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concorso agenzia delle entrate 2015 - 892 posti per funzionari amministrativi

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    “Queste prime assoluzioni dimostrano che esiste una vasta zona grigia che prima era punita e ora non lo è più”, argomentaGiovanni Paglia, deputato di Sel e membro della commissione Finanze della Camera. “Il governo sostiene che il penale non serve per reprimere l’evasione perché è sufficiente sanzionare pesantemente. Io la penso all’opposto: la certezza della pena in carcere è un deterrente molto forte per questo tipo di reati. Ben più delle sanzioni: basta guardare le statistiche sugli accertamenti fiscali (nel 2014 sulle persone fisiche ne sono stati fatti 421mila, ndr) per rendersi conto quanto bassa sia la probabilità di essere controllati”. Per questo “ancora più grave è avere cancellato il raddoppio dei termini di accertamento a disposizione dell’agenzia delle Entrate” per accertare i casi di evasione. Il decreto sulla certezza del diritto aveva lasciato quella possibilità al fisco solo nei casi in cui ci fossero risvolti penali e l’amministrazione finanziaria avesse presentato denuncia nei confronti del contribuente entro i termini ordinari (quattro anni dalla presentazione della dichiarazione dei redditi falsata e cinque per i casi di dichiarazione omessa o nulla). Ma un emendamento di Scelta civica alla legge di Stabilità manda al macero pure questa “concessione”. Se il fisco non corre, l’evasore è salvo. “Mi chiedo quale sia la ragione per la quale il ministro Padoan abbia lasciato passare anche questo ennesimo strappo alle norme che servono per contrastare l’evasione fiscale”, ha commentato l’economista Vincenzo Visco, titolare di via XX Settembre durante i governi Prodi e D’Alema. Quel che è certo è che è stata una vittoria politica per il partito del sottosegretario Enrico Zanetti, che con le Entrate ha ingaggiato una dura battaglia contro la “sanatoria” per i dirigenti dichiarati illegittimi dalla Consulta ed è arrivato a chiedere la testa della numero uno Rossella Orlandi.
    Triplicare tetto al contante? “Facilita il riciclaggio di chi evade, spaccia o sfrutta prostituzione”
    Quanto all’innalzamento della soglia di uso del contante, “facilita il riciclaggio da parte di chi evade, spaccia o sfrutta la prostituzione. Quindi consente a molta gente che ha soldi sporchi sotto il materasso di utilizzarli. Da questo punto di vista che ha sicuramente un senso politico, perché garantisce il consenso dei piccoli evasori. In più, c’è l’idea che in questo modo si stimolano i consumi di lusso“. Con conseguente spinta per il pil. “Al contrario, se l’obiettivo fosse far emergere il nero perché non legalizzare la marijuana?”.

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      Secondo Renzi tutto si risolve con la digitalizzazione: ormai, ha detto il premier il 21 novembre, “con un clic guardi chi sono (gli evasori ndr), gli mandi una mail: ‘Ti sei dimenticato di pagare le tasse’. Per il disturbo, al momento, paghi una multa“. “Dell’incrocio delle banche dati si parla da almeno 15 anni, ma la realtà è che non si è mai investito per uniformarle e farle dialogare”, gela l’entusiasmo Alberto Vannucci, docente di Scienza politica all’università di Pisa, presidente di Libertà e giustizia e membro del Comitato consultivo dell’associazione Avviso Pubblico. Che legge le riforme apportate dal governo alla disciplina dei reati fiscali e l’aumento della soglia del contante come “un pericoloso segnale di liberi tutti“.
      “Si alzano soglie di “illegalità consentita”: messaggi in codice per i commercialisti e i diretti beneficiari”
      “In modo coerente si sono introdotte norme che apparentemente semplificano il quadro normativo e inaspriscono le pene – penso al nuovo falso in bilancio, punito con il carcere fino a 8 anni – ma se le esamini nel dettaglio in realtà alzano le soglie di “illegalità consentita“. Sono messaggi sottili, che capiscono solo i commercialisti e i diretti beneficiari: per esempio nell’articolo sulla dichiarazione infedele è bastato sostituire “elementi passivi fittizi” con “elementi passivi inesistenti” per far salvo chi indica di aver sostenuto costi esistenti ma che la disciplina non permetterebbe di dedurre”. Cavilli a cui si aggiungono “meccanismi premiali per cui non è più punibile il contribuente che, già imputato, accetta di pagare debiti con il fisco e sanzioni. Così di fatto l’evasione diventa una scelta razionale“. L’obiettivo finale? “Non è risolvere il problema del sommerso, ma creare un bacino di consensi presso certe categorie”. Una valutazione non lontana da quella dell’Economist, secondo cui “un governo coraggioso proverebbe a risolvere il problema (dell’eccessiva pressione fiscale, ndr) abbassando le aliquote, migliorando i controlli e ampliando la base fiscale. Invece, rendendo più facile imbrogliare, Renzi farà sì che il peso dello Stato ricada sulle spalle di meno italiani”.

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        Per il tributarista Tommaso Di Tannoquando si parla di tasse il senso pratico deve avere la priorità. E’ per questo che, nei panni di Pier Carlo Padoan, non avrebbe dubbi: “Penserei più al gettito che all’etica”. Dal punto di vista etico “non è condivisibile, per esempio, la scelta di non punire con il carcere l’elusione fiscale, perché mentre a evadere sono spesso professionisti, piccoli commercianti e artigiani gli elusori sono invece grandi delinquenti, gente che scientemente mette in piedi operazioni complesse mirate a ottenere un vantaggio fiscale“. Ma “sotto il profilo della politica tributaria occorre tener conto che sanzionare penalmente l’elusione può accentuare le differenze di legislazione tra l’Italia e gli altri Paesi a nostro anno. Allora, ben venga la Realpolitik“.

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          "Bisogna andare a prendere i soldi dove si ha la certezza di trovarli :dove si fa il “nero”con le indagini bancarie e finanziarie, strumento esistente da 50 anni almeno.

          Si identificano i rapporti del contribuente con il sistema bancario e finanziario; e non solo i suoi ma anche quelli del suo nucleo familiare, parenti, persone che possono ragionevolmente aver operato per suo conto, dipendenti di fiducia, soci… Si fa la somma degli accrediti, la si confronta con i ricavi dichiarati e si chiede conto della differenza. Prestiti, eredità, vincite al gioco, donazioni (la fantasia degli evasori non ha limiti), purché provati (dal contribuente), vengono sottratti dal totale. Il resto è evasione, “nero”. Giuridicamente, nell’immancabile contenzioso tributario, non c’è partita, alla fine i soldi il Fisco li porta a casa. E poi le risorse che simili accertamenti richiedono assicurano un ottimo rapporto costi/benefici.

          Allora, perché non si fa così? La risposta sta nelle linee guida dell’Agenzia delle Entrate: “Indagini finanziarie per l’attività di controllo. Devono essere utilizzate solo a seguito di un’attenta attività di analisi del rischio che faccia emergere significative anomalie dichiarative, preferibilmente quando è già in corso un’attività istruttoria dell’ufficio. Ugualmente, nei controlli agli esercenti arti e professioni, sarà utilizzato lo strumento delle indagini finanziarie solo quando la posizione fiscale è difficilmente riscontrabile con altre modalità istruttorie”.

          Dunque, secondo l’Agenzia, prima bisogna accertare “anomalie dichiarative” e – poi – si va a controllare in banca; prima si adottano “altre modalità istruttorie” e – poi – se non si accerta niente (ovviamente non si accerta niente, il “nero” si chiama così perché è nascosto) si va in banca.

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            In altre parole, prima si lavora a vuoto e poi si fa sul serio......

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              http://ricerca.repubblica.it/repubbl...uppi-sono.html


              e per derivazione anche le dichiarazioni......

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                e lo sono ancor di più oggi.....

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                  RESIDENTI ALL'ESTERO POSSONO ESSERE SOGGETTI A IMPOSTA IN ITALIA?

                  sottodomande...

                  Stabile organizzazione

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                    STABILE ORGANIZZAZIONE

                    sottodomande.....

                    Un soggetto non residente può operare nel nostro paese?

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