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    salve a tutti , io faccio parte di quei pochi che hanno superato le preselezioni ma avevano compreso male l'art. 4 dei requisiti di ammissione, ho posto la domanda al ministero che mi ha così risposto:

    <FONT face=Arial size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">"<EM>Per Specializzazione si intende, ovviamente,

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      x perseolato:
      stiamo messi bene eh..

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        la risposta ufficiale del ministero!!!

        <FONT face=Arial size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10pt; FONT-FAMILY: Arial">Per Specializzazione si intende, ovviamente,

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          secondo tema - piccola bibliografia .... restauro centri storici
          1. A cura di A.Giuffrè Sicurezza e conservazione dei centri storici - Il caso Ortigia Laterza Una pietra miliare nello studio dei centri storici
          2. Antonino Giuffré, Caterina Carocci Codice di pratica per la sicurezza e conservazione dei Sassi di Matera Edizioni La Bautta - Roma Studio delle tecniche costruttive ed ipotesi di intervento nello straordinario insieme urbano di Matera
          3. Vittorio Ceradini a cura Area Grecanica Codice di pratica per la sicurezza e conservazione degli insediamenti storici Quaderni del Dipartimento P.A.U.(Patrimonio Architettonico e Urbanistico)" anno XII n.23/24Università degli studi mediterranea di Reggio Calabria Presentazione di Vittorio Ceradini "Il Codice di pratica per la sicurezza e la conservazione degli insediamenti storici della Grcanica è uno strumento metodologico, analitico ed operativo. Fornisce dati sulla storia sismica e sulla geologia dei luoghi ed esemplificazioni per il rilievo delle caratteristiche tipologiche e costruttive dell'edilizia storica di base ponendo in evidenza pregi e difetti. Suggerisce i netodi di analisi per le verifiche strutturali ed un esempio completo di progetto e di cantiere illustrando i problemi tecnici di realizzazione, i dati sui tempi e i costi su basi sperimentali per le principali lavorazioni"
          4. Antonio Giuffrè - Caterina Carocci Codice di pratica per la sicurezza e la conservazione del centro storico di Palermo Laterza Ultima opera del compianto prof. Giuffrè

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            Originariamente inviato da nikita2027 Visualizza il messaggio
            x perseolato:
            stiamo messi bene eh..
            hai qualche altra notizia in merito? ciao e fammi sapere!

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              Una nuova tappa dello scontro, inevitabile, fra le ragioni della tutela e della salvaguardia del bene comune e quelle del tornaconto mercantile.

              Da la Repubblica, 24 febbraio 2009 (m.p.g.)

              Il braccio di ferro fra Sandro Bondi e Salvatore Settis ha raggiunto il suo apice. Domani si riunisce il Consiglio superiore dei Beni culturali e ai diciotto suoi membri Settis, che del Consiglio è il presidente, leggerà una lettera di dimissioni. Molto motivata e molto dura, si sente dire. Ma non sarà solo il direttore della Normale di Pisa, storico dell’arte antica e dell’archeologia, ad andarsene. Dalle indiscrezioni che filtrano saranno almeno in quattro, forse in sei a lasciare l’incarico. E a quel punto non si sa quale sarà la sorte del principale organo di consulenza del ministero.
              Nel frattempo tornano insistenti le voci che vorrebbero lo stesso Bondi in partenza dal ministero. Lo attende l’incarico di coordinatore del Pdl.
              Al suo posto si insedierebbe Gaetano Quagliariello, attualmente vicepresidente dei senatori del centrodestra, il quale rinnoverebbe anche molto del personale che affianca Bondi.

              Ma fintanto che è al Collegio Romano, Bondi sfodera la sciabola. Il ministro ha reagito con durezza alle ultime dichiarazioni di Settis (una lunga intervista a L’espresso di venerdì, alla quale il titolare del dicastero ha replicato con un articolo sul Giornale). Lo scontro ha però radici antiche, il dissenso sulle linee di conduzione del ministero si è fatto più marcato con il passare del tempo. Qualche volta si è composto, ma ora sembra che non sia più possibile. «Se avesse voluto cercare un espediente per rassegnare le dimissioni», ha scritto il ministro, «il professor Settis non ne avrebbe potuto trovare uno migliore». E quale sarebbe l’espediente? Il sensazionalismo mediatico, l’aver espresso ai giornali le sue critiche. Peggio ancora, secondo il ministro, se si tratta di «stampa di opposizione».

              È proprio questo uno dei motivi della rottura. Settis non accetta di mettere il bavaglio. E così come è stato nel luglio scorso, quando denunciò il taglio di oltre un miliardo di euro nei bilanci già dissestati del ministero (il sottosegretario Francesco Giro di fatto lo licenziò, ma poi fu recuperata un’intesa con il ministro), anche stavolta il direttore della Normale non rinuncia a contestare le iniziative più discusse del ministero. Forte del fatto di essere presidente di un organo di consulenza e non un dirigente del ministero, soggetto a vincoli burocratici.

              Un duro contrasto si è manifestato con la nomina a direttore generale di Mario Resca, ex amministratore delegato della McDonald’s, al quale Bondi aveva in un primo tempo affidato poteri straordinari sulla gestione dei musei, sulle mostre, sconfinando persino nel campo della tutela. La reazione di tutte le associazioni di salvaguardia, la raccolta di migliaia di firme e una bocciatura netta da parte di tutto il Consiglio superiore, presieduto da Settis, indussero Bondi a una mezza marcia indietro, giudicata insoddisfacente da molti: Resca, che non aveva nessuna competenza in fatto di management culturale, si sarebbe occupato solo della valorizzazione (ma la nomina ancora non è formalizzata).
              Settis e il Consiglio non avevano taciuto il loro dissenso nei confronti della scelta, per esempio, di prestare a un museo del Nevada alcuni disegni di Leonardo, un’iniziativa fortemente sostenuta da Alain Elkann, consulente di Bondi, ma osteggiata dalla direttrice della Biblioteca reale di Torino che quei disegni custodiva. Anche la decisione di commissariare l’area archeologica romana ha incontrato le perplessità di Settis, oltre che l’opposizione dura di tutti i funzionari delle soprintendenze di Roma e di Ostia e di quattromila fra professori universitari e studiosi italiani e stranieri.

              Tutte queste e altre iniziative del ministero andavano nella direzione, agli occhi di Settis, di un progressivo svuotamento delle soprintendenze, per altro verso lasciate a languire, indebolite e delegittimate. Nel giro di pochi anni da quegli uffici andranno via molti funzionari che non verranno sostituiti. Già nei prossimi mesi resteranno scoperti alcuni fra i principali posti di soprintendente. È difficilissimo apporre dei vincoli di tutela e alcuni soprintendenti temono di non essere appoggiati dai vertici del ministero, anzi si sentono sempre in bilico, minacciati di trasferimento.
              In questa situazione ai limiti del collasso, sono stati istituiti commissari, i cui compiti sono ancora incerti. A Pompei il commissario Renato Profili non ha fondi propri, ma attinge a quelli ordinari della Soprintendenza. A Roma, dai Fori al Palatino, dai Mercati Traianei a Ostia, non è chiaro di che cosa si occuperà Guido Bertolaso, responsabile della Protezione civile.
              Ma che sia quest’ultima struttura quella che, agli occhi di chi dirige il ministero, fornisce maggiori garanzie lo prova il bando lanciato dal commissario a Pompei per assumere, anche con compiti di custode, volontari della Protezione civile.

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                Beni culturali: Settis si dimette da Consiglio superiore(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Il presidente del Consiglio superiore dei Beni Culturali, Salvatore Settis, si e' dimesso dall'incarico.

                Lo ha annunciato in una lettera letta ai consiglieri prima di abbandonare la seduta che e' stata subito sospesa dal vice-presidente Tullio Gregory. Questi ha anche ha espresso a nome del Consiglio la solidarieta' al presidente dimissionario. La decisione di Settis e' da far risalire ad una polemica con il ministro dei beni culturali, Bondi.

                Settis era stato criticato fortemente da Bondi per un articolo molto duro sulla gestione dei musei pubblicato a sua firma dall'Espresso.

                Il ministro oggi ha ammesso che con Settis 'c'e' un dissenso di fondo sul modo di concepire il ruolo della cultura in Italia e soprattutto sul modo di concepire il ruolo che deve svolgere il ministero dei Beni Culturali'. Bondi rivendica il merito di aver posto la questione culturale 'come una questione di dibattito politico'. (ANSA).
                ANSA

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                  L'ennesimo attacco a chi difende il nostro patrimonio culturale. di Stefano Milani

                  Da l'Unità, 25 febbraio 2009 (m.p.g.)

                  Se voi che leggete non siete dentro una soprintendenza o dentro il ministero dei beni culturali probabilmente non potete averne piena percezione. Però per le sorti del nostro patrimonio artistico, dei nostri musei, dei nostri scavi archeologici, archivi e biblioteche - che già soffrono come dannati, hanno una gestione centrale sbrindellata - oggi può essere una giornata gravida di dalle conseguenze pesanti. Che implicano anche il concetto di libertà di pensiero nella pubblica amministrazione, cioè nel Paese.

                  IL TERREMOTO
                  Esagerato? Vediamo un po’. Oggi pomeriggio si riunisce il consiglio superiore dei beni culturali: è organismo consultivo di esperti nominati dal ministro, comitati di settore e rappresentanti eletti dai dipendenti del ministero stesso, dalle università. Il suo ruolo è dare pareri su questioni importanti. Oggi ha, tra l’altro, in discussione i piani di spesa delle soprintendenze, e saranno dolori. Lo presiede, forse per l’ultima volta, Salvatore Settis, archeologo, preside della Normale di Pisa. Salvo sorprese si dimetterà. E con lui altri membri del consiglio.
                  Di sicuro ha formalizzato le sue dimissioni via fax alla segreteria ministeriale il professor Andrea Emiliani, esperto che aveva indicato Rutelli e Bondi confermato. Potrebbe lasciare Andreina Ricci. Potrebbe dimettersi Mariella Guercio, altra esperta. «Faccio quel che farà Settis. Abbiamo tenuto una linea condivisa e quindi la mantengo» . E questo lo afferma a l’Unità un nome autorevole, culturalmente «pesante», come Antonio Paolucci, già soprintendente, già ministro lui stesso nel 95-96, ora direttore dei Musei Vaticani. Come altri esperti, Settis lo aveva nominato Rutelli, Bondi l’aveva confermato. Ma Settis, per il ministro, si macchia di un peccato imperdonabile: osa criticare pubblicamente le scelte del ministero.

                  Critica la scelta di affibbiare un commissario alle soprintendenze archeologiche di Roma e Ostia, per di più della protezione civile, Bertolaso. Critica, Settis, la nascita di una direzione per la valorizzazione, slegata dalla tutela per di più affidata a un manager inesperto in materia d’arte o archeologia quale Mario Resca. Settis peraltro ha sempre coltivato il «vizio», se qualcuno lo ritiene un vizio, di criticare anche in pubblico le scelte di un ministro anche se lui ci lavorava a fianco. È successo a Urbani, è successo a Rutelli.
                  Succede con Bondi e Bondi non lo tollera. Il ministro sul Giornale attacca Settis e già, che c’è, il soprintendente di Pompei Guzzo, bravissimo archeologo, ma reo - a suo parere - di non risolvere i guai del sito.

                  VIA LIBERA AI «BARBARI»?
                  Ci sono dunque le dimissioni di Settis in ballo. Perché non è soltanto una faccenda di poltrone e travalica i confini dei beni culturali ma di libertà di pensiero? Lo riassume bene Mario Torelli, archeologo di lungo corso, curatore della bella mostra sugli etruschi aperta a Palazzo delle Esposizioni a Roma fino all’8 marzo: «Questo ministro si leva di torno i tecnici perché danno fastidio, è un atteggiamento da ministro del ventennio fascista, per "non disturbate il manovratore"». Secondo l’archeologo, il ministro potrebbe avere in mente il sostituto di Settis e indica il collega Carandini. Ma Torelli dà voce a un fatto: nel ministero e nelle soprintendenze si dice poco in pubblico quel che si pensa per paura di ritorsioni. Cesare De Seta, un altro esperto di nomina direttamente ministeriale, dice al nostro giornale di voler discuterne oggi prima con Settis e poi valutare.

                  Il segretario della Uil Gianfranco Cerasoli mette il dito sul dubbio che arrovella parecchi: Settis non lasci, «le sue dimissioni sarebbero un regalo ai nuovi barbari», cioè «al trio Bondi-Brunetta-Tremonti» che, svitando bullone su bullone le soprintendenze e le loro risorse, affidandole a commissari
                  della protezione civile e quant’altro, stanno smantellando l`impalcatura statale che ha tenuto su dall’unità d’Italia a oggi. E questo dubbio - lasciando non si rischia di non porre più argini a manovre devastanti? - arrovella Marisa Dalai, studiosa designata dal Consiglio universitario nazionale.
                  Un dubbio che investe sempre più persone, nel nostro paese. E non solo per l’arte. Una via d’uscita in mente ce l’ha Vincenzo Vita, parlamentare Pd: invece di Settis «si dimetta Bondi.

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                    grazie

                    grazie ilaria rossi,
                    per tutte le notizie che ci riporti!

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                      confusione in testa

                      scusate, ragazzi, ma cosa ne pensate di queste date fantasma? non avete la strana sensazione che qui andra' alle calende greche!!!!! io ero partita a studiare con entusiasmo, ma ora faccio una fatica bestia, senza sapere una data, a tenere il ritmo e a organizzare lo studio. Tra la storia dei ricorsi, l'altra che stanno aspettando il parere se fare su base regionale o nazionale il concorso, e tutte le cose che si sono lette.....
                      Voi che impressioni avete? io che sti benedetti scritti li faranno minimo a maggio-giugno? ma e' solo una mia idea senza nessun fondamento
                      intanto aspettiamo... aspettiamo... aspettiamo......

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