima della famigerata integrazione al bando era tutto perfettamente nella "norma": tutti facevano le preselezioni, esterni, interni di ruolo e precari.
Visti i 460 posti, massimo, disponibili le probabilità di accedere alle prove scritte, prescindendo dalle aree di pertinenza e, considerando 10mila candidati presenti alle preselezioni erano del 4%.
Fin qui, tutto bene.
Il problema è nato dopo!
La modifica del bando, eseguita così come scritta, non solo Ci preclude la possiblità di concorrere con i precari esonerati ad armi pari sin dall'inizio (la prova preselettiva è quella più democratica per antonomasia, visto che avrebbero potuto essere "cassati" anche i precari), ma, peggio, visto che nel bando non si fa menzione alcuna alla più "logica" formula dei precari + esterni, restando 460 i posti effettivamente disponibili e che, nella migliore delle ipotesi, i precari "occupano" già 300 dei posti, semplici calcoli aritmetici fanno scendere i posti per gli esterni a 160, ergo, le probabilità di accesso diventano dell'1%!
Qui non si discute solo l'illegittimità della scelta dell'Istat, ma anche l'illogicità della questione degli ammessi alle prove scritte!
L'italiano, come la matematica, non è un'opinione!
Quando una siffatta modifica apportata ad un documento ufficiale, un atto amministrativo, non si presta ad univocità interpretativa è, gioco-forza, passibile di impugnazione, e per i più disparati motivi!
Credetemi, sottoporrei i due documenti in questione all'Accademia della Crusca, per farmi spiegare cosa vogliano dire in italiano!
Commenta