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Il valigione del tirocinante

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    Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
    facciamo questo esempio che è più caruccio.....:-)

    Si realizza Abuso del diritto quando il vantaggio fiscale non è legittimo e quando tale vantaggio non è riconducibile all'evasione. Si può realizzare abuso del diritto ad esempio in tutte quelle ipotesi di riqualifcazioni delle attribuzioni economiche in trust come DONAZIONE ai beneficiari.
    Se il Trust (come quasi sempre accade) non si limita alla detenzione passiva ma investe somme e distribuisce successivamente ai beneficiari "attribuzioni" sottoforma di RENDITE VITALIZIE

    VANTAGGIO INDEBITO--> tax free .....si salta completamente la tassazione progressiva irpef sul beneficiario
    Poi lo rivedro' bene. Grazie

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      Ho trovato questo

      https://www.fiscoetasse.com/approfon...le-regole.html

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        Originariamente inviato da strelizia Visualizza il messaggio
        Per i quiz...basta il 10 bis

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          Pure questo

          http://www.ilsole24ore.com/art/notiz...?uuid=ABVHSyVC

          Mi sembra utile...

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            Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
            Per i quiz...basta il 10 bis
            Qua non c'è...

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              Il testo normativo 10bis statuto del contribuente

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                Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                Il testo normativo 10bis statuto del contribuente
                Che per ora devo leggere su internet perché il mio codice tributario è del 2014...

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                  Originariamente inviato da ROL Visualizza il messaggio
                  A differenza dei dividendi, però, in caso di alienazione di partecipazioni societarie si possono generare anche componenti negative di reddito (c.d. minusvalenze) e, anche in tali ipotesi, il sistema prevede un irrilevanza (indeducibilità) ai fini del reddito d'impresa.

                  Altra differenza rispetto al regine di esclusione dei dividendi è dato dalle caratteristiche che deve avere la partecipazione societaria per potersi applicare il regine delle PEX (vedetevi l'articolo)


                  La plusvalenza su partecipazioni, infatti, e` esente laddove essa derivi, da un punto di vista economico,dalla monetizzazione/attualizzazione di redditi gia` esistenti (e non ancora distribuiti) ovvero prospettici (i futuri dividendi, per l’appunto), non suscettibili di essere tassati in fase di distribuzione (perche´ gia` tassati e/o da tassare nella fase di produzione). In questo senso, il regime e` una sorta di ‘‘corollario’’ al modello di tassazione dei dividendi ed e` conseguenza, esso stesso, del passaggio a un sistema di imposizione in cui il contribuente ‘‘effettivo’’ e` la societa` che produce il reddito e non il socio che lo percepisce

                  In altri termini…

                  Tale impianto normativo si fonda sull’evidenza che la plusvalenza, eventualmente realizzata in
                  sede di dismissione di una partecipazione, dipende dalla:
                  _ capacita` che la partecipata ha avuto di generare, in passato, utili accantonati a riserva in regime
                  di esclusione;
                  _ potenzialita` della partecipata stessa di produrre ulteriori utili, da considerare anch’essi esclusi da imposizione.

                  Cio` premesso, ai sensi dell’art. 87 del Tuir, l’esenzione da tassazione del 95%, delle plusvalenze realizzate dai soggetti Ires in seguito alla cessione di partecipazioni in societa` , con o senza personalita` giuridica, residenti e non, si rende possibile al verificarsi di specifiche condizioni……..bla bla bla….


                  `
                  E’stato chiarito, in particolare, come il predetto autonomo requisito di commercialita` dell’impresa risulti incardinato su due perni: la sussistenza di una struttura operativa idonea alla commercializzazione di beni o servizi potenzialmente produttivi di ricavi e la capacita` , anche solo potenziale, di soddisfare la domanda.

                  Per presunzione assoluta, infatti, il requisito della commercialita` non si considera soddisfatto laddove il patrimonio della societa` partecipata sia prevalentemente investito in beni immobili diversi dagli impianti e fabbricati utilizzati direttamente nell’esercizio dell’impresa ovvero dagli immobili alla cui produzione o al cui scambio e` diretta l’attivita` dell’impresa.

                  L’Amministrazione finanziaria ha, inoltre, precisato che non e` commerciale, ai fini della PEX, l’attivita` di ‘‘mera gestione passiva di assets da cui derivi la percezione di passive income’’, intendendo per tali i proventi ritraibili da beni che potrebbero non richiedere l’inserimento in un apparato organizzato di fattori produttivi costituenti un’azienda, come nel caso di affitto di locali o mera percezione di royalties sul marchio (cfr. circolare n. 7/E del 2013 e risoluzione n. 226/E del 18 agosto 2009).

                  In siffatti casi, evidentemente, si assume che le plusvalenze prodotte derivino (prevalentemente) dai plusvalori latenti nel patrimonio immobiliare e/o nei singoli assets e non gia` dall’attualizzazione dei redditi che la societa` e` in grado di generare.
                  Di conseguenza, la scelta del legislatore fiscale e` collegata alla considerazione che i predetti plusvalori non determinano la formazione periodica di redditi imponibili ma, al contrario, sono destinati a emergere fiscalmente nella fase di liquidazione e/o cessione dei singoli beni facenti parte del compendio aziendale 3.Si intende evitare che, attraverso la cessione delle partecipazioni (bene di secondo grado), circolino,
                  di fatto, meramente i beni di primo grado (i.e. immobili e assets), con conseguente emersione, in regime di esenzione, di plusvalenze non collegate al coordinamento dei fattori produttivi tipico dell’attivita` ‘‘commerciale’’ d’impresa, ma riferite, in via esclusiva o prevalente, ai beni custoditi dalla societa` .

                  In estrema sintesi, dunque, il regime di esenzione PEX e` precluso, per assenza del requisito della commercialita` , nei soli casi in cui il soggetto partecipato configuri una societa` ‘‘senza impresa’’; ergo, un mero ‘‘contenitore’’ di assets tra loro non coordinati e non coordinabili e, quindi, non idonei a generare ricchezza tassabile periodicamente (in capo alla societa` partecipata)

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                    ....la holding....è quasi sempre all'estero

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                      amarcord....

                      http://espresso.repubblica.it/palazz...asione-1.15391

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                      Sto operando...
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