I tributaristi: «Da noi 5 mila euro al mese alla consulente del ministero dell’Economia, ma non avevamo intravisto alcun conflitto di interessi. Aiutavamo una collega»
Che rapporti avevate con Susanna Masi?
«Noi abbiamo circa 600 collaboratori e circa 40 partner. Lei era tra i nostri collaboratori dal 2006 e fino al 2014 ha percepito un compenso come consulente di fiscalità finanziaria. Ma non era partner».
Perché avete continuato a pagarla anche dopo che era passata al ministero dell’Economia nel 2012?
«Quando ha iniziato con il Mef non è stata subito risolta la collaborazione; l’abbiamo terminata solo quando quel rapporto con il Mef si è consolidato. La cifra apparsa è il compenso di tre anni. Più o meno 60-70 mila euro l’anno, circa 5 mila al mese».
Ma perché pagarla?
«Poteva essere che sarebbe tornata a lavorare con noi, non abbiamo avuto fretta di interrompere il lavoro. Abbiamo dato una mano a una collega».
Che rapporti avevate con Susanna Masi?
«Noi abbiamo circa 600 collaboratori e circa 40 partner. Lei era tra i nostri collaboratori dal 2006 e fino al 2014 ha percepito un compenso come consulente di fiscalità finanziaria. Ma non era partner».
Perché avete continuato a pagarla anche dopo che era passata al ministero dell’Economia nel 2012?
«Quando ha iniziato con il Mef non è stata subito risolta la collaborazione; l’abbiamo terminata solo quando quel rapporto con il Mef si è consolidato. La cifra apparsa è il compenso di tre anni. Più o meno 60-70 mila euro l’anno, circa 5 mila al mese».
Ma perché pagarla?
«Poteva essere che sarebbe tornata a lavorare con noi, non abbiamo avuto fretta di interrompere il lavoro. Abbiamo dato una mano a una collega».
Il processo vedeva al centro il filone di indagine, trasmesso per competenza territoriale da Venezia a Milano, nel quale erano coimputati il generale in pensione della Gdf Emilio Spaziante e l’ex ad di Palladio Finanziaria Marco Meneguzzo. I due, a novembre 2014, avevano rispettivamente patteggiato 4 anni e una confisca di 500mila euro e 2 anni e mezzo di reclusione per concorso in corruzione.
Milanese avrebbe ricevuto negli uffici di Milano di Palladio Finanziaria da Meneguzzo, presunto intermediario, mezzo milione di euro da parte di Giovanni Mazzacurati, all’epoca presidente del Consorzio Venezia Nuova, in cambio del suo intervento per introdurre – ai tempi in cui Tremonti era ministro dell’Economia – “una norma ad hoc per salvare il finanziamento di 400 milioni” per il Mose e che altrimenti il Cipe avrebbe destinato ad altre opere per il Mezzogiorno.
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L’operazione - Nelle carte secretate della procura di Roma la telefonata dell’allora editore di “Repubblica” con il suo broker. Un affare da 600 mila euro. L’Ingegnere seppe in anticipo della riforma e ordinò acquisti in Borsa sulle banche
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