Di MARCO TRAVAGLIO. (merita di essere letto…)
RICATTA & RACCATTA
Magari, come dice qualche para****, “siamo ossessionati da Renzi”. Ma ascoltate questa storia, che oer evitare altre accuse di ossessione, racconterò con qualche omissis . Antonio Angelucci, ex portantino dell’ospedale San Camillo divenuto ras delle cliniche, imputato e dunque deputato di Forza Italia, deve restituire allo stato 15,7 milioni di contributi per l’editoria incassati negli anni scorsi senza averne diritto, per via della proprietà incrociata di Libero e Riformista (poi chiuso per mancanza di lettori). Luca Lotti, sottosegretario del governo omissis con delega al Dipartimento dell’editoria, otto mesi fa gli fa un favorino da niente : spalma il suo debito su 10 anni , così potrà scucire una comoda rata di 1,5 milioni l’anno fino al 2015 anziché 15 e rotti subito; intanto continuerà ad incassarne 3,5 all’anno, sempre grazie allo sblocco deciso 2 anni fa dal governo omissis. Ora Angelucci si indebita con il governo omissis acquistando il Tempo, quotidiano della destra romana, e nominando direttore di Libero Vittorio Feltri, supporters del si al referendum, al posto di Maurizio Belpitero, fautore del No e autore di scoop scomodi per Lotti e il governo omissis (papà Lotti che dà un mutuo a papà omissis poco prima che il figlio Luca venga assunto da omissis al Comune di Firenze; e papà Boschi, che chiede aiuto al bancarottiere Flavio Carboni per salvare Banca Etruria dalla bancarotta.
La notizia di ribaltone non è uscita sulla Stampa né sul Giornale, mentre Repubblica le ha dedicato ben 1 riga.
Intanto cambiano gli assetti proprie e/o direttoriali nella gran parte dell’editoria italiana e, guarda caso, sempre in senso favorevole al governo omissis. Il corriere caccia Ferruccio de Bortoli, troppo critico con omissis, ma neppure il successore Luciano Fontana ne asseconda in toto i desiderata, pubblicando alcuni commenti critici dello stesso De Bortoli e di altri editorialisti. L’allarme cresce quando Cairo. D’intesa con il vecchio banchiere prodiano Bazoli, presenta un’offerta per il controllo di via Solferino.
A quel punto si scatena Mediobanca con tutto il vecchio establishment finanziario per sventare la minaccia di un editore non allineato al governo omissis. Intanto i tre finanzieri editori più governativi d’italia De Benedetti (Repubblica-Espresso), Marchionne e John ElKann ( La Stampa –Il Secolo XIX)- si mettono insieme in un unico grande gruppo, Stampubblica, che tesse le lodi di omissis e ne trasforma in realtà tutti gli annunci nei giorni pari e pure in quelli dispari.
Il Capogruppo Caltagirone controlla il Messaggero (a Roma, dove si vota), Il mattino (a Napoli, dove si vota) e il Gazzettino (a Venezia, dove non si vota): quando Virginia Raggi, dei 5 stelle osa annunciare che, se diventerà sindaco della capitale, cambierà il vertice dell’Acea, la municipalizzata dell’acqua e dell’energia che vede in società il Comune e Caltagirone, il Messaggero la bastona per 3 giorni, così nessuno si permetterà più di toccare gli interessi dell’ottavo re di Roma.
La Rai renzianizzata da Antonio Campo Dell’Orto, amico e fan di omissis e dotato di superpoteri dal governo omissis , chiude il talk show Ballarò (condotto dal giornalista di sinistra Massimo Giannini) e Virus (condotto dal giornalista di destra Nicola Porro): così il fronte del SI capitanato da omissis potrà imperversare nei TG , dove non c’è obbligo di contradditorio, mentre nei talk sarebbe prevista anche la seccante presenza degli autorevoli sostenitori del NO, che stanno a quelli del SI come l’Albinoleffe, sta al Barcellona.
Mediaset, di proprietà di B. , dovrebbe teoricamente sostenere il no e opporsi al governo di centrodestra come dice di voler fare Forza Italia: invece è anch’essa filogovernativa, grazie al rin********mento di B. e agli ottimi rapporti di Confalonieri, Letta e Pier Silvio con omissis per nobili ragioni affaristiche. Ragioni che hanno spinto già B. a camuffare un pezzo di Forza Italia da Ala e montare sul taxi di Verdini per schierarsi con omissis, per non fargli mai mancare i voti necessari e restare in sella e a evitare a Mediaset le eventuali rappresaglie del governo (cioè la fine dei lavori del governo).
Se Forza Italia non avesse ancora qualche milione di elettori che non ne vogliono proprio sapere di portare l’acqua con le orecchie a omissis, anche B. sarebbe già tornato al Nazareno, liberando l’amico Denis e gli altri dall’imbarazzante travestimento con parrucche, barbe finte e baveri rialzati: altrimenti i suoi elettori superstiti passeranno armi e bagagli con Meloni & Salvini.
Il fatto che Angelucci sia ancora un deputato di FI, ma faccia tutto quel che gli dice Verdini, che fa tutto quello che gli dice Lotti, la dice lunga sulla finta rottura fra Silvio e Denis, e soprattutto fra Silvio e omissis. Tutte coincidenze? Difficile. Complotto di omissis per mettersi in tasca tutta l’informazione? Improbabile. E solo l’ennesima corsa in soccorso del vincitore: i soliti poteri marci non possono vivere senza i favori del governo di turno e, una volta montati sul carro, fanno di tutto perché omissis non sia sconfitto alle Amministrative e soprattutto al Referendum e per non finire anch’essi nella polvere. Lui semplicemente, ricatta e raccatta.
Che dovrebbe fare il nostro giornale, nato proprio contro i conflitti d’interessi che soffocano l’informazione? Chi pena che dovremmo liberarci “dell’ossessione” non ha che da sostituire la parola omissis con “Berlusconi” e domandarsi cosa direbbe e farebbe, in quel caso. Magari rammentando la frase di Mussolini che Montanelli ricordava spesso ai tempi di B. “ Come si fa, in un paese di servi, a non diventare padroni”?
RICATTA & RACCATTA
Magari, come dice qualche para****, “siamo ossessionati da Renzi”. Ma ascoltate questa storia, che oer evitare altre accuse di ossessione, racconterò con qualche omissis . Antonio Angelucci, ex portantino dell’ospedale San Camillo divenuto ras delle cliniche, imputato e dunque deputato di Forza Italia, deve restituire allo stato 15,7 milioni di contributi per l’editoria incassati negli anni scorsi senza averne diritto, per via della proprietà incrociata di Libero e Riformista (poi chiuso per mancanza di lettori). Luca Lotti, sottosegretario del governo omissis con delega al Dipartimento dell’editoria, otto mesi fa gli fa un favorino da niente : spalma il suo debito su 10 anni , così potrà scucire una comoda rata di 1,5 milioni l’anno fino al 2015 anziché 15 e rotti subito; intanto continuerà ad incassarne 3,5 all’anno, sempre grazie allo sblocco deciso 2 anni fa dal governo omissis. Ora Angelucci si indebita con il governo omissis acquistando il Tempo, quotidiano della destra romana, e nominando direttore di Libero Vittorio Feltri, supporters del si al referendum, al posto di Maurizio Belpitero, fautore del No e autore di scoop scomodi per Lotti e il governo omissis (papà Lotti che dà un mutuo a papà omissis poco prima che il figlio Luca venga assunto da omissis al Comune di Firenze; e papà Boschi, che chiede aiuto al bancarottiere Flavio Carboni per salvare Banca Etruria dalla bancarotta.
La notizia di ribaltone non è uscita sulla Stampa né sul Giornale, mentre Repubblica le ha dedicato ben 1 riga.
Intanto cambiano gli assetti proprie e/o direttoriali nella gran parte dell’editoria italiana e, guarda caso, sempre in senso favorevole al governo omissis. Il corriere caccia Ferruccio de Bortoli, troppo critico con omissis, ma neppure il successore Luciano Fontana ne asseconda in toto i desiderata, pubblicando alcuni commenti critici dello stesso De Bortoli e di altri editorialisti. L’allarme cresce quando Cairo. D’intesa con il vecchio banchiere prodiano Bazoli, presenta un’offerta per il controllo di via Solferino.
A quel punto si scatena Mediobanca con tutto il vecchio establishment finanziario per sventare la minaccia di un editore non allineato al governo omissis. Intanto i tre finanzieri editori più governativi d’italia De Benedetti (Repubblica-Espresso), Marchionne e John ElKann ( La Stampa –Il Secolo XIX)- si mettono insieme in un unico grande gruppo, Stampubblica, che tesse le lodi di omissis e ne trasforma in realtà tutti gli annunci nei giorni pari e pure in quelli dispari.
Il Capogruppo Caltagirone controlla il Messaggero (a Roma, dove si vota), Il mattino (a Napoli, dove si vota) e il Gazzettino (a Venezia, dove non si vota): quando Virginia Raggi, dei 5 stelle osa annunciare che, se diventerà sindaco della capitale, cambierà il vertice dell’Acea, la municipalizzata dell’acqua e dell’energia che vede in società il Comune e Caltagirone, il Messaggero la bastona per 3 giorni, così nessuno si permetterà più di toccare gli interessi dell’ottavo re di Roma.
La Rai renzianizzata da Antonio Campo Dell’Orto, amico e fan di omissis e dotato di superpoteri dal governo omissis , chiude il talk show Ballarò (condotto dal giornalista di sinistra Massimo Giannini) e Virus (condotto dal giornalista di destra Nicola Porro): così il fronte del SI capitanato da omissis potrà imperversare nei TG , dove non c’è obbligo di contradditorio, mentre nei talk sarebbe prevista anche la seccante presenza degli autorevoli sostenitori del NO, che stanno a quelli del SI come l’Albinoleffe, sta al Barcellona.
Mediaset, di proprietà di B. , dovrebbe teoricamente sostenere il no e opporsi al governo di centrodestra come dice di voler fare Forza Italia: invece è anch’essa filogovernativa, grazie al rin********mento di B. e agli ottimi rapporti di Confalonieri, Letta e Pier Silvio con omissis per nobili ragioni affaristiche. Ragioni che hanno spinto già B. a camuffare un pezzo di Forza Italia da Ala e montare sul taxi di Verdini per schierarsi con omissis, per non fargli mai mancare i voti necessari e restare in sella e a evitare a Mediaset le eventuali rappresaglie del governo (cioè la fine dei lavori del governo).
Se Forza Italia non avesse ancora qualche milione di elettori che non ne vogliono proprio sapere di portare l’acqua con le orecchie a omissis, anche B. sarebbe già tornato al Nazareno, liberando l’amico Denis e gli altri dall’imbarazzante travestimento con parrucche, barbe finte e baveri rialzati: altrimenti i suoi elettori superstiti passeranno armi e bagagli con Meloni & Salvini.
Il fatto che Angelucci sia ancora un deputato di FI, ma faccia tutto quel che gli dice Verdini, che fa tutto quello che gli dice Lotti, la dice lunga sulla finta rottura fra Silvio e Denis, e soprattutto fra Silvio e omissis. Tutte coincidenze? Difficile. Complotto di omissis per mettersi in tasca tutta l’informazione? Improbabile. E solo l’ennesima corsa in soccorso del vincitore: i soliti poteri marci non possono vivere senza i favori del governo di turno e, una volta montati sul carro, fanno di tutto perché omissis non sia sconfitto alle Amministrative e soprattutto al Referendum e per non finire anch’essi nella polvere. Lui semplicemente, ricatta e raccatta.
Che dovrebbe fare il nostro giornale, nato proprio contro i conflitti d’interessi che soffocano l’informazione? Chi pena che dovremmo liberarci “dell’ossessione” non ha che da sostituire la parola omissis con “Berlusconi” e domandarsi cosa direbbe e farebbe, in quel caso. Magari rammentando la frase di Mussolini che Montanelli ricordava spesso ai tempi di B. “ Come si fa, in un paese di servi, a non diventare padroni”?
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