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PUBBLICO e PRIVATO a confronto: limiti e pregi!

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    #61
    pubblico.........mon amour!!

    ciao a tutti,
    dopo aver letto attentamente ogni intervento e aver riflettuto un po, vorrei fare qualche considerazione.
    Quanto si discute di questo argomento, gira e rigira si crea sempre la stessa situazione; chi è dentro (pubblico) vorrebbe essere da tutt'altra parte, e chi è fuori (privato o peggio disoccupato) ambirebbe ad entrare in quella schiera dei quasi 3 milioni di dipendenti pubblici.
    Credo che sia una aspirazione legittima e assolutamente suffragata dalla crisi lavorativa che attanaglia la nostra economia da qualche anno.
    Io non ho conosciuto (fortunatamente o sfortunatamente) la realtà privata, ma ho sempre sentito le affermazioni più disparate che possono sintetizzarsi nell'equazione privato:superlavoro=pubblico:fannulloni.
    Per tanti anni ho quasi pensato che l'equazione fosse perfetta!! Poi ho iniziato nel 1999 a lavorare in una PA appena istituita e devo dire che mi sono dovuto ricredere perchè ho trascorso 5 anni con dei ritmi quasi frenetici, con molte soddisfazioni e circondato da persone giovani, titolate e fortemente motivate, che hanno contribuito a dare un'immagine di PA efficace ed efficiente.
    Probabilmente quella era un'eccezione, ma è sintomo di una realtà nuova che sta man mano facendosi largo tra le varie amministrazioni. Aggiungo ancora che forse gli enti dove meno si sente l'influsso di una spinta innovatrice sono probabilmente gli Enti locali, dove si sottende ad altre logiche e dove non sempre la professionalità viene valorizzata ed adeguatamente sfruttata (colpa forse di un contratto collettivo eccessivamente premiante nei confronti degli "Anziani" e poco attento al "nuovo&quot.
    Quest'ultima considerazione la faccio alla luce della mia attuale esperienza lavorativa (proprio presso un ente locale), che devo dire mi ha abbastanza (lavorativamente parlando) deluso.
    In questa realtà ho rivisto molte delle cose scritte in questo 3d relativamente ad appiattimento del lavoro, azzeramento delle prospettive di carriera, scarsa voglia di lavorare, poca meritocrazia, eccessivo spreco di risorse umane ed economiche, (non potete immaginare quanti colleghi "scaldano" la scrivania percependo un "adeguato" stipendio, a carico, naturalmente, dei contribuenti!!)e in ultimo, ma non per questo meno importante, un livello di ignoranza ..............!!!
    Ma a fronte di tutto ciò bisogna esaminare e valutare con molta attenzione quello chè c'è sull'altro piatto della bilancia:
    Stipendio fisso e garantito, contribuzione previdenziale, fruizione ferie, orari flessibili, buoni pasto, certezza del posto di lavoro, tutela della salute, tutela della gravidanza..............
    Io credo che questi elementi non possano e non debbano essere trascurati quando ci si sofferma a pensare alla (in)soddisfazione del proprio posto di lavoro pubblico.
    Naturalmente ognuno poi farà le proprie considerazioni, ma una volta un mio conoscente (grosso dirigente di una società mista pubblica-privata) mi disse "se pensi di valere così tanto e di essere sprecato per la tua attuale posizione lavorativa, licenziati e vieni a lavorare da me!!!".
    Probabilmente avrei guadagnato un buon 30% in più della mia attuale retribuzione, ma fatte tutte le valutazioni del caso (vedi sopra), considerato il differente orario (39 ore settimanali "flessibili (a detta di chi già ci lavorava anche 50 ore!!)" a fronte delle mia attuali 36 ore fisse) con una famiglia e una bimba piccola, non me la sono sentita di accettare l'incarico. E questo non perchè non abbia delle ambizioni, ma solo ed esclusivamente per continuare a godere di quella tranquillità e serenità di cui ho beneficiato in questi anni per condividerle nei momenti liberi con tutta la famiglia.
    Secondo me ognuno di noi (già dipendenti pubblici) dovrebbe porsi il seguente interrogativo: Poichè non sono contento del mio lavoro, se mi licenzio cosa perdo? e se mi guardo in giro cosa ci guadagno?
    Facciamo delle stime circa le possibili scelte??
    L'unica quasi-certezza è che il dipendente pubblico non diventerà mai ricco sfondato, ma fronte dei tanti benefici credo che l'espetto economico, come peraltro già accennato da qualcun altro, diventi di secondaria importanza!!
    Ci sarebbe ancora tanto da dire, ma preferisco al momento cedere il passo a quache altro forumista.
    Sempre aperto al confronto, faccio un in bocca al lupo a tutti coloro impegnati in selezioni, preselezioni et simili.
    Alle prossime

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      #62
      Originariamente inviato da master73 Visualizza il messaggio
      ciao a tutti,
      dopo aver letto attentamente ogni intervento e aver riflettuto un po, vorrei fare qualche considerazione.
      Quanto si discute di questo argomento, gira e rigira si crea sempre la stessa situazione; chi è dentro (pubblico) vorrebbe essere da tutt'altra parte, e chi è fuori (privato o peggio disoccupato) ambirebbe ad entrare in quella schiera dei quasi 3 milioni di dipendenti pubblici.
      Credo che sia una aspirazione legittima e assolutamente suffragata dalla crisi lavorativa che attanaglia la nostra economia da qualche anno.
      I................................................. .................................................. .............
      D'accordissimo su tutta la linea.

      Purtroppo è difficile (forse non impossibile) avere 'la moglie ubriaca e la botte piena": il pubblico paga non tantissimo ma ti dà maggiori certezze, più tutele e più tempo libero. Cose che andrebbero monetizzate per fare un reale confronto.

      Poi, per esperienza personale (nel privato) non è neanche vero che il pubblico paga sempre meno del privato. Io nel privato non sono arrivato oltre i 1.200 euro mensili e mai con contratto a tempo indeterminato. E parlo di 10 anni di lavoro. Forse son stato sfigato o poco bravo io, non saprei.

      Così come non sempre nel pubblico c'è meno professionalità che nel privato: con selezioni sempre più dure, ritengo che chi lavora nella P.A. sia molto più preparato di chi sta per andare in pensione.

      E ancora: penso che le raccomandazioni ci siano in entrambi i settori ma nel privato siano di gran lunga maggiori. Quindi, il publlico dovrebbe (coreggetemi se sbaglio) essere anche più selettivo.

      Insomma, ci sono molti luoghi comuni quando si fa un confronto pubblico-privato.

      Il discorso di Menga sulle pensioni lo trovo giusto, ma temo che varrà anche per tutti.

      Ultima considerazione: conosco pochissime persone che abbandonano il pubblico per il privato e molte di più (e parlo anche di avvocati e ingegneri) che fanno il percorso opposto. Questo qualcosa vorrà dire, o no?
      Ultima modifica di harkin; 18-03-2008, 10:43.

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        #63
        Un bel confronto

        Sono contento di avere aperto questa discussione, perchè le riflessioni sono molto interessanti.
        Se ne potrebbe anche fare un forum televisivo che di questi tempi troverebbe anche campo..

        Io intanto continuo a informarmi. Il discorso dei mestieri non è così facile come potrebbe sembrare. Mi sto informando in giro. Alcune scuole vogliono perentoriamente che ci vadano minorenni o disoccupati.
        Chi sembra acconsentire lo farebbe pagare (e in sè non è un problema).
        Il fatto dell'età non pensavo potesse essere una scriminante persino nella scuola!!
        Continuerò a cercare anche per avere chiara come sia la corrente per quei lavori che nessuno vuole più fare....

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          #64
          Originariamente inviato da Terence Visualizza il messaggio
          e poi con gli straordinari arrivi di piu di 1260...............avrai una busta paga almeno di 1500 euro........
          Con lo straordinario (ma ricorda che il tempo è denaro si dice...), al massimo di solito arrivo a fare un 20 h di straordinario che ora come adesso, con le trattenute che mettono (speriamo le tolgano con il nuovo governo) sono circa 140 €.
          Il che vuol dire che arrivo a prendere sui 1400 €.

          Dopo l'aumento prossimo imminente sarebbero circa 1450 €.

          Non è poco mi rendo conto, visti i tempi che corrono, ma il caro vita quanto costa oggi?
          Io non voglio tirare a sopravvivere.........

          E' anche vero che ho uno stile di vita piuttosto al di sopra delle mie possibilità... ma qui si apre un altro libro nel privato che è off topic...

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            #65
            Originariamente inviato da menga Visualizza il messaggio
            Sono contento di avere aperto questa discussione, perchè le riflessioni sono molto interessanti.
            Se ne potrebbe anche fare un forum televisivo che di questi tempi troverebbe anche campo..

            Io intanto continuo a informarmi. Il discorso dei mestieri non è così facile come potrebbe sembrare. Mi sto informando in giro. Alcune scuole vogliono perentoriamente che ci vadano minorenni o disoccupati.
            Chi sembra acconsentire lo farebbe pagare (e in sè non è un problema).
            Il fatto dell'età non pensavo potesse essere una scriminante persino nella scuola!!
            Continuerò a cercare anche per avere chiara come sia la corrente per quei lavori che nessuno vuole più fare....
            La discriminazione sull'età nel privato è uno degli ulteriori motivi che mi ha spinto ad apprezzare il pubblico, essendo io un over 32. Prova a vedere gli annunci di lavoro sugli inserti dedicati su Repubblica o Corriere della Sera. Le uniche mansioni che restano per gli over 30 sono quelle di account manager (e simili) o addetto al call center.
            Purtroppo anche nel pubblico stanno cominciando a prendere piede. Penso all'Agenzia delle Entrate che negli anni scorsi ha assunto con cfl solo under 32, anche ma non solo, per limitare il numero dei partecipanti al concorso. Quest'anno ha tolto il limite di età e inserito il limite del voto di laurea (magari non giustissimo ma relativamente più meritocratico) e c'è stata un'insurrezione!

            Per quanto riguarda un forum televisivo, lo trovo improbabile: i palinsesti sono già riempiti dai litigi dei nostri politici, dalle insulse trasmissioni del 'marito di Costanzo', dai plastici di Cogne e di Erba...

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              #66
              Originariamente inviato da menga Visualizza il messaggio
              ......

              E' anche vero che ho uno stile di vita piuttosto al di sopra delle mie possibilità... ma qui si apre un altro libro nel privato che è off topic...
              Menga,
              avevo intuito che hai uno stile di vita, per così dire, 'godereccio'...

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                #67
                Il mio approccio al lavoro mi sembra simile a quello di Harkin, non perchè siamo corregionali, e di Robertaboop.
                A proposito degli artigiani in Porsche, ai quali si riferisce Menga, avrei alcuni dubbi che siano cosi diffusi come i “si dice” vorrebbero far credere, almeno qui nella mia regione.
                La “famosa azienda”, presso cui ho lavorato per un paio di anni, ha alle sue dipendenze 200/250 lavoratori, la maggior parte sono operai e magazzinieri, che, prima di iniziare a lavorare come dipendenti, facevano gli artigiani o gli apprendisti artigiani (muratori, falegnami, elettricisti etc.etc.). Ad oggi continuano a fare i dipendenti, guadagnando 900/1000 euro al mese, senza alcun rimpianto. Questa situazione mi fa pensare che, anche nel loro settore, non siano tutte rose e fiori. Magari Menga e Picard si riferiscono alle regioni del Nord. E’ una realtà che non conosco, quindi non mi sbilancio più di tanto. Ricordo di aver visto un servizio a Ballarò, qualche tempo fa, nel corso del quale si parlava di schiavi bianchi, operai che guadagnano 1000 euro al mese in provincia di Livorno.Presumo che lascerebbero il lavoro dipendente, per dedicarsi a quello autonomo, se avessero la possibilità di guadagnare di più. In ogni caso di più non so e, quindi, taccio. Sono convinto che sarebbe necessaria una maggiore riflessione nel momento in cui si decide di “imbarcarsi” nell’avventura universitaria. Sarebbe il caso di valutare le proprie aspettative, la propria base culturale, le reali motiviziani e i concreti sbocchi post-laurea. Riflessione che spesso non viene fatta dall’interessato ne, tanto meno, suggerita da scuola o famiglia. Molti miei colleghi dicevano “ora faccio una cosa che mi piace e che mi attira, poi si vedrà”. I risultati non sono il massimo della vita con tanto di crisi pre-post laurea, abbandoni, etc.etc.
                Per quanto riguarda gli imprenditori che, partendo da zero, sono diventati miliardari sarei proprio curioso di controllare quali scheletri nascondono negli armadi……..
                Cosa fare per lavorare e guadagnare tanto?Mi viene un sospetto....... lavorare dove circolano tanti soldi. Durante il periodo universitario ho fatto il cameriere, nei normali week end, sabato e domenica guadagnavo 100.000 lire,invece, tra il 31/12/99 e l'01/01/2000 350.000 lire in un colpo solo. Le feste "comandate" sono occasioni particolari in quel settore. Circolano molti più soldi, la richiesta di personale è maggiore,e, di conseguenza ti pagano di più. I camerieri del Billionaire in Costa Smeralda, con 3/4 mesi di lavoro, tra stipendio e mance, pare, si possano permettere di stare a pancia all'aria per il resto della stagione.Ricordo bene, però, che, dopo aver lavorato 17/18 ore consecutive, non avevo neanche la forza di contare i soldi!
                P.S. Sono d'accordo con quelli che dicono: "non ti piace il lavoro pubblico? Dai le dimissioni e lavora nel privato". Molti, me compreso, hanno fatto il contrario......

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                  #68
                  Originariamente inviato da nicola72 Visualizza il messaggio
                  .....
                  A proposito degli artigiani in Porsche, ai quali si riferisce Menga, avrei alcuni dubbi che siano cosi diffusi come i “si dice” vorrebbero far credere, almeno qui nella mia regione.
                  ......
                  Sono convinto che sarebbe necessaria una maggiore riflessione nel momento in cui si decide di “imbarcarsi” nell’avventura universitaria. Sarebbe il caso di valutare le proprie aspettative, la propria base culturale, le reali motiviziani e i concreti sbocchi post-laurea.
                  ......
                  Per quanto riguarda gli imprenditori che, partendo da zero, sono diventati miliardari sarei proprio curioso di controllare quali scheletri nascondono negli armadi……..
                  Cosa fare per lavorare e guadagnare tanto?Mi viene un sospetto....... lavorare dove circolano tanti soldi.
                  ..........
                  P.S. Sono d'accordo con quelli che dicono: "non ti piace il lavoro pubblico? Dai le dimissioni e lavora nel privato". Molti, me compreso, hanno fatto il contrario......
                  Condivido in toto, Nicola.
                  Le alternative al pubblico sono la libera professione-imprenditoria o il settore privato.
                  Con riferimento al primo spesso occore scontarsi con difficoltà di accesso (per burocrazia, pizzi e taglieggiamenti, necessità di un certo capitale iniziale).
                  Per quanto riguarda il secondo, proprio oggi sui quotidiani ho letto cose interessanti (che ho subito riportato nel mio blog):

                  Berlusconi ci scherza su: “Siete precarie? Sposate un milionario”. Veltroni propone un salario minimo di mille euro al mese. Bertinotti dice che occorre “superare” la Legge 30 (era anche nel programma dell’Ulivo, ma non se n’è fatto nulla).
                  La realtà è che i precari in Italia sono un piccolo esercito sempre in crescita: quasi 6 milioni. In percentuale il 13-15% dei lavoratori italiani. Un dato ancor più drammatico se si considerano i nuovi assunti. Ogni 10 assunti, quasi otto, in media, sono precari. Ed esiste una giungla di leggi e tipologie contrattuali che spesso sono aggirate.
                  Restano fermi gli stipendi: secondo il rapporto 2007 “Lavoratori subordinati tra professione e precariato” dell’Ires, analizzando i dati degli iscritti alla gestione separata dell’Inps, risulta che lo stipendio medio di un lavoratore ”autonomo” è di 15mila euro all’anno. Ma il 58% non supera i 10mila euro.
                  Un mito da sfatare, poi, è quello che i precari siano giovani. Per fare un esempio, i dati statistici dicono invece che l’età media dei “collaboratori a progetto” è di 36 anni.

                  Chi entra nel pubblico ha quasi sempre da subito (con poche eccezioni) contratto e tutele che molti nel privato si sognano per anni.

                  Insomma, 'amici del pubblico', penso sia giusto lamentarsi e cercare di ambire sempre a qualcosa di più, a volersi migliorare. Ma sappiate che state messi meglio della media nazionale.
                  E io mi sto adoperando per diventare al più presto vostro collega.
                  Ultima modifica di harkin; 18-03-2008, 12:44.

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                    #69
                    Originariamente inviato da harkin Visualizza il messaggio
                    secondo il rapporto 2007 “Lavoratori subordinati tra professione e precariato” dell’Ires, analizzando i dati degli iscritti alla gestione separata dell’Inps, risulta che lo stipendio medio di un lavoratore ”autonomo” è di 15mila euro all’anno. Ma il 58% non supera i 10mila euro.
                    Quando ero al Classico venivo accusato di avere nelle traduzioni di greco trovate e spunti geniali e cadere invece in banali errori nei passaggi più semplici....

                    Le cifre di cui parli sono al lordo o al netto???
                    Al lordo direi io, ma mi dai la conferma?

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                      #70
                      Originariamente inviato da menga Visualizza il messaggio
                      Quando ero al Classico venivo accusato di avere nelle traduzioni di greco trovate e spunti geniali e cadere invece in banali errori nei passaggi più semplici....

                      Le cifre di cui parli sono al lordo o al netto???
                      Al lordo direi io, ma mi dai la conferma?
                      Nelle due fonti non veniva specificato: solitamente nelle statistiche si fa riferimento ai dati lordi.
                      Ma non mi pare che la sostanza cambi in modo rilevante:
                      gli stipendi anche nel privato sono al palo e il lavoro parasubordinato non rappresenta il canale di
                      transito temporaneo dei giovani alla ricerca di un lavoro, ma per molti è una gabbia che accompagna sino all’età adulta. Non è un caso che gli stessi collaboratori a progetto abbiano un’età media superiore a 36 anni.
                      Ultima modifica di harkin; 18-03-2008, 13:43.

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