(AGI) - Roma, 10 giu. - “La luna di miele e’ gia’ terminata, anzi: non e’ mai iniziata. Da parte nostra l’approccio utilizzato dal ministro della Giustizia, salutato da piu’ parti piu’ come gesto di maniera che come segnale d’apprezzamento, non convince per nulla. E non convince la piega che il dibattito sulla Giustizia sta prendendo ultimamente”. A parlare e’ Leo Beneduci, segretario generale dell’Organizzazione Sindacale Autonoma di Polizia Penitenziaria (Osapp), che aggiunge: “rappresentiamo una realta’ importante del panorama che Alfano avra’ l’obbligo di affrontare nei prossimi mesi, se non anni, e la totale indifferenza a cui il problema delle carceri e’ ormai lasciato dall’attuale Amministrazione, di cui abbiamo piu’ volte chiesto il rinnovo, ci induce a pensare che in materia di Giustizia le questioni serie siano ben altra cosa, anche per l’attuale Esecutivo”.
Per questo, continua il leader dell’Osapp, “teniamo alta la guardia, e lanciamo l’ennesimo allarme sulla dimensione di un problema che nel corso dell’estate, quando le condizioni di sovraffollamento saranno oggettivamente aggravate da fattori naturali quali il gran caldo, costringera’ la classe di Governo a riflettere sulle scelte da adottare, ma in quel momento non ci sottrarremo dall’onere di segnalare le responsabilita’ del nuovo disastro sociale”.
L’Osapp, dunque, auspica che il nuovo Guardasigilli “sia al pari solerte, non solo per le questioni che attengono piu’ da vicino il sistema delle intercettazioni, o il dibattito sulla prostituzione” e “tenda, con l’entusiasmo dimostrato fin dal primo istante, alla migliore comprensione di una crisi che alla luce del vero appare piu’ grave di quello che e’, con numeri notevolmente falsati e riportati dal Dap”.
A questo punto, continua Beneduci, “ci chiediamo se il ministro non sia a conoscenza della reale portata delle questioni che attengono le carceri italiane. Se non sia informato del fatto che la quota della capacita’ tollerabile, che il Dap attesta alle 64 mila unita’, e’ in verita’ di molto inferiore quel dato (57.000 circa secondo i nostri calcoli). Se non comprenda come quella soglia di tollerabilita’ reale, secondo la presenza effettiva e certificata di 53.816 detenuti, possa essere velocemente superata dopo l’estate. Ci domandiamo se Alfano non sia stato messo al corrente della condizione di quasi meta’ delle carceri italiane”.
Quindi, conclude la nota dell’Osapp, “esortiamo il ministro a valutare problema su problema gli effetti delle manovre che vorra’ mettere in atto. La storia dei Governi passati ci ha rivelato sovente come le lune di miele sappiano lasciare il sapore amaro di cose inspiegabilmente incompiute, anche per ministri cosi’ dinamici”. (AGI)
Ragazzi,
Per evitare inutili polemiche mi limitero' a scrivere solo qui e a riportare degli aggiornamenti..per tutto il resto utilizzero' l'e mail come prima.Sinceramente non mi va di stare dietro a persone che non hanno altro da fare che offendere per farsi offendere... io ho da pensare ad altro,matrimonio,politica,divertimenti,lavoro e non ho voglia di rovinarMi la giornata con le risse....ognuno ha i suoi impegni ... al diavolo gli stupidi. grazie fraGolina
Giustizia: il carcere affonda a causa di "riforme dimenticate"
Il Velino, 10 giugno 2008
Riforme dimenticate nel campo della giustizia e situazione esplosiva delle carceri. Sono due dei temi affrontati dal Rapporto sui Diritti Globali 2008 presentato da Cgil, Arci, Cnca, Gruppo Abele e Antigone e Forum Ambientalista. Dopo aver ricostruito il conflitto che ha opposto politica e magistratura negli ultimi anni, il Rapporto sottolinea come "in questo aspro e intricato conflitto sono state assorbite le migliori energie politiche e le riforme possibili sono state rinviate". "Si è registrato - spiega - un progressivo arretramento anche sui temi su cui il programma dell’Unione sembrava aver sancito un accordo. Così, se l’indulto approvato con così largo consenso poteva essere interpretato come un segnale di cambiamento di clima culturale, progressivamente le aspettative sono andate riducendosi. La maggioranza spaventata dalle polemiche e incapace di trovare una sintesi tra le esigenze securitarie e la costruzione di nuove politiche penali libere dalle logiche dell’emergenza si è progressivamente arenata. Per quanto riguarda il mondo penitenziario l’indulto ha consentito una vera e propria boccata di ossigeno. Ma la crisi è, ora come ora, in assenza di riforme, solo spostata. E le recenti dinamiche sembrano indicare che ben presto torneremo ai livelli di emergenza del 2005". "Un solo dato - osserva il Rapporto sui Diritti Globali -: se nel dicembre 2007 i detenuti erano circa 48 mila, nei primi mesi del 2008 hanno superato le 50 mila unità. Ci avviamo quindi, molto rapidamente, a superare la capienza tollerabile. A questo, a prescindere dalla mancata riforma del codice penale, va forse aggiunto il fatto che è mancata una complessiva strategia di rilancio e modernizzazione del sistema penitenziario. Anche la decisione di inserire la polizia penitenziaria negli Uffici di esecuzione penale esterna non sembra dettata tanto da scelte di fondo ma da equilibri raggiunti con i sindacati di polizia penitenziaria. Unico punto di rilievo è il passaggio della sanità penitenziaria al Sistema sanitario nazionale. Questo passaggio di competenze potrebbe contribuire alla risoluzione anche del problema degli ospedali psichiatrici giudiziari, ultimo residuo manicomiale del nostro paese. Non si sono invece risolte, e a volte nemmeno affrontate, le altre questioni all’ordine del giorno: l’approvazione del nuovo codice penale, l’introduzione del reato di tortura, l’abolizione dell’ergastolo, l’incompatibilità delle donne con figli piccoli e il carcere, l’abrogazione delle normative sull’immigrazione (Bossi-Fini) e dei Cpt, l’abrogazione della legislazione in tema di stupefacenti (Fini-Giovanardi), l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti di Genova e del G8, l’introduzione del Garante delle persone detenute".
Giustizia: Cgil; subito un piano straordinario per il carcere
Comunicato stampa, 10 giugno 2008
Altro che costruire solo nuove carceri, pronte fra dieci anni, occorrono subito misure di contrasto al sovraffollamento degli istituti di pena e forti investimenti per dotare il sistema delle risorse economiche e umane essenziali! Il complesso delle misure inserite nel pacchetto sicurezza renderà presto invivibili gli attuali istituti penitenziari italiani, resi per lo più inadatti a garantire alle persone temporaneamente private della libertà personale un regime di vita tollerabile e la funzione rieducativa della pena a cui faceva pubblicamente, e giustamente, riferimento il nuovo Ministro della Giustizia Alfano. Sono quasi 54 mila oggi, a fronte di una capienza di circa 43 mila posti, le persone detenute nelle 207 vecchie carceri, con un significativo trend di crescita mensile stimato in mille nuove ingressi al mese che entro l’anno condurrà il sistema penitenziario al collasso, ovvero a contenere quelle 60 mila presenze che indussero il Parlamento, non più tardi di due anni fa, ad affidare all’indulto la soluzione del sovraffollamento. Un Cpt per ogni regione certo non basterà a contenere le circa 600 mila persone clandestine stimate, e allora a quali provvedimenti o altre strutture ricorrerà il Governo per rendere operativo il provvedimento concepito e garantire un trattamento umano e dignitoso alle persone trattenute? C’è bisogno di una riforma completa e non più ulteriormente procrastinabile dei codici, occorre implementare il ricorso alle misure alternative alla detenzione, servono investimenti economici in grado di rendere vivibili, sicuri e funzionali gli istituti di pena anche per il mondo del lavoro in carcere, dotare il sistema dei mezzi e delle risorse umane essenziali, delle diverse professionalità penitenziarie e della Polizia penitenziaria. Dovrà, in particolare, essere incrementato l’organico di quest’ultima di alcune migliaia di unità per garantire la sicurezza delle strutture e dei numerosi servizi affidati, assicurare il miglioramento delle attuali, pessime condizioni di lavoro degli operatori e la piena esigibilità dei loro diritti. Argomenti che vorremmo presto discutere con il Ministro della Giustizia Alfano, al quale chiediamo di convocarci quanto prima, come ha già fatto il suo collega Maroni con le OO.SS. della Polizia di Stato, e al quale chiederemo anche le ragioni dell’inopinata ed inaccettabile esclusione del personale del Comparto Sicurezza dalla detassazione degli straordinari, come noto parte integrante del lavoro quotidiano dei poliziotti penitenziari, da anni peraltro pagati molto meno del lavoro ordinario e tuttora in attesa di definizione nell’ambito della coda contrattuale.
Giustizia: Cisl; situazione carceraria, un’emergenza nazionale
Comunicato Stampa, 10 giugno 2008
Lettera al Ministro della Giustizia. Preg.mo Ministro Alfano, sicuramente è stato informato dei contenuti dell’intervento del Pres. Ferrara, Capo del Dap, alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato, dove il quadro che emerge per il settore penitenziario è sostanzialmente drammatico. La Cisl per propria abitudine ha sempre offerto ai suoi predecessori una leale collaborazione, un serio livello di confronto che puntasse al merito delle questioni ed alla soluzione dei problemi. Da anni - On. Ministro Alfano - stiamo informando ed avvertendo la politica sulla gravissima situazione del sistema carcerario italiano e di come difficilmente siano compatibili le varie idee di riforma della Pubblica Amministrazione con un settore così strategico per la risposta che i cittadini attendono, sia di sicurezza che di carattere sociale e correttivo dei comportamenti umani sbagliati. Ma le strutture sono inadeguate, le risorse economiche largamente insufficienti, le dotazioni di personale in servizio numericamente carenti e gestite spesso con diffusa insoddisfazione professionale ed economico retributiva. Tutti parlano del sistema penitenziario, anche attraverso i mass-media, in modo spesso improvvisato e senza conoscere realmente la reale situazione vissuta. Pochi sanno che siamo quasi giunti ad un livello di intollerabile sovraffollamento delle strutture con oltre 55.000 detenuti ospitati nei penitenziari (sia tra la popolazione adulta che tra i minorenni) ed altrettante persone condannate all’espiazione di pene alternative alla detenzione in carcere: insomma oltre 110.000 persone da controllare, da vigilare, ed ai quali assicurare il mantenimento dei diritti costituzionalmente previsti. Non bastasse questo si deve tener conto che i detenuti aumentano al ritmo di circa 1000 al mese, e se le norme introdotte in questi giorni con il "Pacchetto Sicurezza" non vedranno realizzarsi accordi bilaterali con i Paesi Stranieri riguardo alle espulsioni,la situazione andrà al collasso totale in pochi mesi. A questo si aggiungono le condizioni delle strutture penitenziarie, che cadono letteralmente a pezzi, in edifici medioevali (il 20% risalgono al periodo tra il 1200 ed il 1500, il 60% tra il 1600 ed il 1800, mentre solo il 20% degli Istituti risalgono all’ultimo secolo) e finanziamenti pubblici che negli ultimi 7 anni si sono ridotti del 50%, passando dai circa 55 milioni di euro della Finanziaria 2000 allo stanziamento di 28 milioni circa del 2007. Si deve poi tener conto che il 60% dei detenuti sono in attesa di giudizio; l’elevato aumento dei processi penali, oltre che a determinare vari problemi ai cittadini, fa lievitare il numero di coloro che rimangono in custodia cautelare - magari inutilmente - e costringendo lo Stato (tramite l’Amministrazione Penitenziaria) ad organizzare un enorme mole di attività dei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti della Polizia Penitenziaria, oltre a garantire nella fase di detenzione ogni diritto costituzionale alla persona. Insomma la situazione non mostra segnali positivi per questo settore dello Stato. Tutti invocano Sicurezza, e l’Opinione Pubblica invita (stimolata anche da molti esponenti politici) a mandare tutti nelle Patrie Galere. Ma per fare questo bisognerebbe costruirne di nuove e soprattutto si devono rendere pienamente utilizzabili quelle già esistenti. Forse spetta proprio a Lei Ministro Alfano spiegare quali sono le difficoltà a praticare quel tipo di politica, che il sistema Giustizia - nel suo complesso - se lasciato in queste condizioni è al collasso! Anche sulla politica delle pene alternative al carcere non si registra nessuna novità, anzi gli Uffici per l’Esecuzione Penale Esterna hanno problemi anche maggiori di quelli che non hanno gli Istituti, relativamente al poter assicurare il mandato istituzionale affidatogli. Ministro Alfano, c’è tanto da fare, veramente tanto. Il blocco delle assunzioni nel Pubblico Impiego ha visto entrare, con interventi straordinari, un numero di operatori (di polizia penitenziaria e del comparto ministeri) neanche capace di recuperare il turnover per i pensionamenti. Tutto il personale mostra segni di insofferenza perché è troppi anni che è esposto a sacrifici e carichi di lavoro eccessivi. Ecco perché sono incomprensibili le dichiarazioni che vedono assoggettare tutti i lavoratori della Pubblica Amministrazione allo stesso modo. Potremmo farle mille esempi di come lo Stato, il sistema penitenziario italiano, abbia potuto assicurale le attività essenzialmente per lo spirito di sacrificio e di appartenenza che lega queste migliaia di persone in un vincolo morale tra loro. A Lei Ministro il compito di restituire ottimismo, ed in alcuni casi anche dignità, al lavoro di questo Personale che spesso, in nome del giuramento fatto alle Istituzioni, sacrifica attese personali e delle proprie famiglie, dei loro affetti più cari, per assolvere a ciò che lo Stato richiede. Forse questo al Suo collega del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione sfugge, non riteniamo per "malafede" ma perché nessuno ha voluto spendersi per questi "Servitori dello Stato", dei quali ci si ricorda - purtroppo - solo quando si partecipa come anche Lei ha fatto nei giorni scorsi per la commemorazione della Strage di Capaci.
ammiro la forza di volontà di venuss e sottolineo k è l'unica cosa k mi tiene legata ancora a questo concorso.
nonostante tutto quello k molti si sforzano a dire di lei, io sfido kiunque a dimostrare la stessa caparbietà, o almeno io avrei già mollato quanto meno il forum come del resto ho fatto da tempo.
quello k nn riesco proprio a spiegarmi è xk qualcuno interviene solo per sottolineare quanto siano stupide certe iniziative, dando poi del maleducato a ki invece in quelle iniziative ci crede e cerca di difenderele a suo modo.
del resto immagino k ci siano tante cose + importanti da fare k stare lì a sindacare o giudicare ma posso sempre sbagliarmi.
libertà è partecipazione!!!!
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