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PER DANICA
Scusa per il ritardo e grazie mille per l'aiuto che mi stai dando....
I. I RAGAZZI DIFFICILI
Tracce di vita. I “ragazzi difficili”:dare un nome e tracciare confini. La difficoltà come categoria pedagogica. I ragazzi a rischio. I ragazzi disadattati. I ragazzi delinquenti. Da una categoria generale ad un approccio locale.
II. DEVIANZA MINORILE E PARADIGMI POSITIVISTI
Individuare le cause: valori e limiti di una ricerca. Dalle cause organiche alle cause psichiche. Il contesto familiare. Il contesto sociale. La costruzione sociale della devianza. Verso un nuovo paradigma. Il soggetto:la variabile imprescindibile del paradigma pedagogico.
III. IL PARADIGMA FENOMENOLOGICO
Senso oggettivo e senso soggettivo. Verso una propria visione del mondo:il soggetto nel mondo e con gli altri. Attribuire significato al mondo. Il mondo per l’altro come legittimazione del mondo per se. Il soggetto tra autonomia e dipendenza. Corpo ed immagini del corpo. Il sapere condiviso:uno sfondo vincolante. L’intenzionalità dell’Altro:un altro vincolo. Dal contesto di causa all’idea di motivazione. Genesi passiva e genesi attiva in prospettiva. I luoghi dell’educare. Il corpo. I modelli di intenzionalità. Il mondo dato per scontato. Verso una prassi pedagogica.
IV. DEVIANZA MINORILE E PARADIGMA PEDAGOGICO
Ragazzi difficilierché?. L’assenza dell’intenzionalità:la disperazione di non volere essere se stessi. Di fronte a questo “eccesso di mondo”. La distorsione dell’intenzionalità:la la disperazione di volere essere se stessi. Di fronte a questo “eccesso dell’io”. Uno sguardo retrospettivo.
V. VERSO UNA PEDAGOGIA DEI RAGAZZI DIFFICILI
Cosa significa ri-educare?. Educare o rieducare?. I momenti del percorso rieducativo. La conoscenza del ragazzo. La destrutturazione e la ristrutturazione. La dilatazione del campo di esperienza. La costruzione di una nuova visione del mondo. Ragazzi difficili ed educatori tra autonomia e dipendenza.
VI. CONOSCERE E COMPRENDERE
La sfida dell’incontro. La ritualità dell’incontro. Conoscere per comprendere:le tecniche della conoscenza pedagogica. Il lavoro di equipe. Il ruolo dell’educatore all’interno dell’equipe. La traduzione pedagogica degli approcci specializzati. La valutazione dell’educabilità.
VII. VERSO IL CAMBIAMENTO:LE PRIME STRATEGIE EDUCATIVE
Dalla destrutturazione alla ristrutturazione educativa. Il valore iniziatici del cambiamento. Il caso di custodia in carcere. Partire dalla superficie per accedere al profondo. Il valore di una profezia:trasformare l’immagine. Stare con gli altri:i primi momenti di un cambiamento possibile. Un richiamo alla sistemicità.
VIII. LA DILATAZIONE DEL CAMPO DI ESPERIENZA
Nuovi orizzonti di senso. Verso l’ottimismo esistenziale:le strategie pedagogiche indirette. L’educazione al “bello”:una strategia diretta. Il valore cognitivo dell’educazione al bello. Intrecciare le esperienze. Il valore esistenziale dell’educazione al bello. Il valore pragmatico dell’educazione al bello. L’educazione al “difficile”:verso l’impegno e il senso di responsabilità. Versioni collettive dell’esperienza del difficile. Le esperienze dell’altro. La vita di gruppo. Dimensioni dei gruppi e obiettivi formativi. Educare con l’avventura.
IX. LA FIGURA E IL RUOLO DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE
Essere “esperienza dell’altro”. Le strategie pedagogiche di tipo relazionale. La disponibilità. L’autorevolezza. Il linguaggio delle cose concrete. Essere esempio di intenzionalità. Il transfert pedagogico. Transfert pedagogico ed identità sessuali. Ambiguità e rischi del transfert pedagogico. La gestione pedagogica del transfert educativo.
X. LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
Gli obiettivi del processo rieducativo. Ripensarsi nel presente. Ripensarsi nel passato. Il ragazzo come protagonista del suo cambiamento. Pensarsi nel futuro.
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Originariamente inviato da Annuccia Visualizza il messaggioPER DANICA
Scusa per il ritardo e grazie mille per l'aiuto che mi stai dando....
I. I RAGAZZI DIFFICILI
Tracce di vita. I “ragazzi difficili”:dare un nome e tracciare confini. La difficoltà come categoria pedagogica. I ragazzi a rischio. I ragazzi disadattati. I ragazzi delinquenti. Da una categoria generale ad un approccio locale.
II. DEVIANZA MINORILE E PARADIGMI POSITIVISTI
Individuare le cause: valori e limiti di una ricerca. Dalle cause organiche alle cause psichiche. Il contesto familiare. Il contesto sociale. La costruzione sociale della devianza. Verso un nuovo paradigma. Il soggetto:la variabile imprescindibile del paradigma pedagogico.
III. IL PARADIGMA FENOMENOLOGICO
Senso oggettivo e senso soggettivo. Verso una propria visione del mondo:il soggetto nel mondo e con gli altri. Attribuire significato al mondo. Il mondo per l’altro come legittimazione del mondo per se. Il soggetto tra autonomia e dipendenza. Corpo ed immagini del corpo. Il sapere condiviso:uno sfondo vincolante. L’intenzionalità dell’Altro:un altro vincolo. Dal contesto di causa all’idea di motivazione. Genesi passiva e genesi attiva in prospettiva. I luoghi dell’educare. Il corpo. I modelli di intenzionalità. Il mondo dato per scontato. Verso una prassi pedagogica.
IV. DEVIANZA MINORILE E PARADIGMA PEDAGOGICO
Ragazzi difficilierché?. L’assenza dell’intenzionalità:la disperazione di non volere essere se stessi. Di fronte a questo “eccesso di mondo”. La distorsione dell’intenzionalità:la la disperazione di volere essere se stessi. Di fronte a questo “eccesso dell’io”. Uno sguardo retrospettivo.
V. VERSO UNA PEDAGOGIA DEI RAGAZZI DIFFICILI
Cosa significa ri-educare?. Educare o rieducare?. I momenti del percorso rieducativo. La conoscenza del ragazzo. La destrutturazione e la ristrutturazione. La dilatazione del campo di esperienza. La costruzione di una nuova visione del mondo. Ragazzi difficili ed educatori tra autonomia e dipendenza.
VI. CONOSCERE E COMPRENDERE
La sfida dell’incontro. La ritualità dell’incontro. Conoscere per comprendere:le tecniche della conoscenza pedagogica. Il lavoro di equipe. Il ruolo dell’educatore all’interno dell’equipe. La traduzione pedagogica degli approcci specializzati. La valutazione dell’educabilità.
VII. VERSO IL CAMBIAMENTO:LE PRIME STRATEGIE EDUCATIVE
Dalla destrutturazione alla ristrutturazione educativa. Il valore iniziatici del cambiamento. Il caso di custodia in carcere. Partire dalla superficie per accedere al profondo. Il valore di una profezia:trasformare l’immagine. Stare con gli altri:i primi momenti di un cambiamento possibile. Un richiamo alla sistemicità.
VIII. LA DILATAZIONE DEL CAMPO DI ESPERIENZA
Nuovi orizzonti di senso. Verso l’ottimismo esistenziale:le strategie pedagogiche indirette. L’educazione al “bello”:una strategia diretta. Il valore cognitivo dell’educazione al bello. Intrecciare le esperienze. Il valore esistenziale dell’educazione al bello. Il valore pragmatico dell’educazione al bello. L’educazione al “difficile”:verso l’impegno e il senso di responsabilità. Versioni collettive dell’esperienza del difficile. Le esperienze dell’altro. La vita di gruppo. Dimensioni dei gruppi e obiettivi formativi. Educare con l’avventura.
IX. LA FIGURA E IL RUOLO DELL’EDUCATORE PROFESSIONALE
Essere “esperienza dell’altro”. Le strategie pedagogiche di tipo relazionale. La disponibilità. L’autorevolezza. Il linguaggio delle cose concrete. Essere esempio di intenzionalità. Il transfert pedagogico. Transfert pedagogico ed identità sessuali. Ambiguità e rischi del transfert pedagogico. La gestione pedagogica del transfert educativo.
X. LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA VISIONE DEL MONDO
Gli obiettivi del processo rieducativo. Ripensarsi nel presente. Ripensarsi nel passato. Il ragazzo come protagonista del suo cambiamento. Pensarsi nel futuro.
GRAZIE Annuccia. Intanto inizio a scrivere ma se non dovessi completare la parte è solo xchè devo uscire. Semmai continuerei stanotte(notati gli orari in cui scrivo?). Anche io vorrei un compagno di viaggio....ma niente. Ogni tanto provo a richiedere visto che qualcuno di nuovo ogni tanto si iscrive. A presto
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Ho visto.....ma nn preoccuparti...ho già tanto su cui cominciare e spero di farcela davvero.
Io vorrei ritornare a casa lo stesso giorno ma hanno tolto tutti i treni che partivano la sera da Roma per la Sicilia....ora controllo per l'aereo anche se mi scoccia viagfgiare da sola...forse il mio ragazzo nn potrà accompagnarmi per motivi di lavoro.
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Originariamente inviato da luisap. Visualizza il messaggioSalve a tutti!
Innanzitutto voglio rispondere a danica...come testo di pedagogia, in effetti il bertolini, pur essendo fondamentale, è molto discorsivo e forse sarebbe più utile per la prova scritta (il tema), più che per la preselezione. Per me è molto utile il testo "trattare con adolescenti devianti" perchè oltre ai ragionamenti teorici sul concetto di devianze e la sua evoluzione si sofferma anche sui principi del processo penale minorile. Per la parte giuridica io consiglio il Palomba "il sistema del nuovo processo penale minorile", è molto vasto, ma non occorre studiarlo tutto, magari approfondire solo le cose più importanti, prendendo spunto dal testo della Simone. Almeno, io penso di fare così.
Sono comunque preoccupata perchè temo che i testi della Simone di discostino dai temi della prova. Dico questo perchè io ho sostenuto la prova preselettiva del concorso 397 posti e, avendo studiato anche dai testi della simone, ho riscontrato come fossero impostati in maniera diversa, sopratutto i quiz...alla fine io avevo superato la prova, ma solo perchè mi ero esercitata sui quiz che il ministero aveva pubblicato...Comunque non voglio essere pessimista, nè scoraggiarvi, vi porto solo quella che è stata la mia esperienza...Poi, purtroppo abbiamo poco tempo e io sono davvero in crisi...C'è qualcuno che partecipa per la Sardegna?
Grazie mille x aver risposto al mio appello!Il dubbio che ho rispetto al testo di cui hai parlato riguarda solo il fatto che è scritto da una psicologa (sociale) e ho paura di non centrare l'argomento che invece devo coprire cioè PEDAGOGIA DEL TRATTAMENTO MINORILE. Insomma conosco,x setito dire, molti testi che possono essere utili, ma devo sceglierne uno ,x ora, e devo cercare di beccare quello più idoneo all'argomento, che ribadisco essere di pedagogia. Credi sia un dubbio infondato il mio? Grazie x il consulto.....chi meglio di qualcuno che già conosce qualche testo!
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X CATE76. ciao non ti scoraggiare anch'io sono in alto mare! Ho cominciato a studiare il 15 ottobre sul manuale ma è immenso; non so perchè alcuni colleghi lo trovano sintetico. io penso che x questa prova vada bene anzi.... è anche troppo. comunque provaci. In bocca al lupo. a proposito da quale città vieni esattamente?
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