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L'angolo di ROL
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L’avviso di conclusione delle indagini è di solito il preludio del richiesta di rinvio a giudizio. Per questo motivo rischiano un processo anche le altre dieci persone per le quali oggi il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno chiuso l’inchiesta. Tra queste ci sono anche tre ex parlamentari: oltre a Verdini, Ignazio Abbrignani e Italo Bocchino. I primi due sono accusati di turbativa d’asta e concussione, il terzo di traffico influenze illecite, reati tributari e turbativa d’asta.
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...uenze/5957529/
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Documento di Economia e Finanza 2020
Nell’ambito della strategia nazionale di contrasto all’evasione fiscale nel corso dell’anno 2019, i fenomeni di frode fiscale più insidiosi e gravi, sia dal punto di vista della diffusione sul territorio nazionale che in termini di perdita di gettito, sono stati riscontrati in relazione alle seguenti fattispecie:
indebite compensazioni di crediti IVA inesistenti, anche attraverso l’abuso dell’istituto dell’accollo;
frodi realizzate attraverso l’utilizzo di false dichiarazioni d’intento;
utilizzo fraudolento di crediti ricerca e sviluppo.
Per quanto concerne le indebite compensazioni, nell’anno è stata registrata una forte espansione dei fenomeni di frode realizzati mediante l’abuso dell’istituto dell’accollo dei debiti tributari, previsto dall’art. 8 della Legge 27 luglio 2000, n. 212.
Nelle situazioni patologiche riscontrate, tale istituto è stato utilizzato per effettuare il pagamento in compensazione di debiti contributivi o erariali di accollati-utilizzatori con crediti IVA inesistenti riferibili a soggetti terzi, accollanti coobbligati, che li hanno precedentemente creati in modo artificioso esponendoli nella dichiarazione IVA.
L’attività di analisi svolta ha permesso di quantificare l’entità e la pericolosità della fenomenologia in argomento individuando oltre 300 soggetti coobbligati che risultano aver effettuato compensazioni indebite a favore di circa 3.000 utilizzatori. L’analisi ha premesso di individuare anche più di 200 professionisti coinvolti nell’invio delle deleghe di pagamento, qualificabili quali veri e propri agevolatori della frode.
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in particolare, nei primi mesi del 2019, è stato avviato uno specifico progetto di portata nazionale (c.d. operazione “ghost fuel”), nell’ambito del quale
sono stati intercettati e bloccati crediti IVA inesistenti per quasi 1 miliardo di euro prima del loro utilizzo in compensazione.
Per quanto riguarda invece il fenomeno delle frodi IVA connesse all’utilizzo di false dichiarazioni d’intento, utilizzate per effettuare acquisti senza IVA da parte di società create ad hoc, intestate a prestanome che non adempiono gli obblighi di versamento dell’IVA e immettono beni sottocosto sul mercato, nel 2019 il fenomeno ha interessato, principalmente, i settori dell’elettronica di consumo, del commercio di autoveicoli e di quello di carburanti per motori.
Per il contrasto di tali fenomeni, proseguendo in un progetto avviato nel 2017, che prevede l’individuazione tempestiva dei falsi esportatori abituali e l’invio di warning letters ai soggetti cedenti l’attività, nel corso del 2019 sono stati oggetto di attività di verifica falsi esportatori abituali per un plafond totale indicato nelle dichiarazioni di intento pari ad oltre 240 milioni di euro.
L’analisi e la conseguente individuazione dei falsi esportatori abituali sono stati realizzati mediante l’esame di una pluralità di informazioni, quali gli indicatori di rischio propri dei soggetti esaminati (dichiarazioni fiscali, atti del registro e versamenti di imposte), nonché dei rapporti intercorsi con operatori esteri (bollette doganali e modelli Intrastat) e con operatori nazionali (dati fattura e fatturazione elettronica).
A seguito della verifica dello status di esportatore abituale, mediante accessi mirati e inviti di comparizione, sono state inviate warning letters ai soggetti che avevano ricevuto dichiarazioni di intento da falsi esportatori, invitandoli a non emettere fatture senza IVA nei confronti di tali soggetti.
Infine, le indagini finalizzate al contrasto dell’utilizzo abusivo e fraudolento dei crediti ricerca e sviluppo hanno consentito di individuare 5 organismi di ricerca che simulavano la stipula di contratti di ricerca con 400 società clienti, al fine di procurare loro illegittimamente le agevolazioni fiscali. L’ammontare dei crediti d’imposta così maturati dai clienti, destinati ad essere utilizzati in compensazione ex art. 17 del Decreto Legislativo n. 241 del 9 luglio 1997, ammonta complessivamente a circa 76 milioni di euro.
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