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    Se il giudice ritiene attendibile la contabilità e motiva, l'ufficio deve provare l'unica alternativa possibile

    In tema di accertamento del reddito d'impresa, compete al giudice del merito stabilire e valutare secondo il suo libero apprezzamento, nei singoli casi, se e in quale misura le scritture contabili siano attendibili e idonee a dimostrare la fondatezza della pretesa.

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      Detrazione iva anche su operazioni di costo eccessivo se l'ufficio non prova che è fraudolenta o abusiva

      E la Cassazione non fa altro che richiamare il fermo orientamento della Corte nel ritenere quanto segue:
      • «a) che i principi affermati in materia di imposte sui redditi (...) non sono immediatamente ed automaticamente applicabili in materia di detraibilità del tributo IVA che, com'è noto, è tributo armonizzato alla disciplina introdotta dapprima con la sesta direttiva CEE e, da ultimo, con la dir. 2006/112/CEE»
      • «b) che il sistema comune dell'IVA è ispirato al principio della neutralità dell'imposizione fiscale per tutte le attività economiche»
      • «c) che, infatti, costituisce un principio fondamentale del sistema comune dell'IVA istituito dalla normativa unionale (...) il diritto dei soggetti passivi di detrarre dall'IVA di cui sono debitori VIVA dovuta o versata a monte per i beni acquistati e per i servizi loro prestati»
      • «d) che, infatti, la normativa unionale riconduce il diritto alla detrazione alla sola esigibilità ed inerenza dell'acquisto del bene o servizio, senza contemplare alcun riferimento, e comunque non in modo diretto, al valore del bene o servizio, al punto che, anche per la Corte Europea, la circostanza che un'operazione economica sia effettuata ad un prezzo superiore o inferiore al prezzo normale di mercato appare irrilevante»
      • «e) che, pertanto, il diritto alla detrazione può essere negato solo ove sia dimostrato dall'amministrazione finanziaria, alla luce di elementi oggettivi, che esso è invocato dall'imprenditore fraudolentemente o abusivamente (...) mentre in condizioni normali non è consentito all'amministrazione di rideterminare il valore delle prestazioni e dei servizi acquistati dall'imprenditore escludendo il diritto a detrazione per le ipotesi in cui il valore dei beni e servizi sia ritenuto antieconomico e dunque diverso da quello da considerare normale o comunque sia tale da produrre un risultato antieconomico (...) essendo solo a livello del consumatore finale che può ricorrere perdita di gettito fiscale»
      • «f) che, allora, il diritto alla detrazione potrà essere negata dall'amministrazione finanziaria allorché la riscontrata antieconomicità dell'operazione commerciale rilevi quale indizio di non verità della fattura, nel senso di non verità dell'operazione, oppure di non verità del prezzo o, ancora, di non esistenza dell'inerenza e cioè della destinazione del bene o del servizio acquistati ad essere utilizzati per operazioni assoggettate ad IVA, e perciò se l'amministrazione riesce a dimostrare l'antiecononnicità manifesta e macroscopica, come tale esulante dal normale margine di errore di valutazione economica, nel qual caso spetterà all'imprenditore dimostrare che la prestazione del bene o del servizio presenta comunque le caratteristiche per ritenersi reale ed inerente rispetto all'attività svolta»

      Il Collegio passa quindi all'applicazione al caso concreto, e rileva che il giudice di appello ha postulato l'esistenza di un danno per l'Erario che non sussiste perché non è contestata la regolarità, ai fini fiscali, delle operazioni assoggettate a IVA; infatti precisa : «Orbene, applicati tali principi al caso di specie, in cui neanche è posta in discussione l'effettività dell'acquisto immobiliare effettuato dalla società contribuente, spettava all'amministrazione finanziaria fornire la prova - nella specie mancante e neanche desumibile dagli elementi di valutazione emergenti ex actis -dell'antieconomicità manifesta e macroscopica dell'operazione (...) cosicché ha errato la CTR che ha escluso la detraibilità di un costo sicuramente sostenuto dalla società contribuente peraltro assumendo l'esistenza di un danno erariale di fatto insussistente, essendo pacifica la regolarità, ai fini fiscali, dei passaggi fra prestatore e committente che non ha cagionato alcuna perdita in danno dell'erario».


      Giurisprudenza rilevante. Cass. 24823/2015 Cass. 11283/2016

      © AvvocatoAndreani.it Risorse Legali - Articolo originale: Detrazione iva anche su operazioni di costo eccessivo se l'ufficio non prova che è fraudolenta o abusiva

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        Nella cessione di quote sociali l'onere della prova dell'intento elusivo incombe sull'ufficio
        Sentenza n. 2054/2017 Cassazione Civile - Sezione V.
        © AvvocatoAndreani.it Risorse Legali - Articolo originale: Nella cessione di quote sociali l'onere della prova dell'intento elusivo incombe sull'ufficio

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          L'ufficio può scegliere il metodo di accertamento ma non se i risultati sono irragionevoli

          Cass. civile Sez. V Sentenza del 03/02/2017 n.2873

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            Inammissibile il ricorso del legale rappresentante di società estinta e cancellata dal registro delle imprese
            Ordinanza n. 19142/2016 Cassazione Civile - Sezione V.

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              Accertamenti iva con contraddittorio preventivo anche se fatti a tavolino
              Quando l'accertamento riguarda l'IVA (e, in generale, i tributi armonizzati disciplinati dal diritto dell'Unione Europea), per l'Ufficio sussiste l'obbligo di svolgere il contraddittorio preventivo, pena l'invalidità dell'atto di accertamento purché nel giudizio contenzioso tributario il contribuente assolva l'onere di enunciare le ragioni (non meramente pretestuose) che avrebbe potuto far valere se il contraddittorio preventivo fosse stato rispettato.

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                Nell'accertamento analitico-induttivo l'ufficio non può prescindere dai dati contabili
                A differenza del metodo induttivo puro, con il metodo analitico extra-contabile ex art. 39, comma 1, del D.P.R. n. 600/1973, l'Ufficio può solo procedere a un completamento dei dati contabili ricorrendo a presunzioni semplici. Decisione: Sentenza n. 20132/2016 Cassazione Civile - Sezione V

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                  Compensi amministratori indeducibili senza specifica delibera assembleare
                  I compensi agli amministratori vanno approvati in assemblea: la sola delibera di approvazione del bilancio, anche se include la posta relativa ai compensi degli amministratori, non è idonea a fissare la misura del compenso quando non sia stabilito nell'atto costitutivo.

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                    La mancanza delle fatture di acquisto registrate può configurare il reato di occultamento di scritture contabili
                    Cassazione Penale - Sezione III, sentenza n. 19106/2016.

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                      Cartella esattoriale: notifica valida anche a mezzo posta senza apposita relata
                      Cassazione Sezioni Unite Civili. Sentenza n. 19071/2016.

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