Rieti: nuovo carcere è pronto, ma mancano i soldi per aprirlo
Dire, 21 luglio 2008
Il Garante dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni visita il nuovo carcere di Rieti. "Struttura con luci e ombre, ma con i tagli della Finanziaria sarà difficile aprirla in tempi brevi.
Una struttura carceraria a misura d’uomo per 250 detenuti con tante luci e qualche difetto e che, probabilmente, non sarà inaugurata tanto presto a causa dei tagli previsti in Finanziaria dal Governo. È questo il giudizio del Garante regionale dei Diritti dei Detenuti Angiolo Marroni sulla nuova struttura carceraria di Rieti.
Accompagnato da un comandante degli agenti di Polizia Penitenziaria, Marroni ha visitato la nuova struttura - realizzata nel tempo record di quattro anni in un’area fuori dal centro storico cittadino, nei pressi dell’ospedale - e destinata a sostituire il vecchio e fatiscente carcere, dove attualmente trovano alloggio solo una quarantina di detenuti, ritenuto da tutti ormai inadeguato.
Realizzata su tre piani la nuova struttura potrà contenere 250 detenuti (400 la tolleranza massima prevista) con cucine in ogni reparto (invece di un’unica mensa centralizzata), chiusura elettronica delle porte delle celle e spazi per la socializzazione come un campo di calcio. I difetti sono, invece, legati soprattutto alla carenza di spazi ed aree verdi dove poter far svolgere ai detenuti attività di formazione professionale legate all’agricoltura.
"Il vero punto nero è che nessuna può dire con certezza quando sarà finalmente aperta ed operativa questa struttura - ha detto il Garante Angiolo Marroni al termine della visita - Occorrerebbe, infatti, una dotazione di circa 300 agenti di polizia penitenziaria oltre ad educatori e psicologi, tutte figure professionali che attualmente non ci sono.
Inoltre, sono ancora tutto da costruire i rapporti con la Asl di zona per garantire l’assistenza sanitaria in carcere. Tutte questioni che, con i tagli previsti dalla Finanziaria, non sembrano di immediata risoluzione. In un momento in cui tutti parlano di sovraffollamento e delle difficili condizioni dei reclusi, fa rabbia vedere una struttura nuova chiusa e condannata, forse, a deperire rapidamente per la mancanza dei fondi necessari a garantire la sua apertura."
Nuoro: il Garante dei detenuti denuncia problemi del carcere
Ansa, 21 luglio 2008
Le precarie condizioni dei detenuti del carcere Badu ‘e Carros sono state denunciate dal garante e dalla Cisl. Il Garante comunale dei detenuti Carlo Murgia, condividendo l’allarme lanciato dalla Cisl, denuncia i problemi del carcere di Badu ‘e Carros parlando di "precaria e per certi aspetti grave, condizione". Oltre alla cronica carenza del personale, in un appello pubblico sottolinea quelle del settore rieducativi e in particolare dell’assistenza medica per il mancato trasferimento al Servizio Sanitario Nazionale, di funzioni, rapporti di lavoro, risorse finanziarie, attrezzature e beni strumentali. "Ma il punto di massima debolezza - scrive Murgia - è la mancata nomina di un direttore stabile al fine di dare indirizzo e continuità alle riforme che in questa Casa Circondariale, mi sembra di capire, si ha in animo di fare.
Busto Arsizio: pochi agenti, pochi educatori e… tanti detenuti
Varese News, 21 luglio 2008
Meno ferie e riposi, più straordinari e stanchezza. È per questi motivi che lunedì scorso gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno manifestato a Milano: fra loro anche gli agenti della Casa Circondariale di Busto Arsizio. "Non abbiamo abbastanza personale - spiegano due assistenti capo e delegati sindacali della funzione pubblica Cgil Fabrizio Vincis e Franco Montalto -. A Busto ci sono formalmente circa 230 agenti, ma 38 sono distaccati in altri istituti. C’è un problema evidente di carenza di personale con tutte le conseguenze che questo porta: saltano le ferie, aumentano gli straordinari e non si può fare una seria programmazione dei servizi". Ma il problema del sotto organico non riguarda solo la Polizia penitenziaria, ma pure il personale amministrativo. "Anche questo ha conseguenze sul nostro lavoro - continuano -: se non c’è chi si occupa dell’amministrazione e delle contabilità, dobbiamo pensarci noi".
Problemi sicuramente comuni anche a tanti altri istituti italiani, ma che a Busto hanno un’aggravante non da poco: l’aeroporto di Malpensa. "Quella di Busto è una Casa Circondariale "pura" - spiega il vicecomandante Antonio Coviello -: significa che abbiamo un ricambio di detenuti continuo. Quando qualcuno viene fermato a Malpensa, generalmente per droga, viene subito portato da noi". Tradotto in numeri significa che invece di circa 270 detenuti, Busto ne ospita in media 400 con punte di 450. Ovvero, nello spazio di uno dormono in tre e un agente deve gestire le operazioni giornaliere di 70/80 detenuti.
Una caratteristica di Busto è proprio il fatto che ospita pochi dei cosiddetti "detenuti definitivi", ovvero coloro che sono condannati con sentenza definitiva e che scontano la pena in un determinato istituto. Al contrario quello bustocco, anche per la vicinanza con Malpensa, è per tanti un "carcere di passaggio". "È difficile fare progetti a lungo termine in questo contesto - continua Coviello -. A volte non riusciamo neanche a far concludere un anno scolastico". Naturalmente turni prolungati e pochi riposi portano a un eccessivo affaticamento degli agenti e a più stress.
"Noi non siamo assolutamente contro le attività in carcere - continua Coviello -: è giusto organizzare corsi scolastici, di formazione e anche iniziative come il concerto. Ma tutto questo non deve andare ad aumentare oltre limiti accettabili il carico di lavoro delle persone. Gli agenti devono essere messi nelle condizioni di poter svolgere il loro lavoro: aggiungere, come è giusto che sia, attività ai detenuti, significa togliere a noi dei diritti che ci spettano. Un turno regolare deve essere di sei ore, invece spesso arriviamo a farne otto o dieci di seguito senza nessun preavviso: uno pensa di finire alle 12, e un’ora prima scopre che deve fare altre due ore". Finora comunque si è cercato di arrivare a una mediazione sulle singole iniziative che vengono proposte.
Troppo spesso infatti ci si dimentica che gli agenti di Polizia penitenziaria svolgono sì la funzione primaria di garantire la sicurezza in carcere, ma sono anche educatori. "Siamo le prime persone che un detenuto vede quando entra qui e il loro punto di riferimento principale. Qui ogni giorno c’è qualcuno che ha bisogno di una parola di conforto, ma non sempre è facile svolgere al meglio entrambe le nostre funzioni.
Anche per le attività, ogni volta si chiede agli agenti la loro disponibilità, ma non li si obbliga mai. Alla fine sono sacrifici che decidiamo di fare, anche perché una volta iniziato un lavoro non possiamo lasciarlo a metà perché è finito il turno". Sul futuro comunque da tutti e tre arriva un certo pessimismo. "Servirebbe un numero di agenti adeguato, ma è un’utopia. E poi c’è il problema dei fondi e delle risorse, ma anche su questo fronte c’è buio totale".
Ps:
non vi smebra che la voce educatori adesso si legge un po di piu? anche la relazione Antigone ha menzionato il nostro concorsi parlando di lungaggini procedurali.. bene bene...continua la sensibilizzazione.. e benvenuti ai nuovi uniti al nostro gruppo.....
www.ristretti.it
edizione 7 Luglio 2008
Files allegatilettera_alfano.pdf (16.6 KB, 113 visite)
__________________
www.vita.it
Giornale settimanale sul non profit,edicola n 29
Articolo commentato sui vincitori/idonei del concorso per educatori nel Dap a seguito di lettera ad Alfano.
Files allegatiarticolo con lettera ad Alfano pubblicato dal settimanale NON PROFIT sui 397 educatori.pdf (55.9 KB, 75 visite)
www.polpen.it
notiziario del 17 luglio 2008
In prima pagina i vincitori/idonei del concorso 397 educatori nel DAP
edizione 7 Luglio 2008
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