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    Originariamente inviato da ilconteee Visualizza il messaggio
    In effetti il mio intento non era certo quello di "impartire lezioni" a chicchessia, bensì solo introdurre degli spunti circa aspetti che sul forum non erano stati trattati. Se poi qualcuno vuole continuare a crogiolarsi nella propria saccenza, alimentando polemiche sterili anziché pensare seriamente e serenamente al da farsi, beh non sono affari miei.
    Il mio errore è stato non rileggere il messaggio, perché ho cominciato a scriverlo solo per raccontarti di Torino3 e poi il resto è uscito di getto, compresa la dichiarazione di libera riproducibilità (deformazione professionale...), che mi è venuta naturale al termine del papiro: se avessi scritto pensando fin dall'inizio che sarebbe stato riportato paro-paro sul forum, forse avrei evitato il riferimento alle "scempiaggini giuridiche" che -mi rendo conto- può aver irritato qualcuno. Resta il fatto che sul forum fioriscono le risse verbali ma nessun utile contributo viene dato alla causa; il mio scopo invece era delineare uno schema di massima delle argomentazioni per un possibile ricorso (anche quelle un po' più forzate: perché come ben dovrebbe sapere chi inneggia alla "pratica" del diritto, i ricorsi sono spesso fatti di interpretazioni un po' ardite, ché altrimenti la giurisprudenza non muterebbe mai e gli avvocati morirebbero di fame...). Resto dell'idea che "non valga la pena" adire le vie giudiziarie qualora davvero l'assunzione dovesse arrivasse non oltre gennaio; in caso contrario confiderò sull'intelligenza dei colleghi che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, cercando di stabilire una linea d'azione comune con loro, e lascerò certamente perdere i provocatori del forum.

    A quest'ultimo proposito, ho naturalmente letto le 8 "obiezioni" dell'utente "giustizia": solo sul primo punto (il GA non può ordinare un facere all'Amministrazione) ammetto di essere stato un po' impreciso, ma trattandosi di affermazione "en passant" e puramente ipotetica (dato che la giurisdizione spetta al GO: e su questo concordo con "giustizia" anche se pochi messaggi più tardi afferma che io avrei detto il contrario) non pensavo certo che qualcuno mi avrebbe fatto le pulci... sta di fatto che la sua obiezione è più imprecisa della mia imprecisione, in quanto è pur vero che esistono casi in cui il GA condanna ad un facere (diverso è il risarcimento del danno, che è un caso di giurisdizione esclusiva!), ma ciò avviene SOLO nei casi espressamente previsti dalla legge; la regola generale mi risulta invece essere tutt'ora nel senso da me indicato, come ad es. si legge in R. GIOVAGNOLI, "La responsabilità extra e precontrattuale della P.A.", ed. Giuffrè, 2009, cap.9.3: <<Ciò che, ad oggi, la tesi prevalente esclude, in sintesi, è l'ammissibilità, ad ordinamento vigente, di una condanna dell'amministrazione ad un facere, da ritenersi circoscritta alle limitate ipotesi del rito speciale sull'accesso ai documenti amministrativi (art. 25, comma 6, legge 7 agosto 1990, n. 241) e sul silenzio (art. 21-bis, comma 2, legge n. 1034/1971)>>.

    Fatta questa piccola ammenda, posso dirti che a mio avviso le altre "obiezioni" sono errate e/o inconferenti. Naturalmente non ho la presunzione di essere sempre nel giusto, dunque potrei anche sbagliarmi: ritengo però che non vi sia spazio per una seria e pacata discussione sul punto e temo che finirebbe nel solito parapiglia con le già più volte viste incomprensioni (involontarie o volontarie?) per finire agli inevitabili arroccamenti sulle proprie posizioni. Per questo motivo, per ora, non perdo tempo a rispondere punto su punto: fammi sapere se lo ritieni necessario, e in tal caso lo farò. Considerato comunque che sembri aver fatto una scommessa, giusto per non dare l'impressione di tirarmi indietro, ti lascio un PICCOLO ASSAGGIO di ciò che intendo, scegliendo più o meno a caso il punto 3 di "giustizia", nel quale mi accusa di aver commesso un'inesattezza addirittura "grave" (vuoi vedere che mi revocano le lodi?): infatti con tono discorsivo avevo scritto che <<nessun Tribunale di nessuna specie potrebbe mai disapplicare un atto avente appunto forza di legge (qual è il D.L. se convertito): tale compito spetta alla Corte Costituzionale>>; il buon "giustizia" mi segna errore con la matita blu con la seguente motivazione: <<LA CORTE COSTITUZIONALE NON DISAPPLICA LE LEGGI , piuttostole dichiara incostituzionali se violano la costituzione , che è un concetto completamente diverso>>. Accidenti! Non lo sapevo e l'avrei mai detto... per fortuna qualcuno ha finalmente colmato questa mia grave lacuna!
    Ah! Però non mi ha spiegato cosa comporta l'incostituzionalità di una legge... perciò, da bravo studentello sono andato a verificare, ed ho scoperto che la Costituzione (art. 136, primo comma) prevede che la norma dichiarata costituzionalmente illegittima <<cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione>>. Ho anche scoperto che ciò crea un problema per quanto riguarda i rapporti pendenti a quella data, in quanto sugli stessi la norma dichiarata illegittima ha "già" esplicato ratione temporis i suoi effetti, ed è un problema grave perché nel nostro ordinamento non esiste il c.d. "recurso de amparo" (me l'ha insegnato "giustizia" nella sua obiezione n.4; il meccanismo incidentale è previsto dalla L.Cost.1/1948) con la conseguenza che proprio il giudice a quo, pur avendo con successo sollevato la questione di legittimità costituzionale (d'ufficio o SU ISTANZA DI PARTE ma, questo, "giustizia" non me l'ha detto...) "rilevante" nel giudizio, si troverebbe costretto ad applicare la disposizione incostituzionale, rendendo così di fatto inutile l'intero meccanismo!
    Per fortuna il legislatore (erano altri tempi) si è reso conto del guaio e vi ha posto una pezza, con la L.87/1953 che -con grande ritardo- istituiva la Corte Costituzionale, e che all'art.30, terzo comma recita: <<Le norme dichiarate incostituzionali NON POSSONO AVERE APPLICAZIONE dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione>>.
    Ohibò! E' uscito fuori che la Corte Costituzionale, con riguardo al giudizio a quo, dichiara "non applicabile", e dunque DISAPPLICA, la norma ritenuta incostituzionale!
    Giusto per sicurezza segnalo che di "disapplicazione", in senso tecnico, parla ad es. anche Gustavo ZAGREBELSKY (che della Corte Costituzionale è stato membro oltre che studioso...) nel volume "La giustizia costituzionale", ed. Il Mulino, 1997, pagg.263 e ss.. Quindi tutto sommato credo che continuerò a farlo anch'io, con buona pace dell'utente "giustizia". ;-)
    al momento ,da quanto scrivi , sembri voler replicare a soli 2 punti di quanto da me precisato , rispetto ai quali sinteticamente ti rispondo :
    1) per quanto riguarda la condanna della PA ad un facere è ammessa , non solo nei casi da te indicati , apprezzo tuttavia il fatto che tu abbia ammesso l'inesattezza.
    2) Quanto al discorso sulla Corte , invece , non apprezzo il tuo voler forzatamente difendere delle affermazioni palesemente errate. Sostieni che , in sostanza , la disapplicazione vi sarebbe anche rispetto alle leggi dichiarate incostituzionali , concetto errato, perchè si disapplica rispetto ad un caso concreto una legge che continua a far parte dell'ordinamento giuridico ( si pensi al caso di contrasto legge interna legge comunitaria) , non si disapplica , invece , una norma che non fa piùparte dell'ordinamento perchè dichiarata incostituzionale. Poi è facile fare citazioni avulse dal contesto di luminari delle verie materie , ma tutti coloro che hanno studiato costituzionale , sanno bene che ZAGREBELSKY il termine disapplicazione non lo usa a sproposito come fatto da te.
    Che trattasi di un errore di sostanza e non di forma è confermato dalla circostanza che proponevi di adire la Corte Costituzionale , pur segnalando i costi alti della cosa ... Orbene , anche questa è una grossa inesattezza , perchè , come detto , il privato non può adire direttamente la Corte e non vi sono fantomatici costi da sostenere.
    3) da ultimo parli di possibili azioni invocando la carta costituzionale , principi di buon andamento , e dicendo l'ennessima inesattezza, perchè mai la giurisprudenza ha riconosciuto il diritto dopo sei mesi dall fine della procedura concorsuale , di essere immediatamente assunti.


    Come vedi non solo sei tu quello che dice scempiaggini giuridiche , ma soprattutto non hai prospettato nessuna soluzione seria per poter ottenere giurisdizionalmente qualcosa... inutile fare il populista e gridare al ricorso , se non sia ha nulla di concreto da poter scrivere nel ricorso stesso . Fare ricorsi è facile , il problema è farseli accogliere..

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      Ma andare in vacanza mai?

      Originariamente inviato da giustizia Visualizza il messaggio
      al momento ,da quanto scrivi , sembri voler replicare a soli 2 punti di quanto da me precisato , rispetto ai quali sinteticamente ti rispondo :
      1) per quanto riguarda la condanna della PA ad un facere è ammessa , non solo nei casi da te indicati , apprezzo tuttavia il fatto che tu abbia ammesso l'inesattezza.
      2) Quanto al discorso sulla Corte , invece , non apprezzo il tuo voler forzatamente difendere delle affermazioni palesemente errate. Sostieni che , in sostanza , la disapplicazione vi sarebbe anche rispetto alle leggi dichiarate incostituzionali , concetto errato, perchè si disapplica rispetto ad un caso concreto una legge che continua a far parte dell'ordinamento giuridico ( si pensi al caso di contrasto legge interna legge comunitaria) , non si disapplica , invece , una norma che non fa piùparte dell'ordinamento perchè dichiarata incostituzionale. Poi è facile fare citazioni avulse dal contesto di luminari delle verie materie , ma tutti coloro che hanno studiato costituzionale , sanno bene che ZAGREBELSKY il termine disapplicazione non lo usa a sproposito come fatto da te.
      Che trattasi di un errore di sostanza e non di forma è confermato dalla circostanza che proponevi di adire la Corte Costituzionale , pur segnalando i costi alti della cosa ... Orbene , anche questa è una grossa inesattezza , perchè , come detto , il privato non può adire direttamente la Corte e non vi sono fantomatici costi da sostenere.
      3) da ultimo parli di possibili azioni invocando la carta costituzionale , principi di buon andamento , e dicendo l'ennessima inesattezza, perchè mai la giurisprudenza ha riconosciuto il diritto dopo sei mesi dall fine della procedura concorsuale , di essere immediatamente assunti.


      Come vedi non solo sei tu quello che dice scempiaggini giuridiche , ma soprattutto non hai prospettato nessuna soluzione seria per poter ottenere giurisdizionalmente qualcosa... inutile fare il populista e gridare al ricorso , se non sia ha nulla di concreto da poter scrivere nel ricorso stesso . Fare ricorsi è facile , il problema è farseli accogliere..

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        Originariamente inviato da giustizia Visualizza il messaggio
        sono a disposizione per approfondimenti e chiarimenti ,,, fa piacere vedere che ci siano persone con le quali vi può essere un confronto civile ed in grado di capire le argomentazioni che ho esposto...
        ma, sia detto senza astio, non ti sembra di esserti montato un po' la testa ???? qua siamo tutti laureati, sia pure con molto tempo libero a disposizione.
        Ragazzi, visto che qualcuno critica le beghe da cortile, avevo avvertito per tempo (ma sono stato censurato-sono il più censurato del web) che l'intervento di Mister x avrebbe ingenerato la più pericolosa tra le turbolenze del forum , ovvero la lite tra (pseudo) giuristi che vi assicuro è insopportabile.
        SE SIETE COSI' BRAVI PERCHE' NON FATE IL CONCORSO IN MAGISTRATURA?
        a noi interessa solo sapere quando ci assumono !!!

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          Originariamente inviato da Alessio74 Visualizza il messaggio
          Io, devo essere sincero, l'ultimo intervento-fiume di giustizia l'ho molto apprezzato, anche se non sono in grado di dire se dica cose vere o no visto la mia ignoranza di diritto amministrativo... ...e, onestamente, avevo abbastanza apprezzato anche quello precedente nei miei confronti (a cui avrei voluto rispondere su almeno un paio di cosette ma visto che era già passato un giorno era inutile ritornarci sopra tanto più che non erano argomenti di vitale importanza)...
          .
          ..a me infastidisce quando offende o quando spara giudizi senza motivarli ma quando fa uno sforzo (e credo ci abbia messo anche un bel po' di tempo!) per scrivere e spiegare il perché di certe sue valutazioni credo che sia corretto avere con lui un rapporto costruttivo e meno astioso...
          Sono d'accordo e per venire incontro anche a Sibelle, cerco sommessamente di inserirmi nel dibattito giuridico, in merito a due punti: interpretazione autentica e disapplicazione.

          Sull'interpretazione autentica: qualcuno ha detto che il legislatore non interpreta la norma, ma è sbagliato. L'interpretazione "autentica" è proprio quella del legislatore e si chiama così per distinguerla dalle interpretazioni di soggetti diversi da chi ha emanato la legge. In generale, di interpretazione autentica si parla ogni volta che essa promani dall'organo che ha emanato la norma interpretata. Siccome non rientro tra i padri fondatori del nostro sistema giuridico (anche se sto raccogliendo prove a mio favore ;p), ho cercato una prova o uno straccio di prova. Mi sono rivolto alla giurisprudenza, perché mi hanno insegnato che è quella che conta in un giudizio (anche se a volte la Cassazione cita anche la dottrina, ma non credo lo faccia su impulso di un atto di parte):

          IMPOSTE IN GENERE
          Prescrizione e decadenza in genere N.B. Per ogni singola imposta v. la sottovoce relativa

          Codice Civile (1942) art. 2033
          Codice Civile (1942) art. 2946
          LS 23 gennaio 1973 n. 43 art. 91 D.P.R.
          LS 29 dicembre 1990 n. 428 art. 29 L.

          In tema di diritti doganali, l'art. 29, comma 1, l. 29 dicembre 1990 n. 428, nella parte in cui fornisce l'interpretazione autentica dell'art. 91 d.P.R. 23 gennaio 1973 n. 43, dichiarando applicabile il termine quinquennale di decadenza previsto da tale disposizione a tutte le domande ed azioni esperibili per il rimborso di quanto pagato in relazione ad operazioni doganali, ha portata generale, ed è pertanto applicabile retroattivamente anche alle domande di ripetizione di somme versate in contrasto con la normativa comunitaria, non risultando incompatibile con l'ordinamento comunitario, il quale non vieta agli Stati membri di opporre alle azioni di ripetizione di tributi riscossi in sua violazione un termine di decadenza derogatorio rispetto al termine ordinario di prescrizione dell'azione di ripetizione dell'indebito tra privati, a condizione che esso trovi applicazione anche alle azioni di ripetizione di tributi indebitamente riscossi che siano fondate sul diritto interno.

          Cassazione civile , sez. trib., 02 luglio 2009 , n. 15526

          Soc. Sei Elettronica Ital in liquid. c. Min. fin. e altro

          Red. Giust. civ. Mass. 2009, 78
          In merito alla disapplicazione, non aggiungo altro a quanto già chiarito. Volevo solo ripeterlo cercando di usare una forma c.d. "piana" e fornire un esempio: come già specificato, la disapplicazione è la mancata applicazione di una legge nel caso concreto da parte del giudice. Un esempio si ha con le norme comunitarie, contenute in atti della Unione Europea: se una norma comunitaria è applicabile al caso concreto e lo è anche una norma italiana e questa norma italiana (norma interna) dice una cosa diversa da quella comunitaria, il giudice italiano deve applicare la norma comunitaria e non quella italiana. Siccome il giudice non ha il potere di abrogare la legge, la norma interna resta in vigore, ma lui non la applica (la "disapplica" appunto) al caso concreto. Per il resto (in altri giudizi in corso) la norma italiana resta in vigore: spetterà agli organi deputati procedere alla rimozione con un atto successivo (nuova legge, legge comunitaria - intesa come legge annuale con cui l'Italia si adegua all'ordinamento UE, ecc.).

          Mi piace questo modo di ingannare il tempo. Meglio delle scaramucce e delle ripicche da insicuri

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            mi ricordate un avvocato un po' svitato delle mie parti che non avendo clienti inscenava processi in casa propria discutendo davanti allo specchio

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              Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggio
              ma, sia detto senza astio, non ti sembra di esserti montato un po' la testa ???? qua siamo tutti laureati, sia pure con molto tempo libero a disposizione.
              Ragazzi, visto che qualcuno critica le beghe da cortile, avevo avvertito per tempo (ma sono stato censurato-sono il più censurato del web) che l'intervento di Mister x avrebbe ingenerato la più pericolosa tra le turbolenze del forum , ovvero la lite tra (pseudo) giuristi che vi assicuro è insopportabile.
              SE SIETE COSI' BRAVI PERCHE' NON FATE IL CONCORSO IN MAGISTRATURA?
              a noi interessa solo sapere quando ci assumono !!!
              no per nulla lo credo , il fatto di essermi reso disponibile per chiarimenti ,non è certo un segno di arroganza o presunzione... siete tutti laureati , ma alcuni non in giurisprudenza , e senza finti buonismi , non abbiamo tutti la stessa preparazione. Solo le persone intelligenti ( e tale reputo sibelle) sono aperte e disponibili al confronto...
              Di ridicolo ,più che di insopportabile , vi sono solo i vostri ( tue e del conte del...) insulti da bambini e le vostre osservazioni ot... questo spazio , come ho già fatto notare , nasce proprio per discutere di assunzioni, non per pagliacciate di varia natura...a chi interessa sapere quando verrà assunto , interesserà anche sapere che nessuna norma gli attribusce il diritto all'immediata assunzione... sempre che si voglia usare questo spazio per capire qualcosa ,piuttosto che per sfogare la propria frustrazione...
              Alcuni funzionari sono diventati magistrati , ma non è detto che per conoscere il diritto , si debba per forza decidere di partecipare al concorso in magistratura...

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                Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggio
                ...
                Ragazzi, visto che qualcuno critica le beghe da cortile, avevo avvertito per tempo (ma sono stato censurato-sono il più censurato del web) che l'intervento di Mister x avrebbe ingenerato la più pericolosa tra le turbolenze del forum , ovvero la lite tra (pseudo) giuristi che vi assicuro è insopportabile.
                SE SIETE COSI' BRAVI PERCHE' NON FATE IL CONCORSO IN MAGISTRATURA?
                a noi interessa solo sapere quando ci assumono !!!
                Ahi, non ho fatto in tempo a leggere questo messaggio... spero mi perdonerai

                Forse le liti da pseudogiuristi sono colpa dell'Università italiana. Ti insegnano (o insegnavano) solo a imparare nozioni e non ti guidano mai nell'applicazione di quei concetti, imposti come dogmi.
                Dopo la laurea ti ritrovi in uno studio legale a discutere di una causa: tu citi dottrina e parli di concetti e interpreti la norma, mentre il tuo avvocato sbadiglia e ti dice "la giurisprudenza! devi trovarmi la giurisprudenza!" ;P
                Così dimentichi che non stai facendo il professorino, ma devi difendere una tesi a vantaggio del tuo cliente e trovare sentenze della cassazione in tuo favore.
                Insomma, è sempre colpa del SISTEMA!

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                  Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggio
                  mi ricordate un avvocato un po' svitato delle mie parti che non avendo clienti inscenava processi in casa propria discutendo davanti allo specchio
                  intanto ,ad oggi , il disoccupato sei tu...

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                    Originariamente inviato da fabrigu Visualizza il messaggio
                    Ahi, non ho fatto in tempo a leggere questo messaggio... spero mi perdonerai

                    Dopo la laurea ti ritrovi in uno studio legale a discutere di una causa: tu citi dottrina e parli di concetti e interpreti la norma, mentre il tuo avvocato sbadiglia e ti dice "la giurisprudenza! devi trovarmi la giurisprudenza!" ;P
                    esatto, il fatto è che non lo dice solo l'avvocato, lo dice anche il giudice....
                    La dottrina è aborrita nei tribunali italici

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                      Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggio
                      mi ricordate un avvocato un po' svitato delle mie parti che non avendo clienti inscenava processi in casa propria discutendo davanti allo specchio
                      Ma è quello che facevo io prima di vincere il conorso! Ora si spiega tutto...

                      Comunque è un po' la cifra caratteristica della professione: gli avvocati si parlano addosso per confondere le acque, disorientare il rivale e convincere il giudice. E credimi, ho assistito a sentenze che andavano contro la più chiara e semplice lettera della legge, lasciando a bocca aperta sia i vincitori che i vinti. L'ho visto sia dal lato dei vincitori (ricordo l'avvocato quasi imbarazzato!), che dal lato dei vinti (sgomento assoluto). Certo poi c'è l'appello e magari si finisce in cassazione... altrimenti poi come campano gli avvocati

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                      Sto operando...
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