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Comitato vincitori-idonei educatori C1, Dipartimento amministrazione peniten

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    Venusss ha ragione!

    Lo scandalo della mancata assunzione dei collaboratori al Min.Giustizia è una vergogna che ESIGE una reazione! La finissero, 'sti politicanti da strapazzo, di raccontare le favole alla gente... Questi ragazzi vogliono LAVORARE, hanno dimostrato di possedere le competenze adeguate, e sussiste una carenza d'organico ormai troppo evidente per essere celata! Giù la maschera, burattini del regime, dimostrate di avere ancora uno straccio di etica a supporto della vostra condotta, ancora un leggero barlume di dignità e una minima razione di buon senso a guidarvi! Sindacalisti venduti, mignotte-fatte-ministro, gangsters spacciati per statisti, ballerine cionche che fanno sfoggio del loro puttanesimo, mezzibusti televisivi semianalfabeti con le papille gustative ormai azzerate a furia di leccare che si atteggiano a premi Pulitzer, preti pedofili, teste di ******* alla Enrico Papi che si atteggiano a opinion leders... Basta con quest'Italietta di facce di *****, che fanno della loro crassa ignoranza un vanto! Vogliamo qualità, e la vogliamo a partire dalla gestione della cosa pubblica, ovvero dei NOSTRI SOLDI! Ricordate: più ***** mettete nel ventilatore più voi stessi poi vi smerderete! Attenti, stronzi, la corda non può tendersi all'infinito...
    Ultima modifica di Claudio IV C; 22-08-2008, 01:24.

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      Venusss ha ragione!

      Lo scandalo della mancata assunzione dei collaboratori al Min.Difesa è una vergogna che ESIGE una reazione! La finissero, 'sti politicanti da strapazzo, di raccontare le favole alla gente... Questi ragazzi vogliono LAVORARE, hanno dimostrato di possedere le competenze adeguate, e sussiste una carenza d'organico ormai troppo evidente per essere celata! Giù la maschera, burattini del regime, dimostrate di avere ancora uno straccio di etica a supporto della vostra condotta, ancora un leggero barlume di dignità e una minima razione di buon senso a guidarvi! Sindacalisti venduti, mignotte-fatte-ministro, gangsters spacciati per statisti, ballerine cionche che fanno sfoggio del loro puttanesimo, mezzibusti televisivi semianalfabeti con le papille gustative ormai azzerate a furia di leccare che si atteggiano a premi Pulitzer, preti pedofili, teste di ***** alla Enrico Papi che si atteggiano a opinion leders... Basta con quest'Italietta di facce di *****, che fanno della loro crassa ignoranza un vanto! Vogliamo qualità, e la vogliamo a partire dalla gestione della cosa pubblica, ovvero dei NOSTRI SOLDI! Ricordate: più ***** mettete nel ventilatore più voi stessi poi vi smerderete! Attenti, stronzi, la corda non può tendersi all'infinito...

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        refuso

        Min.Giustizia e non Min.Difesa, naturalmente

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          Giustizia: Radicali; in 80 penitenziari forti carenze di organico

          Il Velino, 21 agosto 2008

          I deputati Radicali eletti nelle liste del Pd (Rita Bernardini, Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci ed Elisabetta Zamparutti) hanno presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia Alfano sulla condizione degli agenti di Polizia penitenziaria.
          Dai dati provenienti dagli 80 Istituti che hanno risposto al questionario inviato qualche giorno prima di ferragosto da Radicali italiani risulta che, a fronte di una pianta organica che prevede 18.509 agenti di polizia penitenziaria, ne sono stati effettivamente assegnati 16.411 cioè 2.098 in meno di quanti ne servirebbero, pari all’11,3 per cento.
          Ma la carenza di organico, denunciano i radicali nell’interrogazione, si fa sentire soprattutto nel nord e centro italia dove, a fronte di una pianta organica che prevede 10.714 agenti, ne sono stati effettivamente assegnati 8.909 con un deficit di 1.815 agenti, pari al 16,8 per cento; al sud e nelle isole, invece, a fronte di una pianta organica che prevede 7.795 agenti, ne sono stati effettivamente assegnati 7.502 con un deficit di 293 agenti, pari al 3,7 per cento. Inoltre, come hanno sottolineato rispondendo al questionario alcuni direttori, degli agenti assegnati, solo una parte sono effettivamente in servizio perché diverse unità sono distaccate presso altri Istituti, Provveditorati, Uepe, Dap, etc., soprattutto del Sud Italia.
          La carenza di organico, evidenziano nelle premesse dell’interrogazione i deputati radicali, sottopone gli agenti a turni stressanti con molte ore di straordinario e questa situazione, nonostante la grande professionalità acquisita negli anni dal corpo della Polizia penitenziaria, si ripercuote sulla vivibilità negli istituti di pena dove, spesso, gli agenti sono costretti a far fronte alla custodia di un numero elevatissimo di detenuti il che comporta inevitabilmente, soprattutto nelle carceri più sovraffollate, non solo una drastica riduzione dei tempi di socializzazione per i reclusi, ma anche la difficoltà concreta di intervento nei casi di tensioni fra i detenuti, o di episodi di autolesionismo o di tentato suicidio.
          Quanto agli straordinari, i deputati radicali rivelano che nel corso delle visite effettuate nel giorno di ferragosto, è stato loro riferito che le ore extra orario degli agenti sono retribuite con cifre che variano dai 6 ai 9 euro all’ora, cifre che ormai non vengono più corrisposte nemmeno per i lavori meno qualificati. Al ministro i deputati Radicali chiedono: se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda rendere pubblico il numero totale degli agenti di Polizia penitenziaria previsti in pianta organica, di quelli assegnati nei singoli istituti e di quelli effettivamente presenti di cui, al momento, non si dispone dei dati; a cosa sia dovuta la differenza di carenza di organico fra nord-centro Italia e sud e isole; in che modo intenda intervenire per coprire la ormai cronica carenza di organico e per adeguare la retribuzione degli straordinari effettuati dagli agenti di Polizia penitenziaria.

          Giustizia: la riforma di Alfano ripartirà dalla "bozza Boato"



          Corriere della Sera, 21 agosto 2008

          Riparte il lavoro sulla riforma organica della giustizia (la cosiddetta "grande riforma") del governo Berlusconi. La novità è che essa recupererà il lavoro della Commissione bicamerale presieduta da Massimo D’Alema.
          O meglio la cosiddetta "bozza Boato" che dieci anni fa aveva già raggiunto un risultato condiviso, sui temi della giustizia, tra maggioranza e opposizione (di allora, a parti invertite rispetto agli schieramenti di oggi). Sul tappeto i nodi costituzionali di un riequilibrio - da molti auspicato - tra politica e magistratura.
          Il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha già messo al lavoro gli uffici del dicastero di Via Arenula. Dopo il Consiglio dei ministri del 28 agosto con all’ordine del giorno la nuova legge elettorale per le elezioni europee, il Guardasigilli comincerà a consultare gli alleati di governo e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato per entrare nel merito delle diverse ipotesi di riforma, tenendo conto anche di alcune proposte avanzate in disegni di legge di esponenti del centrosinistra (D’Ambrosio, Tenaglia).
          Al primo posto "dell’agenda Alfano" rimane in ogni caso la riforma del processo civile (che in autunno arriverà in Parlamento come ddl collegato alla Finanziaria). A seguire, accelerazione del processo penale, riforme costituzionali (Csm e obbligatorietà dell’azione penale), ritocchi all’ordinamento giudiziario per una più netta separazione giudici-pm, soluzioni al sovraffollamento delle carceri.
          Il Guardasigilli ha deciso di accogliere anche la proposta dì incontro con i Radicali e con l’Udc (parteciperà il 2 settembre a un convegno sulla giustizia promosso dal partito di Casini).

          Intervista all'On. Rita Bernardini su carenza educatori e concorso : verso la meta' troverete la questione educatori..
          bel discorsoooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

          http://www.wikio.it/politica/politici/rita_bernardini
          (qui per votare gli articoli su di noi)


          http://www.wikio.it/news/Elisabetta+Zamparutti
          (altro articolo da votare)


          http://www.radioradicale.it/scheda/260717
          (qui intervista...prima votate gli articoli su di noi,facciamo sentire la nostra presenza all'Onorevole.)


          Sul Portale eduprof di Emac trovate altro blog dedicato a noi.
          Ultima modifica di VeNuSsS; 22-08-2008, 13:08.

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            Giustizia: non servono più carceri, serve più risocializzazione
            di Vincenzo Andraous

            www.osservatoriosullalegalita.org, 22 agosto 2008

            Ricordo le parole di un grande Magistrato: "Il discorso sulla sicurezza è diventato un’ossessione, ma non bisogna aspettarsi la soluzione dei problemi da un maggior numero di caserme (io aggiungerei di carceri), e sebbene sia giusta e congrua l’azione delle Forze dell’ordine, non dovremmo mai perdere di vista l’essere umano, la fragilità della vita umana".
            Quando penso al carcere, mi viene in mente quel nobile russo dell’era zarista a nome Oblomov, di cui mi ha raccontato don Franco Tassone della comunità "Casa del Giovane": era una brava persona, non fece mai male ad alcuno, tanto meno lo si sentì mai lamentarsi. Semplicemente, non faceva nulla, sopravviveva a se stesso, nel più totale disconoscimento del fare, così tutto ciò che gli apparteneva decadeva per usura del tempo e nell’introvabilità di una scelta.
            Questo immobilismo è oggi denominato come la patologia dell’oblomovismo. Oblomov aveva un sacco di progetti, di architetture mentali, ma morì senza avere costruito nulla, lasciando ai posteri ruderi e miserie.
            Sicurezza non è un ramo staccato dal vivere civile. Sicurezza sta a significare il coraggio con cui affrontare l’insicurezza, che è anche e soprattutto solitudine e mancanza di relazioni umane. Sicurezza non può essere lo strumento con cui chiedere alla giustizia penale di risanare ogni contraddizione. Infatti per chi varca la soglia di un carcere, la pena avrà un termine, quella persona uscirà, ma tutto quello che viene prima e deve venire dopo, deve riguardare un intervento che coinvolga l’intera società.
            Le scelte di politica criminale non possono essere dissociate da precise politiche sociali. Se ciò non è, allora equivale ad ammettere, per tecnici del diritto ed editorialisti di fama, che reprimere e rinchiudere conviene assai di più che recuperare, rieducare, risocializzare. Conviene, perché costa meno in termini finanziari, costa meno in risorse umane specializzate, costa meno in termini di ideali cristiani e democratici. Infine, comporta meno rischi da correre, è inevitabile che sia così. Eppure la storia è vita, e la vita non è uno slogan elettorale, ci rammenta cosa eravamo, chi siamo, e cosa vorremmo essere.
            Un carcere a misura di uomo significa concedere la possibilità di rivedere con occhi e sguardi nuovi ciò che è stato, e soprattutto di intendere il proprio riscatto e riparazione, non come l’assunzione di un servizio statuale, che come tale rimane uno scarabocchio sulla carta, ma dovrà essere inteso come una vera e propria conquista di coscienza. Rieducare non deve essere un traguardo per pochi privilegiati, ma una realtà costante, alimentata dalla capacità di mediare i principi del vivere civile alla quotidianità.
            Ritengo non più dilazionabile l’urgenza di coniugare in modo autentico teoria e prassi, sicurezza e risocializzazione, in quanto entrambe le istanze sono elementi costitutivi della nostra collettività. Forse, oltre la condivisione dei principi morali, i quali sono logicamente immutabili, sarebbe più consono e umano condividere le modalità e le sfumature.

            Al primo posto "dell’agenda Alfano" rimane in ogni caso la riforma del processo civile (che in autunno arriverà in Parlamento come ddl collegato alla Finanziaria). A seguire, accelerazione del processo penale, riforme costituzionali (Csm e obbligatorietà dell’azione penale), ritocchi all’ordinamento giudiziario per una più netta separazione giudici-pm, soluzioni al sovraffollamento delle carceri.
            Il Guardasigilli ha deciso di accogliere anche la proposta dì incontro con i Radicali e con l’Udc (parteciperà il 2 settembre a un convegno sulla giustizia promosso dal partito di Casini).

            Intervista all'On. Rita Bernardini su assunzioni vincitori/idonei concorso educatori: verso la meta' troverete la questione educatori..


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              Puglia, sei Istituti mai attivati


              'Mentre il carcere di Foggia e' ormai prossimo al collasso, in Capitanata ci sono sei istituti di pena costruiti e mai attivati: e' un controsenso insopportabile, perche' lesivo della dignita' dei detenuti e degli interessi della comunita''. Lo afferma Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, annunciando la presentazione di un'interrogazione, alla ripresa dell'attivita' parlamentare, al ministro della Giustizia, Angiolino Alfano, per sapere 'se e come il Governo intenda procedere all'attivazione delle strutture' costruite in provincia di Foggia e abbandonate all'incuria ed al vandalismo.

              22/8/2008

              Intervista all'On. Rita Bernardini su assunzioni vincitori/idonei concorso educatori: verso la meta' troverete la questione educatori..


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                I Radicali chiedono l'assunzione degli educatori vincitori del concorso 2003


                I deputati Radicali-Pd, Rita Bernardini, Maurizio Turco, Marco Beltrandi, Maria Antonietta Farina Coscioni, Elisabetta Zamparutti e Matteo Mecacci, che il giorno di Ferragosto hanno partecipato alle visite nelle carceri italiane organizzate da Radicali Italiani, hanno rivolto un'interrogazione urgente al Ministro della Giustizia per sapere in quali tempi intenda chiamare in servizio i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2003 e che ha concluso il suo iter nel giugno di quest'anno.
                Nell'interrogazione i deputati radicali citano i dati di 44 Istituti Penitenziari monitorati il 14 agosto, dove a fronte di una pianta organica che prevede 364 educatori, ne sono stati effettivamente assegnati 159, cioe' il 43,7 % di quanti ne servirebbero.

                Ancora piu' impressionante, ad avviso dei deputati radicali, e' il dato che si riferisce agli istituti che ospitano minorenni e che si presume dovrebbero essere piu' impegnati nel lavoro volto al reinserimento sociale dei ragazzi detenuti: su 7 Istituti che hanno risposto al questionario sono solo 35 gli educatori assegnati a fronte di un'esigenza di organico pari a 71 educatori. Quanto al concorso richiamato nell'interrogazione, si ricorda che nel 2003 venne bandito un concorso pubblico per esami per la copertura di 397 posti nell'area C, posizione economica C1, profilo professionale di educatore pubblicato sulla G.U. n. 30 del 16.04.2004 e che dopo un lunghissimo iter procedurale, durato ben quattro anni, il suddetto concorso si e' concluso il 13 giugno 2008.

                Bernardini, Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Zamparutti e Mecacci sottolineano inoltre come ulteriori ritardi nella chiamata in servizio dei vincitori del concorso da un lato lederebbero le legittime aspettative di quanti attendono delle risposte per poter programmare in maniera piu' compiuta il proprio futuro e dall'altro striderebbero con l'attuazione della Costituzione e mortificherebbero la richiesta di sicurezza della societa'; e' noto, infatti, che ove durante il periodo della detenzione si attuino programmi di reinserimento per i detenuti il fenomeno della recidiva si riduce drasticamente elevando cosi' concretamente la sicurezza dei cittadini.

                Intervista all'On. Rita Bernardini su assunzioni vincitori/idonei concorso educatori: verso la meta' troverete la questione dei concorsisti educatori..

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                  Il 70% dei detenuti stranieri si trova nelle carceri del nord


                  Se nel totale delle carceri italiane gli stranieri sono il 36% dei detenuti (20mila su 55mila), quando si restringe lo sguardo ai penitenziari del Nord Italia si scopre che toccano ormai il 70%. Tra gli immigrati sono sempre più frequenti gli arresti per piccoli reati, processati per direttissima, che prevedono detenzioni brevissime. Tra gennaio e giugno 2008, ad esempio, sono entrati in carcere 9mila stranieri, ma l’85% di loro c’è rimasta meno di 7 giorni.

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                    Giustizia: Osapp; emergenza aggressioni, sicurezza a rischio

                    Apcom, 23 agosto 2008

                    L’Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria, ha scritto una lettera al presidente del consiglio Silvio Berlusconi denunciando una situazione di mancanza di sicurezza per gli agenti che lavorano nelle carceri italiani tale da configurare una "emergenza aggressioni".
                    Il segretario generale dell’Osapp, Leo Beneduci, alla luce degli ultimi casi di aggressione avvenuti a Secondigliano, ha così indirizzato oggi una lettera al presidente del Consiglio per denunciare la grave situazione e sollecitare una modifica del codice penale. "Si commentano i dati e ci si affanna su quella che è la prospettiva di una Riforma della Giustizia tanto discussa, ma non si tengono nel giusto conto gli sviluppi che una vicenda come quella del sovraffollamento determina, non solo sul disagio del detenuto, ma soprattutto per quanto riguarda la sicurezza del personale di polizia penitenziaria impiegato nei turni di servizio", sottolinea Beneduci.
                    "Le condizioni di promiscuità - si legge nella lettera - e la mancanza d’interventi concreti da parte dell’amministrazione penitenziaria, che trascura le circostanziate segnalazioni e denunce di quest’organizzazione sindacale, hanno, di fatto, agevolato il fenomeno delle aggressioni".
                    "Da tempo memorabile - continua Beneduci nella nota - abbiamo infruttuosamente segnalato la necessità di concrete ed adeguate misure d’intervento per la tutela dell’ordine e della sicurezza in ambito penitenziario, nella prospettiva di un riconoscimento dei diritti ed un’esigibilità dei doveri di comportamento da parte dei detenuti".
                    "Un’efficace separazione tra detenuti non si attua da tempo, e si trascurano i trascorsi delinquenziali degli extracomunitari che, spesso - rivela l’Osapp -, sono dei criminali di guerra o mafiosi dell’Est che si mimetizzano tra la popolazione detenuta comune". "È di stamattina, infatti, la notizia che la camorra napoletana avrebbe assoldato come killer l’assassino del premier serbo e questo conferma la fondatezza delle preoccupazioni espresse da quest’organizzazione rispetto alla concentrazione di detenuti stranieri nei reparti a media sicurezza. Oltretutto stimiamo che dei 42mila agenti di polizia penitenziaria, solo il 50% è impiegato in attività a diretto contatto con il detenuto".
                    "Ciò significa - prosegue Beneduci - quindi, 21.000 agenti, che divisi per 4 o 5 turni giornalieri devono badare a 55.250 persone in stato di detenzione. Un rapporto di 1 agente ogni 10 detenuti, o peggio di 1 a 100 nelle ore notturne, quando l’attività di sorveglianza viene ridotta". "Questa è l’ennesima realtà che denunciamo - conclude Beneduci - rispetto la quale, come organizzazione autorevole, invitiamo ad adottare soluzioni efficaci, mediante l’introduzione di norme finalizzate ad ampliare e migliorare gli strumenti di prevenzione del fenomeno delle aggressioni, prevedendo nel nostro sistema penale, al pari di quanto è avvenuto per la violenza negli stadi, il reato di lesioni personali gravi o gravissime a un pubblico ufficiale impiegato nei servizi di tutela dell’ordine e della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari".

                    Intervista all'On. Rita Bernardini su assunzioni vincitori/idonei concorso educatori: verso la meta' troverete la questione dei concorsisti educatori..

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                    News:
                    L'on. Rita Bernardini ha riferito al comitato che seguira' la nostra questione.
                    Stiamo elaborando nuove azioni,occorre il contributo di tutti i partecipanti...chi ancora non fa sentire la sua voce,si faccia avanti.


                    Giornale Liberazione,
                    edizione del 20 Agosto 2008,
                    Articolo su interrogazione presentata dall'On Rita Bernardini per l'assunzione dei vincitori/idonei del concorso per educatori nel DAP:

                    Files allegatiarticolo sulla carenza di educatori nelle carceri.pdf‎ (104.7 KB, 29 visite)


                    Benvenuto anche ad Alessia!




                    Ultima modifica di VeNuSsS; 24-08-2008, 13:56.

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                      Sembra impossibile ma è una notizia vera

                      EST - Bosnia: piccione spacciatore forniva carcere massima sicurezza


                      Roma, 22 ago (Velino) - Rifornivano di droga un carcere di massima sicurezza per mezzo di un piccione viaggiatore. È successo a Zenica, città bosniaca non distante dalla capitale Sarajevo, dove la polizia si è accorta delle inusuali e frequenti visite di un piccione addestrato all’esterno. A mettere in sospetto le autorità è stato soprattutto il comportamento di quattro detenuti, in evidente stato di alterazione psichica dopo la visita del piccione, poi risultati positivi per eroina a un test antidroga. Secondo il vice capo delle guardie penitenziarie, Josip Pojavnik, gli stupefacenti (eroina e cocaina) venivano chiusi in una bustina attaccata alla zampa dell’animale, che potrebbe essere stato inviato persino dalla città di Tuzla, a ben 70 chilometri dalla struttura carceraria di Zenica. In quella località le autorità stanno indagando su un allevatore.

                      I quattro detenuti facevano parte di un progetto rieducativo che tra le cui attività aveva proprio l’allevamento di piccioni. Quindi, sebbene il volatile “arrestato” (Pojavnic ha affermato che si trova ancora nel carcere) non fosse parte di quel progetto, si teme che il commercio di droga si sia servito anche dei piccioni “interni”. Nel carcere di Zenica i detenuti scontano pene per reati particolarmente gravi, come l’omicidio, i crimini di guerra e quelli contro l’umanità. La struttura è stata anche nel mirino di Amnesty International per le disagiate condizioni dei detenuti, alcuni dei quali hanno però evidentemente trovato un modo ingegnoso di alleviare la propria pena.

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