scusami fabrigu ma tu hai fatto pratica presso un avvocato civilista o penalista??
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Sì, anche se in recenti sentenze la cassazione sembra aprirsi alle tesi di dottrina. Certo, non le pone direttamente a fondamento delle sue decisioni (almeno apertamente), ma fa ampi riferimenti nell'argomentazione ed è già molto. Anche perché la dottrina non è fonte del diritto, lo si studia nelle prime pagine dei peggio compendi di Caracas... anche se nemmeno la giurisprudenza è fonte del diritto e anche questo impari nei bar di Caracas.Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggioesatto, il fatto è che non lo dice solo l'avvocato, lo dice anche il giudice....
La dottrina è aborrita nei tribunali italici
Insomma, tutto ciò con buona pace della certezza del diritto.
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[QUOTE=fabrigu;364260]
Ma è quello che facevo io prima di vincere il conorso! Ora si spiega tutto... 
Comunque è un po' la cifra caratteristica della professione: gli avvocati si parlano addosso per confondere le acque, disorientare il rivale e convincere il giudice.
sono perfettamente d'accordo... ma un conto è mettere le proprie armi a servizio di clienti facoltosi per parcelle consistenti, un conto è fare sfoggio di retorica in un posto del genere.. è come mettere Chanel n.5 in un vespasiano, permettimi
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Civilista. Il penale è fantastico perché davvero ti lanci nelle migliori discettazioni, ma al di là dello studio, nella pratica non mi affascinava. Il civile lo sentivo vivo e vibrante in ogni cosa che mi circondava e lo trovavo più interessante. Insomma, vuoi mettere una lite di condominio o una causa di divorzio? Ho assistito a scene da film, da ammazzarsi dalle risate. E poi i testimoni, simpatici folletti che spuntano davanti al giudice a sparigliare le carte della causa, con interpretazioni degne del miglior teatro... quando non si impappinano o cercano di convincere il giudice ("no, signor giudice, le dico che è successo così, mi deve credere. Tizio è una persona fantastica, parola mia"). Per mia fortuna nello studio che ho frequentato si trattavano tutte le materie (anche lavoro, amministrativo), per cui ho visto anche situazioni penose, come certe cause di risarcimento per danni, in cui magari tu difendi il medico che ha fatto nascere morto un bambino o il datore di lavoro che non ha preso le dovute precauzioni per evitare l'incidente che ha portato via le mani ad un ragazzo appena assunto. Ma sono i problemi della pratica... e dell'etica.Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggioscusami fabrigu ma tu hai fatto pratica presso un avvocato civilista o penalista??
Comunque, siamo già scivolati fuori tema, rientro nei ranghi.
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Sarei io lo Chanel n.5???Originariamente inviato da sibbestru Visualizza il messaggioè come mettere Chanel n.5 in un vespasiano, permettimi
Troppo buono
Comunque, non ho fatto in tempo a mettermi a servizio di clienti facoltosi, l'AE mi ha strappato dalla mia terra prima che potessi avventurarmi nel tunnel del bianconiglio legale. Ma anche a restare, credo mi sarebbe toccato far causa anche ai clienti (poco facoltosi o molto taccagni) per farmi pagare! E non è solo uno scherzo, succede ogni giorno...
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Quanto al discorso sul diritto comunitario, avevo fatto lo stesso esempio qualche intervento prima del tuo , quindi lo reputo pertinente . La disapplicazione resta un concetto assolutamente diverso da quello della illegittimità costituzonale.Originariamente inviato da fabrigu Visualizza il messaggioSono d'accordo e per venire incontro anche a Sibelle, cerco sommessamente di inserirmi nel dibattito giuridico, in merito a due punti: interpretazione autentica e disapplicazione.
Sull'interpretazione autentica: qualcuno ha detto che il legislatore non interpreta la norma, ma è sbagliato. L'interpretazione "autentica" è proprio quella del legislatore e si chiama così per distinguerla dalle interpretazioni di soggetti diversi da chi ha emanato la legge. In generale, di interpretazione autentica si parla ogni volta che essa promani dall'organo che ha emanato la norma interpretata. Siccome non rientro tra i padri fondatori del nostro sistema giuridico (anche se sto raccogliendo prove a mio favore ;p), ho cercato una prova o uno straccio di prova. Mi sono rivolto alla giurisprudenza, perché mi hanno insegnato che è quella che conta in un giudizio (anche se a volte la Cassazione cita anche la dottrina, ma non credo lo faccia su impulso di un atto di parte):
In merito alla disapplicazione, non aggiungo altro a quanto già chiarito. Volevo solo ripeterlo cercando di usare una forma c.d. "piana" e fornire un esempio: come già specificato, la disapplicazione è la mancata applicazione di una legge nel caso concreto da parte del giudice. Un esempio si ha con le norme comunitarie, contenute in atti della Unione Europea: se una norma comunitaria è applicabile al caso concreto e lo è anche una norma italiana e questa norma italiana (norma interna) dice una cosa diversa da quella comunitaria, il giudice italiano deve applicare la norma comunitaria e non quella italiana. Siccome il giudice non ha il potere di abrogare la legge, la norma interna resta in vigore, ma lui non la applica (la "disapplica" appunto) al caso concreto. Per il resto (in altri giudizi in corso) la norma italiana resta in vigore: spetterà agli organi deputati procedere alla rimozione con un atto successivo (nuova legge, legge comunitaria - intesa come legge annuale con cui l'Italia si adegua all'ordinamento UE, ecc.).
Mi piace questo modo di ingannare il tempo. Meglio delle scaramucce e delle ripicche da insicuri
Quanto al discorso sull'interpretazione autentica ,la sinteticità spesso rischia di andare a discapito della chiarezza , quindi volevo fare delle precisazioni.
La regola generale , anche in virtù della suddivisione dei poteri , resta quella che spetta al parlamento "creare" le norme giuridiche ed al potere giurisdizionale di appliccarle e , quindi , ad interpretarle. ( Un po ' come il parlamento , per sua natura , non svolge funzioni giurisdizionali che spettano alla magistratura , ma in talun ipotesi tassative si occupa anche di tale attività)
Ovviamente chi ha studiato giurisprudenza , sa che esite la c.d. interpretazione autentica ,ovvero quella fatta dal legislatore , la quale , tuttavia , presuppone una precedente norma formulata in maniera non chiara . NEL CASO CHE CI OCCUPA , a mio modesto parere , un 'eventuale intervento del legislatore sarebbe da intendersi non interpretativo ( cosa che può fare eccezionalmente, perchè ripeto non spetta al parlamento interpretare le norme ma emanarle) visto che la norma è chiara , anche se a molti non piace ... a tal proposito rammento che vi sono stati degli inteventi della corte costituzionale nei casi in cui dietro interpretazioni autentiche , si celavano , in realtà nuove norme .
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Originariamente inviato da giustizia Visualizza il messaggiodel resto , nonostante le divergenze di opinione ,ci siamo confrontati , a differenza del conte o di qualcun altro , esprimendoci su fatti concreti . Apprezzo anche la critica a chi non fa altro che insultare , persone che cercano solo un modo per sfogare il loro stato di frustrazione...
ti sei fatto un buon autoritratto....non mettermi nel mezzo e, armato di pazienza, rileggiti tutti i tuoi mess.
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Partiti dall'obiettivo comune a fare qualcosa affinchè l'assunzione arrivasse il prima possibile si è finiti a parlare di competenze, avvocati e nozioncine di diritto. Quanto benedico essermi laureato in scienze politiche.
Va buò, la prima di settembre arrivano le raccomandate.
Ciao a tutti.
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sei tu quello che parla del nullao insulta ... altri parlano di diritto , visto che molti i voi pensano di avere diritti da far valere...Originariamente inviato da ilconteee Visualizza il messaggioti sei fatto un buon autoritratto....non mettermi nel mezzo e, armato di pazienza, rileggiti tutti i tuoi mess.
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