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L'angolo di ROL

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    Discorso analogo per la pratica inversa effettuata per ragioni fiscali: sottostimaretroppo il valore delle rimanenze di magazzino, inserendo dei valori che si discostano in modo considerevole dal prezzo del venduto, potrebbe far scattare fin da subito dei campanelli di allarme, addirittura in automatico, in quanto esistono dei software a disposizione dell’Agenzia delle Entrate che sono in grado di verificare la congruità dei dati delle rimanenze in relazione alle vendite e agli acquisti.

    Alterare il magazzino è quasi impossibile, se non per piccoli importi, per le aziende che fanno del commercio la loro attività primaria, nel senso che se, normalmente si hanno dei margini del 20% tra il costo di acquisto e la rivendita dei prodotti, ecco che tutto quello che c’è in magazzino avrà un valore già stimato calcolato sul ricarico che normalmente si utilizza.

    Un po’ più di margine in più c’è per le lavorazioni artigianali, ma alterare il magazzino per far quadrare i conti non è mai una buona soluzione anche se adottata dalla maggior parte degli imprenditori che sono convinti che questa sia una delle pratiche più semplici per aggiustare il proprio bilancio.

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      Simulazione di furto di beni dal magazzino

      Come sempre tra gli evasori esistono i moderati e i più facinorosi. Ecco parliamo ora di quelli che non si accontentano di limare, in qualche modo, l’utile di esercizio ma lo vogliono abbattere facendo il cosiddetto “olin“, o la va o la spacca, simulando un furto di merci dal proprio magazzino.

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        In caso di simulazione di furto, ci si ritroverebbe ad avere in magazzino delle giacenze superiori rispetto ai dati contabili dell’inventario. Ovviamente, cosa fanno i furbetti? Rivendono in nero la merce oggetto del furto simulato.

        Resta inteso, oltretutto, che le aziende possono dedurre i costi derivanti dal furto o presunto tale in caso di simulazione, dalla base imponibile IRPEF o IRES.

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          ecc ecc.....

          togliamo le rimanenze e finiscono ste ammuine....

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            Non rilevano più in quanto la contabilità semplificata da un principio di competenza è passata ad un regime di cassa.
            Rileva ai fini contabili in quanto se io impresa per esempio devo inviare un bilancino alla banca per farmi dare un prestito, fiscalmente risulta una perdita però io in realtà ho delle rimanenze di merci che producono un risultato positivo.

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              Originariamente inviato da checcom Visualizza il messaggio
              Non rilevano più in quanto la contabilità semplificata da un principio di competenza è passata ad un regime di cassa.
              Rileva ai fini contabili in quanto se io impresa per esempio devo inviare un bilancino alla banca per farmi dare un prestito, fiscalmente risulta una perdita però io in realtà ho delle rimanenze di merci che producono un risultato positivo.
              si

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                sistema misto...(in realtà)

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                  Originariamente inviato da checcom Visualizza il messaggio
                  Non rilevano più in quanto la contabilità semplificata da un principio di competenza è passata ad un regime di cassa.
                  Rileva ai fini contabili in quanto se io impresa per esempio devo inviare un bilancino alla banca per farmi dare un prestito, fiscalmente risulta una perdita però io in realtà ho delle rimanenze di merci che producono un risultato positivo.
                  Rimanenze che vanno nel valore della produzione e non nei costi della produzione, quindi rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e prodotti finiti?

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                    https://webcache.googleusercontent.c...&ct=clnk&gl=it

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                      Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                      ecc ecc.....

                      togliamo le rimanenze e finiscono ste ammuine....
                      ovviamente questa non è la ratio ufficiale....


                      loro dicono...

                      La determinazione del reddito improntato al criterio di cassa risponde alla necessità di scongiurare gli effetti negativi dei ritardi permanenti dei pagamenti, ritardi caratterizzanti l’ormai lungo periodo di crisi finanziaria, avvicinando il momento del sorgere dell’obbligazione tributaria alla concreta disponibilità di mezzi finanziari. Si vuole permettere anche alle imprese minori, così come previsto per i redditi professionali, di evitare il pagamento di imposte su ricavi non incassati e di non dedurre spese non ancora regolarizzate.

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