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Quando il prodotto dei medi diverge da quello degli estremi

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    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
    Dice Nostradamus : "difficile che un evasore accetti di salvare solo il 10-20 per cento del suo peculio. Preferirà trasferirlo nei pochi residui paradisi fiscali. E' infatti alcuni intermediari stanno proponendo conti a DUBAI.
    Oppure i capitali potrebbero rientrare si in Italia, ma trasformandosi prima in contanti, lingotti d'oro od opere d'arte. Senza nessun vantaggio per l'erario italiano".

    Dubai, terra d'affari e di petrolio. Due milioni di abitanti, stranieri, godono di un paradiso che non smette di espandersi. Il reportage di Francesca Mannocchi

    http://www.la7.it/piazzapulita/video/dubai-dove-si-nasconde-la-ricchezza-17-02-2015-147555

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      "Ma la voluntary non copre se sono già iniziati ispezioni, verifiche...anche solo semplici contatti"........ciccio..te sei scordato di dire che con il nuovo ravvedimento operoso si invece.......

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        Gianni Dragoni spiega la legge sul rientro dei capitali: “Consente chi ha portato soldi all’estero in nero di mettersi in regola senza venire perseguito penalmente, purché si autodenunci, paghi le tasse che non ha versato e gli interessi, più una multa, piccola perché c’è lo sconto”. E aggiunge: “La legge prevede un ulteriore sconto per gli evasori: dimezza da 10 a 5 anni i termini di prescrizione dell’accertamento fiscale, cioè i controlli dell’Agenzia delle entrate nei paesi detti “black list”, la lista nera dei paradisi fiscali, dove di solito finiscono i soldi esportati in modo illegale”. Il giornalista continua: “Se lo Stato “a regime fiscale privilegiato”, cioè il paradiso fiscale nel quale sono nascosti i soldi, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge fa un accordo con l’Italia “che consenta un effettivo scambio di informazioni” bancarie sui contribuenti (una sorta di rinuncia al segreto bancario) i termini di prescrizione per l’“accertamento” fiscale si dimezzano a 5 anni, come per un pensionato o un lavoratore dipendente. Se la Svizzera” – continua – “fa l’accordo con l’Italia, ci sarà uno sconto di 75.000 euro su ogni milione evaso. Sui 200 miliardi che si stima siano in Svizzera, lo sconto per gli evasori sarebbe di 15 miliardi. Questo sconto è un “incentivo” per far emergere i capitali in nero. Ma l’incentivo è a favore dello Stato o degli evasori?”

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          Servizio Pubblico, Caselli:

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            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            " Noi non abbiamo la stessa sensibilità degli altri paesi per l'evasione fiscale..."

            Falciani dice che i magistrati in Italia non hanno neppure più gli occhi per piangere con tutti questi condoni e prescrizioni......Risposta: " Falciani è più libero di parlare di ME nonostante io stia in pensione"

            ecco....di cosa vogliamo parlare :-)

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              HERVÉ FALCIANI COME LE CARRÉ, UN ROMANZO BELLISSIMO E DEPRIMENTE (Bruno Tinti)

              21 febbraio 2015È uscito il 18 febbraio un libro che sembra scritto da John Le Carré; sembra un romanzo e invece è un mix tra una biografia e un saggio. Tratta di evasione fiscale, riciclaggio e reati connessi; di banche in generale e di HSBC in particolare; dei rapporti perversi tra queste e il mondo della finanza e della politica; della sudditanza o dell’impotenza della magistratura. Gli autori sanno quello che dicono: Hervé Falciani è un ingegnere informatico e ha lavorato per HSBC per 7 anni; Angelo Mincuzzi è un giornalista, caporedattore a Il Sole 24 Ore, specializzato in economia e finanza. Tra tutti e due hanno scritto un libro fantastico.
              Fantastico ma deprimente. Falciani ha consegnato a Usa, Francia, Spagna, Grecia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, e – naturalmente – all’Italia, una lista contenente i nomi di decine di migliaia di clienti di HSBC e dei loro conti: tra questi, 10.000 clienti italiani, 12.000 francesi, 11.000 britannici, 6.000 statunitensi, 2.000 spagnoli, 1.300 greci. Conti riservati: che riguardassero traffico d’armi, esseri umani, droga o evasione fiscale, l’accordo clienti – HSBC ha permesso a decine di migliaia di persone di conservare e incrementare questa ricchezza al riparo di ogni indagine e prelievo fiscale. Verrebbe da pensare a un’esaltazione collettiva, finalmente si fa pulizia. Invece no; non è successo niente o quasi niente.
              In Francia un paio di procuratori della Repubblica e di Giudici Istruttori hanno lottato contro il controllo politico che è arrivato a ordinare alle forze di Polizia di cessare le indagini.

              In Spagna si è fatto un po’ di più, hanno elaborato software per trattare l’immenso materiale fornito da Falciani.

              In Usa hanno applicato a HSBC una multa da 1,9 miliardi e non hanno incriminato nessuno.

              In Italia tutto è morto: infinite dispute sulla utilizzabilità dei documenti forniti da Falciani; ohibò, sono stati rubati alla banca, provenienza illecita, non possiamo utilizzarli, proviamo a chiedere a HSBC se ci autorizza e se ce ne dà una versione più comprensibile… Quando gli svizzeri hanno detto che non se ne parlava nemmeno tutto si è fermato. D’altra parte, siamo giusti, con la prescrizione che ci ritroviamo , andare avanti era tempo perso.
              Eppure il racconto di Falciani fa inorridire. Un colosso come HSBC conta 60 (sessanta) clienti importanti, tutto il resto è minutaglia. E uno si chiede quale massa di ricchezza gestiscono questi 60 clienti, quale potere possono esercitare nel mondo. Di più, si rende conto del perverso intreccio che lega ai governi del mondo una banca come questa, che fattura 100 miliardi di euro, produce un utile dell’8%, ne distribuisce quattro ai clienti e uno agli azionisti e questo ogni anno.
              Capisce, ad esempio, come mai una direttiva europea sul Risparmio ha virtuosamente previsto che chi gode di rendite provenienti da prodotti finanziari allocati in Svizzera deve pagare le imposte nel Paese di residenza; ma solo se è una persona fisica perché la norma non si applica alle società. Così HSBC (e presumibilmente ogni altra banca) ha curato la costituzione di società che gestiscono le rendite dei propri clienti; e ha preso accordi con il Fisco svizzero per una tassazione forfettaria e favorevole.
              Alla fine resta impressa una riflessione di Falciani: questa gente accetta il rischio che un investimento non dia i frutti sperati e anzi faccia perdere del denaro. Ma quello che proprio non gli va giù è pagare le imposte.

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                “in un’impresa non si fanno più gli investimenti perché gli amministratori temono di finire in galera, non per una frode ma per uno sbaglio”. Ma ci faccia il piacere: in Italia non si fanno investimenti sia perché abbiamo un sistema creditizio da terzo mondo, che presta soldi agli amici degli amici e non a chi ne ha bisogno per finanziare un’idea o un progetto innovativo; sia perché abbiamo il record negativo in Europa degli investimenti stranieri (lo 0,8% del Pil, la metà della media Ocse, persino sotto Cile, Indonesia e Colombia), a causa di mafie, corruzione, bilanci truccati ed evasione. Nessuno punta un euro al casinò se sa che la roulette è truccata: e in Italia si sa che la concorrenza è sleale proprio perché gli indigeni hanno carrettate di fondi neri per taroccare le gare e corrompere gli arbitri.

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                  In Italia gli evasori sono 11-12 milioni (dati Agenzia delle Entrate): il primo partito, poco sopra il Pd (che alle Europee ha preso 11,1 milioni di voti). Perciò non si possono toccare, anche perché i partiti continuano a foraggiarsi in nero dalle imprese, rappresentate non a caso dalla più indecente Confindustria d’Europa, che ora chiede di ammorbidire la già tenerissima legge sul falso in bilancio. Quindi, signori del governo, per favore: continuate a farvi i vostri traffici, ma almeno non prendeteci in giro. Abbiamo capito tutto da un pezzo.

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                    Terminata la lettura del libro di FALCIANI...tutto quello che ho sempre sospettato :-) E' tutto scritto e dimostrato li....:-)

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                      Mentre la piccola Italia (dopo aver fatto prescrivere e condonare il tutto)......firma l'accordo con la Svizzera........nella vita reale succede questo........:


                      “Adesso che la Svizzera sarà costretta a comunicare i dati, i conti che per anni sono stati domiciliati a Ginevra vengono ora spostati e gestiti fuori dalla Svizzera e fuori dagli stati aderenti all’Ocse, in paesi dove non è ancora previsto lo scambio di informazioni. Sono solo i soldi a spostarsi (con un click) mentre tutta la parte amministrativa sarà tenuta e gestita dalla Svizzera. Ci sono state già le prime evidenze di questo nuovo fenomeno (migliaia di documenti sequestrati al porto di Amburgo nel giugno del 2014 che facevano riferimento a conti aperti alle Kayman da una banca svizzera) Utilizzeranno i soliti …allora ora si stanno organizzando diversamente, ossia stanno facendo gestire la modulistica da un'altra società completamente distinta dalla banca che fatturerà il servizio a una banca del gruppo bancario svizzero con sede in un altro paradiso fiscale. Utilizzeranno i soliti fondi d’investimento (“farlocco” perché unico intestatario sarà lo straccione) In questo modo si aggirerà anche l’obbligo previsto dal tanto decantato FACTA che obbliga le banche straniere a comunicare alle autorità fiscali Usa tutte le relazioni aperte con i cittadini Statunitensi”


                      Con tutti sti scienziati luminari del diritto di tributario......come mai nessuno ne ha parlato di questo?
                      Ultima modifica di ROL; 21-02-2015, 21:43.

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