Un’operatività dei conti anomala come ha spiegato in aula il maresciallo della Finanza D’Agostino: “Sì, l’anomalia era rappresentata dal fatto che questi conti – possiamo definirli morti – cioè non presentavano una operatività di esigenza quotidiana che poteva avere l’intestatario del conto: non ci sono pagamenti con la carta di credito, non ci sono prelevamenti bancomat, non ci sono pagamenti che ogni persona ha, le necessità quotidiane anche andare a fare la spesa al supermercato… Un dato importante perché i costi di mantenimento, l’utilizzo delle imbarcazioni, i viaggi, cioè non c’è neanche una spesa per un souvenir, tanto per dire, preso ai Caraibi…”. Del resto lo stesso Formigoni, durante le sue dichiarazioni spontanee, aveva detto che quando era presidente non sarebbe riuscito a pagarsi neanche un caffè o il barbiere. Il Celeste non usava le carte neanche per l’abbigliamento o per i viaggi in Sardegna o Rimini. Perché, è la tesi dei giudici, pagava in contanti. I soldi della corruzione.
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