i ganzi...
La B&W Communication – costituita nell’ottobre 2011 e in parte riconducibile allo stesso Mezzaroma – stipulò il contratto d’acquisto nel dicembre 2011 salvo sospendere l’operazione in attesa di un finanziamento. Che arrivò, poi, dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. L’istituto senese, che all’epoca versata già in una profonda crisi finanziaria, a fronte della sola garanzia dello stesso marchio – sopravvalutato in 25 milioni di euro a fronte di un valore effettivo, stimato da perizia giurata, pari al massimo a 4-5 milioni di euro – erogò un finanziamento di 22 milioni alla B&W.
Contestualmente alla cessione del marchio, la società acquirente ha stipulato un contratto di affitto del marchio stesso, con la Ac Siena che, quindi, per utilizzare il proprio marchio si ritrovava a pagare un canone mensile, di valore pari alla rata del mutuo che la newco doveva restituire a Mps, finanziante l’operazione. Sulla base di ciò si è contestata l’esecuzione dell’operazione perché finalizzata a consentire alla società calcistica un finanziamento che altrimenti non avrebbe potuto ottenere, a causa del grave stato di dissesto economico in cui versava: il bilancio 2010-2011 riportava già perdite per oltre 20 milioni di euro.
La B&W Communication – costituita nell’ottobre 2011 e in parte riconducibile allo stesso Mezzaroma – stipulò il contratto d’acquisto nel dicembre 2011 salvo sospendere l’operazione in attesa di un finanziamento. Che arrivò, poi, dalla Banca Monte dei Paschi di Siena. L’istituto senese, che all’epoca versata già in una profonda crisi finanziaria, a fronte della sola garanzia dello stesso marchio – sopravvalutato in 25 milioni di euro a fronte di un valore effettivo, stimato da perizia giurata, pari al massimo a 4-5 milioni di euro – erogò un finanziamento di 22 milioni alla B&W.
Contestualmente alla cessione del marchio, la società acquirente ha stipulato un contratto di affitto del marchio stesso, con la Ac Siena che, quindi, per utilizzare il proprio marchio si ritrovava a pagare un canone mensile, di valore pari alla rata del mutuo che la newco doveva restituire a Mps, finanziante l’operazione. Sulla base di ciò si è contestata l’esecuzione dell’operazione perché finalizzata a consentire alla società calcistica un finanziamento che altrimenti non avrebbe potuto ottenere, a causa del grave stato di dissesto economico in cui versava: il bilancio 2010-2011 riportava già perdite per oltre 20 milioni di euro.
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