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L'angolo di ROL

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    sequestrati per equivalente oltre 500 milioni di "ingiusto profitto": ha "trasformato una voce di costo legata allo smaltimento di rifiuti in una fonte di introiti"
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...mento/3882744/

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      Nelle motivazioni della sentenza di primo grado i giudici avevano scritto che in realtà nel processo era stata provata “l’esistenza del Sistema Sesto“, come “‘luogo di incontro’ tra gli interessi di imprenditori spregiudicati” e “le esigenze di finanziamentodella politica” e, in particolare, “degli eredi del Pci, che da sempre amministravano Sesto San Giovanni”. Ma mancava la prova che Filippo Penati avesse “compiuto in cambio di denaro o altra utilità atti contrari ai doveri d’ufficio”. Ed anzi – scrisse il tribunale – la Procura di Monza, nella sua “ricerca della tangente” e di soldi illeciti mai trovati in indagini “lacunose”, ha portato avanti una tesi “in contrasto con il principio della presunzione d’innocenza“.

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...tri-9/3883009/

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        il professore fu bloccato al confine con la Svizzera, a Ponte Chiasso, mentre in compagnia di Luigi Gargiulo,altro stretto collaboratore di Ricucci, cercava di portare in Italia una valigetta piena di titoli e di documenti relativi alle società off shore dell’immobiliarista romano.

        Tra i sette arrestati di oggi sulla “concorsopoli” all’Università, spicca Guglielmo Fransoni(in foto sopra), 53 anni, dal 2008 docente ordinario di Diritto tributario nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Foggia. Nel 2006-2007 è stato presidente del corso di laurea in Consulente del lavoro. Nel biennio 2010-2011 è stato eletto, come rappresentante nel senato accademico dell’Ateneo. Laureato in giurisprudenza oltre che in economia e commercio, l’avvocato d’affari nato a Vibo Valentia e iscritto all’albo di Roma, è stato uno dei più stretti collaboratori del noto immobiliarista, Stefano Ricucci.

        http://www.immediato.net/2017/09/25/...e-con-ricucci/

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          amarcord......
          chissà come andò a finire, presumo bene.....non disperi professò....

          Uno degli uomini di fiducia di Ricucci è Guglielmo Fransoni, avvocato quarantenne: è il tributarista che presenta la sua faccia quando c’è da trattare con le banche. Fransoni opera a Roma; insegna Diritto tributario all’università di Foggia, in Puglia; è nato a Vibo Valentia, in Calabria. Però gli affari lo portano spesso a Messina. Tanto che nel 1997, scrivono Peter Gomez e Vittorio Malagutti sull’Espresso, nella città siciliana Fransoni è stato denunciato per riciclaggio. Colpa di alcune società domiciliate nel suo studio, tra cui la Telecom Sicilia spa, e di un suo cliente, Giuseppe Cuminale, che nel 2003 stava per essere arrestato dalla procura antimafia. La Cassazione bloccò il provvedimento, ma confermò la gravità degli indizi raccolti. Il metodo era ottenere sostanziosi appalti da Telecom Italia per la posa di cavi, far fallire le società che avevano ottenuto gli appalti, far sparire i soldi degli appalti (con un vorticoso giro di denaro e opere d’arte) grazie all’aiuto di uomini di Messina e di Barcellona Pozzo di Gotto considerati dagli investigatori legati a Cosa nostra.

          Oggi Fransoni si occupa di tutt’altro. È nel consiglio d’amministrazione di Magiste International, la holding di Ricucci domiciliata in Lussemburgo. Ed è stato fermato al valico di Chiasso, il 21 febbraio scorso, dal Nucleo valutario della Guardia di finanza: nella Mercedes su cui viaggiava in compagnia di un altro uomo di Ricucci, Luigi Gargiulo, c’erano preziosi documenti finanziari su società offshore e operazioni riservate. Stavano prendendo la strada dell’estero e invece ora sono al vaglio dei magistrati di Milano Giulia Perrotti ed Eugenio Fusco.

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            Un enorme bug ha permesso indistintamente, a tutti i soggetti in possesso delle credenziali Entratel, di consultare liberamente i dati del cosiddetto “spesometro” e delle liquidazioni Iva di qualsiasi contribuente, semplicemente digitandone il codice fiscale e, in caso di intermediario abilitato, di vedere anche i dati relativi a tutti suoi assistititi. Un breach di estensione temporale ancora in via di definizione.


            http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...narsi/3882660/

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              In realtà, esisterebbe un articolo nel già citato Cad che dovrebbe guidare ogni scelta di digitalizzazione in ambito pubblico: l’art. 51, il quale da ormai da più di 10 anni prevede inutilmente che con specifiche regole tecniche “sono individuate le soluzioni tecniche idonee a garantire la protezione, la disponibilità, l’accessibilità, l’integrità e la riservatezza dei dati e la continuità operativa dei sistemi e delle infrastrutture”. Queste regole tecniche però non sono mai state adottate, navighiamo a vista, perseguendo peraltro una rotta di orientamento decisamente “monopolistico” per l’affidamento di servizi delicatissimi.

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                “Nel paese degli uomini ciechi, colui che ha un occhio solamente è re!”.

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                  er pupo follieri

                  http://www.foggiatoday.it/cronaca/ra...nsylvania.html

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                    http://www.ilfattoquotidiano.it/2017...zioni/3884668/

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                      il proconsole sabino


                      Senz’andare troppo indietro nel tempo, ché poi si rischia di trovarli già tutti morti, basta concentrarsi sui capacissimi protagonisti degli ultimi governi: Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, tutti molto amati dal professor Cassese, anche per la presenza di molti suoi allievi e amichetti, sotto l’egida dei suoi due spiriti-guida Mattarella e soprattutto Napolitano. Tutta gente in gamba, che dal 2011 a oggi è riuscita a portare il debito pubblico da 1.897 a 2.281 miliardi, mica bruscolini. Che sta regalando all’Italia l’invidiabile record della minor crescita dell’Eurozona alle spalle di Belgio e Grecia, oltre alla maggior disoccupazione (soprattutto giovanile), ai più bassi investimenti esteri, alla più alta evasione fiscale e alla più rigogliosa corruzione. Che riesce ogni anno nell’impresa di far fuggire all’estero migliaia di ricercatori, imprenditori e pensionati, importando in compenso eserciti di criminali da tutto il mondo (come se non bastassero i nostri). Che obbliga – unico paese al mondo – i bambini a spararsi 10 vaccini tutti insieme, ma poi i vaccini non si trovano e non si sa se e come inaugurare l’anno scolastico, però nelle Asl e nelle farmacie ci si diverte un mondo con la caccia al tesoro. Che schiera al Parlamento e al governo un centinaio tra inquisiti e condannati, senza contare i sindaci, i governatori e gli assessori. Che mette all’istruzione una falsa laureata, peraltro circondata da uno stuolo di altri ministri incompetenti. Che giura sulla saldezza del sistema bancario italiano quando lo Stato potrebbe intervenire e poi, quando non può più per il bail-in, scopre che una decina di istituti sono al collasso. Che manda in giro per il mondo un Angelino Alfano travestito da ministro degli Esteri, tra le risate generali. Che si fa menare per il naso addirittura dal regime egiziano coinvolto nel delitto Regeni e, per premio, gli rimanda indietro l’ambasciatore.

                      Fare i nomi di tutti questi sperimentati amministratori pubblici capaci di costituire, con l’esempio, focolai di buona gestione sarebbe impossibile, perché sono troppi. Ma si potrebbe cominciare dagli amici e allievi del prof. Cassese, che intarsiano e impreziosiscono il ministero della Pubblica amministrazione: dalla ministra Marianna Madia, che tutto il mondo ci invidia (e, fra l’altro, bisognerebbe approfittarne), quella della tesi di dottorato copiata, ai superconsulenti e figli d’arte Giulio Napolitano e Bernardo Giorgio Mattarella, coautori della leggendaria “riforma” della PA, purtroppo smontata pezzo per pezzo dalla Consulta, dal Consiglio di Stato e dal Tar dell’Abruzzo perché scritta coi piedi e in parte incostituzionale. Ma perché limitarsi a questi due giganti del pensiero? Tutti gli altri, sentendosi trascurati, si offenderebbero. Contributi eccelsi potrebbero fornire, per esempio, gli autori del Codice degli appalti, pieno di svarioni e boiate che ha sortito l’unico risultato di bloccare gli appalti; del decreto Banche popolari, bocciato dal Consiglio di Stato perché illegittimo; e così via. Ma il più sperimentato amministratore pubblico capace di costituire, con l’esempio, focolaio di buona gestione, è proprio il prof. Cassese. Schivo com’è, non lo dirà mai, ma era lui che giurava sulla legittimità costituzionale dell’Italicum, poi purtroppo raso al suolo dalla Consulta. Ed era sempre lui che invitava a votare Sì al referendum per risparmiare all’Italia un’immensa serie di cataclismi che vi si sarebbero abbattuti in caso di vittoria del No, e che poi inspiegabilmente nessuno ha visto. Quindi, poche ciance: il prof. Marziano non faccia il modesto e si autonomini immantinente proconsole unico di Roma. Con pieni poteri. In uniforme. A cavallo.

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