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PUBBLICO e PRIVATO a confronto: limiti e pregi!

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    #91
    Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
    Infatti non era assolutamente una critica verso dani né verso alcuno...erano riflessioni sui comportamenti dei trentenni di oggi...
    L'avevo capito.
    Comunque se potessi tornare indietro non rifarei l'università: idraulico tanto menzinato o maresciallo della G. di F. (1500-1600 euro passa la paura!). Tanto ormai la laurea serve solo ad avere la possibilità di fare qualche concorso in più...

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      #92
      io dico solo che se molti battono alla porta del pubblico è perchè purtroppo il privato, ai laureati, non offre molto. ci sono poche grandi aziende e poche che fanno prodotti ad alto valore aggiunto. io quando vedo un bando con scritto requisiti laurea, dentro di me penso "a questi servono dei laureati, per cui forse per me c'è uno spazio e non ho studiato invano" tutto qui. so benissimo che nella p.a. c'è tanta gente preparata, come te e come diversi miei amici che lavorano sodo, però è un dato di fatto che il lavoro nel pubblico ti appiattisce perchè non ci sono stimoli a migliorare e perchè tanto stai a casa in malattia 1 mese o 1 giorno è lo stesso ai fini dell'avanzamento.
      nelle aziende private che funzionano ti riconoscono quasi sempre dei bonus che dipendono dal fatturato e dal tasso di presenza e questo, credimi, stimola tantissimo a darsi da fare perchè più lavori più guadagni. se tutte le aziende funzionassero così solo i veri nullafacenti sceglierebbero il pubblico, però siccome la maggior parte del privato è fatta da bottegai sfruttatori , ci buttiamo in massa sul pubblico...e con ragione perchè non ci va di essere presi in giro. poi altra cosa: se alcuni livelli del pubblico impiego sono demoralizzanti (assenteismo, incompetenza, nullafacenza, illicenziabilità) dobbiamo ringraziare tanto i sindacati che hanno difeso con i denti sta gente, impedendo a quelli bravi, come te, di emergere e di far vedere che di gente in gamba ce n'è.


      Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
      X dani0573:

      Hai ragione...ci sono già un sacco di zombie ciondolanti nel pubblico impiego...quindi uno più, uno meno non fa tanta differenza...ti aspettiamo a braccia aperte e col morso contagioso!!!!
      Comunque chissà perché gente laureata, masterizzata, stagizzata, esterizzata alla fine della fiera viene sempre a battere alla porta del pubblico impiego...fossi stato io uno che avesse avuto tutte le occasioni di fare altro, sicuramente non starei qui a ciondolare...
      Non è un attacco contro di te...ma contro le persone (anche amici) che quando se la devono cantare parlano di "ho fatto qui, ho fatto lì...sai a Londra...sai a Bruxelles...sai a Madrid...lo stage...il master...il privato stimola..." e ti fanno sentira una ***** quando dici che sei un impiegato pubblico che svolge con dignità il proprio lavoro, con guadagno fisso di 1250 euro e imposte prelevate alla fonte...
      Salvo poi chiamarti in disparte e darti l'e-mail privata poichè hanno "un amico" cui piacerebbe sapere dei prossimi bandi pubblici in uscita. Sempre questi amici...come sono fortunati ad avere un conoscente che si impegna così tanto per il loro futuro...

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        #93
        Non sono né bravo né particolarment intelligente...quello che non capisco è la voglia di entrare in un posto dove ci si appiattisce, dove i prodotti ad alto valore aggiunto si pensa siano i caffè macchiati del bar, e dove lo stipendio è comunque da fame.
        Il problema dei laureati è che comunque sia non hanno nessuna voglia di mettersi in gioco. Di non ricevere ordini, ma di creare qualcosa...di certo è un altro sistema economico, ma qui in Italia non potrà mai esserci un Bill Gates o la nascita di qualcosa tipo Google...perché il massimo per un laureato è vivere alle spalle del padrone o dello Stato, senza un minimo di progettualità in proprio. Cosa che invece ha chi è magari solo diplomato (terza media o superiori) che si guarda intorno e dice...faccio l'idraulico...poi dopo 20 anni di fatica ha la Ditta, fa lavorare dei laureati in mansioni tipiche degli analfabeti e si fa grosse risate al ricordo di quando i genitori gli consigliavano di prendersi il pezzo di carta...
        Possiamo criticarlo? Io non me la sento...
        Master(Pi)card

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          #94
          Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
          Non sono né bravo né particolarment intelligente...quello che non capisco è la voglia di entrare in un posto dove ci si appiattisce, dove i prodotti ad alto valore aggiunto si pensa siano i caffè macchiati del bar, e dove lo stipendio è comunque da fame.
          Il problema dei laureati è che comunque sia non hanno nessuna voglia di mettersi in gioco. Di non ricevere ordini, ma di creare qualcosa...di certo è un altro sistema economico, ma qui in Italia non potrà mai esserci un Bill Gates o la nascita di qualcosa tipo Google...perché il massimo per un laureato è vivere alle spalle del padrone o dello Stato, senza un minimo di progettualità in proprio. Cosa che invece ha chi è magari solo diplomato (terza media o superiori) che si guarda intorno e dice...faccio l'idraulico...poi dopo 20 anni di fatica ha la Ditta, fa lavorare dei laureati in mansioni tipiche degli analfabeti e si fa grosse risate al ricordo di quando i genitori gli consigliavano di prendersi il pezzo di carta...
          Possiamo criticarlo? Io non me la sento...
          Caro Picard, anzitutto non sminuirti... .
          C'è del vero in quel che dici ma mettersi in gioco oggi non è come mettersi in gioco 20 anni fa.
          Gli stipendi da fame ci sono anche nel privato (forse anche in misura maggiore).
          Il popolo del 'privato' non è costituito solo da manager, amministratori e affini.
          E non tutti gli imprenditori hanno successo, hanno il Cayenne e vanno alle Maldive.
          Anche negli Usa, che tu citi ad esempio, ci sono numerosi casi di imprenditori ricchissimi che all'improvviso si sono ritrovati in mutande (specie quelli che hanno fatto fortuna col web).
          Come ho scritto prima (dati Ires) abbiamo 6 milioni di precari (ufficialmente, senza considerare quelli che lavorano in nero) e la loro età media non è di 25, ma di 36 anni. Un età in cui i nostri genitori, con un solo stipendio mantenevano una famiglia di 4 persone. Lo stipendio medio di un lavoratore ”autonomo” è di 15mila euro all’anno. Ma il 58% non supera i 10mila euro.
          Fatte queste premesse (e i dati sono oggettivi) te la senti di criticare chi 'punta al posto pubblico'?

          Spero che gli amici insoddisfatti del 'pubblico' stiano vedendo la puntata odierna di Ballarò...
          Ultima modifica di harkin; 18-03-2008, 20:32.

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            #95
            la sto guardando, ma si parla per luoghi comuni, si dicono cose già note: nepotismo, raccomandazioni, scambi di favore...
            per esperienza personale posso dire che nel mio caso il tempo determinato è servito a farmi conoscere e a farmi assumere a tempo indeterminato, il problema è la qualità del lavoro e soprattutto lo stipendio

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              #96
              Originariamente inviato da dani0573 Visualizza il messaggio
              la sto guardando, ma si parla per luoghi comuni, si dicono cose già note: nepotismo, raccomandazioni, scambi di favore...
              Si, vero, niente di nuovo ma solo delle conferme: che nel privato c'è poca meritocrazia e gli stipendi sono bassi.
              Magari così chi lavora nel pubblico apprezzerà un pò di più quello che ha. Fermo restando che è giusto sperare di migliorare e non accontentarsi

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                #97
                ragazzi parlano di precariato.... ma lo sapete che solo in rai ci sono circa 10.000 precari che costituiscono l'ossatura dell'azienda e fanno andare avanti i programmi????? mah l'incorenza............
                gli amici vanno e vengono........i nemici si accumulano!

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                  #98
                  Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
                  Non sono né bravo né particolarment intelligente...quello che non capisco è la voglia di entrare in un posto dove ci si appiattisce, dove i prodotti ad alto valore aggiunto si pensa siano i caffè macchiati del bar, e dove lo stipendio è comunque da fame.
                  Il problema dei laureati è che comunque sia non hanno nessuna voglia di mettersi in gioco. Di non ricevere ordini, ma di creare qualcosa...di certo è un altro sistema economico, ma qui in Italia non potrà mai esserci un Bill Gates o la nascita di qualcosa tipo Google...perché il massimo per un laureato è vivere alle spalle del padrone o dello Stato, senza un minimo di progettualità in proprio.

                  Scusa, ma tu non ci sei già nel pubblico? Non fai parte dei laureati che hai appena descritto? E comunque conosci tutti i laureati in Italia per sapere che non hanno nessuna voglia di mettersi in gioco? Io non farei queste generalizzazioni, specie se si è dall'altra parte. Perdonami la franchezza, ma spesso " chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane.."

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                    #99
                    Appunto...la mia storia personale mi insegna quello che dico...io che per 1250 euro mi allontano 700 km da casa mentre mio fratello decide di aprire una attività. Mi metto in prima fila tra quelli che non hanno avuto il coraggio di rischiare. Non è che pontifico...parlo della realtà che vedo. E sinceramente non conosco laureati che hanno deciso di mettersi in proprio, di creare qualcosa. Sembra che l'unico interesse sia percepire uno stipendio o un salario. Essere comunque sottoposti a qualcuno. Sappi che io cerco di non generalizzare mai. Ma finché non conosco nessuno che si è messo in gioco, per me sarà così. Felice ovviamente di essere smentito e di sapere che la maggioranza dei laureati ha creato una Azienda dal nulla e vive felice la propria vita. I dati dell'API dicono il contrario. Cioè che la stragrande maggioranza delle Imprese sono aperte da gente non laureata. La seconda generazione, invece, è quasi sempre laureata e masterizzata...trovata la pappa pronta i figli di chi ha fatto sacrifici si laureano, fanno il master e dopo assurgono a conduttori dell'Azienda di famiglia. Ripeto...i miei sono sterili dati statistici...che poi la realtà possa essere un'altra a me non può che fare piacere.
                    Sei tu che generalizzi dicendo che dovrei conoscere tutti i laureati italiani per poter parlare. Ti pare possibile? Io parlo per quello che conosco e per quello che so, in attesa di essere smentito per carità. Non ci sarebbe cosa migliore.
                    Un'ultima cosa...no, non faccio parte dei laureati che ho appena descritto...credimi...non ne faccio proprio parte...
                    Ora vado che oggi mi tocca pranzare dalla suocera...mi devo fare bello. Questa si che è un'Impresa di quelle rischiose...
                    Master(Pi)card

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                      Originariamente inviato da Picard Visualizza il messaggio
                      Sei tu che generalizzi dicendo che dovrei conoscere tutti i laureati italiani per poter parlare. Ti pare possibile? Io parlo per quello che conosco e per quello che so, in attesa di essere smentito per carità. Non ci sarebbe cosa migliore.
                      Infatti io non ho detto che dovresti conoscerli. La mia era una domanda. Retorica, ma era una domanda. Io parlo per la realtà che vivo, nel Sud Italia. Non so di dove tu sia, ma se sei delle mie parti dovresti capire di cosa sto parlando. Dico semplicemente che non sempre volere è potere. Ho esempi di persone laureate che ora sono realizzate, hanno faticato e hanno costruito qualcosa di solido e concreto. All'estero. Forse in Italia ti tagliano le gambe prima ancora di iniziare a camminare. E' chiaro che poi molti giovani cerchino posto nel pubblico, tanto più se intendono tirare su famiglia e avere una certa tranquillità economica.

                      Ah, in bocca al lupo per il pranzo.

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                      Sto operando...
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