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Comitato "i nuovi educatori penitenziari"

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    Perche' dovrei rodere?
    Nessuno rode.
    E' semplice e pura realta':
    il lavoro che andrete o andremo (ancora non so)a fare è quello che è,questo è ben risaputo,non si andra' certamente in un buonl ambiente.
    Altra verita' è che s dovra' risiedere in una localita',probabilmente al gelido nord,dove bisognera' starci non 2 3 4 o 5 anni,ma tutta la vita,20 anni 30 anni,forse sino all'eta' pensionistica.
    Realta' ancora è che non si puo' coltivare una famiglia a distanza di migliaia di chilometri,il marito se lavora dove attualmente vivete difficilmente abbandonera' tutto e mi pare logico a meno che abbia possibilita' di trasferimento(coi tempi che corono alquanto difficile e complicato) 1o un lavoro saltuario.
    Se il marito rimane dove si trova,voi and1ate al nord,i figli che avete che faranno?con voi? con lui?
    Mi spiace ma purtroppo sono scelte che riciederanno di sacrifiarne delle altre e visto il lavoro che andremo a fare e che non è di tutta questa importanza non credo ne valga la pena smantellare una famiglia.
    La mia opinione è santa cosi' come la tua.

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      Chiara78, il messaggio a cui fai riferimento non l'ho scritto io ma la persona qui sopra (Roxydj). Mi spiace quindi, ma non posso risponderti!!!

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        Scusate gli errori,la stastiera gioca.

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          Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
          Il confronto è fondamentale.

          Le espressioni colorite di Lorina, ma anche ciò che dice Nazarin, Dede e Vivianamaria, vanno proprio in questa direzione. Con la differenza che Lorina ve le sbatte in faccia mentre gli altri lasciano cadere delicatamente i propri pensieri. Ma la sostanza non cambia. Così se da una parte è giustificabile una richiesta a Lorina di maggiore educazione e rispetto, dall'altra è inconcepibile prendersela con lei che ha espresso quello che in sostanza hanno detto anche altri. Ascoltate...non fatevi attente ascoltatrici solamente dei vostri pensieri e delle vostre preoccupazioni. Quando chiedo aiuto ad un amico, preferisco che mi dia una soluzione al mio problema più che mi dica che comprende il mio stato d'animo. E se quella soluzione non mi piace di certo non me la prendo con lui ma al massimo con me stesso, incapace come sono stato di non vedere quello che purtroppo mi ha fatto vedere l'amico. Poi posso decidere di fare altrimenti...diceva qualcuno "ascolta tutti, parla con pochi e decidi da solo"...credo sia la soluzione migliore, non credete?
          Anche io credo che il confronto sia fondamentale, però bisogna vedere cosa si intende per confronto.
          Bisogna fare attenzione che il confronto non diventi scontro e la strada è molto breve...Certo si può imparare anche dagli scontri, io sono la prima che ho fatto discussioni animate con amiche e amici e soprattutto famigliari, ma in queste discussione ci ho sempre visto la volontà altrui di aiutarmi.
          Non è questione di contenuti, ma di forma..ed è importantissima la forma.
          Se io di dico "siediti..." con tono calmo, non è la stessa cosa che dire seccamente "siediti!".

          Se io ti dico, "i posti sono prevalentemente al Nord, bisogna che consideri per te e la tua famiglia questa ipotesi", non è la stessa cosa di dire "SVEGLIATI!!! I posti sono tutti al Nord, lo sapevi quando hai fatto il concorso e non ti lagnare continuamente. Che palle ste mamme con i discorsi dei pannolini, pappe ect ect. Solo voi siete eroiche". Non è la stessa cosa.

          Un conto è dire una verità, un conto è dirla in una posizione di superiorità, in maniera molto maleducata, senza alcuna attenzione per la sensibilità altrui, con l'intento di ferire più che di far capire.....è inutile, a pelle si capisce a volte molto più che con le parole.
          E non sto parlando di Annamaria, Nazarin e tanti altri.

          Che poi bisogna ascoltare tutti e decidere da soli sono perfettamente d'accordo. Che bisogna tornare ad un clima umano nel forum anche.

          Certo, non siamo bambine da prendere con le pinze, però siamo persone, mi puoi parlare per farmi capire oppure mi puoi parlare per offendermi, oppure per sfogarti. E magari colpisci vigliaccamente proprio in quel punto che in questo momento sanguina.
          Sarà che quando capisco che una cosa ad una persona fa male, ci entro in punta di piedi.
          Cercare il confronto e cercare lo scontro è molto diverso...qui la SOSTANZA, come dici tu, per me cambia e come se cambia.

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            Originariamente inviato da roxydj Visualizza il messaggio
            Altra verita' è che s dovra' risiedere in una localita',probabilmente al gelido nord,dove bisognera' starci non 2 3 4 o 5 anni,ma tutta la vita,20 anni 30 anni,forse sino all'eta' pensionistica.
            Realta' ancora è che non si puo' coltivare una famiglia a distanza di migliaia di chilometri,il marito se lavora dove attualmente vivete difficilmente abbandonera' tutto e mi pare logico a meno che abbia possibilita' di trasferimento(coi tempi che corono alquanto difficile e complicato) 1o un lavoro saltuario.
            Se il marito rimane dove si trova,voi and1ate al nord,i figli che avete che faranno?con voi? con lui?
            Mi spiace ma purtroppo sono scelte che riciederanno di sacrifiarne delle altre e visto il lavoro che andremo a fare e che non è di tutta questa importanza non credo ne valga la pena smantellare una famiglia.
            La mia opinione è santa cosi' come la tua.


            Quoto in pieno anche perchè io sposata e con figli ho fatto questa esperienza e vi assicuro che nonostante i buoni propositi e i sacrifici non è per niente facile e soprattutto per i figli può essere davvero devastante. Infatti quando mi sono spostata con mio figlio lui h vissuto dei periodi di rifiuto del cibo, a scuola si comportava male, era sempre nervoso, spsso aveva dolori al ventre, ecc., e con mio marito si litigava spesso e poi mi è costato più di quanto guadagnavo. Comunque siamo tutti adulti e ognuno sceglierà quanto ritiene meglio per se e la sua famiglia.

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              Ritornando al discorso carcere. Io vi posso dire quello che conosco tramite l'esperienza di persone molto vicine a me che ci hanno lavorato, o che ci stanno tutt'ora lavorando.
              Una di queste è mia sorella che ha lavorato per 7 anni, ormai tanto tempo fa parliamo di 15 anni almeno, come infermiera in una piccola casa circondariale. Aveva un contratto continuativo come libera professionista.
              Lei mi dice sempre che l'ambiente è duro, per le storie che senti, per le realtà che tocci con mano che spesso ti rimangono dentro e devi sapertele scollare di dosso. Dice che sono poche le persone capaci di intraprendere la strada della rieducazione perchè i più non ne hanno le risorse, ma dice che è anche un lavoro che le ha dato tanto a livello umano. Ha imparato tante tante cose e quando è andata via per cause di forze maggiori, le è dispiaciuto tantissimo.
              Però dice anche che non mi ci vede come educatrice (cara la mia sorellina ) perchè pensa che, per via del mio carattere, potrei non essere capace di staccare la spina, insomma di scrollarmele di dosso certe cose...e dice che è fondamentale riuscire a farlo perchè il rischio di "bruciarsi" troppo è elevato.
              Dice che ci sono quelli che fanno finta di farsi venire le crisi epiletiche per farsi dare una misura alternativa o farsi ricoverare, quelli che si mettono la lametta sotto la lingua, chi ha la scabia, l'AIDS, l'epatite ect ect
              Mi ricordo che lei si era punta leggermente con un ago di un detenuto con l'Aids e finchè non ha fatto ripetuti controlli anche dopo mesi e mesi per verificare che fosse tutto a posto, il pensiero c'era...
              Comunque dice anche che negli episodi di autolesionismo (vedi lametta) ci andavano sempre le guardie.

              Per il discorso clima con gli altri agenti, ne conosco diversi proprio per via di mia sorella, e tra l'altro uno di essi mi ha presentato quello che oggi è mio marito (che fa tutt'altro nella vita). Bene..la mentalità è molto omogenea in questo senso "sono detenuti, sono dei b@@@@@@i devono marcirci dentro".
              Poi c'è qualcuno che è un po' più aperto di vedute, ma sono veramente veramente pochi.

              Mia sorella pensa che quando fai un certo tipo di lavoro tendi un po' a schierarti, assumendo spesso delle posizioni estreme, a volte perdi proprio i confini...nel senso che tendi a capire anche persone e fatti che da "fuori" non capiresti mai, cioè vedi la persona prima del reato che ha commesso....parlo di certi reati meno gravi naturalmente. Penso che sia un po' di tanti questo punto perchè mi raccontava che l'ortopedico che faceva visite all'interno dell'istituto quando usciva un detenuto dall'infermeria diceva "cosa ha fatto questo? Poverino, mi sembra un bravo ragazzo...

              Quando si dice "perdere i confini".

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                Per quanto riguarda il lavoro dell'educatore, dove lavorava lei c'era una sola unità e da quanto ho capito, il lavoro dell'educatore te lo imposti un po' come vuoi tu. Puoi scegliere di andare sul campo, di sbatterti, oppure di defilarti molto e fare il minimo indispensabile.
                Per esempio le cartelle personali le aveva iniziate a scrivere lei perchè nessuno lo faceva e dato che lei faceva psicologia era interessata a certi argomenti. Dopo che ho fatto il concorso ho capito che era un compito dell'educatore, ma a quanto pare lui non aveva intenzione di tenerle.
                Insomma è un aneddoto per dire che il lavoro te lo costruisci sul campo.

                Poi un'altra cosa è che l'ambiente carcere, molto chiuso e per aspetti autoreferenziale, richiedere di pesare molto molto bene le parole, sopratutto con i detenuti, ma evitare di incorrere in fraintendimenti.

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                  Originariamente inviato da gargamella Visualizza il messaggio
                  Quoto in pieno anche perchè io sposata e con figli ho fatto questa esperienza e vi assicuro che nonostante i buoni propositi e i sacrifici non è per niente facile e soprattutto per i figli può essere davvero devastante. Infatti quando mi sono spostata con mio figlio lui h vissuto dei periodi di rifiuto del cibo, a scuola si comportava male, era sempre nervoso, spsso aveva dolori al ventre, ecc., e con mio marito si litigava spesso e poi mi è costato più di quanto guadagnavo. Comunque siamo tutti adulti e ognuno sceglierà quanto ritiene meglio per se e la sua famiglia.
                  Sono contenta che tu condivida con noi la tua esperienza........................................ .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. .................................................. ..................................

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                    Martina, vedi che il tuo problema non è quello di come si dicono le cose? A te non piace sentire ciò che dicono gli altri e che contrasta con quello che pensi.......ti nascondi dietro belle parole ma non appena Gargamella porta la sua esperienza con pacatezza, fai dell'ironia sul fatto che l'abbia condivisa con noi tutte. E non mi venire a dire che quei puntini sospensivi ti sono scappati!!!!!!!!!!!

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                      Non mi sono scappati, traducili con il "beneficio del dubbio" che ci metto nelle sue parole.
                      Tutto qui.
                      Se poi la sua esperienza è stata quella, ne prendo atto e mi dispiace molto.

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                      Sto operando...
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