Originariamente inviato da Boom77
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Le società di persone non sono soggetti passivi d'imposta, né IRPEF, né IRES, essendo il reddito da esse prodotto imputato ai soci. Chiaramente, però, il singolo socio non potrà determinare separatamente il reddito della propria quota.
Poiché si tratta di attività di impresa, questa alla fine dell'esercizio determinerà il proprio reddito complessivo applicando le norme sui redditi d'impresa. Se anche infatti vi fossero, tra i proventi conseguiti dalla società, utili da partecipazioni, questi non avrebbero autonoma rilevanza, ma costituirebbero componenti positivi del reddito d'impresa. L'utile da partecipazione non si differenzia, sotto questo profilo, da quello derivante, ad es., dalla vendita di beni.
Faccio un esempio:
La snc Alfa consegue nell'esercizio i seguenti risultati:
gestione tipica 100
gestione accessoria 10
gestione staordinaria 5
gestione finanziaria (tra cui sono compresi investimenti in partecipazioni) 15
Utile d'esercizio (100+10+5+15) 130
L'utile da partecipazione non ha dunque autonoma rilevanza. E' solo uno dei tanti componenti del reddito d'impresa.
Una volta determinato il reddito (130), questo va imputato ai soci.
Poniamo che siano due. Ogni socio nella propria dichiarazione indicherà, tra i redditi d'impresa, 65. Dunque l'utile da partecipazione posseduta dalla società non è dichiarato dal socio come reddito da capitale, in quanto esso è un componente del reddito dell'attività d'impresa ed è trattato come reddito d'impresa.
Nulla esclude, però, che il socio abbia anche altri redditi. Egli potrà, ad es., avere terreni, svolgere attività da lavoro autonomo. Potrà anche avere partecipazioni in società di capitali. Gli utili da queste derivanti chiaramente non costituiranno redditi d'impresa ma di capitale, in quanto non conseguiti nell'esercizio di un'impresa, ma semplicemente come investimento personale.
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