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L'angolo di ROL
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Su di lui i sospetti della Procura si concentrarono perché una guardia giurata, pure sotto indagine, aveva dichiarato di avergli ceduto alcune armi tra cui un revolver calibro 38 (mai trovato) che, in base alle perizie balistiche, era l'arma che fu usata per uccidere Marcone e che nel dicembre del 1993 era stata utilizzata per intimidire un altro alto funzionario statale delle Entrate.
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Era rimasto un solo indagato che nel 2002 era morto in un incidente stradale a Mattinata. L'indagato era Raffaele Rinaldi, impiegato del ministero delle Finanze, che proclamò sempre la sua innocenza.
Su di lui i sospetti della Procura si concentrarono perché una guardia giurata, pure sotto indagine, aveva dichiarato di avergli ceduto alcune armi tra cui un revolver calibro 38 (mai trovato) che, in base alle perizie balistiche, era l'arma che fu usata per uccidere Marcone e che nel dicembre del 1993 era stata utilizzata per intimidire un altro alto funzionario statale delle Entrate.
Il medesimo Caruso poco tempo dopo sale di grado: viene promosso dal ministro Visco e richiamato a Roma. Sempre Caruso, cognato dell'ex onorevole democristiano Franco Cafarelli (ex componente della Commissione bicamerale antimafia), nella primavera del 1995 compie un singolare viaggio a Palermo dove soggiorna alcuni giorni in un albergo di proprietà di Michele Aiello (prestanome del boss Bernardo Provenzano), condannato in via definitiva a 15 anni di reclusione, ma scarcerato e posto ai domiliari perché intollerante al vitto della galera di Sulmona. I carabinieri del Ros hanno accertato che allo Zabara Hotel (della Cogeas) si tenevano summit mafiosi. Nessun magistrato ha mai chiesto conto a Caruso di questa trasferta, esattamente qualche giorno dopo l'omicidio di Marcone. Nel settembre dell'anno 2006 ho chiamato ripetutamente al telefono della sua abitazione a Foggia, Stefano Caruso chiedendogli un'intervista (il colloquio telefonico è stato ovviamente registrato). Inizialmente aveva accettato, ma poi, poco dopo, ha declinato inspiegabilmente la disponibilità e l'invito. In una visura camerale, Caruso figura in una società dei fratelli Sarni che opera in Abruzzo (proprio a Sulmona). La pista Sarni è una di quella battute epidermicamente dalla Guardia di Finanza. Poi c'è la Foar, la Nuova Foar, la Sicilsud e la potente banca San Paolo di Torino, nonché l'area Fibronit a Bari. E tanto altro ancora, su cui aveva indagato il giudice Giovanni Falcone.
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