BILANCIO DI VERIFICAZIONE
Prospetto mediante il quale è possibile controllare, tanto al termine dell’esercizio quanto nel corso di esso, la correttezza formale delle scritture contabili tenute col metodo della partita doppia. Il bilancio di verificazione espone, per ciascuno dei conti oggetto di scrittura del mastro: numero d’ordine; denominazione; somma degli addebitamenti (sezione “dare”); somma degli accreditamenti (sezione “avere”); eventuale eccedenza di segno “dare”, eventuale eccedenza del segno “avere”. Esso permette di “riscontrare” che: il totale delle somme di segno “dare” sia uguale al totale delle somme di segno “avere” e al totale della colonna esterna del “libro giornale”; il totale delle eccedenze di segno “dare” sia uguale al totale delle eccedenze disegno “avere”; se le dette uguaglianze non si verificano, sempre che le somme siano esatte, significa che sono stati commessi errori nel trascrivere le scritture del “giornale” nei conti del “mastro”, errori che potranno essere eliminati con attente ricerche e “spunte”, controlli questi che appaiono superflui nella contabilità a ricalco - a mano o automatica - dove sono impossibili errori di trascrizione. La quadratura, intesa come riscontro generale dei conti tenuti a “partita doppia”, che si ottiene con il bilancio di verificazione, non è sufficiente a garantire, di per sé, la inesistenza degli errori commessi nel comporre il giornale e degli errori di trascrizione. Quando le scritture contabili sono tenute nella forma del “giornale mastro”, si ha, di fatto, in fondo a ogni pagina, un bilancio di verificazione per somme, in cui il totale generale deve essere uguale ai totali delle sezioni “dare” e “avere” dei conti sintetici tabellari. Il bilancio di verificazione può essere redatto in qualsiasi momento della gestione; pertanto, a seconda delle periodicità nella compilazione, si hanno bilanci giornalieri, decadali, quindicinali, mensili. Si parla di bilanci di “verificazione collegati”, quando quelli successivi al bilancio di verifica redatto al termine di un periodo si ottengono aggiungendo alle somme risultanti al termine del periodo precedente quelle che sono state registrate nell’ultimo periodo che si vuole controllare, evitando così di riprendere le scritture già controllate con i bilanci precedenti. Si noti che in seguito all’ormai diffusissima informatizzazione della contabilità che permette di avere in tempo reale i dati sui conti, il bilancio di verifica come momento specifico delle procedure contabili sta perdendo di significato.
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Prospetto mediante il quale è possibile controllare, tanto al termine dell’esercizio quanto nel corso di esso, la correttezza formale delle scritture contabili tenute col metodo della partita doppia. Il bilancio di verificazione espone, per ciascuno dei conti oggetto di scrittura del mastro: numero d’ordine; denominazione; somma degli addebitamenti (sezione “dare”); somma degli accreditamenti (sezione “avere”); eventuale eccedenza di segno “dare”, eventuale eccedenza del segno “avere”. Esso permette di “riscontrare” che: il totale delle somme di segno “dare” sia uguale al totale delle somme di segno “avere” e al totale della colonna esterna del “libro giornale”; il totale delle eccedenze di segno “dare” sia uguale al totale delle eccedenze disegno “avere”; se le dette uguaglianze non si verificano, sempre che le somme siano esatte, significa che sono stati commessi errori nel trascrivere le scritture del “giornale” nei conti del “mastro”, errori che potranno essere eliminati con attente ricerche e “spunte”, controlli questi che appaiono superflui nella contabilità a ricalco - a mano o automatica - dove sono impossibili errori di trascrizione. La quadratura, intesa come riscontro generale dei conti tenuti a “partita doppia”, che si ottiene con il bilancio di verificazione, non è sufficiente a garantire, di per sé, la inesistenza degli errori commessi nel comporre il giornale e degli errori di trascrizione. Quando le scritture contabili sono tenute nella forma del “giornale mastro”, si ha, di fatto, in fondo a ogni pagina, un bilancio di verificazione per somme, in cui il totale generale deve essere uguale ai totali delle sezioni “dare” e “avere” dei conti sintetici tabellari. Il bilancio di verificazione può essere redatto in qualsiasi momento della gestione; pertanto, a seconda delle periodicità nella compilazione, si hanno bilanci giornalieri, decadali, quindicinali, mensili. Si parla di bilanci di “verificazione collegati”, quando quelli successivi al bilancio di verifica redatto al termine di un periodo si ottengono aggiungendo alle somme risultanti al termine del periodo precedente quelle che sono state registrate nell’ultimo periodo che si vuole controllare, evitando così di riprendere le scritture già controllate con i bilanci precedenti. Si noti che in seguito all’ormai diffusissima informatizzazione della contabilità che permette di avere in tempo reale i dati sui conti, il bilancio di verifica come momento specifico delle procedure contabili sta perdendo di significato.
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