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    In particolare, secondo la ricostruzione dei magistrati veneti, la Bonfrisco, “indebitamente riceveva” il pagamento di “un soggiorno in Costa Smeralda per lei e altre tre persone”, l’assunzione di una persona “dietro sua richiesta presso la E-Global Service Spa il cui legale rappresentante era Gaetano Zocatelli”, la corresponsione “dietro sua richiesta di un bonificopari a 4mila euro disposto il 26 maggio 2015 da Zocatelli per finanziare la campagna elettorale di Davide Bendinelli alle elezioni amministrative per il Consiglio regionale del Veneto“, definito negli atti “il delfino” della parlamentare.

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      Con tale condotta – ha scritto il giudice – la senatrice promuoveva il sodalizio criminoso fornendo un contributo decisivo allo sviluppo del CEV e alla sua espansione“. La Bonfrisco, infine, secondo la sintesi delle intercettazioni che viene fornita dal tribunale di Verona, si sarebbe anche adoperata a far “incontrare Zocatelli con Raffaele Fitto” e altri vertici istituzionali considerati utili dall’imprenditore.

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        «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza»

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          Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
          «I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, né può essere arrestato o altrimenti privato della libertà personale, o mantenuto in detenzione, salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna, ovvero se sia colto nell’atto di commettere un delitto per il quale è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza. Analoga autorizzazione è richiesta per sottoporre i membri del Parlamento ad intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza»
          bisogna passare dall’aula del Parlamento cui appartiene, che con un’indagine e un voto stabilisce se la richiesta della procura sia legittima o se vi ravvisi il sospetto di un intento persecutorio (il cosiddetto “fumus persecutionis” di cui si parla spesso in circostanze del genere).

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            All’epoca, l’inserimento dell’immunità parlamentare nella Costituzione fu considerato una vittoria della sinistra, a garanzia della possibilità di fare politica senza temere ritorsioni e repressioni da parte della magistratura. D’altra parte l’immunità parlamentare – in forme che possono essere molto diverse – è considerata uno dei principi su cui si basa la separazione dei poteri, poiché impedisce al potere giudiziario di interferire in quello legislativo: in teoria – ma questa “teoria” alla fine del fascismo era una prospettiva molto concreta e non così assurda – serve a evitare che un magistrato politicamente motivato possa perseguire pretestuosamente un parlamentare per limitare la sua libertà o interrompere le sue attività o semplicemente ricattarlo.

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              Col passare degli anni in Italia l’immunità parlamentare ha cambiato senso e forma: nel 1993 una riforma ha abolito l’autorizzazione a procedere – oggi i parlamentari possono essere indagati senza che serva autorizzazione, e devono andare in carcere quando arriva la condanna definitiva – mentre nel 2003 si fecero degli ulteriori aggiustamenti, volti tra le altre cose a determinare il processo decisionale del Parlamento quando la procura richiede arresti, perquisizioni o intercettazioni contro un parlamentare, e rendere utilizzabili le cosiddette “intercettazioni telefoniche indirette”, cioè quelle disposte nel corso di procedimenti riguardanti terzi, per conversazioni alle quali membri del Parlamento abbiano preso parte.

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                Negli anni è cambiata anche la percezione dell’opinione pubblica nei confronti dell’immunità parlamentare, che da strumento a difesa dell’autonomia della politica è stato visto sempre di più – anche a causa di una lunghissima serie di casi di corruzione – come uno strumento volto a garantire un’indebita protezione ai politici disonesti.

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                  Ma come tutti i fenomeni umani può avere anche nuovi inizi, e noi dobbiamo tenere alta l’attenzione, non possiamo correre il rischio di non accorgerci della nascita di nuove mafie».

                  rosy sono più di 20 anni,,,,,,quali nuovi...

                  http://espresso.repubblica.it/attual...?ref=HEF_RULLO

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                    siamo in ritardissimo.....

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                      La mafia ha un inizio è una fine...speriamo...sembrerebbe molto molto difficile...

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                      Sto operando...
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