Originariamente inviato da fra6473
Io non ho neppure nominato la Bocconi e la LUISS, che sono gli unici Atenei privati italiani di una certa importanza non cattolici: e infatti non ricevono sovvenzioni statali. Le ricevono invece l'Università Cattolica del Sacro Cuore (che sarà pure "open", ma impone rette assai superiori a quelle delle Università pubbliche), la Vita-Salute "San Raffaele", la IULM, la LUMSA e tutti quegli istituti confessionali, dalle scuole materne ai Licei, affidate alla gestione di religiosi e/o riconducibili ad iniziative del mondo cattolico. Tali sovvenzioni, ti informo, non sono solo assai laute (in quanto ammontano a svariate centinaia di milioni di euro l'anno, a fronte degli oltre 1400 milioni di tagli previsti tra il 2009 e il 2013 per le Università pubbliche in virtù della Legge 133/2008), ma anche incostituzionali (stando all'art. 33 della nostra Carta). Si aggiunga che questo Governo ha ben pensato di tagliare aumenti e assunzioni di insegnanti ordinari, ma di aumentare quelli degli insegnanti di religione, scelti dalle Curie ma pagati dallo Stato.
Normalmente i cattolici sono soliti motivare queste quisquilie con un accordo Stato-Chiesa del 1984, revisione di un Concordato del 1929, che avrebbe dovuto rimediare alla "questione" della presa di Roma del 1870. Perdonate la secchioneria, ma penso che giustificare una mole di privilegi di queste proporzioni con un fatto di 140 fa, e tacciare di "ideologismo" chi ha qualcosa da eccepire sia semplicemente ridicolo (e so bene che fra commette il secondo, ma non il primo errore).
Quanto alle classifiche, che sembra "parlino da sole", bisognerebbe saperle interpretare - iniziando dal fatto che la Bocconi è una Università "Commerciale", e cioè svolge le proprie attività didattiche e di ricerca in ambito economico-finanziario: in questo ambito è certamente la prima italiana, e tra le prime cinquanta al mondo (in questo range la LUISS, invece, non figura proprio). Il che conferma quanto ho detto io: non esistono Università migliori in assoluto, perché la valutazione va effettuata per ambiti disciplinari, se non per dipartimenti (ma faccio presente che Francesco Giavazzi - e una bocconiana sa chi è - ha affermato in una intervista radiofonica che in alcuni settori di ricerca la stessa Bocconi veniva scavalcata dalle Università di Sassari e Salerno).
Quanto allo sperpero dei "sontuosi" fondi (che, sia chiaro, non esistono: chi dice il contrario è disinformato o in malafede) delle scuole pubbliche, mi ripeto: le accuse mosse sono tanto generiche quando impossibili da contrastare, in quanto allignano in un modo di pensare il "pubblico" (questo sì, ideologico) che non tiene conto di un fatto del tutto incontrovertibile, almeno per quanto riguarda il mondo della scuola pubblica italiana: che essa è stata a lungo, e fino a non tanto tempo fa, ossia almeno fino all'inizio degli anni '90, tra le migliori al mondo (il che spiega l'ottimo livello della preparazione di base dei neoimmatricolati e dei neolaureati italiani, la cui flessione inizia a sentirsi ora, a quasi vent'anni dall'inizio di un crollo verticale dei finanziamenti).
Una bocconiana sa meglio di me che fenomeni di questa estensione sono strutturali e di sistema, e spiegabili solo come carenze di vertice nelle scelte strategiche (che hanno ricadute estese), non in base a deficit individuali (che hanno ricadute circoscritte). Certo è che i docenti e gli amministratori della scuola italiana, dagli asili alle Università, sono i meno pagati del mondo "civile" (e ci mancherebbe pure che i loro sindacati, in queste condizioni, stessero zitti!). Loro eventuali carenze (che certo non mancano, sarebbe ridicolo negarlo), sono anche responsabilità di una politica che deve sorvegliarle e correggerle (e non lo fa), non adottarle come alibi per dirottare fondi verso i conti correnti delle proprie consorterie politiche e lobbistiche.
Un saluto.
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