Originariamente inviato da PPALAIA
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domande contabilità aziendale
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Originariamente inviato da Boriss Visualizza il messaggioAllora: parto da un utile civilistico di 100, pari al reddito fiscale imponibile.
Accantono per forza (necessità) 50 fiscalmente indeducibili.
Utile civilistico ante imposte 50. Reddito imponibile 50 (si parte dall'utile civilistico, e si effettuano le riprese in aumento e in diminuzione previste dalla normativa fiscale) + 50 (variazione in aumento per accantonamento non deducibile) = 100.
Poi, la norma fiscale mi consentirebbe di dedurre altri 50, MA A PATTO CHE TRANSITINO IN CONTABILITA'. Questo però sarebbe un inquinamento fiscale del bilancio, civilisticamente non più ammesso. Se facessi comunque così, avrei utile civilistico ante imposte 0, reddito imponibile 50. Ma ripeto, oggi non si potrebbe più inquinare fiscalmente il bilancio. Posso dedurmi questo accantonamento fiscale di 50 solo in dichiarazione dei redditi, senza farlo passare per la contabilità? Nemmeno, perchè la regola generale è che un costo è deducibile solo se transita in contabilità. I casi in cui posso abbattere il reddito conteggiando un costo non iscritto in contabilità sono elencati dalla norma fiscale e al di fuori di quelli non posso andare.
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E' normale che tu ti senta "bloccato", è abbastanza singolare, infatti, che, dopo qualche mese di studio della materia, si possano già affrontare le tematiche da te proposte nel threadUltima modifica di pokerissimo; 28-09-2008, 18:37.
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Originariamente inviato da redrum Visualizza il messaggioE' normale che tu ti senta "bloccato", visto e considerato che, per tua stessa ammissione, sei un profano della materia. La contabilità, o ragioneria che dir si voglia, richiede, per una buona assimilazione, tempo e tanta pazienza. Ammiro la tua buona volontà, ma ho come l'impressione che ti stia portando un po' troppo avanti con il tuo personale programma di studio: è abbastanza singolare, infatti, che, dopo qualche mese di studio della materia, si possano già affrontare le tematiche da te proposte nel thread.
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Originariamente inviato da pokerissimo Visualizza il messaggioNon è colpa mia se già nel quinto capitolo si trattano questi argomenti. Chiedo scusa se ho fatto intendere una cosa per un'altra, ma la mia è solo voglia di imparare e non una "sottovalutazione" della disciplina contabile.Ringrazio anticipatamente chi è in grado di spiegare concetti difficili con parole semplici per noi profani. Peraltro le tue parole lasciano intendere che sono un piccolo Frizzera che sta giocando con i forumisti. Spero di sbagliarmi ma se dovesse essere così ti invito a leggere tutti i miei interventi nel forum che ne dimostrano la genuinità .I.Santacrocelover
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Originariamente inviato da pokerissimo Visualizza il messaggioTi ringrazio per la rispostaOggi quindi un costo è deducibile solo se transità in contabilità tranne nei casi espressamente previsti dal TUIR?
ci sono delle deroghe:
1. comp.neg che sono stati iscritti nel c.e. di esercizi precedenti e la cui deduzione è stata rinviata in forza di norme di legge;
2. comp.neg che pur non essendo imputabili al c.e. sono deducibili per disp.di legge;
3. comp.neg, risultanti in base ad elementi certi e precisi, che si correlano in modo specifico a ricavi e altri proventi che, pur non essendo imputati al c.e., concorrono a formare il reddito imp.
Da quest'anno, invece, non è più possibile dedurre ammort.ti, accant.ti ed altri comp.neg in misura superiore agli importi iscritti nel conto ec.. Ricordo, per completezza, che tale facoltà era subordinata alla compilazione di un apposito "prospetto di raccordo tra valori civilistici e fiscali" della dichiarazione dei redditi.
P.S. redrum ha ragione..prima di porti il problema dei rapporti tra bilancio e reddito imp. studia per bene i capisaldi della contabilità e le varie scritturini in p.d....poi potrai passare al bilancio e alle problematiche fiscali connesse. Ciao
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In effetti ciò che mi rende perplesso è proprio questo. Per esperienza diretta, quando si studia contabilità si tende a far confusione e a non distinguere bene ciò che è l'aspetto civilistico da quello fiscale. Se uno è del tutto a digiuno, conviene studiare bene prima solo il civile (e continuo a pensare che sia meglio studiare direttamente codice civile e principi contabili, con l'ausilio di un manuale qualsiasi), poi solo il fiscale (anche qui, consiglierei un TUIR commentato e un testo IVA commentato invece che Simone e simili) e solo alla fine andare a cercare di capire quali sono i rapporti tra le due normative (anche qui, c'è un libro di Vasapolli, ma anche altri, dedicati espressamente a come si passa dall'utile al reddito).
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Originariamente inviato da redrum Visualizza il messaggioNon credo tu stia "sottovalutando la disciplina contabile", né tantomeno avanzo alcun dubbio sulla tua assoluta "genuinità". Non ho idea di quale testo (se così può essere definito) tu adoperi; ma - come ho scritto prima - ho avuto l'impressione che tu stia, in maniera forse inconsapevole, correndo un po' troppo: questa disciplina, infatti, si presta molto meno di altre, soprattutto per chi ne mastica poco, a facili operazioni di sintesi. Trattasi, naturalmente, del mio umilissimo parere.
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