Buongiorno a tutti. Vorrei fare alcune precisazioni.
Relativamente ai magistrati, la legge c'è ma l'applicazione? Una domanda: perché il Legislatore non provvede a rifomulare la normativa nazionale in materia di responsabilità civile dei Magistrati, inserendo esplicitamente la “riscrittura” operata dalla Corte di Giustizia, e “parificando” le ipotesi di responsabilità, indipendemente dalla normativa che il Giudice si trovi a dover applicare (eliminando, quindi, l’asimmetria interna), o – meglio – sottoponendo i Magistrati alla stessa disciplina prevista per gli altri dipendenti pubblici, opzione questa ritenuta ammissibile dalla stessa Corte Costituzionale?
Relativamente ai detenuti stranieri, riporto alcuni dati statistici. Oggi abbiamo in Italia 65.000 detenuti: ben 24mila (il 37% del totale) sono stranieri: 4.333 sono i comunitari detenuti (3.953 gli uomini e 380 donne) mentre quelli extracomunitari sono ben 19.666 (18.827 uomini e 839 donne). In alcuni Istituti la percentuale di presenza di detenuti stranieri è davvero altissima: nella Casa Circondariale di Padova sono l'83%, al Don Soria di Alessandria il 72% come a Brescia mentre nella sarda Is Arenas Arbus sono il 73%. E buona parte dei penitenziari del Nord hanno una presenza varia che oscilla tra il 60 ed il 70%. Non sono d'accordo sull'introduzione del reato di clandestiniità, ma quello che voglio dire è che nei loro confronti non è possibile attuare un programma di trattamento, giacchè il reinserimento (misure alternative, permessi, lavoro all'esterno) non può essere realizzato visto che richiede la presenza di una dimora, famiglia, ecc. In questo senso la loro presenza negli istituti è ingiustificata.
Infine, la costruzione di nuovi istituti è necessaria ad assicurare condizioni di vita per i detenuti migliori, visto che molti istituti sono indecenti e la loro costruzione risale al 1800 o prima. Preciso inoltre che la situazione non migliora se si continua a considerare l'istituto di Bollate come sperimentale........
Queste sono alcune idee nate sicuramente da una conoscenza teorica del carcere, quindi come tali in evoluzione..
Da ultimo vorrei precisare che la Santanchè, che non sa leggere neanche i dati statistici sulla recidiva, come non era prima nelle mie grazie non l'ho è adesso.
Relativamente ai magistrati, la legge c'è ma l'applicazione? Una domanda: perché il Legislatore non provvede a rifomulare la normativa nazionale in materia di responsabilità civile dei Magistrati, inserendo esplicitamente la “riscrittura” operata dalla Corte di Giustizia, e “parificando” le ipotesi di responsabilità, indipendemente dalla normativa che il Giudice si trovi a dover applicare (eliminando, quindi, l’asimmetria interna), o – meglio – sottoponendo i Magistrati alla stessa disciplina prevista per gli altri dipendenti pubblici, opzione questa ritenuta ammissibile dalla stessa Corte Costituzionale?
Relativamente ai detenuti stranieri, riporto alcuni dati statistici. Oggi abbiamo in Italia 65.000 detenuti: ben 24mila (il 37% del totale) sono stranieri: 4.333 sono i comunitari detenuti (3.953 gli uomini e 380 donne) mentre quelli extracomunitari sono ben 19.666 (18.827 uomini e 839 donne). In alcuni Istituti la percentuale di presenza di detenuti stranieri è davvero altissima: nella Casa Circondariale di Padova sono l'83%, al Don Soria di Alessandria il 72% come a Brescia mentre nella sarda Is Arenas Arbus sono il 73%. E buona parte dei penitenziari del Nord hanno una presenza varia che oscilla tra il 60 ed il 70%. Non sono d'accordo sull'introduzione del reato di clandestiniità, ma quello che voglio dire è che nei loro confronti non è possibile attuare un programma di trattamento, giacchè il reinserimento (misure alternative, permessi, lavoro all'esterno) non può essere realizzato visto che richiede la presenza di una dimora, famiglia, ecc. In questo senso la loro presenza negli istituti è ingiustificata.
Infine, la costruzione di nuovi istituti è necessaria ad assicurare condizioni di vita per i detenuti migliori, visto che molti istituti sono indecenti e la loro costruzione risale al 1800 o prima. Preciso inoltre che la situazione non migliora se si continua a considerare l'istituto di Bollate come sperimentale........
Queste sono alcune idee nate sicuramente da una conoscenza teorica del carcere, quindi come tali in evoluzione..
Da ultimo vorrei precisare che la Santanchè, che non sa leggere neanche i dati statistici sulla recidiva, come non era prima nelle mie grazie non l'ho è adesso.
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