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Comitato vincitori-idonei educatori C1, Dipartimento amministrazione peniten
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Concorso per educatori C1 nel DAP, odissea infinita
Alcuni partecipanti al concorso per educatori c1 nel DAP (del 2003) non hanno visto ancora la loro assunzione per un lungo iter procedurale che sino ad oggi non si è ancora concluso e per la manovra del Governo relativa sia al blocco dei turn over sia alla carenza di risorse destinate per il DAP. Per sensibilizzare le Istituzioni al loro problema hanno deciso di inviare una lettera al Ministro della Giustizia Angelino Alfano:
OGGETTO: Richiesta di incontro con una delegazione di vincitori - idonei del concorso per EDUCATORI nell'Amministrazione Penitenziaria
Amplissimo Signor Ministro,
Ci complimentiamo per la Sua nomina a Ministro della Giustizia. La richiesta di un incontro con Lei è avvalorata dall'esigenza di sottoporre alla Sua cortese attenzione quanto segue: nell'anno 2003 e precisamente con PDG 21 novembre 2003 venne bandito un concorso pubblico per esami per la copertura di 397 posti nell'area C, posizione economica C1, profilo professionale di educatore pubblicato sulla G.U. n. 30 del 16.04.2004. Dopo un lunghissimo iter procedurale, durato ben quattro anni, il suddetto concorso si è concluso il 13 giugno 2008. Appare del tutto evidente come ulteriori ritardi da un lato lederebbero le legittime aspettative di quanti vincitori o comunque idonei attendono delle risposte per poter programmare in maniera più compiuta il proprio futuro e dall'altro striderebbero con l'incisiva azione politica intrapresa dal Governo, nonostante si sia insediato solo da pochi mesi, sui problemi della Sicurezza e della Legalità. Riteniamo altresì che non sia pensabile affrontare i problemi dell a Sicurezza e della Legalità senza un'attenzione particolare al sistema carcerario e, all'interno di esso, alle figure cardine del trattamento penitenziario vale a dire gli educatori professionali; in questo senso l'inserimento, nel più breve tempo possibile, dei vincitori e di un maggior numero di personale risultante idoneo al concorso sopradetto, potrebbe rivelarsi una scelta strategica assai importante ed un segnale preciso per tutto il sistema giustizia e per il Paese intero. Siamo fermamente convinti che alla luce delle non nuove problematiche rappresentate dalla difficoltà di favorire un corretto inserimento sociale per quanti si trovano a vivere l'esperienza carceraria, ed assolutamente in linea con il Suo programma, il recupero e il reinserimento sociale possono essere raggiunti attraverso l'impegno di professionalità specializzate in questo settore (in questo senso l'esempio dato dall'Istituto Penitenziario di Padova e Rovigo che con i loro programmi di recupero hanno creato numerose opportunità di inserimento, portando l'abbattimento della recidiva dal 70% al 18% può rappresentare l'esperienza guida a cui ispirarsi). Nella convinzione che il confronto, la ragionevolezza delle argomentazioni, l'ascolto reciproco, rimangano la via privilegiata per una reale ed incisiva azione di risoluzione dei problemi, Le chiediamo, compatibilmente con i suoi numerosi impegni istituzionali , un incontro con una nostra delegazione al fine di poter confrontare le nostre esigenze con quelle dell'Amministrazione Penitenziaria, per favorire una celere chiamata in servizio delle persone risultate vincitori o comunque idonei al concorso sopradetto. Sicuri che Lei saprà riservare alla questione prospettata tutta l'attenzione che merita, attendiamo un Suo cortese riscontro, porgendoLe i nostri cordiali Saluti.
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edizione 7 Luglio 2008
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Articolo commentato sui vincitori/idonei del concorso per educatori nel Dap a seguito di lettera ad Alfano.
Files allegatiarticolo con lettera ad Alfano pubblicato dal settimanale NON PROFIT sui 397 educatori.pdf (55.9 KB, 66 visite)Ultima modifica di VeNuSsS; 19-07-2008, 11:10.
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Lettere: Favignana; 2 anni senza magistrato di sorveglianza
Lettera alla Redazione, 19 luglio 2008
Sono il Cappellano del carcere di Favignana, a Trapani: Casa di Reclusione, ma anche unica Casa di Lavoro del sud. Tra le tante problematiche che qui sono presenti, molte per fortuna tamponate con grande disponibilità dall’organico del penitenziario, una è davvero scandalosa. È oramai da due anni che siamo senza Magistrato di Sorveglianza: ci sono Magistrati che si alternano con la periodicità di quindici giorni... potete senz’altro immaginare con quale inefficienza viene portato avanti il loro lavoro.
Un piccolo esempio recentissimo: udienza con un internato il 7 luglio, rinvio dell’udienza al 29 settembre perché secondo il Magistrato mancava la documentazione, pervenuta invece il 16 giugno. L’educatore il giorno dopo chiama il Magistrato per spiegare che non mancava nulla e… trova un altro Magistrato, diverso da quello dell’udienza! Mostruoso! Non c’è continuità, non c’è conoscenza dei casi, c’è solo il disbrigo delle urgenze. Non per responsabilità del Magistrato ovviamente... ma resta comunque una situazione indecente!
Lettere: i detenuti da varie carceri scrivono a Riccardo Arena
www.radiocarcere.com, 19 luglio 2008
Franco, da Sulmona
Caro Arena, le scrivo perché io da poco sono uscito dalla cella di isolamento del carcere di Sulmona, dove ora è detenuto il presidente Del Turco. E le racconto quale è la realtà di questa cella perché credo sia un posto poco adatto a una persona che non ha abitudini col carcere.
Deve sapere che sono tre le celle di isolamento a Sulmona. Tre celle messe al primo piano del reparto dei detenuti comuni. Tre celle una uguale all’altra. Celle che spesso vengono usate come magazzini e che all’occorrenza ci mettono un detenuto. La cella dove sta ora Del Turco, non è più grande di 3 metri quadri. Una specie di sgabuzzino. Non ci sono finestre in quella cella. O meglio la finestra c’è, ma è murata. Entrando sulla destra c’è una branda di ferro. Branda fissata a terra con dei bulloni. Una branda che non ha il materasso, ma al suo posto una semplice coperta. Sulla sinistra di questa celletta, c’è il bagno, vecchio e rovinato. Un bagno senza porta, fatto di un lavandino e di un water. Il bidè ovviamente non c’è. Se la cella è piccola si immagini il bagno! Nella cella di isolamento del carcere di Sulmona non hai nulla. Non solo non hai la luce del sole, ma non hai né Tv, né giornali. Il nulla del nulla. Si sta sempre chiusi lì dentro, tranne che per l’ora d’aria che si fa sempre da soli. Le assicuro che vivere lì dentro è veramente dura. È dura per chi è già stato in carcere e deve essere terribile per chi in carcere non c’è mai stato, come il Presidente Del Turco.
Jonas, dal carcere di Cagliari
Cara Radiocarcere, sono nigeriano e mi trovo detenuto nel carcere Buoncammino di Cagliari. Ma in verità io e la mia famiglia siamo giunti in Italia quindici anni fa, nella ricerca di una vita migliore. Abbiamo regolare permesso di soggiorno e paghiamo le tasse. Purtroppo il 24 novembre del 2006 hanno arrestato sia me che mia moglie, che è entrata in carcere con nostra figlia di un anno di età. L’accusa è terribile. Traffico di stupefacenti. Ma sia io che mia moglie siamo innocenti. Ci hanno fatto diverse perquisizioni, senza trovare nulla.
L’unica prova contro di noi sono delle intercettazioni telefoniche che però sono state tradotte in dialetto Ibu, quando noi parliamo il dialetto Igbo, che è assai diverso. È come prendere una conversazione fatta tra sardi e tradurla in calabrese. È ovvio che ne esce un’altra cosa. Le scrivo solo perché chiedo giustizia. Giustizia sia per me che per mia moglie che ora è in un carcere lontano con la nostra bambina. Una bambina che è stata portata in carcere ha 16 mesi, e che ad oggi ha trascorso più della metà della sua piccola vita dentro una cella. Le sono grato se potrà divulgare la nostra storia.
Massimo, dal carcere di Favignana
Caro Arena, sono uno di quelli che è sottoposto a una misura di sicurezza. Sono un internato. Ovvero una persona che, anche senza condanna, sta in carcere sul presupposto della sua presunta pericolosità. Io le scrivo dalla Casa Lavoro (si fa per dire) del carcere dell’isola di Favignana. Un posto folle. Le dico solo che la mia cella è messa a dieci metri sotto il livello del mare. Una caverna! Oltre a questo, volevo descriverle la situazione che viviamo noi internati, ovvero chi è sottoposto a misura di sicurezza.
Le porto il mio caso. Io sono stato dichiarato delinquente abituale nel 1996. Nel 2000, il Magistrato di Sorveglianza di Palermo mi inflisse due anni di misura di sicurezza. Finita questa, il Tribunale di Trapani mi ha inflitto un anno di libertà vigilata. Purtroppo dovendo mantenere la mia famiglia e lavorando, non ho rispettato alcuni obblighi e il magistrato mi ha applicato un altro ano di misura di sicurezza. Nel frattempo sono stato denunciato per ricettazione e può immaginare le conseguenze. Morale non sono più uscito dalla misura di sicurezza. Ma la cosa più incredibile è che mi continuano l’internamento in carcere anche se per la ricettazione sono stato prosciolto. La misura di sicurezza, infatti, prescinde dal reato. Così dicono. Ma così di distruggono delle vite. La mia storia di internato è simile a tante altre, troppo simili per essere un caso. Se già in carcere sei un emarginato, beh noi internati siamo gli emarginati degli emarginati. Spero che pubblicherà questa mia lettera, non tanto per me, ma per chi come me subisce misure di sicurezza in carcere in modo ingiusto e senza fare le opportune distinzioni sulla pericolosità.
Carmelo, dal carcere Ucciardone di Palermo
Caro Riccardo, ti volevo raccontare come siamo costretti a vivere qui nel vecchio carcere dell’Ucciardone di Palermo.Ti scrivo dalla mia cella, una cella vecchia puzzolente e sovraffollata. Siamo in sei detenuti dentro questa cella. Sei persone chiuse. Qui dentro la vita è resa ancora più difficile dal fetore che esce dal bagno e dall’umidità che trasuda dai muri. Infatti, soprattutto il muro adiacente al bagno è pieno di muffa ed è bagnato dall’umidità. Come se non bastasse lo scarico del bagno funziona male e la cella è inondata dai cattivi odori. Cosa comprensibile, visto che è un bagno usato da sei detenuti! Nei giorni scorsi ho fatto presente il problema all’ispettore, ma purtroppo né è nata una divergenza di opinioni e io sono stato punito. Mi hanno tolto il lavoro in carcere e rischio di perdere la liberazione anticipata. Inoltre l’amministrazione del carcere non ci fornisce detersivi idonei a pulire sia la cella che il bagno. E la sporcizia si accumula nel carcere dell’Ucciardone. Un carcere dove, da quando ci sono io, non è mai stata fatta mai una disinfestazione né nelle celle, né nei cortili dove facciamo l’ora d’aria. Per il resto, ti lascio immaginare come dobbiamo scontare la nostra detenzione. Non abbiamo nessun dialogo con gli educatori, e il lavoro in carcere è poco e non formativo. Neanche una partita a calcetto ci è concessa, figurati il resto. Spero che questa mia lettera arrivi, attraverso Radiocarcere, ai detenuti italiani perché insieme possiamo trovare il modo per migliorare le nostre condizioni di vita.
addirittura senza magistrati.... figuriamoci cosa possa importare ad Alfano dei concorsisti bleah
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4) CARCERE E PERSONALE
A fronte di una dotazione organica che dovrebbe essere di 44.406 unità, nel mese di agosto 2002, il corpo di polizia penitenziaria registra 42.186 presenze, con una carenza di 2.220 unità riscontrabile quasi esclusivamente nelle qualifiche superiori.
Per quel che riguarda il settore della professionalità dirigenziale, a fronte di un organico di 385 unità, il 1° luglio 2002 ne erano presenti solo 48 (- 337).
Gli assistenti sociali in organico dovrebbero essere 1.630; gli effettivi sono 1.235 (- 395).
Gli educatori previsti in organico dovrebbero essere 1.376; gli effettivi sono 588 (- 788).
Gli psicologi praticamente non esistono: dei 95 previsti, risultano presenti 4 (- 91).
I medici, dei 42 previsti sono presenti 20 (- 22).
Per quanto riguarda il Settore della professionalità Organizzativa e delle Relazioni-Direttore, l'organico previsto corrisponde a 653 unità fra Direttori Coordinatori, Direttori e Collaboratori; se ne contano invece 440 in tutto (- 213).
Ecco i maggiori problemi riscontrati nel corso delle visite ispettive degli eletti radicali:
Dialogo, o meglio "comunicazione", fra detenuti e quadri dirigenziali del tutto assente (con eccezioni che confermano la regola); il "dialogo" con gli agenti è spesso caratterizzato dal ricatto e dalla minaccia; conseguenze: accesso ai benefici di legge del tutto aleatorio; peggioramento del regime penitenziario per i soggetti "problematici"…
Abbiamo verificato nelle nostre visite il continuo trasferimento dei direttori da un carcere all'altro; questo ha come conseguenza immediata l'assunzione di potere eccessivo da parte del corpo di polizia penitenziaria, in particolare del comandante degli agenti; abbiamo, inoltre, verificato l'alto livello di conflittualità tra i Direttori ed i sindacati di polizia penitenziaria. Quest'ultimi, sostenuti da lobby parlamentari, auspicano una riforma che elimini tutto il personale civile dalla direzione e amministrazione delle carceri.
Gli abusi di potere, i soprusi, le altre violazioni dei diritti dei detenuti (ad Alessandria, Biella, Napoli, Secondigliano si stanno celebrando processi penali contro agenti di polizia penitenziaria per abusi e violenze, ma ad emergere è solo la punta dell'iceberg) sono rese possibili anche dalla mancanza di una vera e propria tutela giurisdizionale dei loro diritti. L'ordinamento penitenziario prevede che il Magistrato di Sorveglianza, l'Ispettore Distrettuale e il Direttore dell'Istituto debbano offrire a tutti i detenuti la possibilità di entrare in contatto con loro. Ove ciò non possa avvenire tramite periodici colloqui individuali, le figure suddette devono visitare con frequenza i locali del carcere, agevolando in tal modo la possibilità che questi si rivolgano a loro per presentare istanze o reclami orali (Decr. Pres. 30/06/00 n. 230, art. 5 e art. 75, commi 1, 2, 3 e 4) .
Non ci sono quasi mai registri che certifichino la consegna di istanze e ricorsi che i detenuti inoltrano all'ufficio Matricola.
Pochi educatori = pochi rapporti trattamentali ai Magistrati di sorveglianza = pochi benefici di legge ai detenuti che ne hanno diritto = numerosi casi di corruzione, come quello avvenuto ad Alessandria, dove un detenuto ha elargito 30 milioni ad una educatrice per ottenere un rapporto.
Fonti: Relazione agosto 2002 Partito Radicale - Rapporti Antigone 2000 e 2002
Fonti legislative: Legge 26/07/75 n. 354 (Ordinamento Penitenziario); Decr. Pres. 30/06/00 n.230 (Regolamento Penitenziario).
La situazione adesso che siamo nel 2008 è cambiata amcora... se nel 2002 in organico mancavano quasi 800 educatori...figuriamoci adesso.........
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Qualcuno ricorda il pensiero di Mario Gozzini?
di Daniela Domenici
Italia Notizie, 19 luglio 2008
Diceva Mario Gozzini, autore della legge sul "pianeta carcere", che da lui ha preso il nome: "Non ci si può limitare a chiedere che i rei siano posti in condizione di non nuocere più: ci si deve innanzitutto interrogare se del reato commesso non esista una responsabilità collettiva, sia pure indiretta, in quanto non abbiamo saputo intervenire in tempo per risolvere un disagio e prevenirne le conseguenze criminose."
In carcere "ci si ammazza": nel 2007 si contano 45 suicidi in cella, diciotto volte di più che all’esterno, 43 uomini, di cui 27 italiani e 16 stranieri, e due hanno donne italiane. E 76 sono i reclusi morti per cause naturali. È il quadro fatto dall’Associazione Antigone che ha presentato a Roma il V rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia. La maggior parte dei suicidi erano imputati perché - sottolinea il rapporto - quello dell’ingresso in carcere "è un momento sconfortante" e perché "si registra un maggior numero di imputati a seguito dell’indulto, che li ha interessati più marginalmente."
I tentativi di suicidio sono stati invece 610, di cui 571 hanno riguardato uomini, parimenti italiani che stranieri (287 contro 284). Quanto alle donne, 22 italiane e 17 straniere. Anche qui a tentare il suicidio sono per la maggior parte tra coloro che non hanno ancora una condanna definitiva. I tentativi di suicidio hanno interessato l’1,35 % della popolazione detenuta presente in media nel corso del 2007.
Cifre molto superiori emergono se si contano gli atti di autolesionismo, che hanno riguardato l’8,14 % dei detenuti e degli internati, vale a dire, in termini assoluti, 3.687 persone, di cui 1.447 uomini italiani, 2.066 uomini stranieri, 117 donne italiane (addirittura il 12,89 % del totale) e 57 donne straniere (solo il 5,29 % del totale). Tra questi detenuti, 2.213 erano imputati (di cui 104 donne), 1.402 condannati (di cui 69 donne) e 71 internati (di cui una donna). Per cause naturali, invece, nel 2007 sono morti in carcere 76 detenuti, tra cui 2 donne. Tra questi, 63 erano italiani (tra cui due donne) e 13 stranieri.
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POsto l'ultimo rapporto Antigone sulle condizioni generali delle carceri italiane..... nella relazione è menzionato anche il nostro concorso....è un0idea sulle possibili sedi....
SINTESI DEL V RAPPORTO SULLE CONDIZIONI DI
DETENZIONE IN ITALIASovraffollamentoI detenuti sono oggi 54.605. I posti letto regolamentari sono 42.890. Vi sono 11.715
persone in più rispetto ai posti letto disponibili. Il 31 dicembre del 2007 i detenuti erano
48.693. In sei mesi sono cresciuti di poco meno di 6 mila unità. Mille detenuti in più al
mese. Erano 39.005 il 31 dicembre del 2006. Per tutto il 2007 il tasso di crescita mensile è
stato di 807 detenuti. Il 31 dicembre del 2005, ossia sette mesi prima dell’approvazione
dell’indulto, la popolazione detenuta ammontava a 59.523 unità. Si consideri che il 31
dicembre del 2001 i reclusi erano 55.275. Il tasso di crescita nel quadriennio del primo
governo Berlusconi (2001-2005) è stato quindi di circa mille unità l’anno. Il 31 dicembre
del 1996 i detenuti erano 47.709. Nei cinque anni di governo del centro-sinistra i detenuti
sono cresciuti di poco più di 1500 unità l’anno. L’aumento progressivo del tasso di
crescita carcerario è l’effetto di due leggi: la ex Cirielli sulla recidiva e la Bossi-Fini
sull’immigrazione. Leggi del 2005 e del 2002 che oggi iniziano a produrre i loro effetti
inflattivi.
Alcune situazioni di particolare affollamento a livello regionale sono: in Emilia Romagna
le presenze ammontano a 3.857 mentre la capienza regolamentare è pari a 2.270. La
percentuale di sovraffollamento è del 170%. In Lombardia ci sono 8231 detenuti per 5382
posti letto. La percentuale di sovraffollamento è del 152%. In Abruzzo, Sardegna e
Umbria vi sono meno detenuti rispetto alla capienza regolamentare.
Tra le carceri più sovraffollate: Monza (dove oltre 100 persone dormono sui materassi), la
Dozza a Bologna, Poggioreale a Napoli.Alcuni esempi ulteriori di sovraffollamento riscontrate nelle visite di Antigone: nella Casaconcorso bandito nel novembre 2003, vanno ad aggiungersi ad una situazione complessiva di per sé
Circondariale di Ravenna, a fronte di una capienza regolamentare pari a 60 posti, i detenuti
effettivamente presenti al momento della visita erano 138, per cui ci sono celle da 7,5 metri quadrati
che ospitano 3 detenuti; il letto a castello è a 3 piani, le dimensioni del tavolino consentono al
massimo a due persone di mangiare contemporaneamente e nello spazio della cella le tre persone
non possono stare in piedi contemporaneamente. Nella Casa Circondariale di Monza, in cui la
capienza regolamentare è di 400 posti e al momento della visita erano presenti 800 persone, con un
materasso a terra nella maggior parte delle celle. Al San Michele di Alessandria (Casa di
Reclusione) una sezione destinata alla reclusione è stata di recente sostituita da una sezione per
imputati, il che ha avuto un impatto significativo sulle attività trattamentali, sulla vivibilità e sul
livello di disagio percepito dai detenuti. Il livello di sovraffollamento, che comporta una
preoccupante sproporzione tra numero dei detenuti ed operatori penitenziari. In particolare, le
lungaggini nelle procedure per selezionare 400 nuovi educatori su scala nazionale, nell'ambito di un
grave e preoccupante.
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ORDINE DEL GIORNO ASSEMBLEA LAVORATORI PENITENZIARIIl presente ordine del giorno è approvato all’unanimità.
DEL 18 LUGLIO 2008
La campagna mediatica avviata nei confronti del pubblico impiego denigrando
l’operato dei tanti lavoratori trova nel Decreto 112 la sua massima esplicazione.
Con un colpo di spugna si cancellano i diritti acquisiti, le norme di legge e
contrattuali e si mettono le amministrazioni nelle condizioni di totale immobilità
tagliando le risorse, riducendo l’organico, bloccando le assunzioni, riducendo di un
ulteriore 10% il FUA, bloccando i rinnovi contrattuali.
L’assemblea cittadina dei lavoratori del polo penitenziario di Roma indetta da
CGIL CISL UIL UNSA, presso la sede del DAP ha approfondito un dibattito sui
contenuti del Decreto 112 ( Tremonti) evidenziando la grande preoccupazione
determinatesi in tutti i posti di lavoro.
I lavoratori penitenziari esprimono forte dissenso riguardo i contenuti del Decreto
rappresentando che gli effetti dello stesso nell’Amministrazione penitenziaria sarà
devastante perché si acuiranno le criticità già presenti incidendo negativamente sul
mandato istituzionale nella sua complessità.
Essi ritengono che il provvedimento metterà definitivamente in ginocchio
l’amministrazione penitenziaria e quindi tutte le realtà operative presenti sul territorio,
Istituti penitenziari e UEPE, Prap, rendendo con l’inasprimento del blocco delle assunzioni,
irrimediabile la carenza di personale, Educatori, Assistenti sociali, Contabili, Collaboratori
amministrativi, che da anni queste OO.SS. denunciano.
Non solo, il taglio delle risorse inciderà negativamente sul nuovo contratto
integrativo nella misura del 10% per quanto riguarda il FUA, con una riduzione
media pro capite di € 640, sulle progressioni economiche e professionali previste
dal CCNL, sull’organizzazione e sul funzionamento stesso del sevizio.
L’assemblea ritiene, pertanto, urgente un intervento del Ministro della
Giustizia affinché si faccia carico di garantire il mandato costituzionale fornendo ai
lavoratori penitenziari, che con responsabilità e senso del dovere, in assoluto
contrasto con il cosiddetto “fannullonismo”, gli strumenti necessari alla loro
valorizzazione professionale e all’efficienza ed efficacia del servizio che la
peculiarità del settore necessita.
L’assemblea, pertanto, da mandato alle OO.SS. di attivare ogni iniziativa
sindacale utile a denunciare e rappresentare alle Istituzioni nonché all’opinione
pubblica il grave disagio che oggi vivono e, le gravi ripercussioni che tale
provvedimento comporterà sulle famiglie in termini economici e di salario.
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notiziario del 17 luglio 2008
In prima pagina i vincitori/idonei del concorso 397 educatori nel DAP
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MANOVRA, SETTIMANA DI PROTESTE SINDACALI A ROMA
Nei prossimi giorni a Roma si svolgeranno numerose iniziative contro il decreto legge 112/08 in discussione in Parlamento. A organizzare la mobilitazione sono Cgil, Cisl e Uil di Roma e Lazio. Le iniziative, tutte unitarie, prevedono assemblee, sit in e volantinaggi nei centri commerciali e negli uffici pubblici per spiegare ai cittadini i motivi della protesta e culmineranno con la fiaccolata al Colosseo il 28 luglio, giorno in cui il decreto Tremonti concluderà il proprio iter. Questi gli appuntamenti. Oggi: presidio a Montecitorio di lavoratori e lavoratrici del ministero della Salute (ore 15,30-19). Martedì 22 luglio: iniziativa nazionale promossa dalle organizzazioni e associazioni della docenza universitaria contro il dl 112, ore 10.30 aula A Dipartimento Scienze Cliniche ex Clinica Medica II (Policlinico Umberto I ingresso viale del Policlinico, 155); presidio a Piazza Cairoli dei dipendenti del ninistero della Giustizia (ore 14-19). Mercoledì 23 luglio: volantinaggio in tutti i luoghi di lavoro dei ministeri in preparazione assemblea 24 luglio; volantinaggio dei lavoratori e delle lavoratrici dell'Inps, Inail, Inpdap nel Centro Commerciale di Cinecittà 2; assemblea regionale degli enti di ricerca al Enr. Giovedì 24 luglio: assemblea cittadina di lavoratori e lavoratrici di tutti i ministeri (ore 12-14) davanti al ministero dell'Economia in Via XX Settembre 97). Giovedì 28 luglio: a conclusione dell'iter parlamentare del decreto Legge 112 fiaccolata da piazza Venezia al Colosseo (ore 20).
21/07/2008 15.22
Che il 28 Luglio,la data annunciata da qualcuno sia proprio la fiaccolata?
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MANOVRA, ALLE 17 CAMERA VOTA FIDUCIA
Si svolge alle ore 17 a Montecitorio il voto di fiducia sul maxiemendamento alla manovra finanziaria. Clima teso soprattutto sulle risorse per i contratti degli statali. Opposizione e sindacati sono sul piede di guerra, anche se il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta assicura che i soldi ci saranno. Dopo il voto scontato di oggi, il provvedimento va in Senato: i tempi sono strettissimi se si vuole evitare di arrivare ad agosto.
21/07/2008 15.53
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