14 GENNAIO 2015 | NOTIZIE
Anticorruzione – Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. Whistleblower). Con comunicato del 09/01/2015 l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha reso nota la sua competenza a ricevere segnalazioni di illeciti di cui il pubblico dipendente sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro (art. 1, comma 51 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e dell’art. 19, comma 5 della legge 11 agosto 2014, 114). Dal 22 ottobre 2014 si sono attuate queste disposizioni normative, aprendo un canale privilegiato a favore di chi, nelle situazioni di cui si è detto, scelga di rivolgersi all’Autorità e non alle vie interne stabilite dalla Pubblica Amministrazione di appartenenza.
Questo il recente comunicato che inizia ad aprire uno spiraglio di speranza per la lotta alla corruzione. Fino ad oggi, infatti, il dipendente onesto che voleva denunciare casi sospetti (da verificare o no) di corruzione nel suo ufficio, doveva rivolgersi a personale comunque interno per denunciare. Scattava, infatti, la ritorsione con demansionamenti, mobbing e comportanti odiosi nei confronti di chi denunciava gli illeciti. Con il wistleblowing “moderno” rivolto direttamente ad Anac tutto potrebbe migliorare. A patto che le denunce rimangano anonime, quindi attraverso un sistema di piattaforma digitale che mantiene l’anonimato delle segnalazioni (e sembra si voglia andare verso questo) e che – chissà forse un giorno accadrà anche qui in Italia – il dipendente che denuncia venga persino premiato!
Anticorruzione – Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (c.d. Whistleblower). Con comunicato del 09/01/2015 l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha reso nota la sua competenza a ricevere segnalazioni di illeciti di cui il pubblico dipendente sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro (art. 1, comma 51 della legge 6 novembre 2012, n. 190 e dell’art. 19, comma 5 della legge 11 agosto 2014, 114). Dal 22 ottobre 2014 si sono attuate queste disposizioni normative, aprendo un canale privilegiato a favore di chi, nelle situazioni di cui si è detto, scelga di rivolgersi all’Autorità e non alle vie interne stabilite dalla Pubblica Amministrazione di appartenenza.
Questo il recente comunicato che inizia ad aprire uno spiraglio di speranza per la lotta alla corruzione. Fino ad oggi, infatti, il dipendente onesto che voleva denunciare casi sospetti (da verificare o no) di corruzione nel suo ufficio, doveva rivolgersi a personale comunque interno per denunciare. Scattava, infatti, la ritorsione con demansionamenti, mobbing e comportanti odiosi nei confronti di chi denunciava gli illeciti. Con il wistleblowing “moderno” rivolto direttamente ad Anac tutto potrebbe migliorare. A patto che le denunce rimangano anonime, quindi attraverso un sistema di piattaforma digitale che mantiene l’anonimato delle segnalazioni (e sembra si voglia andare verso questo) e che – chissà forse un giorno accadrà anche qui in Italia – il dipendente che denuncia venga persino premiato!
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