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Processo disciplinare a Palamara, il pg chiede al Csm di espellerlo dalla magistratura: “A Perugia voleva un procuratore addomesticato”
https://www.ilfattoquotidiano.it/202...icato/5959005/
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Ernesto Maria Ruffini: "'Fisco amico' è un’espressione che non mi ha mai trovato particolarmente favorevole Il fisco non deve essere severo, deve essere giusto”. "Io come cittadino mi aspetto che vengano applicate le norme in modo trasparente. Ma il problema è se le norme non sono trasparenti: lì si crea l’evasione fiscale"
https://www.la7.it/piazzapulita/vide...10-2020-343797
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Si tratta di novità introdotte per la gran parte dal legislatore, che avranno ripercussioni importanti sulle piccole e medie imprese (le compensazioni le hanno già avute). Oggi, lo affermo da parlamentare della maggioranza, possiamo ancora proclamare che non abbiamo messo le mani nelle tasche dei contribuenti. Tuttavia, alcune norme che noi abbiamo approvato, e che voi applicate, determinano perplessità in chi le «subisce». In questo momento di crisi, in particolare, emergono alcune criticità. L'Agenzia delle entrate sostiene di applicare le norme esistenti, ma io vorrei lanciare un messaggio di sensibilizzazione. Se abbiamo riguardo, ad esempio, alle norme in materia di compensazione, la nuova disciplina ha creato alcuni appesantimenti a livello di piccole e medie imprese.
Da ultimo, per quanto riguarda l'accesso alle banche dati da parte delle province di Trento e di Bolzano, nell'ambito delle norme di attuazione del trasferimento di delega in materia fiscale, l'Agenzia fa riferimento ad apposite convenzioni di cooperazione informatica. Il nostro dubbio, la nostra paura, è che l'accesso alle banche dati da parte delle province autonome possa determinare un controllo della situazione economica delle singole imprese, in realtà molto piccole, tale da comportare problemi dal punto di vista della tutela della privacy e dei rapporti con le imprese. Vorrei sapere se le convenzioni tengano conto delle mie perplessità, che penso abbiate compreso.
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ALESSANDRO PAGANO. Innanzitutto, direttore, mi complimento, perché risultati importanti come quelli da lei esposti dimostrano che l'Agenzia ha un'efficienza e una capacità adeguate ai tempi.
Entrando nel vivo delle domande, comincerei con gli imprenditori che evadono in maniera sistematica e scientifica, appartenenti a etnie diverse. Faccio mio, a tale riguardo, il ragionamento sviluppato poco fa dal collega Fogliardi. Desidero soltanto aggiungere che il fenomeno da lui descritto si inserisce in un contesto criminale di gran lunga più grave rispetto a quello connesso alla pura e semplice evasione.
Una proposta di legge bipartisan, firmata da quasi 180 parlamentari, la n. 3887, reca disposizioni concernenti il divieto di produzione, importazione e commercio di merci prodotte mediante l'impiego di manodopera forzata e in schiavitù. Essa individua, a mio avviso, fattispecie degne di interesse, che dovrebbero essere oggetto di analisi, da un punto di vista tecnico, anche da parte dell'Agenzia delle entrate. Il vostro parere potrebbe fornirci ulteriori chiavi di lettura.
Poiché abbiamo inaugurato un sistema volto a fare in modo che le soluzioni ad alcune questioni affrontate dal Parlamento nelle sedi non legislative trovino un riscontro più puntuale anche nella prassi, penso che quello di cui stiamo discorrendo potrebbe essere un argomento su cui confrontarci in una prossima occasione.
Non è possibile che questi soggetti vivano in una sorta di «riserva indiana». Non mi riferisco a tutti i bravi artigiani e imprenditori che producono, che sostengono l'economia nazionale e che hanno deciso di diventare «italiani» nel senso più nobile del termine, ma a quelli che si muovono, in maniera spregiudicata, in quegli ambiti nei quali è più facile porre in essere fenomeni elusivi.
Poco più di un mese fa l'Assemblea della Camera ha approvato all'unanimità, senza che alcuno dei presenti si sia astenuto, il testo unificato delle proposte di legge recanti «Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese». Quanto è avvenuto deve indurre a riflettere: è necessario comprendere che alle micro e alle piccole imprese bisogna guardare in maniera diversa.
Stiamo attraversando un momento terribile dal punto di vista economico. L'attività dell'Agenzia delle entrate è efficiente e meritoria - l'ho detto poco fa, lo ribadisco e non lo ripeterò più, anche perché si tratta di un'opinione da tutti condivisa -, ma in molti casi sta innescando processi viziosi, nel senso che molte imprese marginali vengono espulse dal mercato perché proprio non ce la fanno.
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