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L'angolo di ROL
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http://www.ilcittadino.it/p/notizie/...a_settore.html
Le Fiamme Gialle stanno procedendo all’esecuzione di 20 perquisizioni ed all’applicazione di 8 misure cautelari personali e sequestri di beni mobili ed immobili, per un valore complessivo pari a 26 milioni di euro.
L’obiettivo delle investigazioni sono stati imprenditori e professionisti ruotanti intorno ad un gruppo di società, operanti nel settore dell’”Information Technology”, cui sono stati contestati l’associazione per delinquere finalizzata all’emissione ed all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebite compensazioni e truffa aggravata ai danni dello Stato, nonché altri reati fiscali per omessa o infedele dichiarazione.
Avvalendosi della consulenza fornita dal predetto commercialista di Latina, mettevano a punto una “pianificazione fiscale” illecita, rivolta preordinatamente a non versare allo Stato i propri debiti IVA ed i contributi previdenziali ed assistenziali dei propri dipendenti. La frode passava per lo svuotamento di una prima società (che aveva accumulato un debito IVA di quasi 2 milioni di euro), la creazione di tre società di comodo cui far confluire il personale dipendente (circa 120 lavoratori), la fraudolenta compensazione dei debiti d’imposta erariali, previdenziali ed assistenziali dovuti con crediti IVA, creati ad arte, attraverso l’annotazione di fatture per operazioni inesistenti, relativi a contratti di appalto fittizi e concernenti, in realtà, servizi mai resi dalle società “capogruppo”.
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
I primi sospetti sono arrivati dopo che l’Antitrust si era presentata in Lega Calcio con un decreto di sequestro per acquisire le carte per l’assegnazione dei diritti televisivi per le stagioni di Serie A del triennio 2015-2018. Allora si ipotizzava che tra i grandi club si fosse creato un trust , un accordo occulto per garantirsi la parte più grossa dei diritti. Poi sulla scrivania del pm Pellicano sono arrivati gli sviluppi dell’inchiesta sul barone Filippo Dollfus de Volkesberg, finito in manette a maggio con l’accusa di gestire conti cifrati in Svizzera a imprenditori italiani di primo piano.
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