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A far partire le verifiche è stata la scoperta dello «scudo fiscale» utilizzato da alcuni manager per far rientrare una parte delle somme in Italia. Si è così accertato che «gli illeciti guadagni venivano ripartiti tra i membri del sodalizio per effetto di movimenti finanziari verso l’estero attraverso la società “Rockport Financial Inc” con sede ad Anguilla che inviava il denaro alla banca d’affari “Uib, United Investment Bank” di Vanuatu presso istituti di credito di San Marino». Sono 47 i milioni di euro già trovati, ma in totale risultano almeno 90 quelli sottratti a Mps e trasferiti su conti personali......
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Le operazioni Otc sono comuni sui mercati finanziari e pienamente legittime, ma quelle di Enigma, secondo l’accusa, erano realizzate “a condizioni predeterminate e diverse da quelle realizzabili sul mercato, al solo fine di conseguire un profitto” da occultare. Ovvero, Enigma si interponeva tra Mps e altre istituzioni finanziarie, comprava e vendeva prodotti e realizzava cosi’ un profitto che, nelle ipotesi d’accusa, veniva poi diviso “con dirigenti infedeli di Mps”. Sulle operazioni, sarebbe poi stato commesso il reato di evasione fiscale.
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La Procura di Siena allarga ulteriormente gli orizzonti dell’inchiesta su Monte dei Paschi. Il tesoretto della “banda del 5%” sembra non limitarsi ai “soli” 48 milioni di euro sequestrati finora. Gianluca Baldassarri è stato segnalato in Svizzera, dove la giustizia locale sta verificando le transazioni effettuate dal manager in alcuni conti segreti.Il “Corriere” riporta direttamente una nota del 4 marzo delle autorità elvetiche, che sottolineano il fatto che Baldassarri sia stato “segnalato in via amministrativa e indagato per riciclaggio, essendovi indizi che questi abbia depositato o fatto transitare denaro provento di reato su relazioni bancarie svizzere”. I pubblici ministeri del Tribunale di Siena stanno collaborando da tempo con la magistratura della Svizzera, per cercare di rintracciare queste transazioni.
I pm sostengono che la “banda del 5%” sarebbe stata diretta dallo stesso Baldassarri, che avrebbe ricevuto vari “compensi extra” su alcune operazioni. Finora a Baldassarri erano stati sequestrati 20 milioni di euro, rientrati in Italia grazie allo “scudo fiscale” e dalla provenienza non ancora accertata. Il manager si è avvalso della facoltà di non rispondere: non si conosce, quindi, la provenienza dei fondi prima del ritorno in Italia e, in alcuni casi, anche l’origine dei fondi al momento del pagamento della tangente.
Oltre a Baldassarri, la lista della “banda” vanta alti cinque nomi, per ora: Alessandro Toccafondi (il vice di Baldassarri nella Direzione Finanza di MPS), cui sono stati sequestrati 13,8 milioni e Antonio Pantalena (broker di MPS), al quale sono stati bloccati 908mila euro; fuori da MPS sono stati sequestrati 14 milioni agli agenti della società di broker “Enigma” Fabrizio Cerasani, David Ionni e Luca Borrone.
Si pensa che, con l’analisi dei conti segreti in Svizzera, la lista dei nomi e la cifra del tesoretto possa aumentare.Continua anche l’analisi delle azioni di alcune società di broker collegate a MPS, come Enigma e Lutifin, ritenuti i “corrieri” delle commissioni tra chi pagava le tangenti e la “banda del 5%”. I pm stanno cercando di analizzare la posizione dei vertici di MPS: Giuseppe Mussari e Antonio Vigni. Non è ben chiaro se i due fossero a conoscenza, o meno, dell’entità del giro di tangenti e, soprattutto, se i due abbiano ricevuto, o meno, delle tangenti a loro volta. La tesi dei pm è che i vertici traessero vantaggio nel semplice consolidamento del loro potere, attuato dalla realizzazione delle operazioni di Baldassarri.
La posizione di Mussari e Vigni, indagati per associazione per delinquere e ostacolo alla vigilanza, sembra essere di complicata analisi. I pm, invece, sostengono che Baldassarri sia l’ispiratore effettivo del comportamento dei due, a partire dall’opera di occultamento del contratto con la banca Nomura, riferito alla “ristrutturazione” di Alexandria, utilizzato per occultare una perdita di 273 milioni.
Un altro orizzonte delle indagini che si sta allargando è il filone dei derivati. Dopo le operazioni “Alexandria” e “Santorini”, la Procura sta analizzando “Nota Italia”, “Casaforte”, “Chianti classico”, “Patagonia” e “Anthracite”. Al momento non ci sono novità precise e ufficiali in merito.
Va sottolineato il fatto che, da venerdì 8 marzo, Baldassarri è in carcere a Firenze, dopo che il gip di Siena, Ugo Bellini, ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare del 14 febbraio, perché sono emersi elementi che avevano fatto pensare a un possibile tentativo di fuga e inquinamento delle prove.FONTE: http://www.you-ng.it/news/politica-e...-svizzera.html
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Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggiope piglià sonno....
crediti, derivati, rendiconto finanziario, criticità fiscali.....
https://www.youtube.com/watch?v=pE5xv7E1seE
L’ autonomia del bilancio era riconosciuta dall’Amministrazione Finanziaria: cfr. C.M. 73/E/1994.
“Qualora l'impresa non si attenga alle previsioni civilistiche … si può affermare, in via di principio, che l'Amministrazione non è legittimata a entrare nel merito delle valutazioni operate in sede civilistica e dovrà pertanto attenersi alle risultanze di bilancio.
Tuttavia, se, successivamente all'approvazione, il bilancio viene riconosciuto falso in sede giudiziaria e dalla declaratoria del giudice emerge materia imponibile non si può escludere un'azione accertatrice di detto maggior reddito.
Poi dopo……..
L. Finanziaria 2008 (art. 1 co. 34 L. 244/2007):
C.M. 12/E/2008:……………… rilevano le giustificazioni fornite in nota integrativa……………
Si ritiene che la coerenza dei comportamenti contabili adottati potrà essere dimostrata dal contribuente e verificata dallAmministrazione finanziaria utilizzando ogni elemento ritenuto utile al raggiungimento del predetto fine (ad esempio, le indicazioni fornite nella nota integrativa, il confronto con i bilanci relativi agli esercizi precedenti, ecc.).
Le predette indicazioni in nota integrativa non possono, peraltro, intendersi preclusive dei poteri di controllo della Amministrazione finanziaria.
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spesso anche questo......
E’ stato infatti riscontrato un consolidato sistema elusivo posto in essere da una S.p.a. operante nel settore energetico, che, utilizzando titoli derivati del tipo swap, ha sottratto a tassazione oltre 250 milioni di euro.
L’elusione è stata resa possibile attraverso la sottoscrizione di oltre 1100 contratti derivati del tipo “Interest rate swap”, principalmente su commodities (materie prime) e currency (valute) con diversi istituti di credito, ponendo così in essere una attività speculativa extra statutaria, con conseguente, indebito, risparmio d’imposta.
La natura speculativa dei contratti derivati stipulati dalla società discende dal fatto che la negoziazione degli stessi non rientrava, infatti, nell’oggetto sociale della propria attività con la conseguenza, dal punto di vista fiscale, della violazione al principio di inerenza dei costi.
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