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L'angolo di ROL

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    Aprire una società nel Regno Unito è diventato un giochetto da ragazzi, che non richiede più di dieci minuti. Basta inserire i propri dati nel portale online del Registro Imprese britannico e versare 12 sterline (15 euro circa). Trentasei ore dopo la nostra Ltd è operativa. Senza alcun controllo a monte sulle informazioni fornite. Un estremo azzeramento della burocrazia che ha dato una forte accelerata all’economia del Regno, lasciando però la porta aperta a chi attraversa la Manica con scopi tutt’altro che nobili.

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      Impiegavano un vero e proprio esercito di prestanome e con cadenza annuale effettuavano continui trasferimenti di quote, vendite e intestazioni fittizie di beni al fine di intorbidire le acque. A Londra, viene applicato lo stesso disegno: il nome di Righi appare e scompare nelle cinque società, incrociandosi con i nomi di soci di comodo o promotori finanziari, dando la costante impressione di non essere mai lui la mente dietro la fitta rete societaria. Le cinque aziende seguono tutte uno stesso destino: hanno un capitale sociale di decine di milioni di sterline, ma vengono tenute dormienti. Vengono risvegliate dal letargo per operazioni ad hoc, come il truffaldino acquisto di squadre di calcio in Italia e nei paesi dell’Est Europa.

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        ma vengono tenute dormienti.....in gergo si chiamano contenitori.

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          fa parte della dotazione strumentale di un " buon" fiscalista....

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            Anche se aprire un’azienda a Londra è un’operazione rapida che si può fare online, è chiaro che risulta di maggiore garanzia rivolgersi a studi di esperti che seguano il processo di registrazione.

            ahahahahahah

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              E così Righi sceglie Formation House, servizio di incorporazione di aziende a 29 Harley Street, nel ricchissimo quartiere di Marylebone. Non un nome a caso. Il giornale inglese The Guardian ha scoperto come Formation House fosse specializzata nel registrare scatole vuote poi utilizzate da riciclatori o truffatori internazionali. È proprio qui che a maggio 2007 prende vita la prima società inglese di Righi, la Carrefur Ltd, l’unica scoperta dagli inquirenti italiani.

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                Un rapporto che specularmente continua in terra anglosassone. Ufficialmente nella Carrefur Della Chiesa ci entra solo a maggio 2009, ma dalle intercettazioni emerge come sarebbe stato proprio lui a permettere di aprire e gestire l’azienda dormiente a Londra. Infatti, già a luglio 2008 Righi chiede a Della Chiesa se può sfruttarla per un affare che ha per le mani. “Questa società come è, è buona?” chiede Righi. “E’ buona perché c’hai un bel capitale”, risponde il socio.

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                  L’affare non viene specificato, ma il giorno successivo Righi discute con un broker finanziario di un investimento da oltre 200mila euro in un fondo immobiliare della Credit Suisse. Un investimento che metterà il broker in seri guai. Non era riuscito a garantire nei termini richiesti dal clan la buona riuscita dell’affare, e finisce pestato a sangue e costretto a restituire l’intera somma, maggiorata.

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                    COME TI AFFOSSO IL CLUB DI SERIE A

                    Quella però non era la prima volta che la Carrefur veniva messa in moto per spostare soldi. Già l’anno precedente, prima che finisse sotto la lente degli inquirenti, la società era servita ad affacciarsi al mondo del calcio. Infatti, a settembre 2007 acquisisce la squadra ungherese FC Sopron, all’epoca militante nella serie A locale. Il neo-presidente Righi fa grandi proclami: azzeramento dei debiti della precedente gestione, cinque nuovi giocatori di alto livello e calcio spettacolo. L’avventura però non dura molto: qualche mese più tardi la federazione ungherese squalifica la società per mancati pagamenti ai dipendenti e al fisco. A meno di un anno dell’ingresso a gamba tesa di Righi, lo storico club viene sciolto e scompare per sempre.

                    Il rettangolo verde è una vera passione per Tonino & Co. A settembre 2008, un anno dopo lo sbarco in Ungheria, il gruppo usa la società inglese Finance Mortgages Limited per l’acquisto del Modena Calcio con una fidejussione da mezzo milione di euro, salvo poi sparire nel nulla. Un’operazione folle, a meno che non avesse come unico scopo quello di giustificare dei movimenti di soldi finiti poi altrove. Lo stesso drappello di soci di Righi finisce in guai seri con la giustizia rispetto ad un’altra operazione finanziaria sospetta in tema di calcio. Nel 2013 infatti Alessandro della Chiesa viene condannato a sei anni e mezzo per la bancarotta fraudolenta del Ravenna Calcio.

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                      Delle varie aziende inglesi usate da Righi e identificate da Irpi, ne rimane attiva solo una. Si chiama Business Bank Italy Ltd e ha sede in una villetta a schiera dell’estrema periferia Est di Londra. Ha però ambizioni da multinazionale. Viene aperta nell’estate del 2008 con 10 milioni di sterline da Alessandro della Chiesa, uomo chiave per Righi, proprio nel periodo in cui i due curano l’affare del pesce per conto del clan Mazzarella. Righi comparirà nella Business Bank come amministratore e azionista solo quattro anni più tardi, per qualche mese, per passare nuovamente la palla ai suoi fidati collaboratori. Fino al 2015 la società rimane sottotraccia, poi di colpo pubblica un sito web per attrarre clienti con tanto di motto: “servizi finanziari per l’investitore globale”. Una “venture capitalist alla ricerca di idee rivoluzionarie che già da diversi anni aiuta imprenditori a realizzare i propri sogni”, si legge sul sito, che ai progetti selezionati fornisce “equity, capitali di partenza e prestiti da investitori privati”. Una pretesa singolare per una società che si sveglia da una glaciazione di quattro anni. Ma soprattutto una promessa che non trova conferma nella realtà.

                      E’ davvero difficile entrare in contatto con chi l’amministra. Da gennaio di quest’anno infatti la controlla un misterioso italiano registrato presso un indirizzo ungherese, una casetta modesta in un villaggio nella piana di Budapest. E dal 26 giugno a dirigerla è un 71enne di Mazara del Vallo. Entrambi impossibili da contattare. Non è stato possibile chiedere delucidazioni né a Righi, né al socio Della Chiesa perché, contattati da Irpi tramite i legali, hanno preferito non rispondere né su questo ne sulle vicende processuali che li riguardano.

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