annuncio

Comprimi
Ancora nessun annuncio.

Concorso per 855 funzionari in Agenzia delle Entrate

Comprimi
Questa è una discussione evidenziata.
X
X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

    Originariamente inviato da mic.dur Visualizza il messaggio
    civile, ho un dubbio su questa domanda
    tizio può vendere i beni che gli potrebbero pervenire dalla successione:
    a-no
    b- si
    c- si, con il consenso del testatore
    E' un po' vaga ma credo che sia la a) . L ' erede non può disporre di beni ancora non in suo possesso. Potrà disporne una volta chiusa la successione. Per quanto riguarda il consenso del testatore mi sembra privo di fondamento giuridico

    Commenta


      Originariamente inviato da mic.dur Visualizza il messaggio
      La risposta dovrebbe essere la A, perchè secondo il codice civile non è ammesso "cedere una successione". Il dubbio mi sorge vedendo la terza opzione. Secondo il codice civile la fonte normativa della successione è la legge o il testamento e quindi sono vietati i vari patti, che potrebbero ledere l'interesse sia di chi dona, sia di chi riceve la donazione. Potrei infatti cedere una cosa che dovrei ricevere per stato di necessità, o nel caso del donante per bisogno potrei essere condizionato. Il dubbio però è dovuto al fatto che nella terza opzione è lo stesso donante ad accettare questa cessione.
      Il divieto di patti successori che l'ipotesi prospettata aggirerebbe e' una norma imperativa, posta a tutela dell'ordine pubblico, inderogabile dall'autonomia privata.
      per qsto anche il consenso del testatore nn rileverebbe ai fini della validità della cessione

      Commenta


        Originariamente inviato da paolpaol Visualizza il messaggio
        domanda un pò così ;
        i canoni percepiti per l'affitto d'azienda da parte del locatore con prosecuzione di attività dello stesso:
        a) sono imponibili con aliquota ordinaria;
        b) non sono imponibili con aliquota ordinaria;
        c) sono fuori campo iva;

        Secondo me è la a ma a prescindere che prosegua o meno l'attività. paolopal mi fai sapere la tua?

        Commenta


          Originariamente inviato da gabri1980 Visualizza il messaggio
          scusa Big Tony, ma sul manualone della Simone (pag. 358-359) c'è scritto che secondo i principi contabili internazionali, l'avviamento deve essere armonizzato sistematicamente nell'arco della sua vita utile. Il periodo di ammortamento deve riflettere la stima del periodo nel corso del quale si prevede che l'impresa perceprà benefici economici futuri. Vi è una presunzione relativa che la vita utile dell'avviamento non superi i venti anni dalla rilevazione iniziale.
          Forse volevi dire che per gli IAS non si ammortizzano i costi di ricerca o c'è altro?
          Ciao a tutti
          Originariamente inviato da Big_Tony Visualizza il messaggio
          io parlavo di principi contabili intenazionali, ciò che hai letto tu riguarda i principi contabili nazionali
          Si in effetti hai ragione, circa l'impossibilità in genere di ammortizzare l'avviamento per gli IAS, come già era stato scritto nel forum (me ne sono accorto ora! ). Voglio quindi segnalare che nel manualone della Simone, nelle pagine che ho indicato, vi è scritto un'errore in quanto si afferma che secondo i principi contabili internazionali l'avviamento è soggetto ad ammortamento.
          L'avviamento infatti è considerato dagli IAS un
          bene con vita utile indefinita e quindi non soggetto ad ammortamento ma bensi al così detto impairment test. (IAS 36), e cioè un test, da effettuarsi con cadenza almeno annuale e, in ogni caso, nel momento in cui vi è un’indicazione che il bene possa avere subito una riduzione di valore. In pratica si tratta di confrontare il valore contabile del bene con il suo valore recuperabile in modo da iscrivere in bilancio il bene ad un valore non superiore rispetto a quello recuperabile.
          I principi contabili internazionali prevedono che l’avviamento possa essere capitalizzato (e quindi ammortizzato, o sbaglio ?)solamente in seguito ad un’operazione di business combination, cioè in caso di acquisto di un’azienda o di un ramo aziendale, in caso di fusioni, scissioni e conferimenti.

          Commenta


            Originariamente inviato da gabri1980 Visualizza il messaggio
            Si in effetti hai ragione, circa l'impossibilità in genere di ammortizzare l'avviamento per gli IAS, come già era stato scritto nel forum (me ne sono accorto ora! ). Voglio quindi segnalare che nel manualone della Simone, nelle pagine che ho indicato, vi è scritto un'errore in quanto si afferma che secondo i principi contabili internazionali l'avviamento è soggetto ad ammortamento.
            L'avviamento infatti è considerato dagli IAS un
            bene con vita utile indefinita e quindi non soggetto ad ammortamento ma bensi al così detto impairment test. (IAS 36), e cioè un test, da effettuarsi con cadenza almeno annuale e, in ogni caso, nel momento in cui vi è un’indicazione che il bene possa avere subito una riduzione di valore. In pratica si tratta di confrontare il valore contabile del bene con il suo valore recuperabile in modo da iscrivere in bilancio il bene ad un valore non superiore rispetto a quello recuperabile.
            I principi contabili internazionali prevedono che l’avviamento possa essere capitalizzato (e quindi ammortizzato, o sbaglio ?)solamente in seguito ad un’operazione di business combination, cioè in caso di acquisto di un’azienda o di un ramo aziendale, in caso di fusioni, scissioni e conferimenti.
            no, in caso di business combination l'avviamento non si ammortizza, ma si può iscrivere solo in bilancio (se ci sono i presupposti) e poi sarà soggetto a impairment test

            Commenta


              Originariamente inviato da ezio79 Visualizza il messaggio
              per presentare ricorso bisogna pagare 1/3 delle somme a titolo provvisorio
              Originariamente inviato da paolpaol Visualizza il messaggio
              uhm...., dipende?!?, alle somme di quali tributi iscritti a ruolo ti riferisci?
              mi riferivo ai tributi dovuti per imposte dirette...

              Commenta


                Originariamente inviato da Big_Tony Visualizza il messaggio
                no, in caso di business combination l'avviamento non si ammortizza, ma si può iscrivere solo in bilancio (se ci sono i presupposti) e poi sarà soggetto a impairment test
                Quindi capitalizzare un bene significa soltanto inserirlo nell'attivo dello stato patrimoniale. A questo punto ne approfitto per farti una domanda: ma qual'è l'interesse di un'azienda a capitalizzare un bene (soprattutto se non può ammortizzarlo), quando può evitarlo? Cioè, se si lascia l'attivo al minimo, si paga complessivamente meno imposte, e quindi a meno di dover dimostrare magari a una banca di essere in ua situazione più solida e stabile possibile, più l'attivo è basso, meno l'azienda paga, cosa mi sfugge?

                Commenta


                  Originariamente inviato da gabri1980 Visualizza il messaggio
                  Quindi capitalizzare un bene significa soltanto inserirlo nell'attivo dello stato patrimoniale. A questo punto ne approfitto per farti una domanda: ma qual'è l'interesse di un'azienda a capitalizzare un bene (soprattutto se non può ammortizzarlo), quando può evitarlo? Cioè, se si lascia l'attivo al minimo, si paga complessivamente meno imposte, e quindi a meno di dover dimostrare magari a una banca di essere in ua situazione più solida e stabile possibile, più l'attivo è basso, meno l'azienda paga, cosa mi sfugge?
                  perchè dici che più l'attivo è basso e meno imposte si pagano?? la cosa non è correlata direttamente. ad esempio posso avere un immobile di grande valore che mi abbatte l'utile tramite le quote di ammortamento (poi ci possono essere le dovute riprese). avere molte attività iscritte in stato patrimoniale non vuol dire necessariamente pagare più imposte

                  Commenta


                    Originariamente inviato da gabri1980 Visualizza il messaggio
                    Quindi capitalizzare un bene significa soltanto inserirlo nell'attivo dello stato patrimoniale. A questo punto ne approfitto per farti una domanda: ma qual'è l'interesse di un'azienda a capitalizzare un bene (soprattutto se non può ammortizzarlo), quando può evitarlo? Cioè, se si lascia l'attivo al minimo, si paga complessivamente meno imposte, e quindi a meno di dover dimostrare magari a una banca di essere in ua situazione più solida e stabile possibile, più l'attivo è basso, meno l'azienda paga, cosa mi sfugge?
                    Le imposte le paghi sul risultato del Conto Economico e cioè sul reddito, mentre l'avviamento andrebbe nello Stato patrimoniale, quindi nessuna imposta in più

                    Commenta


                      Originariamente inviato da Big_Tony Visualizza il messaggio
                      perchè dici che più l'attivo è basso e meno imposte si pagano?? la cosa non è correlata direttamente. ad esempio posso avere un immobile di grande valore che mi abbatte l'utile tramite le quote di ammortamento (poi ci possono essere le dovute riprese). avere molte attività iscritte in stato patrimoniale non vuol dire necessariamente pagare più imposte
                      Se l'immobile o comunque il bene non puoi ammortizzarlo hai un aumento di attivo da cui non conseguono alcune spese per abbattere l'utile, quindi qual'è la convenienza di aumentare l'attivo senza un aumento di passività?

                      Commenta

                      Sto operando...
                      X