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    HERVÉ FALCIANI COME LE CARRÉ, UN ROMANZO BELLISSIMO E DEPRIMENTE (Bruno Tinti)

    21 febbraio 2015È uscito il 18 febbraio un libro che sembra scritto da John Le Carré; sembra un romanzo e invece è un mix tra una biografia e un saggio. Tratta di evasione fiscale, riciclaggio e reati connessi; di banche in generale e di HSBC in particolare; dei rapporti perversi tra queste e il mondo della finanza e della politica; della sudditanza o dell’impotenza della magistratura. Gli autori sanno quello che dicono: Hervé Falciani è un ingegnere informatico e ha lavorato per HSBC per 7 anni; Angelo Mincuzzi è un giornalista, caporedattore a Il Sole 24 Ore, specializzato in economia e finanza. Tra tutti e due hanno scritto un libro fantastico.
    Fantastico ma deprimente. Falciani ha consegnato a Usa, Francia, Spagna, Grecia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, e – naturalmente – all’Italia, una lista contenente i nomi di decine di migliaia di clienti di HSBC e dei loro conti: tra questi, 10.000 clienti italiani, 12.000 francesi, 11.000 britannici, 6.000 statunitensi, 2.000 spagnoli, 1.300 greci. Conti riservati: che riguardassero traffico d’armi, esseri umani, droga o evasione fiscale, l’accordo clienti – HSBC ha permesso a decine di migliaia di persone di conservare e incrementare questa ricchezza al riparo di ogni indagine e prelievo fiscale. Verrebbe da pensare a un’esaltazione collettiva, finalmente si fa pulizia. Invece no; non è successo niente o quasi niente.
    In Francia un paio di procuratori della Repubblica e di Giudici Istruttori hanno lottato contro il controllo politico che è arrivato a ordinare alle forze di Polizia di cessare le indagini.

    In Spagna si è fatto un po’ di più, hanno elaborato software per trattare l’immenso materiale fornito da Falciani.

    In Usa hanno applicato a HSBC una multa da 1,9 miliardi e non hanno incriminato nessuno.

    In Italia tutto è morto: infinite dispute sulla utilizzabilità dei documenti forniti da Falciani; ohibò, sono stati rubati alla banca, provenienza illecita, non possiamo utilizzarli, proviamo a chiedere a HSBC se ci autorizza e se ce ne dà una versione più comprensibile… Quando gli svizzeri hanno detto che non se ne parlava nemmeno tutto si è fermato. D’altra parte, siamo giusti, con la prescrizione che ci ritroviamo , andare avanti era tempo perso.
    Eppure il racconto di Falciani fa inorridire. Un colosso come HSBC conta 60 (sessanta) clienti importanti, tutto il resto è minutaglia. E uno si chiede quale massa di ricchezza gestiscono questi 60 clienti, quale potere possono esercitare nel mondo.Di più, si rende conto del perverso intreccio che lega ai governi del mondo una banca come questa, che fattura 100 miliardi di euro, produce un utile dell’8%, ne distribuisce quattro ai clienti e uno agli azionisti e questo ogni anno.
    Capisce, ad esempio, come mai una direttiva europea sul Risparmio ha virtuosamente previsto che chi gode di rendite provenienti da prodotti finanziari allocati in Svizzera deve pagare le imposte nel Paese di residenza; ma solo se è una persona fisica perché la norma non si applica alle società. Così HSBC (e presumibilmente ogni altra banca) ha curato la costituzione di società che gestiscono le rendite dei propri clienti; e ha preso accordi con il Fisco svizzero per una tassazione forfettaria e favorevole.
    Alla fine resta impressa una riflessione di Falciani: questa gente accetta il rischio che un investimento non dia i frutti sperati e anzi faccia perdere del denaro. Ma quello che proprio non gli va giù è pagare le imposte.

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      Dubai, dove si nasconde la ricchezza | LA7 - Video e notizie su programmi TV, sport, politica e spettacolo

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        Originariamente inviato da vittoria1 Visualizza il messaggio
        E se io ci abito due mesi all'anno la Tasi la devo pagare? O solo per due mesi, posso fare istanza?
        Oppure, io affitto una casa, l'inquilino va via e rimane sfitta mettiamo per 5 mesi fino a quando riesco ad affittarla nuovamente. In questi casi posso cmq fare istanza al Comune per chiedere la sospensione nei periodi di non utilizzo????
        O ci vivi, o l'affitti, o la tieni chiusa a chiave, la devi sempre pagare. La tasi la devi pagare. Non c'è incidenza sull'inquilino, non puoi fare sospensioni se non per servizi come l'acqua e la spazzature-fognatura. In questo caso vengono a casa, sigillano il contatore dell'acqua e non paghi nulla.

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          Originariamente inviato da Aida1100 Visualizza il messaggio
          O ci vivi, o l'affitti, o la tieni chiusa a chiave, la devi sempre pagare. La tasi la devi pagare. Non c'è incidenza sull'inquilino, non puoi fare sospensioni se non per servizi come l'acqua e la spazzature-fognatura. In questo caso vengono a casa, sigillano il contatore dell'acqua e non paghi nulla.

          oppure ti scoperchi il tetto ahahahaha :-)

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            Troppe tasse, sempre più italiani distruggono le loro seconde case
            ROMA (WSI) – Dal valore del mattone al piccone per demolirlo. È il triste destino del patrimonio immobiliare italiano, vanto della classe media, tra le più ricche del mondo grazie all’amore, viscerale ma comunque contraccambiato per la proprietà edilizia. Un amore finito, distrutto e lacerato dalle tasse.
            Sì, ora per non pagare più il conto al fisco, che sulle case ha messo radici e deciso di finanziare senza pietà e a oltranza il deficit dello Stato, si ricorre alla distruzione delle abitazioni o, nell’ipotesi migliore, alla donazione allo Stato.
            Non è uno scherzo. Ma il risultato inatteso, o forse pianificato e inconfessabile, dei grandi economisti consiglieri dei governi che hanno puntato inopinatamente sull’equazione casa uguale ricchezza, colpendo al cuore e al portafoglio una nazione intera e il nervo portante della sua economia.
            Dunque la Tasi, ultima invenzione di una classe politica incapace di costruire il futuro e in cerca solo di risorse per tappare i buchi creati dai privilegi accordati nel passato, sta diventando un incubo per molte famiglie italiane. E il genio italico, che nel Dna ha la ricerca della scappatoia per fuggire alla gabella, si è messo già all’opera.
            Per la Confedilizia, che rappresenta una buona parte dei proprietari di immobili, sono sempre più frequenti i casi di proprietari di case che, tartassati per case ricevute in eredità e posizionate in angoli remoti del Paese, pensano di lasciare allo Stato i loro «mattoni». Una facoltà prevista dall’articolo 827 del codice civile che recita testuale: «I beni immobili che non sono in proprietà di alcuno spettano al patrimonio dello Stato».
            In linea di principio dunque basterebbe l’abbandono di fatto di una casa e la comunicazione ufficiale al comune in cui è sito l’immobile per far scattare il passaggio del bene nella disponibilità dello Stato. E la liberazione dall’Imu. Un’ipotesi che è dibattuta però tra i giuristi interrogati dall’associazione.
            Sì perché lo Stato potrebbe opporre che il passaggio di proprietà, anche se a titolo gratuito, non è esente dal pagamento delle tasse. In particolare potrebbe essere richiesta, se avvalorata l’ipotesi di una donazione, una quota pari all’8%
            del valore catastale.

            Se invece passasse l’idea di un trasferimento contrattuale a costo zero allora le Entrate potrebbero esigere l’imposta di registro, il 9% del valore iscritto al catasto, e la tassa catastale che è determinata in cifra fissa. Insomma nemmeno lasciando l’immobile nelle mani dell’amministrazione lo Stato si accontenterebbe. Regalo sì, ma a pagamento, dunque.
            Questo potrebbe essere il destino di molti italiani stanchi di pagare balzelli su case ereditate dai nonni, luoghi della memoria e dei momenti felici dell’infanzia. Immobili che si trovano, però, nelle aree interne colpite dal calo demografico, sulle quali si pagano comunque Imu (seconda casa) e Tasi esagerate rispetto al valore di mercato vicino allo zero.
            Tra quelli interessati alla cosiddetta «rinuncia» ci sono anche molti lavoratori con reddito decurtato dalla crisi che non riescono a più mantenere, tra imposte e costi aggiuntivi, la casa delle vacanze. Per queste, infatti, le possibilità di rivendita sono nulle visto che la crisi le ha prese particolarmente di mira.
            Fin qui le ipotesi di cessione. Ma ci sono anche ipotesi più estreme. Come sempre più spesso accade nei territori collinari e montani. Lo spopolamento di queste aree ha lasciato in eredità centinaia di case nate per l’agricoltura sulle quali, a partire dal governo Monti, si pagano imposte al pari di fabbricati civili. Così alle manutenzioni si aggiungono costi fiscali insostenibili per molti.
            Le soluzioni anche in questo caso sono amare e violente. Molti rendono inagibile l’edificio staccando le utenze ed eliminando alcune parti come finestre e porte. Così se la casa non è abitabile ma è facilmente riattabile e l’Imu è decurtata del 50% con semplice richiesta al Comune. Ma se l’inagibilità è totale, ovvero l’immobile è a un passo dall’essere un rudere, l’Imu non si paga più.
            Ed è così che molti stanno distruggendo i tetti per dimostrare la non utilizzabilità del bene. Un processo che è l’anticamera della demolizione. E cioè il completo annullamento della registrazione catastale. Le pratiche di cancellazione di questo genere, lo scorso anno, sono aumentate del 20% spiega Confedilizia. Ma così, in nome del fisco e della colpevolizzazione della proprietà, si distrugge la storia di un Paese.

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              Si, infatti le nuove abitazioni su cui grava l'imu in capo alle imprese costruttrici, spesso rimangono incompiute (finestre senza battenti, senza porte o, magari, allo stato di rustico) ed opera, se non erro, una sospensione di 5 anni.

              Cmq credo che su imu non faranno domande, nè su tasi. Sono imposte comunali che variano da zona a zona... Per ciò che concerne l'Irpef sulle seconde case, si, rientra il 50% della rendita catastale ai fini IRPEF. Però. Se io abito con i miei e ho una casa di cui ho usufruito delle agevolazioni per l'acquisto, e il fisco me la segna NON come abitazione principale, e non ho un reddito personale oltre solo al possesso della casa, dovrò presentare l'IRPEF, ma il reddito è così basso da non pagare nulla.

              Almeno credo...

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                Originariamente inviato da Aida1100 Visualizza il messaggio
                Si, infatti le nuove abitazioni su cui grava l'imu in capo alle imprese costruttrici, spesso rimangono incompiute (finestre senza battenti, senza porte o, magari, allo stato di rustico) ed opera, se non erro, una sospensione di 5 anni.

                Cmq credo che su imu non faranno domande, nè su tasi. Sono imposte comunali che variano da zona a zona... Per ciò che concerne l'Irpef sulle seconde case, si, rientra il 50% della rendita catastale ai fini IRPEF. Però. Se io abito con i miei e ho una casa di cui ho usufruito delle agevolazioni per l'acquisto, e il fisco me la segna NON come abitazione principale, e non ho un reddito personale oltre solo al possesso della casa, dovrò presentare l'IRPEF, ma il reddito è così basso da non pagare nulla.

                Almeno credo...
                si rientrebbe nelle fasce della no tax area...al di sotto di certi redditi.....)

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                  se ci saranno domande su tributi locali....faranno più sul generico ( tipo...ai sensi della cost. la regione può istituire tributi?

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                    I comuni possono attivare tributi propri o necessità di una legge dello stato?

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                      CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTE

                      --> in base all'oggetto del presupposto..
                      --> in base al criterio ricostruttivo del presupposto
                      --> in base alle modalità di calcolo
                      --> in base alla durata del presupposto
                      --> in rapporto ad un altra imposta
                      --> in relazione all'ente impositore ed alla spettanza del gettito

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