Grazie Picard e Silvia per le risposte.
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Comitato "i nuovi educatori penitenziari"
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Originariamente inviato da ariads Visualizza il messaggio
ciao picotomas,
ma sei del mio stesso paese?
e tu,invece?
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Vi comunico che il 207° è del lazio e le sue regioni di preferenza sono in ordine : lazio-molise e abruzzo..
inoltre anche il 363° è il 228 è sono laziali.. quest'ultimo però avendo vinto il concorso da collaboratore ha già anticipato che molto probabilmente rinuncerà al posto di educatore..
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Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggioSai, in realtà rispecchia perfettamente la media di ogni concorso pubblico. Dove almeno il 90% dei candidati è meridionale. E questo vale per concorsi al Ministero ma anche per un concorso per vigile urbano al Comune di Bressanone. I motivi? Beh, sicuramente per molti ragazzi del nord il lavoro pubblico non è il massimo della vita. E probabilmente lo sarebbe anche per i ragazzi del sud se avessero altro da scegliere. Purtroppo, però, ci sono realtà dove la scelta è limitata a due possibilità. O sei guardia (inteso come servitore dello Stato) o ladro (inteso come...vabbé ci siamo capiti).
Anche se io ritengo che ci sia margine per fare dell'altro anche sul nostro territorio. C'è margine per costruire qualcosa di buono anche al di fuori del pubblico impiego. Però chissà...varrebbe la pena tentare. Come ho sentito dire a Saviano, non colpevolizzo chi vuole lasciare la nostra terra, me la prendo con chi non vuole tornarci. Sinceramente sto aspettando l'opportunità. Dieci anni fa il posto fisso mi sembrava un obiettivo. Ora so che era solamente l'inizio di un percorso. Spero presto di poterne fare a meno. Perché è indubbia la comodità di uno stipendio ogni 25 del mese, ma creare, costruire, vedere crescere qualcosa di tuo tra le tue mani ti fa sentire vivo, importante. Sarò sciocco ma oggi come oggi baratterei volentieri il mio posto fisso con la possibilità di fare qualcosa di veramente utile per me, la mia famiglia e la comunità in cui vivo. E non sto parlando di impegno politico. Voglio fare l'idraulico, il meccanico...voglio sporcarmi le mani e non d'inchiostro. Voglio sentire l'odore della terra bagnata e vedere i frutti che crescono. Insomma, ci siamo capiti. Niente vale di più che lo stare bene con se stessi e la propria famiglia. Tutto il resto, anche ciò che guardiamo come un bellissimo miraggio, è noia.
Durante il concorso mi è capitato di parlare con tante tante persone (i concorsi per la verità perchè ho fatto anche quello di contabile) e mi ha colpito molto la priorità assoluta e la valenza che viene data al "posto pubblico" da tanta gente. Come se il posto di lavoro o è statale o non è un lavoro. C'era una ragazza che mi ha detto "ma tu lavori? E allora perchè fai il concorso?". E' stata una domanda che mi ha stupito molto perchè presuppone la scelta di lavoro come la scelta per la vita. Io, vi giuro, spero di non pensare mai ad un lavoro come una scelta per la vita. Lo so che la precarietà è dura e anche qui è pesante...io sono in arretrato di 5 stipendi, la ditta dove lavoro è in crisi ect ect ect, però l'esperienza che ho fatto nella ditta dove ho lavorato ultimamente mai me la sarei potuta fare altrove. Ed è un bagaglio di esperienza che, come la cultura in generale, non te lo toglie nessuno. A volte la dinamicità del lavoro, seppur nella precarietà, ti dà veramente tanto. Io non penso di aver perso il mio tempo, anzi, penso di aver fatto un'esperienza nella mia vita importante e che ora ci sarà posto per altro. Ora direte, facile parlare così se alla fine da mangiare ce l'hai lo stesso perchè tuo marito lavora. Il punto però non è questo, quello che voglio dire è: perchè non partire facendo qualsiasi lavoro sia onesto anche non inerente alla tua laurea e poi cambiare e tirare sempre un pò più in alto crescendo piano piano? Io questa volontà in molte persone con cui ho parlato non l'ho vista e mi dispiace, penso che parte dei problemi del sud nascano anche da questo limite che tante persone si pongono e che è deleterio per me. Una ragazza mi diceva che preferisce fare concorsi 15 anni e poi andare a fare un lavoro dignitoso per quello che ha studiato piuttosto che andare a fare la commessa. E pensare che certi trucchetti che ho imparato a lavorare sul mercato mi sono serviti tantissimo in altri lavori.
Qui se vai a fare un colloqui ci guardano tanto se hai lavorato, qualsiasi lavoro sia, anche se hai 2 lauree e master ect ect.
Io sono contenta come voi di poter mettere in pratica i miei studi lavorando in carcere, però non lo conosco questo lavoro, pertanto non lo so se sarò in grado di farlo, se mi piacerà...però spero tanto di mantenere la lucidità di capire se non è il posto per me e serenamente di andarmene di nuovo a cercare altro...anche a vendere sul mercato, perchè no.Ultima modifica di Martina; 11-11-2009, 22:06.
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Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggioSilvia, si può lavorare su 4 giorni solo a Roma dove si può fare anche molto altro. Il CCNL nazionale (teoricamente non derogabile su questo da nessuna contrattazione decentrata) prevede una settimana lavorativa su 6 giorni o al massimo su 5. Non diciamo cose che poi in altre realtà non avvengono. Anche sull'orario di lavoro, il tipo di flessibilità che teorizzi tu non è pensabile in nessuno degli Istituti d'Italia che mi è capitato di visitare mentre so essere molto utilizzata in ambito Roma-Ministeri. Quante volte ho chiesto anche io di lavorare su 4 giorni settimanali. Ma né la Direzione né il PRAP me l'hanno mai consentito poiché, giustamente, il contratto non lo prevede. Come avrai capito sono un ex lavoratore del DAP prestato alla padania che però ora ha fatto un'altra scelta di vita. E, sinceramente, ne sono soddisfattissimo. In bocca al lupo x tutto e mi raccomando...sempre in gamba!
saluti per tutti!
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Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggioA proposito, il dipendente può chiedere anche di fare un part-time diminuendo l'orario di lavoro di sole 6 ore...non è detto che debba essere per forza della metà dell'orario di lavoro settimanale!
Nel caso si faccia l'orario di 7,12 ore è senza pause? Tutto continuato?
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Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggioDieci anni fa il posto fisso mi sembrava un obiettivo. Ora so che era solamente l'inizio di un percorso. Spero presto di poterne fare a meno. Perché è indubbia la comodità di uno stipendio ogni 25 del mese, ma creare, costruire, vedere crescere qualcosa di tuo tra le tue mani ti fa sentire vivo, importante. Sarò sciocco ma oggi come oggi baratterei volentieri il mio posto fisso con la possibilità di fare qualcosa di veramente utile per me, la mia famiglia e la comunità in cui vivo. E non sto parlando di impegno politico. Voglio fare l'idraulico, il meccanico...voglio sporcarmi le mani e non d'inchiostro. Voglio sentire l'odore della terra bagnata e vedere i frutti che crescono. Insomma, ci siamo capiti. Niente vale di più che lo stare bene con se stessi e la propria famiglia. Tutto il resto, anche ciò che guardiamo come un bellissimo miraggio, è noia.
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Originariamente inviato da Martina Visualizza il messaggioMi collego al tuo discorso per alcune considerazioni.
Durante il concorso mi è capitato di parlare con tante tante persone (i concorsi per la verità perchè ho fatto anche quello di contabile) e mi ha colpito molto la priorità assoluta e la valenza che viene data al "posto pubblico" da tanta gente. Come se il posto di lavoro o è statale o non è un lavoro. C'era una ragazza che mi ha detto "ma tu lavori? E allora perchè fai il concorso?". E' stata una domanda che mi ha stupito molto perchè presuppone la scelta di lavoro come la scelta per la vita. Io, vi giuro, spero di non pensare mai ad un lavoro come una scelta per la vita. Lo so che la precarietà è dura e anche qui è pesante...io sono in arretrato di 5 stipendi, la ditta dove lavoro è in crisi ect ect ect, però l'esperienza che ho fatto nella ditta dove ho lavorato ultimamente mai me la sarei potuta fare altrove. Ed è un bagaglio di esperienza che, come la cultura in generale, non te lo toglie nessuno. A volte la dinamicità del lavoro, seppur nella precarietà, ti dà veramente tanto. Io non penso di aver perso il mio tempo, anzi, penso di aver fatto un'esperienza nella mia vita importante e che ora ci sarà posto per altro. Ora direte, facile parlare così se alla fine da mangiare ce l'hai lo stesso perchè tuo marito lavora. Il punto però non è questo, quello che voglio dire è: perchè non partire facendo qualsiasi lavoro sia onesto anche non inerente alla tua laurea e poi cambiare e tirare sempre un pò più in alto crescendo piano piano? Io questa volontà in molte persone con cui ho parlato non l'ho vista e mi dispiace, penso che parte dei problemi del sud nascano anche da questo limite che tante persone si pongono e che è deleterio per me. Una ragazza mi diceva che preferisce fare concorsi 15 anni e poi andare a fare un lavoro dignitoso per quello che ha studiato piuttosto che andare a fare la commessa. E pensare che certi trucchetti che ho imparato a lavorare sul mercato mi sono serviti tantissimo in altri lavori.
Qui se vai a fare un colloqui ci guardano tanto se hai lavorato, qualsiasi lavoro sia, anche se hai 2 lauree e master ect ect.
Io sono contenta come voi di poter mettere in pratica i miei studi lavorando in carcere, però non lo conosco questo lavoro, pertanto non lo so se sarò in grado di farlo, se mi piacerà...però spero tanto di mantenere la lucidità di capire se non è il posto per me e serenamente di andarmene di nuovo a cercare altro...anche a vendere sul mercato, perchè no.
beh sai la gente del sud, almeno quella che conosco io, fa anni e anni di precariato e anche dopo essersi preparata per alcune professioni, accetta di fare anche altro, molto altro pur di guadagnare qualcosina. E' indubbiamente opportuno essere duttili e sapersi adeguare a quello che "passa il governo" però la mia esperienza personale è quella dei contratti a tempo determinato,dei progetti comunali pilotati, degli stipendi irrisori ed "elargiti" a mò di favore tre volte l'anno.
Adesso ho desiderio di spendermi in questo ambito,ho investito, come ciascuno di noi, ho riflettuto su quello che mi aspetta, ho valutato i pro e i contro e, forte di tutte le esperienze che ho fatto, accetto questo incarico con la consapevolezza che questo è un lavoro importante sia per me che per coloro a cui il mo lavoro sarà rivolto.
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... e a proposito della ragazza che preferisce fare concorsi per 15 anni piuttosto che la commessa non le darei tutti i torti. dalle mie parte le commesse risultano collocate part-time, ma in realtà lavorano 8 ore. in busta paga risulta un certo stipendio che poi nella realtà si assottiglia sino a diventare di 500 euro e in alcuni periodi dell'anno lavorano pure nei giorni "rossi" del calendario e vengono remunerate con straordinari pietosi. questo da la misura del perchè molte, avendone titoli, preferiscono buttarsi nei concorsi.
buonanotte
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