La notizia è che Andrea Agnelli è il nuovo presidente della Eca, la potente organizzazione che riunisce i club di calcio europei, quella che ha spinto per la modifica del format della Champions a partire dalla stagione prossima, con 4 club al via per ognuna delle 5 nazioni prime nel ranking Uefa, Italia compresa), organizzazione guidata fino a ieri da Karl Heinz Rummenigge, del Bayern Monaco, in sella dal 2008 e presentatosi dimissionario.
Agnelli, nel board dal 2012, in questa corsa alla successione ha avuto vita facile: aveva speso le ultime settimane in un intenso lavoro diplomatico in Italia (le ultime sedi visitate, quelle di Inter e Milan) e non solo, e all’hotel President di Ginevra non ha trovato, ieri, competitors degni di questo nome.
L’elezione di Agnelli avviene, è il caso di ricordarlo, alla vigilia del processo sportivo che si terrà venerdì 15 settembre e in cui il presidente della Juventus è imputato al pari di altri tre dirigenti. Processo che segue quello penale, denominato “Alto Piemonte”, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle curve e negli uffici della Juventus, chiusosi con un impressionante numero di anni di condanna specie nei confronti di Rocco Dominello (7 anni e 9 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso), figlio del boss Saverio (12 anni e 1 mese), che più volte ebbe contatti e incontri con Agnelli e la dirigenza bianconera. La Juventus aveva in pratica appaltato a questi malavitosi un vero e proprio bagarinaggio autorizzato (“per quieto vivere e per non subire ricatti”, come cercò di giustificarsi Francesco Calvo, oggi al Barcellona), cedendo loro biglietti in numero non consentito dalla legge.
Agnelli, nel board dal 2012, in questa corsa alla successione ha avuto vita facile: aveva speso le ultime settimane in un intenso lavoro diplomatico in Italia (le ultime sedi visitate, quelle di Inter e Milan) e non solo, e all’hotel President di Ginevra non ha trovato, ieri, competitors degni di questo nome.
L’elezione di Agnelli avviene, è il caso di ricordarlo, alla vigilia del processo sportivo che si terrà venerdì 15 settembre e in cui il presidente della Juventus è imputato al pari di altri tre dirigenti. Processo che segue quello penale, denominato “Alto Piemonte”, sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nelle curve e negli uffici della Juventus, chiusosi con un impressionante numero di anni di condanna specie nei confronti di Rocco Dominello (7 anni e 9 mesi per associazione a delinquere di stampo mafioso), figlio del boss Saverio (12 anni e 1 mese), che più volte ebbe contatti e incontri con Agnelli e la dirigenza bianconera. La Juventus aveva in pratica appaltato a questi malavitosi un vero e proprio bagarinaggio autorizzato (“per quieto vivere e per non subire ricatti”, come cercò di giustificarsi Francesco Calvo, oggi al Barcellona), cedendo loro biglietti in numero non consentito dalla legge.
Commenta