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– Quello che emerge è un complesso sistema di società cartiere, costituite all’estero, che grazie a false fatturazioni permettevano di reimmettere in circolazione denaro di provenienza illecita, usato poi per nuovi investimenti». Dalle indagini è emersa una rete di aziende impegnate nei settori più diversi – dalla grande distribuzione all’acciaio, dalle costruzioni agli appalti pubblici - tutte considerate di diretta espressione dei clan dei tre “mandamenti” della ‘ndrangheta del reggino, i Nirta-Strangio per la zona jonica, gli Araniti per Reggio città, i Piromalli per la fascia tirrenica. Aziende di ‘ndrangheta in tutto e per tutto, che non hanno incontrato ostacoli nel relazionarsi con imprenditori del centro e nord Italia, come nel ripulire il denaro tramite cartiere sparse tra l’area balcanica, l’Est Europa e la Gran Bretagna.
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L'uomo d'affari cinese - come ricostruito dal Corriere della Sera - era inseguito già nel maggio 2016 da un istituto di credito per un debito non restituito dalla sua holding e negli scorsi mesi anche la Banca di Canton ha chiesto la liquidazione per bancarotta: le quote detenute dalla sua cassaforte andranno all'asta. Ma per chi lo ha assistito durante la vendita e per la Lega Calcio le garanzie sono sufficienti

https://www.ilfattoquotidiano.it/201...to-ok/4170332/
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Il meccanismo prevedeva un gruppo di società di comodo che avevano sede in Croazia, in Slovenia, in Austria e in Romania. In realtà, secondo gli inquirenti, si trattava di società “cartiere” che servivano per mettere in piedi operazioni commerciali inesistenti grazie a documenti fiscali e operazioni di pagamento fittizie. Ecco perché, entro i due anni dalla costituzione di queste società, la sede legale veniva trasferta nel Regno Unito dove poi cessavano l’attività evitavando in questo modo accertamenti, anche ex post, sulla loro contabilità. Uno stratagemma che consentiva di schermare numerosi trasferimenti di denaro, da e verso l’estero, funzionali agli indagati per riciclare e reimpiegarei soldi sporchi della ‘ndrangheta. Ma non solo. Il meccanismo delle false transazioni commerciali serviva a instaurare articolati flussi finanziari tra le aziende degli indagati. Flussi che poi sarebbero stati messi a disposizione di numerosi “clienti” delle società cartiera per frodare il fisco.Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
– Quello che emerge è un complesso sistema di società cartiere, costituite all’estero, che grazie a false fatturazioni permettevano di reimmettere in circolazione denaro di provenienza illecita, usato poi per nuovi investimenti». Dalle indagini è emersa una rete di aziende impegnate nei settori più diversi – dalla grande distribuzione all’acciaio, dalle costruzioni agli appalti pubblici - tutte considerate di diretta espressione dei clan dei tre “mandamenti” della ‘ndrangheta del reggino, i Nirta-Strangio per la zona jonica, gli Araniti per Reggio città, i Piromalli per la fascia tirrenica. Aziende di ‘ndrangheta in tutto e per tutto, che non hanno incontrato ostacoli nel relazionarsi con imprenditori del centro e nord Italia, come nel ripulire il denaro tramite cartiere sparse tra l’area balcanica, l’Est Europa e la Gran Bretagna.
https://www.ilfattoquotidiano.it/201...stria/4170286/
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tando alle indagini della Dia, infatti, dai conti correnti delle società “cartiere” messe in piedi da Scimone transitavano centinaia di migliaia di euro al mese. Soldi che poi rientravano in Italia mediante bonifici a società di comodo oppure finivano sui conti delle società estere da dove, in un secondo momento, venivano prelevati e portati in contanti in Calabria
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Da almeno un decennio il Parlamento di Strasburgo approva documenti che chiedono, in particolare, di estendere a tutti i Paesi membri il reato di associazione mafiosa, il 416 bis presente nel codice penale italiano, e la possibilità di confiscare ricchezze non giustificabili anche in assenza di una condanna penale, altro “prodotto” all'avanguardia della legislazione italiana. Ma finora tutto questo è rimasto lettera morta, per l'opposizione di diversi Paesi membri, nonostante le pressanti richieste di Europol ed Eurojust, vale a dire la polizia e la magistratura dell'Unione. Così come hanno finito per impaludarsi i negoziati sulla Procura europea, anche questa sgradita a diversi Stati membri.
Così le mafie e le organizzazioni criminali si dedicano allo “shopping giuridico”, cioè approfittano dei Paesi dove le norme (e le indagini) sono più morbide. Anche se uccidono poco, il pericolo messo in evidenza dagli investigatori è il condizionamento dell'economia, del mercato, della libera concorrenza. “La strategia globale delle mafie italiane all'estero è tenere il basso profilo”
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il sistema fraudolento così congeniato faceva gravare sulle casse dell’Erario il costo del denaro contante ricevuto dagli imprenditori toscani e, di converso, il profitto illecito dei calabresi. Infatti, il “prezzo” pagato dagli imprenditori toscani per il finanziamento ottenuto era, di fatto, celato sotto forma di IVA corrisposta per il pagamento delle menzionate fatture false (imposta poi portata a credito nelle liquidazioni periodiche dagli stessi imprenditori) mentre le società emittenti le citate fatture non hanno mai provveduto a versare l’IVA incassata.Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio“All’estero le mafie italiane hanno soggetti specializzati nel ripulire il denaro sporco."..........( non solo all'estero..
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http://www.gdf.gov.it/stampa/ultime-...de-sequestrateOriginariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio“All’estero le mafie italiane hanno soggetti specializzati nel ripulire il denaro sporco."..........( non solo all'estero..
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