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L'angolo di ROL
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„la società che ha emesso le fatture “gonfiate”, avrebbe anche fornito falsi preventivi riferiti a soggetti economici estranei ai fatti.“
il riso patate e cozze chiavi in mano ahahahahahaha
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Secondo quando riferì N. un funzionario di banca interrogato dopo una rogatoria internazionale, la donna avrebbe fatto in modo che fosse aperto un conto intestato alla figlia di Guida che avrebbe fatto da prestanome. I soldi furono spostati da una banca all’altra, prima alla Monte Paschi Suisse di Lugano, poi alla Bruxelles Lambert e poi alla filiale luganese della PBK e da qui, stando agli inquirenti, si sarebbe tentato di trasferire i soldi in Lussemburgo, ma le norme sulla trasparenza fiscale introdotte Svizzera nel 2015 non hanno permesso quest'ultimo passaggio. L'avvocatessa fu arrestata nel settembre del 2016 nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta «banca della camorra» di piazza Risorgimento a Milano, una sorta di istituto di credito clandestino gestito da Guida e Fiorentino che prestava soldi agli imprenditori a tassi usurari. Gli inquirenti ritengono che il conto sia stato gestito dall'avvocatessa dal 2003 al 16 ottobre 2015. Alle banche di Lugano la figlia di Guida era stata fatta passare come figlia di un ricco industriale trasferito in Brasile, che le ha lasciato una notevole ricchezza a Milano.
era stata fatta passare....????? in che senso?
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggioSecondo quando riferì N. un funzionario di banca interrogato dopo una rogatoria internazionale, la donna avrebbe fatto in modo che fosse aperto un conto intestato alla figlia di Guida che avrebbe fatto da prestanome. I soldi furono spostati da una banca all’altra, prima alla Monte Paschi Suisse di Lugano, poi alla Bruxelles Lambert e poi alla filiale luganese della PBK e da qui, stando agli inquirenti, si sarebbe tentato di trasferire i soldi in Lussemburgo, ma le norme sulla trasparenza fiscale introdotte Svizzera nel 2015 non hanno permesso quest'ultimo passaggio. L'avvocatessa fu arrestata nel settembre del 2016 nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta «banca della camorra» di piazza Risorgimento a Milano, una sorta di istituto di credito clandestino gestito da Guida e Fiorentino che prestava soldi agli imprenditori a tassi usurari. Gli inquirenti ritengono che il conto sia stato gestito dall'avvocatessa dal 2003 al 16 ottobre 2015. Alle banche di Lugano la figlia di Guida era stata fatta passare come figlia di un ricco industriale trasferito in Brasile, che le ha lasciato una notevole ricchezza a Milano.
era stata fatta passare....????? in che senso?
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In busta paga finivano trasferte inventate: scoperta evasione da 22 milioni
Alcune imprese metalmeccaniche indagate per truffa ai danni dello Stato. Sanzioni per oltre 600mila euro
Truffa ai danni dello Stato, 13 milioni di imponibile contributivo evaso, 9 milioni di contributi omessi, sono gli esiti degli accertamenti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ravenna – in congiunta con il personale di Vigilanza della sede Inps di Ravenna – che hanno interessato alcune imprese metalmeccaniche che operavano nel porto di Ravenna e in alcuni stabilimenti industriali in Ravenna e provincia.
Nel corso delle verifiche – che hanno riguardato il periodo dal 2013 al 2019 – gli ispettori, hanno rilevato un eccesso di rimborsi economici riconosciuti ai dipendenti (sono state verificate 300 posizioni lavorative) per trasferte e indennità chilometriche, nonché di assenze per permessi non retribuiti indicati in busta paga, per i quali non veniva prevista alcuna forma di prelievo contributivo e fiscale.
Dalle indagini sono emerse incongruenze, in quanto dall’esame della documentazione è emerso che i lavoratori, talvolta, nella medesima giornata, figuravano contemporaneamente in trasferta in Italia o all’estero e in assenza non retribuita.
Dai rilievi effettuati, anche attraverso il monitoraggio degli spostamenti sul territorio dei lavoratori e il riscontro con la documentazione aziendale (biglietti di viaggio, scontrini e ricevute di pasti, di pernottamenti in hotel, contratti di affitto di appartamenti, documenti relativi ai cantieri di lavoro, rilevazione presenze dei dipendenti), è stato possibile constatare che in moltissimi casi venivano annotate nelle buste paghe, rimborsi manipolati, viaggi di lavoro mai effettuati e trasferte simulate.
Le verifiche hanno accertato che nei fatti le indennità di trasferta e indennità chilometriche non erano altro che retribuzione di ore di lavoro ordinario e straordinario o maggior retribuzione per accordi individuali tra l’azienda e il lavoratore.
Gli ispettori hanno verificato che il calcolo degli stipendi mensili non veniva correttamente riportato sulla busta paga, in quanto queste ultime venivano compilate artificiosamente (proprio per evadere la contribuzione Inps); il meccanismo fraudolento intercettato dagli ispettori, consisteva nell’indicare non le ore di lavoro nel concreto fatte (ed assoggettabili a contribuzione Inps), bensì un numero minore di ore, indicando altresì indennità di trasferta e indennità chilometriche fittizie (non assoggettate a contribuzione) fino a raggiungere la paga oraria concordata tra lavoratore ed azienda (cosiddetto sistema della paga globale).
Una parte considerevole degli stipendi realmente corrisposti ai dipendenti, da assoggettare a tassazione ed ai prelievi previdenziali ed assistenziali, venivano camuffati da indennità di trasferta rimborsi chilometrici, per le quali non è invece prevista alcuna forma di ritenuta fiscale e previdenziale.
Gli ispettori hanno scoperto che, per non versare i contributi previdenziali, le aziende alteravano le buste paga, la documentazione giustificativa delle trasferte, i rimborsi chilometrici e i permessi non retribuiti. Nelle fasi delle indagini sono state acquisite richieste formali di permessi non retribuiti, fogli trasferte e indennità chilometriche, compilati all’insaputa dei lavoratori e generalmente non firmate dai dipendenti o firmati senza conoscerne il contenuto.
In alcuni casi i lavoratori non hanno riconosciuto la propria firma sui suddetti documenti, alcuni dipendenti non avevano l’auto né altro mezzo, mentre in busta paga gli veniva corrisposta l’indennità chilometrica per viaggi con la propria auto, in realtà mai effettuati.
Il sistema così delineato ha permesso alle imprese ispezionate di evadere nei cinque anni la contribuzione obbligatoria per un ammontare complessivo di 22 milioni di euro. Sono state elevate sanzioni per oltre 600 mila euro e i trasgressori sono stati deferiti alla Procura della repubblica per Truffa ai danni dello Stato.
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Parcella divisa in due
per risparmiare sull'Iva
Emblematico il caso di un grosso professionista che opera in un agglomerato urbano del Centro Sud, ben conosciuto e stimato dalla cerchia dei suoi clienti. A differenza di buona parte dei suoi colleghi, in regola con il fisco, lui evade. Ma come ha fatto, visto che i notai operano con atti pubblici e hanno un cosiddetto "repertorio" dove devono annotare tutte le fatture e le notule emesse? Semplice: il marchingegno si chiama "spese anticipate in nome e per conto". Mettiamo che il costo complessivo della prestazione ammonti a 1.000 euro, ebbene il notaio in questione ha messo in atto un astuto stratagemma. Ha diviso in due la parcella: la prima parte, di circa 500 euro, è il compenso vero e proprio sul quale ha pagato regolarmente l'Iva. Gli altri 500 euro sono passati invece per spese "in nome e per conto", ovvero benzina, spese di ristorazione, noleggio di autovetture e così via. Su questa ultima parte relativa alle spese sono scattati immediatamente due vantaggi: il primo è che il notaio non è tenuto a pagare l'Iva sulle spese; il secondo è che l'importo può essere portato in deduzione come un costo. Un po' di disinvoltura, qualche artificio contabile, il cliente spesso in soggezione e senza informazioni sui meccanismi fiscali e amministrativi, e il gioco è fatto.
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