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Comitato vincitori-idonei educatori C1, Dipartimento amministrazione peniten

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    Claudio, la testimonianza che hai fornito rivela competenza ed onestà intellettuale, quindi, mi auguro che abbia il buon cuore di continuare ad illuminarci, nella nostra ricerca di una via verso le assunzioni.
    Riguardo la morte di Giovanni, non trovo parole adeguate per esprimere il mio dispiacere, nonostante non lo conoscessi.
    Ma, forse, una poesia che trovato sul periodico “Le due città”, può aiutarmi ad esprimere ciò che penso riguardo il lavoro, che l’educatore da te indicato, ha svolto con quell’onore che dovrebbe animare chi gestisca, a qualunque livello, il settore penitenziario.


    Itaca (Costantino Kavafis 1863-1933)

    Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze.
    I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
    In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, né nell'irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l'anima non te li mette contro.
    Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d'estate siano tanti quando nei porti - finalmente e con che gioia - toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi, penetranti d'ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.
    Sempre devi avere in mente Itaca - raggiungerla sia il pensiero costante.
    Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
    Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos'altro ti aspetti? E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
    Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

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      Finalmente ho trovato a poesia di Franco Gilardelli e che a me piace tanto,
      Claudio per solidarieta' al tuo dolore mi unisco ad astra e dedico anche io al tuo amico una poesia
      Ps:Non pensare che sull'altro forum picard ti abbia attaccato per sminuire la morte del tuo amico collega,non penso che il sarcasmo si riferiva alla morte anche perche' non avrebbe senso dato che prima o poi tocca a tutti. Ho tenuto a precisarti cio' poiche so che in momenti tristi la non condivisione di certi dolori puo' causare maggiore tristezza.

      Ad un amico scomparso
      Oggi sono tornato a ritrovarti amico mio scomparso e non perduto, oggi sono venuto a ricordarti ed a portare un fiore ed un saluto. A rievocar le lunghe passeggiate e le liete, tranquille ore serene che ogni anno, nel pieno dell'estate, in questi dì trascorrevamo insieme. Era, ogni volta, una diversa gita: Massa, Cozzile, Serravalle, Uzzano; mi raccontavi tutta la tua vita... Croci, Verruca, Nievole, Stignano... Questi paesi dolcemente amavi, di ogni pietra sapevi dir la storia; qualche volta, per strada, declamavi le tue semplici liriche a memoria. E possedevi un'ironia bonaria diretta verso tutte le persone, un'ironia così garbata e varia da non sfiorare mai la derisione. Ma un giorno, dal lavoro ero tornato, mi giunse la tristissima notizia che fu per me un colpo inaspettato perché fra noi fu grande l'amicizia. E poi tutto il paese, tutto il mondo venne a porgerti l'ultimo saluto ad esprimer l'affetto più profondo a dimostrar quant'eri benvoluto. Non ti ho perduto no, perché rimane uno spirituale arricchimento: con il ricordo delle doti umane mi resta il tuo prezioso insegnamento. E mi resta l'amore appassionato, che della vita tua fu sempre il perno, verso questa città dov'eri nato e dove adesso dormi il sonno eterno. Oggi sono tornato a ritrovarti amico mio scomparso e non perduto, oggi sono venuto a ricordarti ed a portare un fiore ed un saluto. Ora, a fatica trattenendo il pianto vado, nell'aria tersa del mattino verso quei luoghi che tu amavi tanto; che caro amico fosti... addio amico mio.
      Ultima modifica di VeNuSsS; 14-08-2008, 03:35.

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        Per non dimenticare il carcere e le persone ivi ristrette anche e nel giorno di ferragosto ho deciso di postare ugualmente qualche articolo pur trovandomi in una localita' turistica e riaguro a tutti un buon ferragosto.

        Al via il progetto braccialetto elettronico


        Il ministero della Giustizia ed il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per ovviare al superaffollamento delle carceri ricorrera' al braccialetto elettronico (lanciato senza successo otto anni fa dall'ex ministro dell'Interno Enzo Bianco) ed alle pene alternative, quali il lavoro per scopi sociali. L'uso del braccialetto elettronico servirebbe in particolar modo a sollevare dal lavoro centinaia di poliziotti penitenziari che non dovrebbero piu' controllare la presenza in casa delle persone obbligate agli arresti domiciliari.

        14/8/2008


        Giustizia: Alfano; bracciale elettronico e lavoro per i detenuti

        Corriere della Sera, 15 agosto 2008

        La boccata di ossigeno dell’indulto è ormai esaurita e le 205 carceri italiani sono tornate a sovraffollarsi, con 55.250 detenuti contro i circa 43mila posti disponibili.
        Le strade che il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, sta ipotizzando di intraprendere passano attraverso un nuovo piano di edilizia carceraria, il ricorso al braccialetto elettronico (di fatto mai utilizzato seppure istituito da diversi anni) per incentivare il ricorso agli arresti domiciliari e, tra l’altro, più lavoro ai detenuti, dentro e fuori le carceri.
        Il lavoro esterno in attività socialmente utili è un fronte già attivo dal 2004 quando l’allora capo del Dap, Giovanni Tinebra, avviò il progetto "Recupero patrimonio ambientale" che ha portato sino ad oggi 416 detenuti a uscire dalle celle per intere giornate, scortati dalla polizia penitenziaria, per essere impiegati nella pulizia di spiagge, strade, parchi e murales di tutta Italia. Alfano e il nuovo capo del Dap, Franco Ionta, intendono dare nuovo impulso all’iniziativa, mentre Tinebra, attuale Pg di Catania, il prossimo autunno si avvierebbe ad essere nominato consulente del governo per le questioni carcerarie.
        Si ricomincia dal prossimo Ferragosto, quando 50 detenuti delle carceri milanesi di San Vittore, Opera e Bollate, sotto la vigilanza di una decina di agenti di polizia penitenziaria e del Gom, lavoreranno quotidianamente, fino al prossimo 31 gennaio, per conto della "Cem ambiente" ripulendo i sentieri che si snodano dal Santuario di Ornago a Cascina Sofia a Cavenago di Brianza. Ad uscire saranno per lo più detenuti condannati per furto, rapina, spaccio di stupefacenti e comunque con condanne non superiori ai 5-6 anni.
        Ben 186 comuni della provincia di Milano hanno manifestato interesse affinché l’iniziativa venga ripetuta con la collaborazione di altre aziende municipalizzate. "È indispensabile incentivare il lavoro dentro e fuori le carceri, sia per la sua funzione rieducativa sia perché - spiega il ministro Alfano - è stata riscontata una diminuzione della recidiva negli istituti penitenziari in cui i detenuti lavorano".

        Giustizia: Sappe; potenziare l’espulsione di detenuti stranieri

        Il Velino, 15 agosto 2008

        "Accogliamo molto favorevolmente gli interventi che il ministro della Giustizia Angelino Alfano, di concerto con il capo dell’Amministrazione penitenziaria Franco Ionta, intende adottare per risolvere il problema del sovraffollamento delle strutture penitenziarie del Paese". È quanto dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione della categoria.
        "È noto che da sempre sosteniamo, e per molto tempo lo abbiamo fatto in solitudine, - sottolinea - di rendere stabili le detenzioni dei soggetti pericolosi affidando però a misure alternative al carcere la punibilità dei fatti che non manifestano pericolosità sociale, potenziando quindi l’area penale esterna e prevedendo per coloro che hanno pene brevi da scontare l’impiego in lavori socialmente utili all’esterno del carcere con l’introduzione del sistema di controllo del braccialetto elettronico in dotazione al Corpo di Polizia penitenziaria. E sarà quindi massima la nostra collaborazione al ministro Guardasigilli Alfano e il capo Dap Ionta per realizzare una nuova politica penitenziaria del Paese.
        L’ampliamento delle misure alternative alla detenzione e dell’area penale esterna e l’adozione del braccialetto elettronico di controllo dei soggetti detenuti che vi accedono dovrà necessariamente prevedere un nuovo ruolo della Polizia Penitenziaria, e cioè svolgere in via prioritaria rispetto alle altre forze di Polizia la verifica del rispetto degli obblighi di presenza che sono imposti alle persone ammesse alle misure alternative.
        Se la pena evolve verso soluzioni diverse da quella detentiva anche la Polizia Penitenziaria dovrà spostare le sue competenze al di là delle mura del carcere. Il controllo sulle pene eseguite all’esterno, oltre che qualificare il ruolo della Polizia Penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione".
        Capece sottolinea che il ministero della Giustizia e l’Amministrazione penitenziaria debbano riservare una particolare attenzione ai detenuti stranieri in Italia, che attualmente rappresentano ben il 37 per cento del totale dei 55mila detenuti presenti. "Come ha recentemente verificato uno studio del Dap, - aggiunge - tale rapporto cresce ulteriormente se si prendono in esame le nuove immatricolazioni: in tal caso la quota imputabile ai soggetti di cittadinanza non italiana è risultata essere, per il 2007, pari al 48 per cento dell’ammontare complessivo degli ingressi in istituto penitenziario dalla libertà.
        Ma il numero degli espulsi per effetto dell’applicazione della sanzione alternativa alla detenzione, prevista dall’articolo 15 della legge Bossi-Fini, è ancora a nostro giudizio troppo contenuto: 1.161 espulsi nel 2003, 1.038 nell’anno successivo, 1.242 nel 2005 e 1.012 nel 2006. Nel 2007 furono solo 381, drastica riduzione a causa della flessione dei potenziali beneficiari dovuta all’effetto dell’indulto, e, nel primo semestre del 2008, sono state 256.
        Noi crediamo si debba incrementare il grado di attuazione della norma che prevede l’applicazione della misura alternativa dell’espulsione per i detenuti extracomunitari i quali debbano scontare una pena detentiva, anche residua, non superiore ai due anni, potere che la legge affidata alla Magistratura di Sorveglianza. Il ministro Alfano - conclude Capece - potrebbe fornire precise direttive alle Magistrature di Sorveglianza del Paese per potenziare l’attuazione di tale norma".

        Invito tutti a partecipare al nostro incontro di settembre,data da destinarsi, per poter decidere e coordinarci al meglio.

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          Giustizia: Alì poteva salvarsi e uscire, nessuno glielo ha detto

          Liberazione, 14 agosto 2008

          La morte di Ali Juburi, lunedì all’ospedale dell’Aquila, ci ha messo di fronte un’evidenza tragica: si può morire di fame, isolati dal mondo per uno sciopero di cui nessuno sa niente. Estrema dimostrazione del fatto che dal carcere non esci se non hai nessuno alle spalle. Per sapere qualcosa in più sulla vicenda, abbiamo contattato il carcere Torre Sinello di Vasto dove Ali è arrivato "sfollato" da Milano.
          Un commissario che vuole rimanere anonimo, racconta: "Ali è stato trasferito dalla riviera adriatica a L’Aquila perché a Vasto il servizio di guardia medica è di dodici ore mentre nel penitenziario del capoluogo abruzzese è permanente. Sono stati fatti tutti i passaggi necessari per comunicare il suo sciopero, compresa la segnalazione di un "inizio di evento critico". Ho parlato con lui personalmente, balbettava la nostra lingua ma ponendo molta attenzione si riusciva a comprendere quello che diceva. Quando è uscito da qui, pur in sciopero della fame, era in condizione discrete ed è andato via con i suoi piedi".
          Anche se Ali è stato assistito, come da procedura, nessuno ha ascoltato la ragione del suo sciopero: avere giustizia. Si dichiarava innocente e questo evidentemente per lui era più importante dell’aria che respirava. Eppure sarebbe bastato un semplice avvocato per aiutarlo veramente. Rosetta Crugnale presidente del Centro informazione e prima accoglienza (Cipa), associazione Onlus di Vasto, spiega: "La nostra associazione funge anche da comunità ospitante per i detenuti che possono farne richiesta. Questi possono chiedere all’educatore di scontare la pena dentro la comunità. Nessuno mi ha messo a conoscenza del caso di Ali. Di certo un detenuto con una pena di un anno e tre mesi avrebbe potuto essere ospitato da noi".
          Marco Gelmini segretario del Prc abruzzese fa notare che "i tanti parlamentari che hanno visitato in carcere l’ex governatore d’Abruzzo Ottaviano Del Turco avrebbero potuto raccogliere anche le parole del detenuto iracheno". Sono i senatori Franco Marini, Giovanni Legnini e Marcello Pera, i deputati Pierluigi Mantini, Giancarlo Lehner e Renato Farina. "Nessuno di loro - scrive Gelmini - si è accorto, in queste vistose trasferte, di un detenuto extracomunitario che stava morendo per uno sciopero della fame. Se uno solo avesse prestato anche attenzione alle condizioni generali delle carceri forse sarebbe passato all’Aquila e avrebbe raccolto le parole di Alì Juburi".
          Riccardo Arena, da anni conduttore di "Radio Carcere", di situazioni difficili dietro le sbarre ne ha conosciute tante: " Il caso di Ali è emblematico del mal funzionamento del tribunale di sorveglianza. Non si capisce infatti perché sia rimasto in carcere. Per la condanna che aveva, avrebbe dovuto avere la pena sospesa. Anche nel caso in cui avesse avuto precedenti, scontata la metà della pena avrebbe potuto usufruire di una misura alternativa. Perché non si è ricorso in appello? Perché era immigrato? Perché non aveva un buon avvocato? Può essere. A volte quando stai dentro puoi diventare solo un pacco postale. Le carceri abruzzesi - continua Arena- sono molte isolate. Il caso di Ali, nella sua tragicità dovrebbe aiutare a farci riflettere su quante sono le proteste nei penitenziari di cui non sappiamo assolutamente niente".
          Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili, denunciando l’accaduto, si offre per pagare le spese del viaggio in Italia della madre del giovane immigrato (dall’Iraq) e chiede l’intervento del Presidente della Repubblica e Presidente del Csm, Giorgio Napolitano. Sarà in vacanza?

          La sua morte non è passata del tutto inosservata

          Non è passata del tutto inosservata la morte per fame del detenuto Alì Juburi. Sul suicidio annunciato del detenuto iracheno del carcere de L’Aquila, i deputati Radicali, Rita Bernardini e Maurizio Turco, hanno presentato un’interrogazione urgente ai ministri della Giustizia, dell’Interno e degli Esteri sulla morte del cittadino iracheno chiedendo innanzitutto di "chiarire, dal punto di vista processuale, quale sia stata effettivamente il reato imputatogli e l’entità della pena perché c’è una notevole discordanza fra le notizie diffuse dai mezzi di informazione: per alcuni, infatti, Alì Juburi sarebbe stato condannato a un anno e tre mesi per tentata rapina mentre, per altri, la condanna sarebbe stata a tre anni di reclusione per il furto di un telefonino cellulare". Bernardini e Turco, insomma, vogliono vederci chiaro: "Le carte di Alì Juburi erano in regola solo per morire: contadino, povero, extracomunitario, iracheno, carcerato, solo". I radicali chiedono inoltre di sapere se nei tre lunghi mesi di sciopero della fame il cittadino iracheno sia stato adeguatamente seguito dai sanitari dal punto di vista fisico e psicologico e se, con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, sia stato prestato il soccorso necessario che avrebbe potuto evitarne il decesso.
          La deputata radicale, eletta nelle liste Pd, solleva dubbi anche sulla condanna: "Nel merito ci sono molte perplessità. Se si sommano le mie per disobbedienza civile queste arrivano ha un anno e tre mesi. Nessuno però si è mai sognato di rinchiudermi in carcere". Bernardini poi fa un paragone anche con un altro caso di cronaca - e un’altra battaglia radicale - di questo 2008: "Come è possibile che mentre Eluana Englaro viene tenuta in vita sottoponendola ad alimentazione assistita, una persona in grado di ragionare venga fatta morire di fame?". Tutte queste domande, secondo i Radicali, oltre ad ottenere verità sono rivolte anche alla nuova società italiana: "Se una persona si è debilitata a tal punto da morire bisognerebbe interrogarsi su quello che sono diventate le istituzioni in Italia? Il caso di Ali ci ha molto colpito, probabilmente più che delle flebo aveva bisogno di ascolto. Questa storia ci deve far riflettere su cosa siamo diventati" conclude Bernardini.
          In attesa delle risposte alla interrogazione parlamentare, i Radicali stanno raccogliendo le adesioni per una iniziativa nelle carceri a Ferragosto, proprio mentre il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, si preoccupa solo di proporre di mandare a pulire le strade i detenuti che sovraffollano le carceri. Una risposta concreta - verrebbe da dire - all’allarme lanciato dal Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria: "Rinnoviamo l’invito al governo e al Parlamento ad adottare nuove politiche penitenziarie per il Paese, visto il fallimento di quelle attuali come emerge impietosamente dai numeri, e a prevedere nella prossima Finanziaria lo stanziamento di fondi per il
          "‘sistema carcere"". Numeri alla mano, l’emergenza è di quelle non più rimandabili: sono oltre 55mila i detenuti presenti nei 205 penitenziari italiani, a fronte di una capienza regolamentare di circa 43mila posti.

          Corbelli si offre per pagare viaggio a madre

          "Di fronte alla latitanza del Governo e delle altre alte cariche istituzionali e al silenzio dei Tg nazionali e dei grandi giornali (tranne pochissime eccezioni) - prosegue Corbelli - chiedo l’intervento del Presidente della Repubblica e Presidente del Csm. Anche se in vacanza - prosegue Corbelli - il Capo dello Stato intervenga pubblicamente per evitare che la morte di questo giovane detenuto, questa grande ingiustizia, questa vergogna nazionale venga subito dimenticata, cancellata e rimossa.
          A Napolitano, nella sua qualità anche di Presidente del Csm, chiedo di attivare tutte le procedure, secondo quelle che sono le sue prerogative costituzionali, per evitare che cali il silenzio e venga invece fatta piena luce e giustizia su questo gravissimo fatto, non degno di un Paese democratico. La verità, al di là della vicenda processuale, è che questo giovane iracheno è morto per colpa di un clima ostile e di una sorta di criminalizzazione degli immigrati che il Governo Berlusconi ha scatenato nel Paese.
          Ha ragione e condivido per questo - dice ancora Corbelli - la posizione e le forti critiche all’Esecutivo del settimanale cattolico Famiglia Cristiana. Il Movimento Diritti Civili è pronto a farsi carico delle spese di viaggio per permettere alla madre del giovane, che vive in Iraq, di venire in Italia per riprendersi il corpo di suo figlio che un Paese non civile, non democratico, non giusto e non umano, non ha saputo - conclude - rispettare, aiutare e salvare".


          Invito tutti a partecipare al nostro incontro di settembre,data da destinarsi, per poter decidere e coordinarci al meglio.

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            Giustizia: Alfano; grazie a operatori carcere per loro servizio

            Apcom, 16 agosto 2008

            "In una situazione di grande dolore qual è il carcere, in un momento difficilissimo per la congiuntura economica e di scarsità di risorse come l’attuale, gli operatori del Dipartimento e gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria non fanno mancare lo sforzo quotidiano di professionalità e dedizione. Sono, quindi, una reale rappresentazione della Repubblica italiana e dei suoi valori, rendono concreta la dimensione costituzionale dei diritti e dei doveri.
            Il vostro lavoro è e deve essere motivo di orgoglio per tutti gli Italiani". È questo il messaggio del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, letto questa mattina a Milano, in occasione dell’iniziativa della Polizia Penitenziaria, nell’ambito del progetto "Recupero patrimonio ambientale".
            "Il mio pensiero - sottolinea Alfano - è rivolto al sacrificio quotidiano e all’impegno continuo di tutto il personale per assicurare i servizi e il buon funzionamento dell’Amministrazione. Nella ultima recente visita presso l’Istituto di Regina Coeli di Roma, ho avuto occasione di constatare direttamente l’impegno di tante persone, finalizzato al miglior servizio possibile che spesso si svolge con grandi difficoltà, anche strutturali. Ho incrociato tanti sguardi e stretto tante mani, che mi sembrava chiedessero al Ministro una cosa sopra le altre: il riconoscimento della dignità e della professionalità di operatori penitenziari".
            "In occasione della manifestazione di oggi, organizzata dal Dap e dalla Polizia Penitenziaria a Milano - prosegue il Guardasigilli - la prego di far pervenire al personale tutto il mio apprezzamento e la mia vicinanza. L’iniziativa di favorire il lavoro dei detenuti è meritoria e deve essere sostenuta poiché è espressione concreta dei valori costituzionali della Repubblica, in più evidenzia una dimensione applicativa della funzione rieducativa della pena, che non è, dunque, solo afflizione, ma può e deve essere strumento di evoluzione e trasformazione, di riparazione e solidarietà. Rinnovo i miei sentimenti di plauso e di incoraggiamento a tutti gli operatori", conclude Alfano.

            Ovviamente gli educatori sembrano dimenticati da tutti....per Alfano la rieducazione pare indirizzarsi soltanto favorendo occasioni lavorative ai detenuti.

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              notizia:
              sono stati contattati altri due onorevoli che si stanno interessando delle carceri italiani allo scopo di chiedere la presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla nostra situazione ossia mancata assunzione di nuovi educatori nonostante la grave carenza di organico.Aspettiamo risposta dai tre onorevoli(sicuramente qualcosa sapremo dopo la festa).

              Per farci un'idea sul numero di educatori previsti in organico dall'ordinamento penitenziario postiamo una relazione degli educatori di Trapani (verso el ultime pagine trovere i dati relativi).


              Invito tutti a partecipare al nostro incontro di settembre,data da destinarsi, per poter decidere e coordinarci al meglio.Contattateci in e mail.
              File allegati
              Ultima modifica di VeNuSsS; 16-08-2008, 15:32.

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                Il sito www.radioradicale.it , nell’affrontare il problema della situazione carceraria, propone il seguente servizio:
                “Conferenza stampa a seguito della visita nel carcere di Regina Coeli.”
                Roma, 15 agosto 2008.
                Intervengono: Antonella Casu (Segretaria di radicali Italiani), Rita Bernardini (Deputata radicale Pd) e Sergio Rovasio (Segretario Associazione radicale "Certi Diritti").

                A voi tutti l’augurio di buon fine settimana.

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                  NEWS:
                  Uno dei 3 Onorevoli che abbiamo contattato Ci ha dato la sua disponibilita' per la presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla nostra situazione e sul perche' ancor oggi non si sia provveduto all'assunzione di nuovi educatori nelle Carceri,nonostante la grave carenza.
                  Tutti i dettagli in e mail.
                  Rinnovo l'invito ad unirVi alle nostre iniziative,piu' saremo e piu' efficacia avranno.
                  Ultima modifica di VeNuSsS; 17-08-2008, 15:13.

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                    Rischio rivolte, il Parlamento se ne occupi


                    Alla ripresa di settembre i parlamentari 'devono affrontare di petto' i problemi delle carceri; problemi che 'rischiano in breve tempo di degenerare in proteste, sommosse e rivolte, soprattutto se si peggiorera' la Legge Gozzini che fino ad oggi ha dato una speranza ai detenuti'. Lo sostengono i Radicali, tirando le somme della mobilitazione di questi giorni che li ha portati in visita in diverse carceri italiane.
                    Un giro di orizzonte che ha permesso di constatare come non ci sia solo il problema del'sovraffollamento' ('12.000 persone detenute in piu' rispetto alla capienza regolamentare'), ma anche quello del 'cronico sottodimensionamento del personale di Polizia Penitenziaria, carente di cinquemila agenti rispetto all'organico previsto'.
                    Lavoratori che 'svolgono le loro delicate mansioni in condizioni di stress indicibili'e che sono 'pagati con una cifra ridicola che varia dai 6 agli 8 euro all'ora' per le loro ore di straordinario.
                    Le galere italiane, segnalano inoltre i radicali, sono 'luoghi infernali dove sempre di piu' sono segregati extracomunitari che difficilmente riescono ad ottenere il giusto diritto alla difesa'.

                    17/8/2008


                    NEWS:
                    Uno dei 3 Onorevoli che abbiamo contattato Ci ha dato la sua disponibilita' per la presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla nostra situazione e sul perche' ancor oggi non si sia provveduto all'assunzione di nuovi educatori nelle Carceri,nonostante la grave carenza.
                    Tutti i dettagli in e mail.
                    Rinnovo l'invito ad unirVi alle nostre iniziative,piu' saremo e piu' efficacia avranno.

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                      Giustizia: Alfano; grazie a operatori carcere per loro servizio

                      Apcom, 16 agosto 2008

                      "In una situazione di grande dolore qual è il carcere, in un momento difficilissimo per la congiuntura economica e di scarsità di risorse come l’attuale, gli operatori del Dipartimento e gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria non fanno mancare lo sforzo quotidiano di professionalità e dedizione. Sono, quindi, una reale rappresentazione della Repubblica italiana e dei suoi valori, rendono concreta la dimensione costituzionale dei diritti e dei doveri.
                      Il vostro lavoro è e deve essere motivo di orgoglio per tutti gli Italiani". È questo il messaggio del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, letto questa mattina a Milano, in occasione dell’iniziativa della Polizia Penitenziaria, nell’ambito del progetto "Recupero patrimonio ambientale".
                      "Il mio pensiero - sottolinea Alfano - è rivolto al sacrificio quotidiano e all’impegno continuo di tutto il personale per assicurare i servizi e il buon funzionamento dell’Amministrazione. Nella ultima recente visita presso l’Istituto di Regina Coeli di Roma, ho avuto occasione di constatare direttamente l’impegno di tante persone, finalizzato al miglior servizio possibile che spesso si svolge con grandi difficoltà, anche strutturali. Ho incrociato tanti sguardi e stretto tante mani, che mi sembrava chiedessero al Ministro una cosa sopra le altre: il riconoscimento della dignità e della professionalità di operatori penitenziari".
                      "In occasione della manifestazione di oggi, organizzata dal Dap e dalla Polizia Penitenziaria a Milano - prosegue il Guardasigilli - la prego di far pervenire al personale tutto il mio apprezzamento e la mia vicinanza. L’iniziativa di favorire il lavoro dei detenuti è meritoria e deve essere sostenuta poiché è espressione concreta dei valori costituzionali della Repubblica, in più evidenzia una dimensione applicativa della funzione rieducativa della pena, che non è, dunque, solo afflizione, ma può e deve essere strumento di evoluzione e trasformazione, di riparazione e solidarietà. Rinnovo i miei sentimenti di plauso e di incoraggiamento a tutti gli operatori", conclude Alfano.

                      NEWS:
                      Uno dei 3 Onorevoli che abbiamo contattato Ci ha dato la sua disponibilita' per la presentazione di un'interrogazione parlamentare sulla nostra situazione e sul perche' ancor oggi non si sia provveduto all'assunzione di nuovi educatori nelle Carceri,nonostante la grave carenza.

                      Tutti i dettagli in e mail.
                      Rinnovo l'invito ad unirVi alle nostre iniziative,piu' saremo e piu' efficacia avranno.

                      Benvenute anche a Marta e Mariangela.

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                      Sto operando...
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