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L'angolo di ROL
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggiopeccato che l'indotto è solo nella loro fantasia....(o meglio ,a loro frega nulla in realtà..)
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Per i magistrati, a Palazzo San Giorgio c’era una vera e propria dittatura della dirigente Orsola Fallara, morta nel 2010 per aver misteriosamente ingerito dell’acido dopo una conferenza stampa indetta dopo l’avvio dell’inchiesta da parte della Procura. La consulente del Comune si era dichiarata disponibile a fornire tutte le spiegazioni ai magistrati ma non ha fatto in tempo. La Fallara – si legge nella sentenza di primo grado – “era una perfetta esecutrice di direttive precise che provenivano dal sindaco Scopelliti, che, tramite lei, ha creato un sistema accentrato su se stesso esautorando di fatto tutti coloro che avrebbero potuto ostacolarlo (cioè i dirigenti non asserviti al suo dominio e gli assessori che eventualmente avessero voluto svolgere le loro funzioni correttamente)”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/201...uirsi/4271584/
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggioPer i magistrati, a Palazzo San Giorgio c’era una vera e propria dittatura della dirigente Orsola Fallara, morta nel 2010 per aver misteriosamente ingerito dell’acido dopo una conferenza stampa indetta dopo l’avvio dell’inchiesta da parte della Procura. La consulente del Comune si era dichiarata disponibile a fornire tutte le spiegazioni ai magistrati ma non ha fatto in tempo. La Fallara – si legge nella sentenza di primo grado – “era una perfetta esecutrice di direttive precise che provenivano dal sindaco Scopelliti, che, tramite lei, ha creato un sistema accentrato su se stesso esautorando di fatto tutti coloro che avrebbero potuto ostacolarlo (cioè i dirigenti non asserviti al suo dominio e gli assessori che eventualmente avessero voluto svolgere le loro funzioni correttamente)”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/201...uirsi/4271584/
arrivato al capolinea...
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Senti, mi devi fare una cortesia dice Pagano a Caputo non possiamo prendere settemila o sei mila voti e buttarli al macero. Scusa male che fa candidi tuo figlio. Tu continui ad essere più forte di tutti. Io so già la soluzione qual è. Caputo senza fotografie e Gianluca non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino. Punto e basta funziona così.
Un inganno secondo la procura e il gip di Termini Imerese nei confronti degli elettori. Scelta condivisa anche da Angelo Attaguile. Lo stesso giorno il 29 settembre alle 18.13 Attaguile parla con Caputo. Ho parlato con Alessandro, La soluzione che ha posto lui è ottima. Quella detto Salvino. Candidare tuo figlio e stare tutto così comè e poi ci si mette detto Salvino. Non hai parlato tu con lui. La tua la mantieni lo stesso. Questa candidatura, mettendoci il nome di tuo figlio. Però ci metti detto Salvino.
https://www.blogsicilia.it/palermo/l...caputo/434369/Ultima modifica di ROL; 05-04-2018, 12:21.
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggioSenti, mi devi fare una cortesia dice Pagano a Caputo non possiamo prendere settemila o sei mila voti e buttarli al macero. Scusa male che fa candidi tuo figlio. Tu continui ad essere più forte di tutti. Io so già la soluzione qual è. Caputo senza fotografie e Gianluca non so come si chiama tuo figlio, detto Salvino. Punto e basta funziona così.
Un inganno secondo la procura e il gip di Termini Imerese nei confronti degli elettori. Scelta condivisa anche da Angelo Attaguile. Lo stesso giorno il 29 settembre alle 18.13 Attaguile parla con Caputo. Ho parlato con Alessandro, La soluzione che ha posto lui è ottima. Quella detto Salvino. Candidare tuo figlio e stare tutto così comè e poi ci si mette detto Salvino. Non hai parlato tu con lui. La tua la mantieni lo stesso. Questa candidatura, mettendoci il nome di tuo figlio. Però ci metti detto Salvino.
https://www.blogsicilia.it/palermo/l...caputo/434369/
Ai primi di ottobre però cade l’ipotesi di candidare il figlio Roberto, e si opta per il fratello Mario, anche lui avvocato. in una intercettazione telefonica Salvino spiega a Mario: «Tieni conto che molti sapranno che sono io il candidato, perché non è che tutti sono raggiungibili o tutti sanno che io non mi candido, specialmente nei paesi… ma si gioca nell’equivoco, sul fatto anche Caputo detto Salvino, infatti nel partito anche su questo insistono».
Read more at https://www.filodirettomonreale.it/2...kJ9hHWoXPDa.99
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Audizione del direttore dell'Agenzia delle entrate su problematiche in materia tributaria afferenti alla competenza dell'Agenzia
Resoconto stenografico
AUDIZIONE
Seduta di martedì 19 aprile 2011
ALESSANDRO PAGANO.
Innanzitutto, direttore, mi complimento, perché risultati importanti come quelli da lei esposti dimostrano che l'Agenzia ha un'efficienza e una capacità adeguate ai tempi.
Entrando nel vivo delle domande, comincerei con gli imprenditori che evadono in maniera sistematica e scientifica, appartenenti a etnie diverse. Faccio mio, a tale riguardo, il ragionamento sviluppato poco fa dal collega Fogliardi. Desidero soltanto aggiungere che il fenomeno da lui descritto si inserisce in un contesto criminale di gran lunga più grave rispetto a quello connesso alla pura e semplice evasione.
Una proposta di legge bipartisan, firmata da quasi 180 parlamentari, la n. 3887, reca disposizioni concernenti il divieto di produzione, importazione e commercio di merci prodotte mediante l'impiego di manodopera forzata e in schiavitù. Essa individua, a mio avviso, fattispecie degne di interesse, che dovrebbero essere oggetto di analisi, da un punto di vista tecnico, anche da parte dell'Agenzia delle entrate. Il vostro parere potrebbe fornirci ulteriori chiavi di lettura.
Poiché abbiamo inaugurato un sistema volto a fare in modo che le soluzioni ad alcune questioni affrontate dal Parlamento nelle sedi non legislative trovino un riscontro più puntuale anche nella prassi, penso che quello di cui stiamo discorrendo potrebbe essere un argomento su cui confrontarci in una prossima occasione.
Non è possibile che questi soggetti vivano in una sorta di «riserva indiana». Non mi riferisco a tutti i bravi artigiani e imprenditori che producono, che sostengono l'economia nazionale e che hanno deciso di diventare «italiani» nel senso più nobile del termine, ma a quelli che si muovono, in maniera spregiudicata, in quegli ambiti nei quali è più facile porre in essere fenomeni elusivi.
Poco più di un mese fa l'Assemblea della Camera ha approvato all'unanimità, senza che alcuno dei presenti si sia astenuto, il testo unificato delle proposte di legge recanti «Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese». Quanto è avvenuto deve indurre a riflettere: è necessario comprendere che alle micro e alle piccole imprese bisogna guardare in maniera diversa.
Stiamo attraversando un momento terribile dal punto di vista economico. L'attività dell'Agenzia delle entrate è efficiente e meritoria - l'ho detto poco fa, lo ribadisco e non lo ripeterò più, anche perché si tratta di un'opinione da tutti condivisa -, ma in molti casi sta innescando processi viziosi, nel senso che molte imprese marginali vengono espulse dal mercato perché proprio non ce la fanno.Esistono, è indubbio, sensibilità notevoli: i piccoli imprenditori incontrano spesso comprensione, non soltanto nella mia Sicilia, ma nel Paese in generale. Tuttavia, non possiamo lasciare la valutazione dei singoli casi alla sensibilità dei funzionari dell'Agenzia. Mai come in questo momento, quindi, la normativa che abbiamo approvato in maniera bipartisan dovrebbe essere tenuta nella debita considerazione.
La solerzia degli uffici dell'Agenzia, impegnati a raggiungere gli obiettivi fissati, pone seri problemi al nostro tessuto imprenditoriale, inteso come patrimonio della Nazione, che si trova a fronteggiare una drammatica crisi economica. È più che mai necessario, allora, avviare una seria riflessione, perché valutazioni dalle quali può dipendere la sorte di un'impresa non possono essere lasciate alla sensibilità del singolo funzionario, ma devono essere rese oggettive, in qualche modo, in una circolare: un vostro documento di prassi, di siffatto contenuto, costituirebbe sicuramente un ulteriore ausilio.
Un altro argomento riguarda l'evasione da parte di enti non commerciali. Finalmente avete messo mano a questo bubbone! Ne abbiamo parlato in una precedente audizione, direttore. Occorre fare attenzione, però, perché un altro dei nostri straordinari patrimoni è il volontariato, una realtà importante che prende corpo nelle associazioni impegnate nel sociale, alle quali si devono tante azioni meritorie. Anche in questo caso mi pare che siamo un po' borderline. Non vorrei che l'adozione del criterio di colpire nel mucchio portasse a realizzare operazioni strane. In tale ambito non riesco a individuare una soluzione. Mentre in relazione alle prime due problematiche una soluzione può essere indicata, perché ci sono, nel primo caso, una proposta di legge e, nel secondo, un provvedimento già approvato da una delle Camere, in questa terzo caso non riesco a capire come dobbiamo muoverci, qual è la road map da seguire. Vi affido, quindi, le mie riflessioni, da sottoporre ai vostri uffici studi, che servono anche a questo scopo.
Infine, passo a un tema che il direttore sa essere un mio cruccio, perché ne abbiamo parlato più volte informalmente: stavolta la discussione diventa un fatto pubblico, nel senso che, portando l'argomento all'attenzione della massima autorità in materia, esso diventa oggetto di valutazione in una sede formale e acquista, per questo, una diversa rilevanza. Il tema è quello dei trust. Abbiamo una norma straordinaria, che per la prima volta ha saputo attrarre capitali dall'estero: vengono in Italia, ottenendo la residenza, soggetti che hanno patrimoni cospicui. Tuttavia, l'Agenzia delle entrate ha emanato una circolare che gli addetti ai lavori definiscono incoerente rispetto ad alcune problematiche. Prendendo spunto dal ragionamento proposto in precedenza dal collega Fluvi, ho l'impressione che l'Agenzia abbia attuato una vera e propria invasione nel campo riservato al legislatore. Infatti, l'articolo 1, comma 74, della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007), modificando l'articolo 73 del TUIR, ha inserito espressamente il trust nel novero dei soggetti passivi ai fini dell'applicazione dell'imposta sul reddito delle società. Successivamente, tale disciplina è stata scardinata da alcuni interventi non del legislatore, ma dell'Agenzia delle entrate. Si è passati, in tal modo, dall'imposizione IRES all'imposizione IRPEF, in nome di una presunta elusione che tale non è, come dimostra l'esperienza.
Si impongono, quindi, alcune riflessioni, soprattutto perché, prima dei menzionati provvedimenti dell'Agenzia delle entrate, avevamo qualche certezza su un istituto delicatissimo, di derivazione anglosassone, che ritenevamo di avere virtuosamente introdotto anche nel nostro ordinamento, mentre adesso ci troviamo a fare i conti con problemi interpretativi ingiustificati.
Preciso subito che il problema non riguarda soltanto i trust interni, ma anche quelli esteri. Ho preparato un documento analitico, i cui contenuti mi piacerebbe fossero approfonditi. Vi affido, quindi, il documento. Ne consegno una copia anche al presidente della Commissione, in modo che diventi un nostro atto ufficiale. In seguito, magari, valuteremo se approvare una risoluzione sul tema.
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