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    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
    definizione : valutazione al costo ammortizzato....


    Probabile domanda..nuovo 2426 cc


    L’applicazione di questo principio pare non riguardare i crediti e i debiti commerciali. In queste operazioni, infatti, i tempi di incasso e di pagamento si presentano di norma brevi e la componente finanziaria (interessi espliciti o impliciti) non assume rilievo.
    Pertanto, nella sostanza, l’applicazione del “vecchio” e del “nuovo” principio non conducono a risultati differenti e quindi i crediti commerciali a breve possono essere valutati al valore di presumibile realizzo, mentre per i debiti commerciali a breve si farà riferimento al valore di presumibile estinzione futura.


    Il criterio del costo ammortizzato deve invece essere applicato ai crediti e debiti di natura finanziaria.
    Tale modalità di valutazione ha sempre la sua base nel costo storico, ma tiene conto delle differenze tra tassi di interesse nominali e tassi effettivi, in particolare impone di ripartire (ammortizzare) le componenti di reddito finanziarie (interessi) lungo la durata dell’operazione.


    esempio

    Se si ipotizza un’impresa che contrae un debito di € 100.000 avente scadenza 10 anni al tasso contrattuale del 10% annuo, sostenendo commissioni per € 2.000, ....l’accredito netto (effettivo) sarà di € 98.000.

    Il debito verrà pertanto iscritto a € 98.000 e il tasso di finanziamento effettivo sarà calcolato su € 98.000 e non su € 100.000, risultando pari non al 10% ma al 10,33%. Ciò comporta la redazione di un nuovo piano di ammortamento finanziario del debito in base al tasso effettivo e non a quello nominale, con l’iscrizione a Conto Economico degli oneri finanziari effettivi.

    Per quanto riguarda i crediti e i debiti, si richiede di tenere conto del “fattore temporale”: in altri termini, i crediti e debiti che al momento della loro rilevazione iniziale non sono produttivi di interessi oppure producono interessi a un tasso notevolmente inferiore a quelli di mercato, vanno “attualizzati”.

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      In sintesi, il costo ammortizzato può essere definito come la somma algebrica dei seguenti elementi:

      a) il valore iniziale (in genere rappresentato dal fair value) dell’attività o passività finanziaria;
      b) meno i rimborsi di capitale
      c) più l’ammortamento della differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, che viene calcolato con il criterio dell’interesse effettivo, ossia il tasso che rende la somma dei pagamenti o incassi annui attualizzati uguale all’importo iniziale.

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        Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
        La cd. sopravalutazione delle rimanenze è una modalità idonea a realizzarel’occultamento dei ricavi reali dell’impresa e consiste nell’attribuire alle merciinvendute un valore superiore a quello effettivo (c.d. “magazzino gonfiato”).

        In buona sostanza, tra le rimanenze finali vengono contabilizzate anche partedelle merci vendute.Tale tecnica non fa apparire tutto l’utile effettivamente realizzato, e consente dievadere l’IVA sulle vendite.Gli indizi di evasione mediate utilizzo di tale metodo possono essere reperitidall’inventario fisico al momento dell’accesso, dai registri e dalle dichiarazioniIVA (l’esistenza di frequenti saldi a credito nelle liquidazioni periodiche IVA e,conseguentemente, l’esistenza di una o più dichiarazioni annuali IVA chiuse acredito possono rappresentare un indizio di corrispettivi di vendita non registratia fronte di acquisti regolarmente contabilizzati), e dai conti cassa e banche(l’apporto di finanziamenti all’impresa da parte dei soci o dal titolare, che nonhanno altri redditi tali da giustificare tale ricchezza, può rappresentare unavalida spia).
        Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
        Sottovalutazione delle rimanenze di magazzino.
        Comporta un decremento del reddito dell’esercizio in chiusura.
        La sottovalutazione delle rimanenze può essere conseguita con due metodi alternativi:
        · Attraverso la dichiarazione in misura inferiore rispetto a quella reale della quantità dei beni giacenti in magazzino;
        · Attraverso l’applicazione di un criterio di valutazione errato secondo la normativa fiscale.

        Ok

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          Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
          http://www.corriere.it/economia/16_f...8b0a9701.shtml

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            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            L’applicazione di questo principio pare non riguardare i crediti e i debiti commerciali. In queste operazioni, infatti, i tempi di incasso e di pagamento si presentano di norma brevi e la componente finanziaria (interessi espliciti o impliciti) non assume rilievo.
            Pertanto, nella sostanza, l’applicazione del “vecchio” e del “nuovo” principio non conducono a risultati differenti e quindi i crediti commerciali a breve possono essere valutati al valore di presumibile realizzo, mentre per i debiti commerciali a breve si farà riferimento al valore di presumibile estinzione futura.


            Il criterio del costo ammortizzato deve invece essere applicato ai crediti e debiti di natura finanziaria.
            Tale modalità di valutazione ha sempre la sua base nel costo storico, ma tiene conto delle differenze tra tassi di interesse nominali e tassi effettivi, in particolare impone di ripartire (ammortizzare) le componenti di reddito finanziarie (interessi) lungo la durata dell’operazione.


            esempio

            Se si ipotizza un’impresa che contrae un debito di € 100.000 avente scadenza 10 anni al tasso contrattuale del 10% annuo, sostenendo commissioni per € 2.000, ....l’accredito netto (effettivo) sarà di € 98.000.

            Il debito verrà pertanto iscritto a € 98.000 e il tasso di finanziamento effettivo sarà calcolato su € 98.000 e non su € 100.000, risultando pari non al 10% ma al 10,33%. Ciò comporta la redazione di un nuovo piano di ammortamento finanziario del debito in base al tasso effettivo e non a quello nominale, con l’iscrizione a Conto Economico degli oneri finanziari effettivi.

            Per quanto riguarda i crediti e i debiti, si richiede di tenere conto del “fattore temporale”: in altri termini, i crediti e debiti che al momento della loro rilevazione iniziale non sono produttivi di interessi oppure producono interessi a un tasso notevolmente inferiore a quelli di mercato, vanno “attualizzati”.
            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            In sintesi, il costo ammortizzato può essere definito come la somma algebrica dei seguenti elementi:

            a) il valore iniziale (in genere rappresentato dal fair value) dell’attività o passività finanziaria;
            b) meno i rimborsi di capitale
            c) più l’ammortamento della differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, che viene calcolato con il criterio dell’interesse effettivo, ossia il tasso che rende la somma dei pagamenti o incassi annui attualizzati uguale all’importo iniziale.
            Ok, bisognera' esercitarsi a calcolare il costo ammortizzato

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              Originariamente inviato da strelizia Visualizza il messaggio
              Ok, bisognera' esercitarsi a calcolare il costo ammortizzato
              solo se rilevanti...........

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                nuovo principio 2423...principio di rilevanza (o di "materialità") come ideale completamento del principio di rappresentazione veritiera e corretta......

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                  Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                  solo se rilevanti...........
                  Per capire bene con un esempio numerico...

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                    Originariamente inviato da strelizia Visualizza il messaggio
                    Per capire bene con un esempio numerico...
                    aHAHHAHAAH

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                      se il bilancio rispetta la reale situazione non c'è bisogno di applicare tale metodo....se invece gi importi sono tali da inficiare la rappresentazione veritiere e corretta devi applicarlo......ma bisogna aspettare i nuovi oic per vedere cosa diranno....

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