Prediligere pratiche corruttive è in effetti meno rischioso per i sodalizi criminali, sia in termini di allarme sociale che dal punto di vista sanzionatorio. La corruzione sembrerebbe addirittura capace di cementare una nuova modalità dell'azione mafiosa, fatta di "cordate" partecipate da soggetti criminali e non criminali, interessate soprattutto al sistema degli appalti.
MESSINA. E’ scattato questa mattina a Messina un sequestro penale del patrimonio immobiliare della casa di cura Cappellani, una delle più importanti strutture sanitarie della Sicilia. Il valore del sequestro ammonta a una decina di milioni di euro.
L’indagine è stata condotta dal personale della Dia di Messina e di Catania, e dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Messina e condotta e coordinata dalla procura distrettuale antimafia.
Al centro dell'inchiesta c'è l'intero complesso immobiliare, che sarebbe stato acquistato con fondi prima portati all'estero e successivamente "scudati" e fatti rientrare in Italia con società create ad hoc.
MESSINA. E’ scattato questa mattina a Messina un sequestro penale del patrimonio immobiliare della casa di cura Cappellani, una delle più importanti strutture sanitarie della Sicilia. Il valore del sequestro ammonta a una decina di milioni di euro.
L’indagine è stata condotta dal personale della Dia di Messina e di Catania, e dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Messina e condotta e coordinata dalla procura distrettuale antimafia.
Al centro dell'inchiesta c'è l'intero complesso immobiliare, che sarebbe stato acquistato con fondi prima portati all'estero e successivamente "scudati" e fatti rientrare in Italia con società create ad hoc.
ra gli indagati ci sono i fratelli Dino e Aldo Cuzzocrea, il farmacista Antonio Di Prima e Dario Zaccone, quest'ultimo ex presidente dei revisori dei conti del Comune. I primi tre sono accusati di trasferimento fraudolento di titoli e di valori. Zaccone, invece, è indagato per riciclaggio.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e dall'aggiunto Sebastiano Ardita, è partita da una segnalazione della Banca d'Italia su operazioni sospette di rientro dal Lussemburgo di capitali in Italia, nel 2009, con l'utilizzo dello "scudo fiscale ter" .
Dalle indagini della Dia e della guardia di finanza di Messina sarebbe emerso che l'operazione sarebbe stata realizzata per acquisire, con provviste "illecite" precedentemente esportate e facendo intervenire negli atti societari dei fidati prestanome, un consistente complesso immobiliare da destinarsi all'esercizio di professioni mediche. La gestione della struttura sanitaria proseguirà l'attività attraverso la società Giomi. Il patrimonio della "Immobiliare Cappellani srl" sarà affidato a un amministratore giudiziario che consentirà l'erogazione dei servizi.
È come in quella barzelletta inventata sotto il fascismo. Il prefetto arriva in un paese e lo trova infestato di mosche e zanzare, e si lamenta con il podestà: “Qui non si fa la battaglia contro le mosche?”. “L’abbiamo fatta — risponde il podestà —. Solo che hanno vinto le mosche”. Ecco, in Italia hanno vinto le mosche. I corrotti».
È come in quella barzelletta inventata sotto il fascismo. Il prefetto arriva in un paese e lo trova infestato di mosche e zanzare, e si lamenta con il podestà: “Qui non si fa la battaglia contro le mosche?”. “L’abbiamo fatta — risponde il podestà —. Solo che hanno vinto le mosche”. Ecco, in Italia hanno vinto le mosche. I corrotti».
“Il legislatore, ma anche i mezzi di informazione, raccontano ai cittadini italiani cose sbagliate sulla corruzione, sugli appalti e sui fondi neri e sulla base di queste cose sbagliate si fanno norme che nell’ipotesi migliore non servono a niente e in quella peggiore creano danni“.
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