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    grasie grasie....sono distrutto
    gli amici vanno e vengono........i nemici si accumulano!

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      Originariamente inviato da VeNuSsS Visualizza il messaggio
      CARCERI:ALFANO,CI SARA'PIANO EDILIZIO E AMPLIAMENTO ISTITUTI
      (ANSA) - ROMA, 4 GIU - Per affrontare il problema delle carceri ''ci sara' un piano di edilizia carceraria ma
      anche un ampliamento degli istituti gia' presenti'' oltre che ''ulteriore personale''. Lo ha detto il Guardasigilli
      Angelino Alfano parlando in commissione Giustizia alla Camera della questione. Alfano ha, inoltre,
      sottolineato che oggi ''il 38% dei detenuti e' straniero e il 72% di questa cifra viene da sette Paesi''. Il
      ministro ha comunque concluso che ''e' una situazione non facile, anzi complessa, per la quale do la mia
      immediata disponibilita' al presidente della commissione per un incontro specifico su questo tema''.
      Grazie astra,speriamo il personale riguardi noiiiiiii!!!!!
      Speriamo e, soprattutto, seguiamo con attenzione i primi passi del neonato Governo, per evitare che si allontani troppo da noi.
      Un saluto.

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        Originariamente inviato da goku Visualizza il messaggio
        uelàààà Venussss...che combini? io sono appena tornato a casa..... sono morto
        GoKuuuuu,come è andata? io credo benissimo vero? di nuovo come ieri notte evito di dirti un in bocca.... perche' non potresti rispondere e mi limito ad augurarti tanti bei sogni.......baciiiii

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          Originariamente inviato da astrazeneca Visualizza il messaggio
          Speriamo e, soprattutto, seguiamo con attenzione i primi passi del neonato Governo, per evitare che si allontani troppo da noi.
          Un saluto.
          Certo.per questo io riporto tutto cio' che ci interessa.....sono informatissima al momento.....appena leggo qualcosa che non va subito all'attacco,anche se gia' qualcosa è andata avanti eh... poi ne parliamo in e mail... sogni d'oro

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            Giustizia: se il lavoro in carcere cambia il volto dei detenuti…
            Intervista a Giovanni Maria Pavarin (Magistrato di Sorveglianza di Padova)

            www.ilsussidiario.net, 4 giugno 2008

            Dott. Pavarin, si è parlato, anche su queste pagine, di filiera della sicurezza. Cioè che alla certezza della pena deve corrispondere la certezza del recupero: in vista di che cosa?
            In vista del reinserimento sociale del condannato, che è garantito dall’articolo 27, terzo comma, della Costituzione. Nel concetto di rieducazione, che è uno degli scopi per non dire l’obiettivo principale della pena, è insito anche quello del reinserimento sociale. Infatti questo prevede il rappacificamento del soggetto con quei valori che ha leso commettendo il reato. Se uno non vuole aderire a questo percorso può anche rimanere in galera per tutta la vita, dice la Corte costituzionale, ma se uno vuole, tramite il trattamento può aspirare al reinserimento. E uno degli elementi di punta del trattamento penitenziario è proprio il lavoro.
            Che esperienza ha lei della positività del margine di successo di questi esperimenti di lavoro?
            Intanto le posso dire che il detenuto cambia radicalmente l’espressione del volto. Io vado una volta al mese in carcere a fare colloqui ai miei detenuti di Padova, e quando vedo un detenuto, prima che apra bocca, capisco che c’è qualcosa di diverso. Di solito i casi sono due: o ha avuto una bella notizia da casa, un permesso, oppure l’hanno ammesso a lavorare. Cambia sensibilmente, diventa meno rancoroso, inizia una nuova vita. Intanto iniziando a percepire un po’ di soldi si sente di nuovo utile e spesso soprattutto gli extracomunitari riescono a mandare qualche soldo a casa. 50 euro in Italia non sono niente, ma altrove è molto diverso.
            I detenuti riescono così a riscattare la loro immagine fatta a pezzi dalla condanna, perché i rapporti spesso si incrinano con la famiglia, con la società, con gli amici; quindi il riuscire a contribuire al mantenimento di un figlio, a fare un regalo, mandare qualcosa fuori, significa dire "io valgo ancora qualcosa", rimane una parte di umanità che viene ancora valorizzata e sulla quale qualcuno investe.
            Si apprezza il denaro. Chi era abituato ad avere diecimila euro al giorno facendo il delinquente, non avrebbe mai immaginato che per guadagnare cento euro ci volessero otto ore di lavoro e questo fa scoprire a molti una dimensione della vita sulla quale non avevano mai riflettuto. E questo contribuisce ad aumentare il grado di revisione critica circa il disvalore delle condotte compiute. La prova dell’utilità del lavoro sta anche nel fatto che quando il lavoro viene meno e viene fatto fare a rotazione, e il detenuto non lavora più e passa in cella 20 ore su 24, è spesso soggetto a crisi depressive.
            E nel caso di detenuti disturbati o afflitti da problemi psichici?
            Il lavoro viene usato anche per i soggetti che hanno delle patologie psichiche. Mettendo dei soggetti seminfermi di mente a fare qualcosa, si è trovato che il lavoro ha una valenza terapeutica. Questi soggetti hanno un canale preferenziale e vengono messi a lavorare prima di altri. Altri ancora vengono ammessi in base all’anzianità di detenzione, alle condizioni della pena, alle condizioni economiche, al numero di carceri nei quali sono passati. Ci sono infine, in carcere, dimensioni del lavoro che mutuano quello che avviene nella società civile.
            Quanto si sente esposto in termini di responsabilità alla libera scelta del detenuto tra la scelta di affidarsi ad un percorso lavorativo e la scelta - una volta fuori - di tornare a delinquere?
            Ogni volta che si concede un beneficio a una persona che ha avuto una o più condanne si corre un rischio ineliminabile. L’importante è che questo rischio sia ragionevole. Una persona che ha commesso un reato è per definizione pericolosa perché ha dato mostra di aver violato una o più volte la legge penale. Dobbiamo valorizzare il cammino che ha intrapreso questa persona e concordare con lui una riammissione all’esterno. Se il rischio è ragionevole non ritengo che il magistrato abbia responsabilità. Purtroppo è successo nel recente passato che la giustizia disciplinare, cioè il Consiglio Superiore della Magistratura, abbia sanzionato i nostri comportamenti.
            Si riferisce a qualche caso particolare?
            A quella in cui è incorso il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, che ha concesso la semilibertà al signor Izzo. Da quella sentenza in poi sembra quasi che si sia affermata una sorta di responsabilità oggettiva in capo di magistrati di sorveglianza per le condotte poste in essere da soggetti che godono di benefici penitenziari, applicando la vecchia logica del post hoc, ergo propter hoc, ovvero "è successo dopo aver dato la semilibertà, quindi è colpa tua". Speriamo che la Corte di Cassazione cambi i parameri di valutazione di quella che mi pare a tutti gli effetti l’esito di una logica deterministica.
            L’attuale ordinamento aiuta del tutto il Magistrato di Sorveglianza?
            No, lo espone a un rischio notevole anche perché la pubblica opinione è un giudice ancor più severo degli esperimenti che finiscono male. Poiché la legge ci autorizza e non ci impone la concessione delle misure alternative e degli altri benefici, quando applichiamo questo nostra facoltà e l’esperimento va male è ovvio che la gente addita noi come responsabili. Questo può anche essere giusto, ma tenga conto che l’attività di osservazione della personalità in carcere è molto limitata e carente, ci sono pochissime figure di educatori e di psicologi che aiutano i magistrati a cogliere l’intima essenza della personalità.
            In base alla legge ogni persona dovrebbe intraprendere, una volta entrata in carcere, una riflessione sulla condotta giuridica posta in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative che ha creato per l’intero Stato, per le vittime, per i suoi familiari e dovrebbe riflettere sulle possibili azioni di riparazione delle conseguenze del reato incluso il risarcimento del danno. Lo dice l’articolo 27 del regolamento penitenziario. A Padova però su 700 detenuti abbiamo 2 educatrici, che riescono a vedere il condannato mezz’ora ogni anno e mezzo. Ed è francamente insufficiente l’informazione che assumiamo noi con i colloqui che, una volta al mese, facciamo in carcere tentando di conoscere più da vicino il detenuto.
            E questi colloqui sono condotti da voi magistrati?
            Sì. Noi magistrati di sorveglianza abbiamo l’obbligo di fare i colloqui ai detenuti. Sono indispensabili perché prima di concedere qualcosa a qualcuno bisogna averlo visto in faccia e avergli parlato a viso aperto. Lo porto in ufficio, ho una sua foto e di lì a un anno, quando lo vedo, cerco di affidarmi il più possibile alla sua storia, a quel che dice di sé, perché se uno non capisce perché l’altro ha delinquito dà un giudizio privo di fondamento logico.



            Il che vorrà dire costi e sovraffollamento…
            Il sovraffollamento c’é già perché in Italia entrano in carcere 700 detenuti al mese. Siamo quasi al livello del 30 luglio 2006.

            Vuole spiegare al lettore cosa significa quella data che ha citato?
            Il 30 luglio 2006 è il giorno della approvazione del provvedimento di indulto. Alla data del provvedimento c’erano in carcere 63mila persone. Con l’indulto se ne è andata quasi la metà. Abbiamo respirato, c’era spazio, c’era un clima buono, ma un po’ alla volta sono tornati in carcere o gli stessi soggetti o altri che hanno delinquito e adesso in carcere stiamo a 54-55mila. Tra qualche mese torneremo pieni come eravamo prima.
            Un istituto clemenziale come l’indulto sembra venire in contrasto con il percorso di reinserimento di un detenuto attraverso il lavoro…
            Certamente sì: viene cancellata una parte di pena in cambio di nulla. È stato un provvedimento ispirato a ragioni solo umanitarie. L’affollamento delle carceri era disastroso, è stato un gesto di umanità. C’era stato anche l’appello umanitario della Chiesa, dei volontari e dei politici che avevano frequentato i nostri istituti e avevano visto in che condizioni erano le nostre carceri. Si conoscevano bene i rischi e i pericoli sul terreno della sicurezza, è andata abbastanza bene perché in fondo i soggetti indultati tornati a delinquere non sono stati poi moltissimi. Adesso però le condizioni che c’erano al tempo dell’indulto si stanno ricreando. La popolazione carceraria, con questa nuova legge sull’immigrazione clandestina, è destinata ad aumentare di migliaia di unità.
            Ultima modifica di VeNuSsS; 05-06-2008, 23:58.

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              <H2 class="viewSottotitolo viewTitolo2">Le ultimissime, positive, novità sul fronte delle assunzioni

              04.06.2008 - Stiamo ricevendo numerosissime segnalazioni relative all'ampliamento - fino al numero 1200 circa della specifica graduatoria di stabilizzazione dei precari VVF - di coloro che saranno chiamati "all'accertamento del mantenimento dell'idoneità motoria" prima di essere avviati, sulla base dei posti disponibili, al corso di formazione professionale.

              Tale ampliamento si sta concretizzando grazie al fatto che, oltre all'assunzione delle 120 unità già previste, è stata autorizzata - sulla base delle risorse stanziate nella scorsa "Finanziaria" - l'assunzione di ulteriori 474 unità, per un totale di 594 vigili.

              Ma perché ne vengono chiamati "a visita" circa 1200? Nel mese di settembre dell'anno scorso avevamo pubblicato sul nostro SITO il bando relativo alla procedura di stabilizzazione che cita:

              - Articolo 10 - ACCERTAMENTO DEL MANTENIMENTO DELL'IDONEITÀ MOTORIA
              Secondo l'ordine della graduatoria finale, i candidati, in numero pari ad almeno il doppio dei posti disponibili e, comunque, fino alla copertura dei suddetti posti, sono convocati per l'accertamento del mantenimento dell'idoneità motoria da parte della Commissione esaminatrice ...omissis.

              Chiarito questo aspetto, aggiungiamo che se non ci saranno obiezioni da parte del Ministro dell'Economia e delle Finanze, si potrebbero aprire ulteriori interessanti prospettive di assunzione anche con la restituzione del turn over 2007 (1090 unità).

              In particolare, ed avendo l'accortezza di usare la massima cautela poiché, al momento, troppe sono le variabili sconosciute, sulla base della possibile restituzione di una parte del turn over 2007, da un lato dovrebbe essere possibile stabilizzare altri precari VVF, dall'altro ci dovrebbe essere qualche risorsa - ma non sappiamo né quante saranno, né verso quali soggetti saranno percentualmente indirizzate

              </H2>

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                Giustizia: Alfano; riformare i codici e costruire nuove carceri

                Ansa, 5 giugno 2008

                Carceri: piano edilizio, più personale e ampliamento istituti

                Per affrontare il problema delle carceri "ci sarà un piano di edilizia carceraria ma anche un ampliamento degli istituti già presenti, oltre che ulteriore personale: il 38% dei detenuti è straniero e il 72% di questa cifra viene da soli sette Paesi". Il ministro ha comunque concluso che "è una situazione non facile, anzi complessa, per la quale do la mia immediata disponibilità al presidente della commissione per un incontro specifico su questo tema".

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                  Non penso si riferisca solo agli agenti di polizia... mah.. vedremo !!!!!

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                    bonasera! sono tornato dalla faticosa provaaaaaaaaaaaaaaaaaa
                    gli amici vanno e vengono........i nemici si accumulano!

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                      Originariamente inviato da goku Visualizza il messaggio
                      bonasera! sono tornato dalla faticosa provaaaaaaaaaaaaaaaaaa
                      Finalmenteeeeeeeeeeeeeeeee! come ti senti? immagino stressatissimo eh? pensa che adesso ti riposerai un po... spero' sia andata per il verso giusto,piccolo gokuuuuu!

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