BOLZANO.
Il tribunale civile di Bolzano ha disposto l’annullamento di due “trust” costituiti una decina di anni fa con l’intenzione di mettere al riparo le proprietà immobiliari da possibili aggressioni da parte di creditori di imprenditori locali in difficoltà economica.
Sono due le vicende di cui si è occupata la magistratura bolzanina. Una riguarda un noto albergo nella zona dell’Alpe di Siusi, l’altra un hotel in val Pusteria. In entrambi i casi le vicende giudiziarie legate al fallimento delle due imprese hanno ora portato all’avvio anche di un procedimento penale con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
L’istruttoria giudiziaria ha evidenziato che i due albergatori coinvolti nel dissesto delle aziende alberghiere avevano ideato un sistema che avrebbe dovuto - nelle loro intenzioni - metterli al riparo da possibile azioni giudiziaria di recupero crediti con aggressione delle proprietà immobiliari personali e aziendali.
Era stato il curatore fallimentare a chiedere al tribunale civile di intervenire su due “trust” costituiti poco meno di una decina di anni fa. Ricordiamo che il “trust” (che indica l’affidamento ad un soggetto giuridico terzo i beni personali di una determinata persona) è un istituto del sistema giuridico anglosassone che serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale (isolamento e protezione di patrimoni, gestioni patrimoniali controllate ed in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e fiscale).
Ebbene, i due albergatori in questione, resisi conto che la situazione relativa alla gestione delle loro imprese alberghiere era concretamente sempre più rischiosa, avevano pensato bene di blindare alcune proprietà riconducibili alle aziende in questi “trust” .
Proprio sul punto si è sviluppata l’offensiva della magistratura, dapprima in sede civilistica, poi sul fronte penale.
In sostanza il tribunale civile ha ritenuto di dover annullare i due “trust” in quanto costituiti proprio come possibile «via di fuga» di fronte alle responsabilità di imprenditori nei confronti di terzi (soprattutto fornitori di merci e di servizi). A rivolgersi al tribunale era stato in primo luogo il curatore fallimentare nell’interesse dei creditori che si erano trovati le due aziende finite in disgrazia svuotate di alcune importanti proprietà. Ora, dopo l’annullamento
Il tribunale civile di Bolzano ha disposto l’annullamento di due “trust” costituiti una decina di anni fa con l’intenzione di mettere al riparo le proprietà immobiliari da possibili aggressioni da parte di creditori di imprenditori locali in difficoltà economica.
Sono due le vicende di cui si è occupata la magistratura bolzanina. Una riguarda un noto albergo nella zona dell’Alpe di Siusi, l’altra un hotel in val Pusteria. In entrambi i casi le vicende giudiziarie legate al fallimento delle due imprese hanno ora portato all’avvio anche di un procedimento penale con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
L’istruttoria giudiziaria ha evidenziato che i due albergatori coinvolti nel dissesto delle aziende alberghiere avevano ideato un sistema che avrebbe dovuto - nelle loro intenzioni - metterli al riparo da possibile azioni giudiziaria di recupero crediti con aggressione delle proprietà immobiliari personali e aziendali.
Era stato il curatore fallimentare a chiedere al tribunale civile di intervenire su due “trust” costituiti poco meno di una decina di anni fa. Ricordiamo che il “trust” (che indica l’affidamento ad un soggetto giuridico terzo i beni personali di una determinata persona) è un istituto del sistema giuridico anglosassone che serve a regolare una molteplicità di rapporti giuridici di natura patrimoniale (isolamento e protezione di patrimoni, gestioni patrimoniali controllate ed in materia di successioni, pensionistica, diritto societario e fiscale).
Ebbene, i due albergatori in questione, resisi conto che la situazione relativa alla gestione delle loro imprese alberghiere era concretamente sempre più rischiosa, avevano pensato bene di blindare alcune proprietà riconducibili alle aziende in questi “trust” .
Proprio sul punto si è sviluppata l’offensiva della magistratura, dapprima in sede civilistica, poi sul fronte penale.
In sostanza il tribunale civile ha ritenuto di dover annullare i due “trust” in quanto costituiti proprio come possibile «via di fuga» di fronte alle responsabilità di imprenditori nei confronti di terzi (soprattutto fornitori di merci e di servizi). A rivolgersi al tribunale era stato in primo luogo il curatore fallimentare nell’interesse dei creditori che si erano trovati le due aziende finite in disgrazia svuotate di alcune importanti proprietà. Ora, dopo l’annullamento
dei “trust” sono tornati nella piena disponibilità del fallimento.
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