Il marchio commerciale dietro cui si nascondeva la cosca era quello della Betuniq, di proprietà della Uniq Group Limited. Azionista di quest’ultima, oltre a un’impresa diretta da Gennaro, è la Gvm Holdings, una fiduciaria controllata da David Gonzi, avvocato e figlio dell’ex premier locale Lawrence Gonzi. Presenza eccellente, quella di Gonzi Junior, che si ritrova in numerose altre società del gruppo mafioso.Da allora è trascorso però più di un anno, e visto il tempo passato fonti giudiziarie italiane sospettano che il caso sia stato archiviato. Un’ipotesi che getta ombre sulle reali intenzioni de La Valletta, anche perché dai documenti analizzati da L’Espresso emergono altre società, sfuggite alla magistratura italiana, in cui il clan rappresentato da Gennaro risulta partner della Gvm Holdings di Gonzi. È il caso per esempio della Global Promotions Holdings e della Mgame Holding Limited. Una volta appresa dalla stampa la notizia dell’indagine a suo carico, il figlio dell’ex premier maltese ha spiegato che lui «si è limitato a detenere quote per terze persone e a fornire dei servizi legali per una delle aziende». Una versione teoricamente credibile, visto che l’attività della Gvm Holdings è quella di dare assistenza legale e fiduciaria. Il caso Gonzi dimostra che cosa è diventata Malta negli ultimi anni
A riportare il caso nelle aule giudiziarie erano stati gli allora pm monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia, titolari delle indagini e che hanno fatto ricorso contro la sentenza con cui il Tribunale nel dicembre 2015 aveva assolto tutti gli imputati,
A riportare il caso nelle aule giudiziarie erano stati gli allora pm monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia, titolari delle indagini e che hanno fatto ricorso contro la sentenza con cui il Tribunale nel dicembre 2015 aveva assolto tutti gli imputati,
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