False fatture da 7 milioni di euro, per evadere imposte per 3,5: è la frode fiscale internazionale scoperta dalla Guardia di Finanza. Sotto accusa per evasione fiscale e false fatture il legale rappresentante della «Vegom» di Cuneo e un ex collaboratore. https://www.lastampa.it/2018/12/20/c...J/premium.html
Da anni portavano avanti un’attività di commercio all’ingrosso di prodotti alimentari. Lo avrebbero fatto raggirando il fisco. Ma gli uomini della Guardia di Finanza, al termine di un’accurata indagine, li hanno denunciati. La loro società operava nel fiuggino e nel napoletano. L’evasione fiscale ammonta a oltre 58milioni di euro. Due le persone finite nei guai per reati tributari.
E’ questo l’esito di un’operazione conclusa dalla Tenenza delle Fiamme Gialle di Fiuggi nei confronti di una società, gestita da due persone di origine campana, che sebbene operativa e con una consistente forza lavoro alle dipendenze, aveva omesso non solo la presentazione delle dichiarazioni fiscali annuali per gli anni 2012, 2013, 2016 e 2017, risultando quindi un “evasore totale”, ma anche di versare le imposte e le ritenute Irpef relative alle retribuzioni corrisposte ai lavoratori dipendenti. Per gli anni 2014 e 2015, invece, la società, pur presentando le dichiarazioni fiscali, non aveva indicato né i redditi prodotti, né l’Iva a debito.
Torino, sei arresti per frode fiscale e bancarotta fraudolenta
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Nell’ambito dell’attività investigativa sono stati individuati 16 soggetti che, a vario titolo, hanno architettato un articolato disegno criminoso realizzato attraverso la costituzione e la gestione di 13 società cooperative, di cui 12 poi dichiarate fallite, tutte attive nel settore della logistica e del facchinaggio.
I finanzieri hanno accertato che il fulcro dell’intero sistema fraudolento era un consorzio di cooperative a cui venivano appaltate importanti attività logistiche, quali il confezionamento, la spedizione, il carico e lo scarico di merci, da parte di primarie società nazionali. Il consorzio, che non aveva struttura, organizzazione, mezzi e dipendenti, si serviva di cooperative, consorziate e non, a cui sub-appaltava lo svolgimento di tali attività
Infatti, a partire dal 2012, il reale protagonista economico è stato il consorzio che, attraverso un sistema di false fatturazioni, detraeva indebitamente l’IVA delle fatture ricevute dalle cooperative, mentre queste ultime non versavano quanto dovuto, con un duplice danno per l’Erario quantificato in almeno 40 milioni di euro e l’iscrizione a ruolo di debiti per oltre 102 milioni di euro.
Al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione del disegno criminoso e dei responsabili, il consorzio e le cooperative, una volta fallite, venivano fittiziamente trasferite presso altre province e sostituite da altre società che continuavano a operare secondo le medesime modalità fraudolente, aumentando il debito nei confronti dello Stato e aggravando la posizione contributiva dei soci cooperatori che venivano trasferiti da una cooperativa all’altra.
La complessa ricostruzione di tutte le movimentazioni finanziarie dei soggetti giuridici falliti, operata dai finanzieri, ha permesso di quantificare in oltre 3 milioni di euro le distrazioni patrimoniali realizzate a danno delle cooperative.
Torino, sei arresti per frode fiscale e bancarotta fraudolenta
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Nell’ambito dell’attività investigativa sono stati individuati 16 soggetti che, a vario titolo, hanno architettato un articolato disegno criminoso realizzato attraverso la costituzione e la gestione di 13 società cooperative, di cui 12 poi dichiarate fallite, tutte attive nel settore della logistica e del facchinaggio.
I finanzieri hanno accertato che il fulcro dell’intero sistema fraudolento era un consorzio di cooperative a cui venivano appaltate importanti attività logistiche, quali il confezionamento, la spedizione, il carico e lo scarico di merci, da parte di primarie società nazionali. Il consorzio, che non aveva struttura, organizzazione, mezzi e dipendenti, si serviva di cooperative, consorziate e non, a cui sub-appaltava lo svolgimento di tali attività
Infatti, a partire dal 2012, il reale protagonista economico è stato il consorzio che, attraverso un sistema di false fatturazioni, detraeva indebitamente l’IVA delle fatture ricevute dalle cooperative, mentre queste ultime non versavano quanto dovuto, con un duplice danno per l’Erario quantificato in almeno 40 milioni di euro e l’iscrizione a ruolo di debiti per oltre 102 milioni di euro.
Al fine di rendere più difficoltosa l’individuazione del disegno criminoso e dei responsabili, il consorzio e le cooperative, una volta fallite, venivano fittiziamente trasferite presso altre province e sostituite da altre società che continuavano a operare secondo le medesime modalità fraudolente, aumentando il debito nei confronti dello Stato e aggravando la posizione contributiva dei soci cooperatori che venivano trasferiti da una cooperativa all’altra.
La complessa ricostruzione di tutte le movimentazioni finanziarie dei soggetti giuridici falliti, operata dai finanzieri, ha permesso di quantificare in oltre 3 milioni di euro le distrazioni patrimoniali realizzate a danno delle cooperative.
Tra le 14 persone coinvolte nell'inchiesta della procura di Milano sulla Sofia sgr, sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia e oggi in liquidazione, c'è anche Angelo Lazzari, il cui nome è comparso sullo sfondo delle varie indagini sui 49 milioni del Carroccio
Tra le 14 persone coinvolte nell'inchiesta della procura di Milano sulla Sofia sgr, sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia e oggi in liquidazione, c'è anche Angelo Lazzari, il cui nome è comparso sullo sfondo delle varie indagini sui 49 milioni del Carroccio
L’inchiesta sulla Sofia sgr ha portato gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ad arrestare tre dirigenti della società.
Lazzari, nato a Sarnico (in provincia Bergamo) nel 1968, è al centro pure di una rogatoria del pm di Genova sui soldi del Carroccio. Dagli atti dell’inchiesta del pm Bruna Albertini, sarebbe socio-amministratore di Arc Advisory Company, società di consulenza finanziaria costituita nel 2007 in Lussemburgo e che, risulta dagli accertamenti, controlla indirettamente Tre International Sa. Le obbligazioni di quest’ultima erano state oggetto di un investimento, poi dismesso, da parte di Sofia sgr.
In carcere è finito Marco Sturlese, brooker finanziario spezzino e già arrestato in un’altra indagine, mentre Daniele Bevacqua e Luigi Capitani sono stati posti ai domiciliari.
L’inchiesta sulla Sofia sgr ha portato gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ad arrestare tre dirigenti della società.
Lazzari, nato a Sarnico (in provincia Bergamo) nel 1968, è al centro pure di una rogatoria del pm di Genova sui soldi del Carroccio. Dagli atti dell’inchiesta del pm Bruna Albertini, sarebbe socio-amministratore di Arc Advisory Company, società di consulenza finanziaria costituita nel 2007 in Lussemburgo e che, risulta dagli accertamenti, controlla indirettamente Tre International Sa. Le obbligazioni di quest’ultima erano state oggetto di un investimento, poi dismesso, da parte di Sofia sgr.
In carcere è finito Marco Sturlese, brooker finanziario spezzino e già arrestato in un’altra indagine, mentre Daniele Bevacqua e Luigi Capitani sono stati posti ai domiciliari.
Secondo gli inquirenti la truffa finanziaria ha danneggiato 117 clienti che hanno perso un totale di circa 6,5 milioni di euro. Le misure cautelari sono state firmate dal gip di Milano Alessandra Del Corvo, su richiesta del pm Bruna Albertini. Dall’indagine, tra l’altro, come spiegato in una nota firmata dal procuratore di Milano Francesco Greco, sono emerse una serie di “rilevanti truffe finanziarie” messe in atto dai dirigenti di Sofia Sgr spa ai danni di centinaia di risparmiatori “indotti ad effettuare investimenti privi di convenienza economica e finanziaria”.
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