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http://www.ilfattoquotidiano.it/prem...toriciclaggio/
Che sia la solita legge scritta con i piedi o, peggio, il frutto di una precisa volontà politica, il governo ha sfornato l’ennesimo mostro giuridico di questa legislatura. A beneficiarne saranno i boss delle organizzazioni criminali che verranno riconosciuti d’ora in poi colpevoli o che patteggeranno per il reato di autoriciclaggio.
È una fattispecie introdotta nella nostra legislazione dal 2015 che punisce le persone, ma sanziona anche gli enti giuridici come società di capitale o Spa, responsabili di aver riciclato i proventi di attività illecite da loro stessi messe in atto: dal traffico di droga al racket della prostituzione, all’estorsione e alla rapina. A essere perseguibile è anche chi commette una frode fiscale e poi investe il frutto dell’evasione in titoli intestati a prestanome o in società di comodo e off-shore.
Secondo la legge vigente è prevista la confisca obbligatoria (diretta o per “equivalente”) dei beni acquisiti con il denaro sporco e anche dei profitti prodotti. O almeno fino al prossimo 4 luglio, quando entrerà in vigore il decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 90 che recepisce la direttiva europea sull’antiriciclaggio. Nel testo emanato dal governo e pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 19 giugno scorso, l’autoriciclaggio sparisce dai reati per i quali è prevista la confisca, che rimane però paradossalmente per il riciclaggio “semplice”. Qualcuno però nel frattempo si è accorto della svista (o della “manina”) che aveva indirizzato il dispositivo e la segnala aPalazzo Chigi che prova a correre ai ripari quando la frittata di commi e cavilli è già stata fatta e pubblicata. Purtroppo, come si dice in Veneto, il risultato è che l’è peso el tacon del buso.
Il 28 giugno è uscito infatti in Gazzetta ufficiale (serie generale n. 149) un comunicato di rettifica e correzione che “reintegra” il testo del decreto legislativo inserendo le paroline mancanti. Solo che questo strumento può essere utilizzato soltanto in caso di errori formali, materiali o di stampa, ininfluenti sul contenuto normativo degli atti pubblicati, o per una difformità tra il testo di un atto normativo promulgato o emanato dal presidente della Repubblica e quello effettivamente approvato dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri. Qui, invece, si inseriscono fattispecie di reato che il testo originario non contempla. Con quali conseguenze giuridiche?
“C’è il rischio che il giudice nel processo, ritenendo la rettifica priva di presupposti e di fondamento, applichi il testo del decreto promulgato quindi senza autoriciclaggio – spiega Daniele Piva, professore di Diritto penale commerciale presso la Facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma – molti avvocati difensori vi si appelleranno; occorrerebbe un decreto legge ad hoc da far approvare entro martedì o sarà il caos”.
“Siamo di fronte a un fatto molto grave, un errore così grossolano può essere la mera svista di un governo di incompetenti oppure l’ennesimo favore a furbi, evasori e criminali pericolosi – attacca il deputato dei Cinquestelle che ha denunciato la vicenda, Vittorio Ferraresi – in tutti e due i casi creerà dei problemi giurisprudenziali e di impunità enormi per il tempo che passerà fino alla giusta correzione”.
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L'informazione di San Marino: Dopo la sentenza Mazzini guai tra Italia e Libia per Bruscoli / Operazione “Misurata” della Gdf di Pesaro che ha portato a per 2,3milioni / Il caso vede una contestata truffa ai danni di una società libica, bancarotta e reati fiscali con una parte dei denari dirottati a San Marino
SAN MARINO. Giovedì scorso la lettura della sentenza di primo grado sulla Tangentopoli sammarinese-contoMazzini, nella quale la condanna più pesante, a 9 anni e mezzo, è stata comminata a Gian Luca Bruscoli nei confronti del quale il giudice ha anche disposto la confisca fino a 175.083.489,73.
Per l’imprenditore pesarese, ritenuto dall’accusa amminitratore di fatto della finanziaria FinProject, nuovi guai arrivano da indagini italiane che conducono anche sul Monte. Le accuse mosse dall’autorità italiana parlano di truffa, bancarotta e soldi dalla Libia dirottati sul Titano da Bruscoli, proprio attraverso una finanziaria. Venerdì scorso la Guardia di Finanza di Pesaro ha infatti portato a termine le indagini relative all’operazione “Misurata”, nel settore dei reati fallimentari, dei reati contro il patrimonio e tributari. (...)
http://www.libertas.sm/notizie/2017/...-bruscoli.html
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SAN MARINO. Giovedì scorso la lettura della sentenza di primo grado sulla Tangentopoli sammarinese-contoMazzini, nella quale la condanna più pesante, a 9 anni e mezzo, è stata comminata a Gian Luca Bruscoli nei confronti del quale il giudice ha anche disposto la confisca fino a 175.083.489,73.
Per l’imprenditore pesarese, ritenuto dall’accusa amminitratore di fatto della finanziaria FinProject, nuovi guai arrivano da indagini italiane che conducono anche sul Monte. Le accuse mosse dall’autorità italiana parlano di truffa, bancarotta e soldi dalla Libia dirottati sul Titano da Bruscoli, proprio attraverso una finanziaria. Venerdì scorso la Guardia di Finanza di Pesaro ha infatti portato a termine le indagini relative all’operazione “Misurata”, nel settore dei reati fallimentari, dei reati contro il patrimonio e tributari. (...)
http://www.libertas.sm/notizie/2017/...-bruscoli.html
Il bilancio della società di comodo veniva poi portato in pareggio attraverso l’utilizzo di fatture false emesse da due società salernitane”. E’ stato così possibile accertare che nel corso degli ultimi anni sono stati sottratti al fisco redditi per complessivi 89 milioni ed emesse e utilizzate fatture false per 43 milioni. I componenti della banda rischiano pene fino a 13 anni di reclusione.
Fonte Agi
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Secondo gli investigatori delle Fiamme gialle, “il sodalizio criminale, con ramificazioni in Tunisia e San Marino, sulla scorta di un articolato sistema societario, schermato anche mediante fiduciarie, utilizzava una società di comodo per simulare un enorme giro d’affari con l’estero; ciò consentiva di poter eseguire in Italia acquisti agevolati esenti Iva per milioni di euro in materie prime per la fabbricazione di componenti e semilavorati destinati ai più famosi costruttori di mobili del Pesarese.
Il bilancio della società di comodo veniva poi portato in pareggio attraverso l’utilizzo di fatture false emesse da due società salernitane”. E’ stato così possibile accertare che nel corso degli ultimi anni sono stati sottratti al fisco redditi per complessivi 89 milioni ed emesse e utilizzate fatture false per 43 milioni. I componenti della banda rischiano pene fino a 13 anni di reclusione.
Fonte Agi
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Banche popolari Venete, il contratto segreto tra il Tesoro e banca Intesa: dallo Stato 1,3 miliardi per gli esuberi
Lo Stato pagherà 332 mila euro per ognuno dei 3.874 esuberi degli istituti
La limpida prosa notarile di un grande professionista come Marchetti ha il pregio di chiarire il marchingegno che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si è fatto imporre da Messina quando – dopo essersi fatto prendere in giro per mesi dalla commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager e dalla Bce – ha capito che si stava schiantando contro un muro. Il 18 giugno, di domenica, la banca Rothschild, advisor del governo, ha invitato Intesa e “altri potenziali investitori” a presentare un’offerta per acquisire la polpa delle banche venete malate. Il 20 giugno i portavoce di Padoan hanno detto: “La ricapitalizzazione precauzionale a carico dello Stato non è ancora tramontata”. Pietosa bugia. Il 21 giugno Intesa “ha manifestato il proprio interesse a valutare l’eventuale acquisto di certe attività”, ponendo condizioni ultimative. Il 23 la Bce ha dichiarato le due banche likely to fail, sull’orlo del fallimento. Il 25 giugno il governo ha emanato il decreto scritto sotto la dettatura di Messina e Padoan ha messo le due banche in liquidazione coatta amministrativa.
Nel contratto non ci sono notizie sugli accordi presi da Padoan e Messina tra il 21 e il 25 giugno. Però se ne vedono i risultati. Intesa, oltre a 1,3 miliardi di sovvenzione per gli esuberi, incassa un non meglio specificato contributo statale da 3,7 miliardi per mantenere inalterati i suoi ratio di capitale: incamera 30 miliardi di crediti, pretende e ottiene dallo Stato quel 12,5 per cento di nuovo capitale a fronte del rischio di credito.
http://www.ilfattoquotidiano.it/prem...-banca-intesa/
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" Ci sono tre verità, quella vera, quella processuale, quella documentale, ma se le carte sono a posto non ti f.otte nessuno"
http://espresso.repubblica.it/attual...?ref=HEF_RULLO
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SENTENZA DEL 19/05/2017 N. 12631/5 - CORTE DI CASSAZIONE
Oneri delle parti nei casi di accertamento da studi di settore
La motivazione dell’avviso di accertamento basato sugli studi di settore non può limitarsi al solo rilievo dello scostamento dai parametri, ma deve essere sempre integrata con le ragioni per le quali vengono disattese le contestazioni sollevate dal contribuente nella fase di contraddittorio. Secondo il ragionamento dei giudici della Cassazione, esposto nella sentenza n. 12631 depositata il 19 maggio, solo in tal modo può emergere la gravità, precisione e concordanza attribuibile alla presunzione basata sui parametri e la giustificabilità dell’onere della prova a carico del contribuente. La Suprema Corte ha, nel caso di specie, abbracciato la tesi del contribuente spiegando che la CTR è incorsa in un evidente vizio logico e in un travisamento degli oneri probatori gravanti sulle parti nel ritenere direttamente riconducibile all’accertamento fondato sugli studi di settore la determinazione del ricarico, senza valutare le giustificazioni addotte dalla ricorrente nonché gli elementi proposti per dimostrare lo scostamento dell’attività accertata dal modello normale.
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